Giuliano Poletti nel corso dell'intervista a Napoli a "Repubblica delle Idee" ha indicato la volontà del Governo a promuovere "un cambiamento radicale della cultura del lavoro".
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Il Ministro ha precisato che la Riforma è di "sinistrissima" per il modo di aver riformato i contratti a termine, ed ha detto che non ci saranno interventi sull'età pensionabile ma che a parte l'emergenza esodati, qualcosa si farà anche per i lavoratori che in questa lunga crisi, perdono il posto a un passo dalla pensione.
Poletti: "Non li ho inventati io i contratti a termine"
«Io credo che sia molto di sinistra far lavorare un ragazzo 36 mesi anziché sei mesi. E poiché questo è l'effetto del nostro decreto, ritengo che la Riforma dei contratti a termine sia di sinistrissima. I contratti a termine non li ho inventati io: quando siamo arrivati al Governo rappresentavano il 68 per cento degli avviamenti al lavoro. Mi pare che la cosiddetta causale che ne avrebbe dovuto limitare il ricorso non ha limitato un bel niente. Noi abbiamo fatto in modo che un'Impresa anziché assumere sei ragazzi nell'arco di 36 mesi, ne prenda uno solo per lo stesso periodo. Non abbiamo liberalizzato un bel niente; una semplificazione, non una liberalizzazione». Abbiamo detto alle Imprese che ora non hanno più scuse per non assumere: hanno un contratto chiaro - semplice, possono usarlo smettendo di ricorrere ai contratti falsi, alle false partite Iva, ai falsi co.co.pro che sono davvero contratti terrificanti in termini di precarietà e mancanza di tutele».
Incalzato sulla legge delega per il Jobs Act, Poletti ha assicurato che il Governo andrà velocissimo: "penso che entro fine anno si possa chiudere questa partita".
Pensioni, Risolveremo il problema degli esodati
Il Ministro ha poi chiarito la centralità del tema pensioni nelle prossime scelte dell'esecutivo: "La priorità assoluta sono gli esodati. Per il resto questo Governo non prevede di cambiare l'età pensionabile, che rimane quella che è. Poi c'è un tema delicato che dovremo affrontare: quello dei lavoratori intorno ai 60 anni che perdono il lavoro, hanno un paio d'anni di ammortizzatori sociali e poi per un anno o poco più nessun sostegno. Per costoro andrà trovata una soluzione strutturale». Quale? «Quando l'avrò, la dirò».