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Consulta: nuova fumata nera. Renzi, ora soluzione di alto profilo

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014

- Roma, 18 set. - Ennesima fumata nera, la tredicesima: niente rinnovo per i giudici della Corte Costituzionale, niente soluzione all'impasse che blocca di fatto i lavori parlamentari da giorni e giorni. I voti per Luciano Violante sono stati 542, 527 quelli per Donato Bruno. Dopo di che si decide di riprovare martedi', in attesa che il week-end porti consiglio.

"Ha assolutamente ragione il Capo dello Stato. Spero in una soluzione di alto profilo nelle prossime ore",fa sapere intanto Matteo Renzi. Presto per dire se e' giunto il momento in cui i due cavalli in corsa saranno riportati al maneggio, per schierare magari altri due purosangue. Ma dopo l'ultimatum di ieri da parte di Napolitano, e' difficile insistere sulle cose come sono allo stato attuale.

"Noi in questa combine non c'entriamo", mettono le mani avanti dalle parti del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo liquida cosi' la questione: "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani". Mentre i grillini si chiamano fuori, Fi e Pd si danno da fare. Un incontro tra i capigruppo di Camera e Senato del Partito Democratico e di Sel porta alla "piena condivisione delle parole del Capo dello Stato" e alla condivisa "disponibilita' al reciproco ascolto sia nel metodo sia nel merito per una vicenda che deve trovare una rapida conclusione".

Silvio Berlusconi, da parte sua, incontra una delegazione leghista per tentare un recupero del pacchetto di voti del Carroccio in vista di martedi'. Gli effetti di queste manovre saranno pesati la prossima settimana.

FI: i fondi scarseggiano, la sede romana rischia lo sfratto

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - La sede di Forza Italia in piazza San Lorenzo in Lucina a rischio sfratto. L'udienza al Tribunale di Roma e' fissata per il 6 ottobre e fonti parlamentari azzurre riferiscono che si cerhera' di trovare una soluzione prima di quel giorno, ma 'l'appuntamento' e' l'ennesimo segnale della difficolta' finanziaria in cui versa Forza Italia. Si rischia di non pagare gli stipendi a settembre, sottolineano altre fonti. Pronta anche la 'cura': c'e' chi parla di 40 licenziamenti per i dipendenti, di sicuro a fine anno verranno disdette tutte le sedi locali. "Mariarosaria Rossi prima o poi si suicida", ha scherzato oggi Silvio Berlusconi con i coordinatori regionali azzurri. Per il Cavaliere per recuperare fondi bisognerebbe puntare tutto sui club. "E' stato gia' un miracolo raggiungere il 17 per cento, bisogna raggiungere chi non ci ha votato", ha ragionato l'ex premier. I 'big' di Forza Italia frenano. A cominciare da Denis Verdini che, con l'aiuto dei coordinatori, e' riuscito a far confluire le iniziative di club sotto la 'regia' di FI. Mentre il partito si organizza in convention (da qui a domenica la Gelmini ne ha organizzata una a Sirmione) si discute di alleanze (il Cavaliere vedra' lunedi' Salvini, ma con la Lega si starebbe trovando un accordo sulle candidature alle regionali per sbloccare anche l'impasse sulla Consulta) e sulla legge elettorale (la risposta a Renzi sulle modifiche arrivera' lunedi'). Sulla Corte costituzionale c'e' ottimismo per martedi'. Lo stesso Donato Bruno ha lavorato per far rientrare i malpancisti. Martedi' non si scherza piu', si trovera' l'intesa, ha confidato ad alcuni parlamentari. Il Cavaliere con un occhio alla riforma della giustizia (Fi non vuole che Renzi arretri su prescrizione e falso in bilancio e ieri Berlusconi, riferiscono fonti Fi, lo avrebbe chiesto allo stesso premier) e' pronto a dare una mano sull'economia e anche oggi ai coordinatori regionali non ha nascosto la sua preoccupazione per la situazione.

Lavoro: primo si' alla riforma Il Pd si spacca, FI si astiene

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014

- Roma, 18 set. - Primo si' alla riforma del lavoro, ma il Pd si spacca. Dentro il partito salgono i toni del dibattito in materia di riforma del mercato del lavoro. In commissione esteri al Senato passa una norma con cui si introduce per la prima volta il criterio dei contratti a tutela crescente, secondo la linea del Jobs Act di Renzi.

