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Renzi: Mille giorni ultima chance Il tempo delle rendite e' finito
- Roma, 16 set. - "Qualcuno ha dipinto la scelta del provvedimento dei 'Mille giorni' come un tentativo di dilazionare, di perdere tempo. Mai lettura puo' essere piu' grottesca e ridicola". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aprendo il suo intervento alla Camera sulle linee di programma dell'esecutivo. "I 'Mille giorni' - ha spiegato - sono l'ultima chance per recuperare il tempo perduto. Dopo aver perso tanto tempo negli anni passati, ora abbiamo l'ultima chance. Se perdiamo - ha concluso - non perde il governo ma l'Italia".
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L'Italia ha interrotto caduta, ma non basta
"L'Italia ha interrotto la caduta ma non basta. I numeri non sono piu' quelli devastanti di mesi fa ma chi si accontenta di fermare la caduta non sta bene" ha detto Renzi facendo notare che, se e' vero che l'Italia prima era in recessione insieme agli altri paesi, ora ha fermato la sua caduta mentre gli altri cominciano timidamente a riprendersi e ammonisce che questo non basta, bisogna ripartire.
Meglio chi si spacca schiena dei professionisti della tartina
"Rispetto al derby tra i 'professionisti della tartina' e l'Italia che si spezza la schiena, noi stiamo con questa seconda parte" ha aggiunto. Con la riforma del Senato "i senatori hanno dimostrato che il tempo delle rendite e' finito che i sacrifici li chiediamo prima per noi. Se la politica fa la sua parte - ha sottolineato - allora e' in condizione di chiedere a un magistrato di fare le ferie come un cittadino qualsiasi".
Stop alla melina, ma non per andare a voto
"Bisogna varare la legge elettorale subito non per andare al voto, altrimenti non avrebbe senso presentare il programma dei mille giorni, ma per mettere fine alla melina sulle riforme". Ha concluso, spiegando che la legge elettorale si deve fare cercando un accordo possibile senza veti, perche' non e' possibile che qualcuno si scelga la sua legge elettorale. Una "ennesima melina" sulla legge elettorale, ha spiegato, "suonerebbe come un affronto a cio' che e' stato detto da autorevoli esponenti come il presidente della Repubblica e sarebbe uno schiaffo alla dignita' della classe politica che si dimostrerebbe incapace di trovare delle soluzioni".
Riforma Pensioni, Conti: è necessaria maggiore flessibilità
Il Commissario alla Guida dell'Inps ammette la necessità di rendere piu' flessibile il pensionamento in funzione della contribuzione raggiunta. E si rispolvera l'ipotesi Damiano-Baretta.
Kamsin «La struttura di riferimento del sistema previdenziale deve essere più flessibile in relazione ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro». E' quanto ha detto il commissario straordinario dell'Inps Vittorio Conti. Conti ha spiegato che il problema è quello «di non stabilire una data di uscita dal lavoro fissa, uguale per tutti». «In base alla contribuzione raggiunta - ha aggiunto il commissario - si può decidere se andare avanti o meno». Quindi, ha riassunto il commissario, «non è giusto un trattamento uguale per tutte le tipologie di lavoro».
Una proposta che ricorda quella Damiano-Baretta sui pensionamenti flessibili per superare la legge Fornero che di fatto ha eliminato le pensioni di anzianità: considerare cioè l'uscita anticipata dal lavoro, ma con un penalizzazione graduale in funzione dell'età raggiunta. Il Commissario ha inoltre aggiunto che si dovrebbe tenere conto anche di lavori usuranti, per i quali, già è previsto un sistema di uscite anticipate rispetto ai limiti delle pensioni di vecchiaia.
Quanto alla possibilità di una sua conferma oltre il termine fissato per il 30 settembre prossimo, Conti ha precisato di aver «dato la disponibilità all'incarico per spirito di servizio». Dunque, ha aggiunto il commissario, «non mi tirerei indietro per quest'ultimo miglio, pochi mesi, sempre per lo stesso spirito di servizio».
Zedde
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Esodati, restano i ritardi per il prolungamento del sostegno al reddito
Nonostante il cambio di governo restano i ritardi ministeriali nella pubblicazione dei decreti che salvano da mesi di vuoto economico gli esodati ante 2010.
Kamsin Governo nuovo, vecchi problemi. Continuano infatti i ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi in favore dei lavoratori esodati ante 2010 a copertura del periodo di slittamento delle finestre mobili applicate con il Decreto Legge 78/2010.
Si tratta di una questione che si protrae da diversi anni e che vede protagonisti migliaia di lavoratori in mobilità (ordinaria e lunga) e percettori di assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà di settore (soprattutto esodati bancari) che sono usciti dal mondo del lavoro prima dell'Aprile 2010 nella convinzione di poter rapidamente accedere alla pensione al termine delle prestazioni di sostegno al reddito. Il punto è che, in base agli accordi siglati all'epoca, gli ammortizzatori sociali li assistono sino all'apertura della vecchia finestra di decorrenza mentre, per effetto del Dl 78/2010, la pensione arriverà solo dopo alcuni mesi. Il risultato è un vuoto economico di alcuni mesi con la beffa che lo strumento per evitarlo già esiste.
Sì, perche il governo Berlusconi (lo stesso artefice però del guaio) tentò di metterci una "pezza" disponendo la proroga degli ammortizzatori sociali per tutto il periodo di "slittamento" con oneri a carico del Fondo Sociale per l'Occupazione. Tutto a posto si dirà. E invece no. Perchè la misura necessita di appositi decreti attuativi annuali che vengono pubblicati dal ministero del lavoro in costante ritardo rispetto alle reali necessità ed esigenze degli interessati.
Attualmente, ad esempio, si attende ancora la pubblicazione del decreto relativo all'annualità del 2014. Con il cambio di governo ci si attendeva una maggiore attenzione per questi "piccoli" numeri (in confronti all'annosa questione degli esodati in generale) e che questi provvedimenti fossero attuati all'inizio dell'anno di riferimento in modo da consentire una rapida erogazione delle risorse in favore dei beneficiari. Invece i provvedimenti vengono pubblicati alla fine dell'anno, dopo la quadratura dei conti della legge di stabilità.
Zedde