Pensioni
Dossier Cottarelli, Renzi frena sui tagli alle pensioni
Il premier Matteo Renzi frena sulla possibilità di tagliare le spese previdenziali. "Quella di Cottarelli è solo una proposta".
I pensionati italiani sperano che le misure indicate dal commissario per la spending review Carlo Cottarelli non siano effettivamente messe in pratica dall'esecutivo Renzi. Se così fosse per i pensionati sarebbe l'ennesimo bagno di sangue dopo una lunga serie di interventi che hanno penalizzato fortemente il potere d'acquisto delle pensioni.
Ad assicurare in parte i lavoratori è l'affermazione di ieri di Matteo Renzi che, in un'intervista rilasciata al Messaggero, ha affermato che "non sia giusto chiedere un contributo a chi prende 2mila euro al mese di pensione". Secondo Renzi resta aperta la possibilità comunque di un intervento sui pensionati d'oro che potranno essere chiamati in futuro a dare un aiuto.
La preoccupazione tra i pensionati è salita dopo le dichiarazioni effettuate la settimana scorsa dal commissario straordinario alla Spending Review, Carlo Cottarelli.
Tra le proposte più controverse indicate nel dossier figura lo stop al recupero dell'inflazione per due anni. Secondo le tabelle presentate a Palazzo Chigi dal 2015 potrebbe scattare la deindicizzazione delle pensioni con un risparmio stimato in 600 milioni di euro per il 2015 per passare a 1,5 miliardi nel 2016.
Una misura che secondo la Cgil è a doppio taglio perché, se è vero che in un momento di bassa inflazione, la perdita di potere d'acquisto è limitata, nel momento in cui l'inflazione dovesse ripartire il danno per i pensionati potrebbe rivelarsi una vera e propria catastrofe soprattutto per coloro che possono contare solo su redditi da pensione.
Ma il grosso dei risparmi sul capitolo della spesa previdenziale potrebbe arrivare dal contributo temporaneo sulle pensioni più elevate. Una minaccia che potrebbe materializzarsi, dopo le precisazioni del premier Matteo Renzi, solo per quelle superiori almeno a 3mila euro al mese. Ma comunque non nell'immediato.
Nel calderone finiscono anche le pensioni di guerra che oggi pesano sul bilancio per oltre 1,5 miliardi di euro. Si tratta di trattamenti erogati, considerata l'età dei combattenti, solo ai superstiti delle vittime della seconda guerra mondiale. Dalla loro revisione il commissario Cottarelli punta ad incassare 200 milioni nel 2014 e 300 milioni all'anno per i due anni successivi.
Nella stretta potrebbero essere incluse anche le pensioni di reversibilità cioè quelle che vengono erogate al coniuge che resta in vita dopo la morte dell'altro. Secondo il dossier Cottarelli la misura dovrebbe prendere in considerazione solamente i nuovi flussi, cioè le pensioni di reversibilità che vengono richieste a partire dal 2015. La novità prevede una riduzione della percentuale della pensione del defunto riconosciuta sopravvissuto e non quindi una cancellazione dell'istituto tout court. La diminuzione dell'aliquota di conversione verrebbe legata alla fascia di reddito del beneficiario dell'assegno. Il risparmio per le casse dello Stato sarebbe di 100 milioni di euro a partire dal 2016 in poi.
La sfida per l'esecutivo sarà comunque molto dura perché il sistema previdenziale è quello che ha maggiormente subito in questi ultimi anni tagli e sforbiciate e dove le grandi economie si sono già realizzate. Le gravi conseguenze dal punto di vista della sostenibilità sociale dovrebbero portare l'esecutivo a rivedere il piano o a concentrare i tagli solo su alcuni capitoli.
Pensioni, sequestro preventivo limitato ad un quinto
La sezione penale della Corte di Cassazione nella sentenza 12541 del 2014 ha affermato che il sequestro preventivo funzionale alla successiva confisca per reati commessi contro la pubblica amministrazione può essere consentito solo nei limiti del quinto dell'importo della pensione.
La questione era nata dal sequestro preventivo disposto nei confronti di un pensionato titolare di pensione di invalidità ed indennità di accompagnamento pari alla somma ritenuta indebitamente erogata nella sua totalità. I giudici della Suprema Corte hanno stabilito che il sequestro preventivo funzionale alla successiva confisca per equivalente del controvalore di entità monetarie costituenti il prezzo o il profitto di reati commessi dal pubblico dipendente in pregiudizio della Pubblica Amministrazione di appartenenza è consentito esclusivamente dei limiti del quinto.
