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Notizie - Results from #6230

 

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Notizie

Fisco

Fisco, il Pd chiede la rateazione semplificata delle cartelle fiscali

Redazione Giovedì, 13 Novembre 2014

Il Partito democratico ha segnalato come irrinunciabile l'emendamento alla legge di Stabilita' relativo alla 'rateazione semplificata' delle cartelle di pagamento. "Relativamente alle cartelle di pagamento, alle ingiunzioni fiscali, agli avvisi di accertamento esecutivi, nonché, agli accertamenti con adesione emessi per tributi di uffici statali, agenzie fiscali, regioni province e comuni, - si legge nella proposta di modifica dell'articolo 9 - il debitore può presentare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, domanda di rateazione in modo semplificato, senza allegare alcuna documentazione comprovante la situazione di temporanea obiettiva difficoltà, fino a un massimo di centoventi rate mensili".

L'importo minimo di ciascuna rata, si precisa nell'emendamento, "non può essere inferiore a 100 euro" e "il debitore che propone istanza è tenuto al pagamento, oltre che dell'importo originario iscritto a ruolo o di quello residuo, di un interesse con un tasso annuo lordo pari al 3,69 per cento".

Zedde

Pensioni

Pensioni, Treu: no alla svalutazione degli assegni a causa del Pil

Eleonora Accorsi Giovedì, 13 Novembre 2014

Parlando a margine della audizione in commissione Lavoro al Senato che si è tenuta ieri il neo commissario straordinario dell'Istituto, Tiziano Treu, ha confermato la posizione dell'Inps sull'ipotesi di congelare l'effetto di un Pil negativo sul meccanismo di rivalutazione dei montanti contributivi come previsto dalla legge Dini del 1995.

Kamsin Secondo Treu la legge, alla lettera, "è conforme alla nostra opinione, infatti si parla di rivalutare e non di svalutare". Secondo il commissario straordinario, per evitare il rischio di una diminuzione dei futuri importi pensionistici, non serve una norma ulteriore da approvare nella legge di stabilità ma basta che il Ministero dell'economia e del Lavoro forniscano una interpretazione della disciplina già esistente.

Secondo Treu, anche la Corte Costituzionale si è occupata almeno di un caso simile giudicando contrario al sistema la possibilità di una svalutazione. Non ci sarebbe neppure, secondo il Commissario, un problema di coperture, al momento, in quanto per ora il nodo riguarda esclusivamente il meccanismo di calcolo.

Zedde

Fisco

Imu, Tasi: ok del Governo alla riunificazione con la legge di stabilità

Redazione Giovedì, 13 Novembre 2014
L’ipotesi avanzata da Renzi è di riunificare Imu, Tasi, Tosap (occupazione di suolo pubblico) e forse la Tari (rifiuti). Unificando le varie tasse sulla casa in una «local tax» con un unico pagamento per i contribuenti

Kamsin Il governo procede per la “riunificazione” dell'imposizione fiscale sugli immobili. Presto, assicurano fonti vicine a Palazzo Chigi, il progetto sarà messo nero su bianco con un emendamento dello stesso esecutivo alla legge di Stabilità. Il piano, prevede l’attribuzione ai Comuni del gettito Imu dei capannoni industriali che oggi va allo Stato, ed una contestuale statalizzazione del gettito dell'addizionale Irpef. Il progetto è stato nuovamente discusso ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il suo staff economico, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan in un incontro per fare il punto sul cammino della Legge di bilancio, appena avviato alla Camera.

La nuova imposta sugli immobili non è ancora stata definita, anche se ha già un nome, “local tax”, e dovrebbe servire quanto meno a semplificare gli adempimenti per i contribuenti. L’ipotesi più semplice è quella di riunificare Imu e Tasi, stabilendo nuove aliquote minime e massime per le varie tipologie di immobili. Il governo dovrebbe fare mettere mano alle detrazioni, che oggi sono affidate alla quasi totale discrezionalità dei sindaci, reintroducendo lo sconto “fisso” per i figli a carico. Si punta ad una detrazione standard "fissa" per tutti gli immobili e ad una maggiorazione della detrazione in presenza di figli fino a 26 anni.