Ma nel partito non tutti sono d'accordo. "Servono importanti correzioni" al progetto del governo, twitta con foga Matteo Orfini, giovane turco che di recente aveva avviato un fitto dialogo con la maggioranza del partito. Pier Luigi Bersani rilancia: nel progetto del governo si ravvisa la presenza di "idee surreali".

Poi si lascia andare ad un commento sulla questione della Consulta che sa molto di malizia. "Ci sono passato anch'io", dice riferendosi alla presenza dei franchi tiratori che hanno impallinato i candidati alla Corte Costituzionale. Talvolta il passato passa, ma molto lentamente.

Renzi: il padre, ho lasciato azienda nel 2010, fatti del 2013

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - "Alla veneranda eta' di 63 anni e dopo 45 anni di attivita' professionale ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell'ottobre 2010". Lo chiarisce in una nota Tiziano Renzi, padre del premier. "Sono certo - prosegue - che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull'Arno".

Il padre di Renzi e' indagato, l'accusa e' bancarotta fraudolenta

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Firenze, 18 set. - "Quando i figli son grandi, sono autonomi. Si spera anche i padri...". Risponde cosi' al telefono all'AGI, scherzando, Tiziano Renzi, alla domanda se avesse sentito il figlio Matteo, oggi, dopo aver appreso la notizia di esser stato indagato in un'inchiesta per bancarotta fraudolenta. "Non l'ho sentito - ha aggiunto il padre del premier, spiegando di essere "un indagato, quindi non posso rispondere. Uscira' un comunicato stampa. Intanto non ho neanche un avvocato". Tiziano Renzi e' indagato dalla Procura di Genova nell'ambito di una inchiesta per bancarotta fraudolenta in cui sono coinvolte altre due persone. Lo confermano fonti della Procura del capoluogo ligure. L'indagine e' partita sei mesi fa in seguito al fallimento della Cil Post, azienda di distribuzione giornali con sede a Genova, dichiarata fallita un anno fa. A coordinare l'inchiesta e' il procuratore aggiunto Nicola Piacente. .

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Consulta: fumata nera. Renzi Serve soluzione di alto profilo

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014

- Roma, 18 set. - Ennesima fumata nera, la tredicesima per quanto riguarda la Consulta, e la Camera archivia anche questa settimana di votazioni per l'elezione di due giudici costituzionali ed altrettanti consiglieri 'laici' del Csm. I voti per Luciano Violante sono stati 542, 527 quelli per Donato Bruno. Niente da fare, si riprova martedi', in attesa che il week-end porti consiglio. "Ha assolutamente ragione il Capo dello Stato. Spero in una soluzione di alto profilo nelle prossime ore",fa sapere intanto Matteo Renzi.

Per il momento, pero', lo stallo non si sblocca, e le parole di Giorgio Napolitano restano, almeno per ora, lettera morta. Anzi, dal Movimento 5 Stelle fioccano le accuse. "Noi in questa combine non c'entriamo". 'Combine', all'inglese. 'Biscotto', se preferite l'italiano. Insomma, una partita truccata. Beppe Grillo liquida cosi' la questione: "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani". Insomma, i grillini si chiamano fuori, mentre Fi e Pd si danno da fare. Un incontro tra i capigruppo di Camera e Senato del Partito Democratico e di Sel porta alla "piena condivisione delle parole del Capo dello Stato" e alla condivisa "disponibilita' al reciproco ascolto sia nel metodo sia nel merito per una vicenda che deve trovare una rapida conclusione". Silvio Berlusconi, da parte sua, incontra una delegazione leghista per tentare un recupero del pacchetto di voti del Carroccio in vista di martedi'. Gli effetti di queste manovre saranno pesati la prossima settimana.

 

Invalidi 80%, quando la pensione di vecchiaia arriva a 60 anni

Rossini V Giovedì, 18 Settembre 2014
Restano i requisiti di pensionamento agevolati per i lavoratori invalidi e non vedenti. Le donne con una invalidità di almeno l'80% possono ottenere la pensione di vecchiaia a 55 anni, gli uomini a 60 anni.

Kamsin Nonostante l'introduzione della Riforma Fornero sono rimasti i benefici per i lavoratori non vedenti e per gli invalidi con una invalidità non inferiore all'80%. La loro disciplina, infatti, ha carattere eccezionale e non è stata pertanto modificata dal Dl 201/2011, provvedimento che, com'è noto, chiede 66 anni per il traguardo della pensione di vecchiaia. Vediamo dunque quali sono i benefici previdenziali in favore dei lavoratori invalidi e dei non vedenti.