I giudici osservano anche che il DPR 180/1950 nel prevedere l'insequestrabilita', l'impignorabilita' e l'incedibilita' degli stipendi dei pubblici dipendenti, ha esteso tali misure anche nei confronti dei titolari di reddito da pensione. I giudici hanno pertanto annullato il provvedimento di sequestro limitatamente ai quattro quinti sugli importi maturati dalla data del sequestro e sui ratei maturandi delle pensioni.
Inps: pochi i risparmi da un taglio degli assegni di invalidità
Conti avvisa: “Non contate sui tagli agli invalidi. I risparmi sarebbero irrisori ma ci sarebbero forti conseguenze sociali”.
L'lnps avverte il governo Renzi che da una revisione della spesa sulle indennità di invalidità non ci saranno risparmi consistenti ma serie conseguenze politiche e sociali. Dalla revisione della spesa previdenziale e assistenziale l’esecutivo Renzi conta invece di ottenere 3,8 miliardi in tre anni.
Ma l’Inps boccia almeno il fronte dei tagli all’assistenza. Nel comunicato di Vittorio Conti, Commissario Straordinario dell’Istituto previdenziale, si legge che sui falsi invalidi, infatti, negli ultimi cinque anni sono stati realizzati «tutti i possibili controlli straordinari». Non è possibile quindi individuare da questo fronte ulteriori risparmi consistenti anche se l’Inps continuerà a fare il suo compito.
Molto critica anche la possibilità, ventilata dal Commissario alla speding review, Carlo Cottarelli, di legare la percezione dell'assegno di accompagnamento al livello del reddito: “se da un lato la misura potrebbe avere un valore di equità, dal punto di vista dei risparmi, per ottenere effetti economici significativi, si dovrebbe cancellare dagli aventi diritto tutti i redditi superiori ai 30 mila euro annui. E valutato il basso livello dei servizi offerti alle famiglie con disabili la scelta politica sarebbe difficile e socialmente non sostenibile” ha affermato Conti.
Inps, Conti: basta tagli o saranno a rischio i servizi per i cittadini
Il Commissario straordinario Vittorio Conti avverte: Altri tagli all'Inps incideranno sui livelli di servizio per la cittadinanza.
Il commissario straordinario dell'Inps, Vittorio Conti, in audizione alla commissione bicamerale di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di provvidenza ha fatto presente che a giugno si completerà la nascita della super-Inps, l'ente nato dalla fusione di Inps ed Inpdap avviata all'indomani dell'approvazione del decreto legge 201/2011. Ed entro marzo l'ente previdenziale chiuderà il piano industriale 2014-2016: "Stiamo rifocalizzando, dal mese prossimo sarà avviata la vera e propria integrazione che pensiamo di concludere entro fine giugno" ha precisato il Commissario.
Vittorio Conti ha sottolineato la straordinaria forza dell'Inps nel tenere fede al proprio ruolo pur in ottemperanza «stretta e rigorosa» delle spese di funzionamento e del blocco del turnover. Tuttavia il Commissario avverte: altri tagli porterebbero "l'istituto a una situazione limite nella quale non sarebbe più possibile sfruttare ulteriori margini senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza".
Nel documento consegnato da Conti si legge che "la riduzione delle spese di funzionamento pari a 515,7 milioni da riversare annualmente in entrata al bilancio annuale dello Stato, unita alle norme che prevedono una riduzione del 20% degli uffici dirigenziali e del 10% della spesa complessiva relativa al numero in organico di personale non dirigenziale, portano per il prossimo triennio a uno scenario nel quale si è sostanzialmente raggiunto il limite massimo di produttività pro capite media mensile del personale".
Conti quindi avvisa le forze politiche e il governo a non ridurre ulteriormente il bilancio dell'Inps: sussiste "una oggettiva difficoltà a tendere al mantenimento della qualità dei servizi erogati ai cittadini, connessa soprattutto all' aumento delle giacenze e al prolungamento dei tempi di risposta". Per Conti "non è possibile garantire efficienza se non si dispone di un turnover funzionale a una struttura di queste dimensioni. All'ente deve essere garantito un flusso di ingresso di nuove risorse umane, perché, non c'è rivoluzione informatica che possa sostituire quella del personale".
Il Commissario Conti stima il fabbisogno di personale dell'Inps in circa 2.500 unità, cui l'inserimento dei primi 500, in base all'attuale quadro normativo e alle previsione di uscita del personale, potrebbe dare una parziale copertura. Chiaro il riferimento alle voci di una spending review che darebbero un ulteriore riduzione del personale Inps ed Ex-Inpdap. Conti ricorda comunque come l'organizzazione dell'ente sia in cima alle sue attenzioni: "in materia di organizzazione il primo obiettivo sarà completare l'integrazione degli enti soppressi, iniziato a gennaio 2012. Andremo a razionalizzare per evitare ridondanze, vuoti di competenza e privilegi" ha concluso il Commissario.
