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Pensioni, Brunetta: il contributo di solidarietà già esiste
"Agli smemorati del Governo ricordiamo che il contributo di solidarieta' sulle pensioni piu' alte esiste gia'. Lo ha previsto la legge 486 del 2013: gentile lascito del Governo Letta". Kamsin Lo afferma in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia che risponde alle dichiarazioni del Ministro Poletti dell'altro giorno in cui il titolare di Via Veneto ha ventilato la possibilità di introdurre un contributo sulle pensioni calcolate con il sistema retributivo per finanziare interventi correttivi sulla Riforma Fornero. La soglia su cui applicare il contributo di solidarietà non è stata indicata dal governo ma potrebbe interessare solo le prestazioni superiori a 3-3.500 euro netti al mese.
Secondo Brunetta il contributo attualmente esistente "colpisce tutte le pensioni superiori a circa 5 mila euro netti al mese. Con una progressione che va dal 6 al 18 per cento per quelle superiori a 195 mila euro lordi l'anno (circa 10 mila netti al mese). In quest'ultimo caso la somma delle due aliquote (quella erariale ed il contributo) porta, al margine, ad un prelievo di circa il 65 per cento.
Siamo al limite dell'esproprio. In Francia, dove le aliquote personali sono molto piu' basse, essendo previsto il quoziente familiare, un salasso cosi' forte e' previsto solo per i redditi superiori ad 1 milione di euro. Decisione peraltro bocciata dalla Corte costituzionale, dopo clamorose proteste. Evidentemente i super pensionati italiani meritano un trattamento ben peggiore". "Ma se il contributo di solidarieta' gia' esiste, quali sono le reali intenzioni del Governo? Vuole abbassare l'asticella, come ha dichiarato il Ministro Poletti? E fino a quanto? Come fara' a misurare l'esatto contenuto del privilegio?", domanda Brunetta.
"Ricordiamo che, in genere, le pensioni piu' alte sono quelle di vecchiaia, che scontano un lungo periodo di contribuzione e versamenti contributivi corrispondenti al reddito percepito. A loro volta valorizzati con un tasso di rendimento via via decrescente. Mentre le pensioni d'anzianita' - a partire da quelle baby - hanno garantito benefici ben maggiori, in termini di equivalenza finanziaria. Se privilegio non ha da essere e li' che bisogna intervenire, evitando di confondere la giustizia con la semplice invidia sociale. Ricordiamo a Matteo Renzi queste regole elementari, affinche' conduca una riflessione approfondita, prima di inutili sfracelli".
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''Il governo dovra' spiegare bene al Paese, ai cittadini perche' mette una nuova tassa''. Cosi' il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha commentato a ''Prima di tutto'', Radio 1, la ventilata manovra del Governo sulle pensioni. Kamsin ''E' un altra tassa, perche' non si puo' intervenire sul pregresso, e quindi dovrebbe introdurre per i pensionati un'altra tassa, come se gia' non ne pagassero di salate, come se gia' non pagassero contributi di solidarieta', non ottenendo, negli ultimi tempi, nemmeno la rivalutazione. Mi sembra - ha aggiunto Bonanni - una iniziativa eccessiva''. Invece di intervenire sulle ''municipalizzate mangiasoldi, abbeveratoio della politica, si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500
Questa e' una cultura becera, che deve finire. Al di la' delle chiacchiere, non si fa nulla per le spese forti, dissipatrici di comuni, province e regioni, e ci si rivolge ancora una volta a coloro che pagano le tasse sino all'ultimo centesimo e non hanno nemmeno la rivalutazione di fronte all'inflazione. E' una logica perversa, che potrebbe innescare un'ulteriore frenata sui consumi, perche' la gente, preoccupata dal proprio futuro, blocca tutti i consumi, per la paura di fare passi piu' lunghi della gamba''.
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Fisco, Federconsumatori: Renzi aumenti il reddito delle famiglie
"Anche se non ci sorprendono affatto, sia i dati di Equitalia relativi alle domande di rateizzazione (che a luglio hanno registrato il record di 156 mila richieste), sia quelli della continua diminuzione dell'indebitamento per consumi (credito al consumo) che secondo le nostre stime nel 2014 registra il -5%, rappresentano ulteriori segnali della situazione economica insostenibile in cui si trovano le famiglie italiane". Kamsin E' quanto affermano in una nota di ieri i presidenti di Adusebef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, secondo cui "ai dati appena riportati, si aggiungono: le stime drammatiche sul Pil al -0,2%; i dati sui consumi turistici (solo il 31% degli italiani si e' concesso le tradizionali vacanze estive); i flussi negativi alle presenze ai ristoranti a Ferragosto (solo il 18%); il consuntivo sui saldi (-4%); la disoccupazione al 12,2% (quella giovanile al 43,7%)".