Con l’occasione della nuova riforma verrebbe attribuito ai Comuni tutto il gettito dell’Imu, anche quello degli immobili di categoria D, quelli industriali, che in cambio rinuncerebbero alla compartecipazione all’Irpef statale.

Zedde

Pensioni

Riforma Pensioni, ecco gli emendamenti al ddl di stabilità

Redazione Giovedì, 13 Novembre 2014
Verso un accordo per contenere il taglio ai patronati. L'Aliquota sulla previdenza complementare potrebbe salire solo al 15%. Riammesso l'emendamento per i 4 mila docenti e personale Ata nel movimento "quota 96".

Continua il braccio di ferro tra forze politiche, sindacati e governo sugli emendamenti da apportare alla legge di stabilità, in corso di esame alla Commissione Bilancio di Montecitorio. Le aperture da parte del Governo nei giorni scorsi confermano la possibilità di un temperamento di alcune misure soprattutto sul pacchetto previdenziale, fortemente penalizzato nel testo govenativo della legge di stabilità.

Passano infatti l'esame di ammissibilità della V Commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) gli emendamenti che chiedono lo stop al taglio di 150 milioni di euro ai patronati. Contro la sforbiciata si è compattato un fronte largo. Ben 100 deputati del Partito Democratico hanno firmato un emendamento che chiede il ripristino completo dei fondi. Difficile per il governo riuscire a mettere un argine. Così dal Tesoro sarebbero arrivati i primi segnali di apertura.

Kamsin Azzerare l’intero taglio da 150 milioni, tuttavia, non sarà possibile. Si tratta attorno ad una sforbiciata più contenuta. Il modello sarebbe quello di un emendamento firmato da Marco Causi del Pd, e che prevede una riduzione del fondo per i patronati di una quarantina di milioni, in pratica il 10% dell’intero ammontare (430 milioni). Contemporaneamente anche il prelievo dello 0,226% sui contributi versati dai lavoratori, e che il governo puntava a ridurre allo 0,148%, verrebbe invece contenuto allo 0,205%.

Kamsin Altra modifica ormai data quasi per acquisita, è la riduzione del balzello fiscale sui Fondi pensione. Nella manovra il governo ha ritoccato al rialzo il prelievo dall’11,5% al 20%. Ora potrebbe portarlo al 15%. Si tratta ancora sul prelievo delle Casse Professionali. Passa il giudizio di ammissibilità anche l'emendamento di Sel che punta a reintrodurre la possibilità per i 4mila lavoratori del comparto scuola che si riconoscono nel movimento cd. quota 96 di accedere alla pensione dal prossimo 1° settembre 2015.

Non ha invece trovato spazio la proposta dello stop alle penalizzazioni sino al 2017 sulla quale si era battuta l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd). In assenza del placet del governo il Pd ha preferito non presentare, per ora, emendamenti in tal senso. Altre norme al vaglio della Commissione Bilancio riguardano la possibilità di unificare il pagamento dei trattamenti previdenziali il 1° del mese (e non il 10 come previsto nel testo governativo per gli 800mila lavoratori interessati dalla misura), alcune norme in materia di estensione dei benefici previdenziali in materia dei lavoratori usuranti.

Ma il capitolo previdenziale non è l’unico modifica alla quale si sta lavorando. Sul regime dei minimi Iva si va verso una riscrittura della norma. L’aliquota forfettaria dovrebbe scendere dal 15% al 10%, mentre il reddito che consente di accedere al sistema agevolato salirebbe da 15 mila a 30 mila euro. Stesso discorso sulla tassazione del Tfr in busta paga. Si cercano risorse per tassarlo in maniera agevolata, e non con l’aliquota marginale come previsto dalla versione attuale del provvedimento.