Cottarelli, rispunta il tetto di reddito per le indennità di invalidità
Nel dossier del commissario Cottarelli spunta l'ipotesi di introdurre un vincolo di reddito per l'indennità di accompagnamento.
Il rapporto della spesa per le prestazioni agli invalidi civili, pensioni di invalidità ed indennità di accompagno diffusi dall'Inps parlano abbastanza chiaro. Complessivamente la spesa per l'accompagno vale infatti 12 miliardi mentre quella destinata alle pensioni di invalidità vale oltre 3 miliardi. Negli ultimi anni le verifiche si sono inasprite con il coinvolgimento dell'Inps e delle strutture territoriali del Ministero del lavoro e della sanità consentendo il risparmio di alcuni denari ma la spesa su questo fronte resta comunque molto elevata.
Cottarelli ipotizza oltre ad una intensificazione dei controlli, anche l'introduzione di un limite di reddito per quanto riguarda le indennità di accompagnamento fissato a 30mila euro per i redditi individuali e a 45mila euro per quelli familiari. Secondo il dossier elaborato dal Commissario da questa misura si potrebbero ottenere 100 milioni il prossimo anno e 200 nel 2016, cifre chiaramente ben più consistenti se si decidesse di intervenire non solo sui trattamenti ancora da erogare ma anche su quelli già in essere.
In realtà come hanno ricordato esponenti del governo e lo stesso Cottarelli, tutte le decisioni su questa delicata materia dovranno essere assunte a livello politico dal governo Renzi e dalla maggioranza che lo sostiene. Non è affatto scontato che questa ipotesi possa passare dato che il governo Letta, nel dicembre dell'anno scorso, aveva tentato di presentare una misura analoga indicando dei limiti di reddito leggermente meno severi di quelli ipotizzati oggi. La proposta suscitò moltissime polemiche e proteste e fu rapidamente cancellata dal testo della legge di stabilità. Bisognerà quindi ora comprendere se il clima politico è cambiato e se si vuole intervenire sulla questione.
Pensioni Fs, l'Inps estende al personale viaggiante i benefici degli usuranti
L'Inps chiarisce che i benefici previsti per i lavoratori che svolgono attività usuranti possono essere fruiti anche dal personale viaggiante e di macchina iscritto al Fondo speciale per il personale dipendente delle Ferrovie dello Stato.
L'Inps ha precisato con il messaggio 3380/2014 che il personale viaggiante e di macchina iscritto presso il Fondo speciale per il personale dipendente delle Ferrovie dello Stato può fruire, in presenza dei requisiti richiesti, dei benefici previsti per i lavoratori che svolgono attività particolarmente faticose e pesanti di cui al Dlgs 67/2011.
Si tratta pertanto di una precisazione particolarmente interessante per il personale viaggiante delle Ferrovie dello Stato dopo che la riforma Fornero del 2011 ha abolito la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia con requisiti più bassi rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti dello Stato.
Il personale in questione potrà quindi fruire di un'uscita anticipata con il perfezionamento di quota 97,3 con almeno 61 anni 3 mesi di età e 35 di contributi per il 2014. In questo caso tuttavia continuerà a trovare applicazione la finestra mobile di accesso pari a 12 mensilità oltre, chiaramente, agli adeguamenti in materia di stima di vita che scatteranno dal 2016.
L'Inps ricorda, infine, che tali benefici sono cumulabili con gli aumenti di valutazione di cui all’art. 217 del T.U. n. 1092/1973 - maturati dal personale in questione fino alla data del 31/12/2011 - ai soli fini della determinazione dell’importo della pensione e non dell’anticipo dell’accesso al pensionamento.
Nota di aggiornamento - Il messaggio in parola ha destato importanti perplessità interpretative in quanto ha fatto presupporre l’inclusione tra le attività usuranti previste dal citato D.Lgs. n. 67/2011 anche quelle svolte dal personale viaggiante, di macchina, navigante… iscritto al Fondo Speciale FS.
L'INPS ha chiarito che non è questa l'interpretazione e che i benefici per i lavoratori usuranti sono ammissibili solo per i notturni. L'indicazione che si voleva fornire con il messaggio in parola era solo quello di precisare che in presenza dell'applicazione al personale ferroviario del regime pensionistico di miglior favore per attività usuranti connesse a lavoro notturno, ai fini del raggiungimento del limite contributivo minimo dei 35 anni previsto dalla normativa di riferimento, non devono concorrere gli eventuali aumenti di valutazione maturati fino al 31.12.2011.