Per Lannutti e Trefiletti, "si potrebbe andare avanti ancora a lungo con l'elenco degli indicatori economici in rosso, tutti concordi nel confermare , come purtroppo denunciamo da tempo, una nuova contrazione del mercato rispetto all'anno precedente e lo stato di netta recessione del nostro Paese". Per questo, sottolineano nella nota, "e' urgente e necessario che il Governo si dedichi con impegno e serieta' alla fuoriuscita da questa situazione, dando la massima priorita' al rilancio della domanda di mercato per far ripartire, cosi', l'intero sistema economico. In tal senso bisogna, in primo luogo, aumentare il reddito delle famiglie, ampliando la platea dei destinatari del bonus anche a pensionati e incapienti.
Ma e' evidente che la ripresa, per essere concreta e duratura, non puo' prescindere da interventi mirati allo sviluppo del Paese ed all'incremento dell'occupazione. Per questo e' necessario un piano di investimenti per la crescita, a partire da un settore strategico, come quello della rete telematica. Vogliamo ricordare, in tal senso, che gli investimenti sono regrediti al livello del 1995", conclude il comunicato.
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Pensioni, Damiano: prelievo solo sopra i 90 mila euro lordi
Sono assolutamente contrario al prelievo indiscriminato sulle pensioni per cifre non meglio precisate, per il solo fatto che sono state definite con il sistema retributivo. C'è il rischio che così si vadano a colpire le pensioni medie". Kamsin E' quanto precisa Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro alla Camera.
L’importante e’ che non si faccia confusione tra pensioni e soprattutto quando si parla di netto o di lordo. Secondo me il limite tra quello che non va toccato e quello che invece va toccato e’ quello che ha stabilito il governo di Enrico Letta con la soglia di 90 mila euro lordi l’anno, sotto la quale non si puo’ andare a prendere”. “La seconda questione e’ che quei soldi risparmiati devono tornare al sistema pensionistico migliorando le pensioni basse oppure aiutando a trovare delle soluzioni per gli esodati, che sono rimasti a bocca asciutta”, ha aggiunto Damiano.
Sulla possibilità di un prelievo sulle pensioni d'argento e d'oro, rilanciata l'altro giorno dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, frena anche Giampiero D'Alia (Udc): ''Il contributo di solidarieta' per il reperimento delle risorse per gli esodati si traduce in sostanza in un aumento della pressione sul ceto medio. Quando il ministro Poletti dice che dipende da dove si fissa l'asticella, significa che il taglio delle pensioni potrebbe scattare a partire da cifre piu' basse. Insomma, un conto e' se l'obiettivo sono le pensioni d'oro, ma se si allarga al reddito lordo medio allora coinvolgera' la stragrande maggioranza degli italiani''.''Al governo dico: attenzione, e' una questione da maneggiare con cura''.
''Al momento il ceto medio non ha un riferimento politico: serve un nuovo soggetto che si faccia interprete dei suoi interessi, che metta al centro della sua azione la parte piu' importante del Paese, quella che risparmia e che investe - aggiunge D'Alia - . Fino a oggi non c'e' stato e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sulla difesa del ceto medio il governo ha il compito di parlare con un'unica voce, mentre ora assistiamo alle esternazioni di ministri con proposte che appaiono un po' troppo improvvisate. Serve invece una presa di posizione chiara e netta da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi in difesa dei redditi del ceto medio''.
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Pensioni, Poletti: ok ad un contributo di solidarietà per aiutare gli esodatiZedde
Pensioni, con LineaInps piu' facile conoscere lo stato delle richieste
Gli utenti che accedono, sia in modalità con PIN che senza PIN, alla sezione INPSRisponde del portale www.inps.it, possono visualizzare lo stato di lavorazione delle loro richieste LineaINPS e, se disponibile, la risposta fornita. Kamsin E' quanto precisa una nota Inps uscita nella giornata di ieri. Lo stesso servizio è, inoltre, disponibile anche all’interno del risponditore automatico del Contact Center Multicanale. Infatti, chiamando il numero verde 803164 (gratuito per le chiamate da numero fisso) o il numero 06164164 (a pagamento da telefonia mobile) ed interagendo con il risponditore automatico, l’utente può – dopo essere stato identificato dal sistema – inserire il numero della richiesta per la quale vuole conoscere lo stato di lavorazione.