Chi ha debiti con il fisco potrebbe presentare domanda di rateizzazione semplificata, senza alcun onere di dimostrare con documenti la propria situazione di difficoltà, e accedere al pagamento dilazionato per un periodo fino a dieci anni (120 rate mensili). Verrebbe applicato un tasso di interesse annuo lordo del 3,69, più basso di quello erariale (4,5%). Per le rate è previsto un importo minimodi 100 euro.

Zedde

Pensioni

Esodati, l'Inps chiarisce i termini per il pagamento dell'indennità di buonuscita

Rossini V Giovedì, 13 Novembre 2014
L'Inps ha chiarito che il termine di pagamento del trattamento di fine servizio per i lavoratori salvaguardati nel pubblico impiego è soggetto alle regole generali attualmente vigenti.

La salvaguardia disposta dal decreto legge 201/2011 e da successive norme per  particolari categorie di lavoratori, consistendo nella conservazione delle regole di accesso alla pensione precedenti il 6 dicembre 2011 (data di entrata in vigore della riforma Monti Fornero), non ha alcun effetto diretto sui termini e le modalità di pagamento dei trattamenti di fine servizio e fine rapporto per i lavoratori che accedono alla salvaguardia. E' quanto ha precisato l'istituto con il messaggio Inps 8680/2014 del 12 novembre 2014.

Kamsin L'Inps ricorda, pertanto, che i termini di pagamento del TFS per i lavoratori salvaguardati sono quelli vigenti nel regime generale e conseguentemente, qualora non operi alcuna deroga all’applicazione della disciplina generale, si deve tener conto della causa e della data di cessazione dal servizio ai fini dell’applicazione del corretto termine di pagamento secondo le istruzioni diramate con la circolare Inps 73/2014.

"Per esempio, se la cessazione del rapporto di lavoro e la  maturazione del diritto a pensione sono intervenuti dopo il 31  dicembre 2011 e prima del raggiungimento del limite di età ordinamentale, la prestazione non può essere messa in pagamento prima di 24 mesi,  nulla rilevando la circostanza che il pensionamento è avvenuto con 40 anni di anzianità contributiva". 

La questione interessa soprattutto i lavoratori del pubblico impiego che fruiscono dei congedi e dei permessi di cui alla legge 104/1992 (2500 in quarta salvaguardia ed altri 1800 lavoratori in sesta salvaguardia). In altri termini, secondo la disciplina generale, tali lavoratori, riceveranno il pagamento dell'indennità di buonuscita, dopo 24 mesi dalla data di dimissioni volontarie. Scaduti questi termini, l’istituto ha l'onere di porre in pagamento la prestazione entro 3 mesi pena il pagamento degli interessi. Nei casi di risoluzione da parte della pubblica amministrazione e/o di raggiungimento del limite ordinamentale (65 anni) i termini vengono accorciati a 12 mesi.

Per importi superiori a 50mila euro ma inferiori a 100mila euro il pagamento sarà frazionato secondo quanto previsto dalla legge 147/2013. L'erogazione avverrà in due rate di cui la prima erogata con i termini sopra citati e la seconda trascorsi ulteriori 12 mesi. Se la prestazione dovesse risultare superiore a 100mila euro, l'erogazione avverrà in tre rate con l'ultima rata pagata dopo ulteriori 12 mesi dalla seconda erogazione.

Si ritiene, peraltro, che i dipendenti che grazie alla salvaguardia riescano a conseguire un diritto a pensione entro il 2013 i frazionamenti di 50mila e 100mila siano portati rispettivamente a 90mila e 150mila euro.

La precisazione, dunque, sgombra il campo dai dubbi circa la possibilità che anche i salvaguardati fossero soggetti allo slittamento del pagamento del TFS previsto dalla Circolare Inps 79/2014 in favore dei lavoratori soprannumerari ai sensi del Dl 95/2012, ipotesi che è stata, smentita, per l'appunto dall'Inps.

Zedde

Altro...

Pensioni Quota 96, Anief: bene emendamento Sel ma la strada è in salita

Redazione Giovedì, 13 Novembre 2014

L'Anief-Confedir esprime soddisfazione per la riammissione dell'emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (Ac 2679-bis) in Commissione Bilancio di Montecitorio a firma Pannarale (Sel) e Airaudo: "questi lavoratori avevano i requisiti per lasciare il lavoro alla fine dell'anno scolastico 2011/2012. Permettergli di lasciare il servizio, come da noi sempre invocato, darebbe loro giustizia e aiuterebbe a ringiovanire il corpo docente italiano piu' vecchio al mondo". Kamsin La proposta emendativa consentirebbe ai docenti del comparto scuola che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012 di essere collocati in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015.

L'emendamento fissa in 4mila il numero dei potenziali beneficiari della misura ma, come ricordano dalla Cisl Scuola, alcuni di questi lavoratori sono già usciti dal mondo del lavoro o attraverso la legge 104/1992 (con la quarta o sesta salvaguardia) o perchè hanno, nel frattempo, maturato i nuovi requisiti previsti dalla Riforma Fornero.

A livello politico tuttavia la strada per l'approvazione dell'emendamento è in salita. Il Pd non ha infatti presentato un emendamento in tal senso, stante la contrarietà dell'esecutivo e ciò lascia intendere che la proposta non avrà vita lunga. La prossima parola spetta ora alla Commissione Bilancio che dovrà votere gli emendamenti. 

Zedde

Esodati, Inps: finite le misure per gli esodati

Eleonora Accorsi Giovedì, 13 Novembre 2014
L'istituto di previdenza dichiara che sono state certificate 97mila pensioni in regime di salvaguardia. Ma restano i problemi per i lavoratori in quarta salvaguardia e i migliaia di lavoratori esclusi dal perimetro.

Secondo l'Inps la vicenda esodati è sostanzialmente chiusa. A confermarlo sono stati ieri i vertici dell'Inps, il commissario Tiziano Treu e il direttore generale Mauro Nori, nel corso di una audizione al Senato in Commissione Lavoro. L'istituto ha comunicato di aver salvaguardato tutti i 162.130 esodati creati dalla riforma Fornero.

Kamsin Grazie a sei provvedimenti di tutela all'Inps risultano tutti tutelati i soggetti rimasti a ridosso della riforma delle pensioni in un limbo senza reddito. Secondo l'Istituto di previdenza, i vecchi numeri (si era parlato di 390.000 esodati) sono sorpassati. «Certo quella che si chiude è la fase emergenziale» ha detto Nori. Una fase che ha creato tante polemiche e battaglie di cifre. Fuori dai 162.130 ci possono essere ancora altri «casi specifici» che saranno individuati da un censimento attraverso il monitoraggio condotto dal sito della commissione senato, annunciato dalla senatrice Anna Maria Parente. Ma si tratta di numeri residuali.

Secondo l'Inps, al 27 Ottobre 2014, sono state emesse 97.267 certificazioni e sono state liquidate 56.274 pensioni. A noi di pensionioggi.it tuttavia risultano ancora diversi problemi aperti. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre ancora non sono salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013). Il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba (Pd), ha tuttavia precisato che il ministero sta cercando di individuare una soluzione per la loro vicenda. Inoltre molti dei 162mila potenziali salvaguardati ancora devono ricevere conferma di salvaguardia.

Senza contare che ci sono molti lavoratori che sono rimasti fuori dal perimetro delle tutele previste dalla legge per mancanza dei requisiti. "Ribadiamo la nostra richiesta affinché nella Legge di Stabilità, attualmente all’esame del Parlamento, venga urgentemente prevista una precisa misura per salvaguardare almeno i 49.500 “esodati non salvaguardati” accertati dalla Commissione Lavoro della Camera". A ricordarlo è la Rete dei Comitati degli esodati presieduta da Francesco Flore.