Il risponditore automatico comunica lo stato della richiesta e, nei casi in cui questa risulti già chiusa e sia disponibile una risposta, quest’ultima sarà inviata via mail o tramite SMS all’indirizzo email o al numero di telefono cellulare già comunicati dall’utente.
Zedde
Riforma Pensioni, il governo cerca un prelievo sugli assegni piu' elevati
Si accende la discussione sull'ipotesi di un prelievo sulle pensioni alte calcolate con il sistema retributivo. L'annuncio di Poletti non piace a Forza Italia.
Kamsin Sui tagli alle pensioni d'argento e d'oro non c'è ancora un accordo politico tra le forze in Parlamento. Ma il ministro Poletti ha parlato l'altro giorno, in un'intervista al Corriere della Sera, di un possibile prelievo di solidarietà sugli importi piu' elevati, da introdurre nella prossima legge di stabilità, per aiutare gli esodati e gli altri interventi di "armonizzazione" sul capitolo previdenziale.
La declinazione di tale intervento non è stata chiarita anche se sono allo studio diverse misure sia raffreddando i meccanismi di perequazione, per quanto sostanzialmente non scattino con la deflazione, sia, appunto, con un contributo di solidarietà, diverso però da quelli introdotti dai governi Berlusconi e Monti, e bocciati dalla Corte costituzionale. Ieri con Poletti si è schierato il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti (Scelta civica) che in Parlamento ha presentato anche una proposta di legge: «Un contributo di solidarietà può e deve essere chiesto sull’eventuale differenza tra il livello di pensione che viene percepito e quello che viceversa spetterebbe sulla base della capitalizzazione dei contributi versati».
Al netto delle modalità di intervento, l'obiettivo è sempre lo stesso: fare cassa sulle pensioni superiori ad un certo importo. Ma quale? Prima della pausa estiva i tecnici del ministero dell’Economia hanno ragionato in particolare su un’”asticella” piuttosto bassa fissata intorno ai 50-60 mila euro lordi all’anno di pensione. Ma l'asticella potrebbe, se si trovasse un accordo politico, essere messa a un livello superiore: 3.500 euro netti al mese. Nel passato il premier Matteo Renzi non escluse infatti un contributo di solidarietà a carico delle pensioni superiori ai 3.500 euro netti al mese (circa 6 mila lordi) calcolati con il metodo retributivo. Ipotesi, peraltro, sostenuta dal consigliere economico del presidente del Consiglio, e parlamentare del Pd, Yoram Gutgeld nel suo libro “Più uguali più ricchi”.
Le risorse così individuate dovrebbero restare nel capitolo previdenza e finanziare interventi per risolvere i tanti fronti aperti con la Riforma Fornero del 2011: stop alle penalizzazioni sulle pensioni anticipate sino al 2017, individuazione di una soluzione strutturale al fenomeno "esodati", conclusione della vicenda che coinvolge i quota 96 della scuola, eccetera.
Sugli esodati, come già anticipato da Pensioni Oggi, le ipotesi in campo sono prevalentemente due: pensionamenti flessibili a 62 anni e 35 di contributi con una penalità (proposta Damiano-Baretta) oppure il prestito pensionistico, un'ipotesi che sostiene il reddito dei lavoratori maturi che a 4 o 5 anni dalla pensione dovessero perdere il posto. Lo schema prevede che a questi lavoratori, che avrebbero difficoltà a trovare una nuova occupazione, vada dopo i due anni di indennità di disoccupazione (l’Aspi), un assegno di circa 750 euro al mese per il periodo necessario a maturare i requisiti per la pensione di vecchiaia. Una volta in pensione il lavoratore restituirebbe a rate quello che è di fatto un anticipo della pensione. Insomma una sorta di prestito previdenziale. La perdita sarebbe intorno al 5-6 per cento dell’assegno mensile. Un’operazione che allo Stato costerebbe circa 500-600 milioni l’anno. E ci sarebbe anche un contributo da parte delle aziende interessate per evitare che in questo modo possano surrettiziamente riemergere i prepensionamenti.
Ad ogni modo, l'ipotesi lanciata da Poletti, vede contrarie molte forze politiche (soprattutto Forza Italia) e la trattativa all'interno del Governo non è ancora partita. Come confermato ieri dal viceministro all'Economia, Enrico Morando, che ha addirittura escluso un intervento in materia previdenziale e ha invitato a «concentrarsi sulle vere riforme che servono al paese: lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, fisco».
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