Zedde 

Riforma Pensioni, riammesso l'emendamento per i Quota 96 della Scuola

Redazione Mercoledì, 12 Novembre 2014
E' stato riammesso dalla Commissione Bilancio, dopo la bocciatura di ieri, l'emendamento per i quota 96 della scuola. Ne ha dato notizia la deputata Annalisa Pannarale (Sel).

Sono una novantina gli emendamenti alla legge di stabilità riammessi oggi dalla Commissione Bilancio. Ieri ne erano stati bocciati 1.600 su un totale di 3.800 circa tra cui c'erano diverse proposte in materia di lavoratori precoci, usuranti e quota 96 della scuola.

Kamsin La Commissione ha riammesso anche l'emendamento in favore dei Quota 96 della scuola a firma Pannarale (12.03) che ora dovrebbe andare alla votazione. Ne ha dato notizia la stessa deputata Annalisa Pannarale (SEL) dalla sua pagina facebook: "Ora avanti fino in fondo. La vostra insipienza e le vostre bugie hanno già sottratto troppi anni di dignità ai lavoratori" (in calce il testo dell'emendamento riammesso in favore dei quota 96 della scuola).

Passano anche gli emendamenti in materia di previdenza complementare e patronati, anticipo del TFR, nuovo regime dei minimi e bonus mamme, proposte che saranno quindi messe al voto della V Commissione Bilancio di Montecitorio da Lunedì. Tra le novità c'è anche la possibilità di una rateazione “semplificata” per tutti i debiti fiscali, con un tasso d'interesse agevolato al 3,69%, per un massimo di 10 anni (senza dover dimostrare di essere in difficoltà). La misura potrà essere applicata a più tipologie di debiti, che vanno dalle cartelle di pagamento di Equitalia, alle ingiunzioni fiscali dei comuni che riscuotono in proprio, passando per gli avvisi di accertamento esecutivo e quelli con adesione emessi dall'Agenzia delle entrate.

Zedde

EMENDAMENTO 12. 03 PANNARALE
Dopo l'articolo 12, aggiungere il seguente:
Art. 12-bis.
(Salvaguardia previdenziale del personale docente della scuola).

1. All'alinea del comma 14 dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, dopo le parole: «ad applicarsi» sono inserite le seguenti: «al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e successive modificazioni».
2. Il beneficio di cui al comma 1 è riconosciuto, con decorrenza dalla data del 1o settembre 2015, nel limite massimo di 4.000 soggetti e nei limiti dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 3. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande presentate, secondo modalità telematiche, definendo un elenco numerico delle stesse basato su un criterio progressivo risultante dalla somma dell'età anagrafica e dell'anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al medesimo comma 1. Per i lavoratori che accedono al beneficio di cui al comma 1, il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione dello stesso secondo le disposizioni di cui all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e sulla base di quanto stabilito dall'articolo 1, comma 22, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonché secondo le modalità previste a legislazione vigente.
3. Per l'attuazione del presente articolo è autorizzata la spesa di 35 milioni di euro per l'anno 2015, di 105 milioni di euro per l'anno 2016, di 101 milioni di euro per l'anno 2017, di 94 milioni di euro per l'anno 2018 e di 81 milioni di euro per l'anno 2019.
Conseguentemente, all'articolo 26, comma 11, sostituire le parole: è ridotta di 200 milioni di euro a decorrere dal 2015 con le seguenti: è ridotta di 380 milioni di euro a decorrere dal 2015».
12. 03. Pannarale, Marcon, Giancarlo Giordano, Fratoianni, Melilla,

Jobs act, cresce il rischio di un voto di fiducia

Nicola Colapinto Mercoledì, 12 Novembre 2014
E' scaduto oggi il termine per la presentazione degli emendamenti al Jobs Act. Otre 600 le proposte emendative arrivate. Bellanova: Margini per cambiare ristretti.

Jobs Act sempre più a rischio fiducia. Sono stati fatti presentati oggi in commissione alla Montecitorio oltre 600 emendamenti al disegno di legge delega in materia di riforma del lavoro. Il chè rende più difficile una rapida approvazione del testo come voluta dal governo. Il premier, infatti, punta ad ottenere un via libera in tempi brevi al progetto di riforma del mercato del lavoro, in modo da poter renderla operativa già dal prossimo 1° gennaio. Del resto, fonti vicine a Palazzo Chigi confermano che due decreti legislativi sono ormai pronti e riguardano il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (con la limitazione dell'articolo 18 in favore dei neo-assunti), e la riforma degli ammortizzatori sociali.

Kamsin Sulle barricate però la minoranza Dem che sollecita diverse modifiche al testo licenziato dal Senato. La minoranza chiede, infatti, di esplicitare il contenuto dell'ordine del giorno votato della direzione nazionale del Partito Democratico sull'individuazione dei casi più gravi, per i quali dovrà essere mantenuta la reintegra il posto di lavoro. Il governo vuole specificare tali casi solo con i decreti delegati.

Altri punti di attrito sono in materia di demansionamento, per i quali la minoranza chiede che sia attribuito un ruolo alla negoziazione con i sindacati, e ai controlli a distanza dove chiede che i controlli possano riguardare solo gli impianti e non i lavoratori.

La presentazione degli emendamenti è vista dal Governo come un tentativo di ostruzionismo e dunque, come ha indicato ieri il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, aumenta le probabilità del ricorso ad un voto di fiducia. Il Sottosegretario sottilinea, peraltro, come i tempi siano ristretti: ddl delega deve essere approvato prima della legge di stabilità, e, quindi la prossima settimana il testo dovrà andare in aula per la sua votazione".

Zedde

Oltre 600 emendamenti presentati alla Camera sul disegno di legge delega in materia di lavoro cosiddetto Jobs act. Rischi è quindi slittare l'approvazione in tempi brevi del ddl delega

Esodati, Pasticcio sui posti in 4° salvaguardia

Eleonora Accorsi Mercoledì, 12 Novembre 2014

Oltre 162 mila persone salvaguardate, più di 97 mila assegni certificati per un totale di pensioni liquidate che supera le 56 mila. Sono queste le cifre sui cosiddetti esodati riportate dall'Inps, secondo l'ultimo aggiornamento, in occasione di un incontro sul tema in Commissione Lavoro che si è tenuto oggi al Senato.

I numeri sono il risultato dell'applicazione dei sei provvedimenti di salvaguardia finora emanati, per tutelare quanti erano rimasti senza stipendio e senza pensione. L'ultimo report dell'Inps, datato 4 luglio 2014 cristallizzava a 89mila le pensioni certificate e a 56 mila quelle liquidate.

Kamsin Tutti salvaguardati fino al gennaio 2015 - Secondo l'Inps, a margine dell'intervento che si è tenuto in Senato a cui hanno partecipato il commissario Tiziano Treu e il dg Mauro Nori "tutti gli esodati sono stati salvaguardati. Sono finiti, restano soli casi specifici". Secondo l'istituto sarebbero stati tutti tutelati i soggetti rimasti senza sostegno a ridosso della riforma Fornero, "quindi fino al 6 gennaio 2015".

A noi di pensionioggi.it tuttavia non risulta così. Come evidenziato anche dall'atto di sindacato Ispettivo avviato dall'Onorevole Luisa Gnecchi (Pd) alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Ottobre risultano ancora non salvaguardati i lavoratori in quarta salvaguardia che hanno maturato un diritto a pensione dopo il 31 Ottobre 2012 (ed entro Dicembre 2013).

Lo stesso istituto di previdenza ha indicato, infatti, che il plafond di 2500 posti riservato ai fruitori dei permessi e dei congedi per disabili si è fermato a tale data lasciando fuori chi avesse maturato un diritto a pensione successivamente. Sarebbe utile una comunicazione in favore di tali lavoratori circa il loro destino.

Zedde

 

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