I lavoratori non vedenti - I lavoratori ciechi dalla nascita o divenuti tali prima dell'inizio del rapporto assicurativo e per quelli che, se pur divenuti ciechi dopo l'inizio del rapporto assicurativo, fanno valere almeno 10 anni di contribuzione dopo l'insorgere della cecità hanno diritto alla pensione di vecchiaia al perfezionamento dell'età di 55 anni, se uomini, e di 50 anni se donne (per gli autonomi sono richiesti 5 anni in piu'). Inoltre il requisito contributivo è costituito da una anzianità di iscrizione previdenziale pari a 10 anni ed un numero minimo di contributi anch'esso pari a 10 anni.

Ciò in quanto l'articolo 9 del regio decreto 14 aprile 1939 n. 636, come modificato dall'articolo 2 della legge 1952 n. 218, prevede che limiti di età per la pensione di vecchiaia allora previsti (60 per gli uomini 55 per le donne) siano ridotti di 5 anni per i ciechi lavoratori di ambo i sessi a condizione che siano trascorsi almeno dieci anni dalla data iniziale dell'assicurazione e risultino versati in loro favore i contributi necessari (al tempo pari a 15 anni) ridotti di un terzo. 

Per tutti i lavoratori non vedenti che si trovino in condizioni diverse da quelle sopra esposte o con meno di 10 anni di contributi versati dall’insorgere dello stato di cecita’, rimangono fermi i requisiti di eta’ richiesti in via generale al 31 dicembre 1992: 60 anni per gli uomini e 55 per le donne (per gli autonomi sono richiesti 5 anni in piu') e una base minima contributiva di 15 anni.

Ex-inpdap - Per i lavoratori non vedenti iscritti all'ex-inpdap i requisiti sono invece piu' elevati. Per gli statali sono necessari 65 anni e almeno 14 anni, 11 mesi e 16 giorni contributivi ed assicurativi. Pari condizioni si hanno per i "non statali", tuttavia, nei loro confronti rimangono tuttora validi i tassativi limiti di eta’ in vigore al 31/12/1992, stabiliti per il collocamento a riposo d’ufficio, dalla fonte normativa delle singole amministrazioni di appartenenza. Di conseguenza, nell’ipotesi che tali limiti vigenti al 31 dicembre 1992 siano inferiori a 65 anni, restano confermati tali limiti di età piu’ bassi.

Gli invalidi - Anche a favore dei lavoratori invalidi sono rimasti attualmente in vigore requisiti diversi da quelli necessari per la generalità degli assicurati. L'articolo 1 comma 8 del decreto legislativo 30 dicembre 1992 n. 503 infatti ha indicato che l'elevazione dei limiti di età effettuata dalla medesima disposizione non si applica agli invalidi in misura non inferiore all'80 per cento.

Pertanto, tuttora, i lavoratori e le lavoratrici invalidi in misura non inferiore all'80% hanno diritto alla pensione di vecchiaia al compimento del 60° anno, se uomini, e del 55° anno se donne. I requisiti di contribuzione restano allineati a quelli generali (15, se maturati entro il 1992, o 20 anni). Il beneficio è attivo solo per i soggetti iscritti nel fondo lavoratori dipendenti e pertanto non è esercitabile dagli autonomi o dai soggetti iscritti all'ex-inpdap (cioè i lavoratori del pubblico impiego).

La stima di vita - I requisiti anagrafici dei lavoratori in questione devono essere tuttavia adeguati per l'effetto dell'aspettativa di vita Istat (3 mesi dal 2013) e risultano interessati dalla disciplina delle finestre mobili, cioè il differimento di un anno dal perfezionamento del requisito (cfr: Circolare Inps 53/2011; Circolare Inps 35/2012).

Zedde

Consulta-Csm: Di Battista attacca Napolitano, 'si vergogni'

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - "Presidente Napolitano, con il massimo rispetto, ma come si permette di interferire in questo modo sulle scelte del Parlamento? Non si vergogna nemmeno un istante?". Alessandro Di Battista contro il Colle che, scrive il deputato M5S su Facebook, "osa accusare il M5S, come sempre, di questa impasse quando l'impasse l'avete causata soltanto voi con i vostri soliti tentativi di preservare la casta". "Non ci sono specchi al Quirinale per guardarsi in faccia e vergognarsi - ribadisce - per continuare a spingere nomi impresentabili come l'amico di Previti Donato Bruno o l'amico di Berlusconi Luciano Violante? Non ha un briciolo di desiderio di lasciare la Repubblica un minimo piu' pulita e presentabile?" "Si vergogni Presidente", scrive ancora il deputato M5S. "Dica alla sua maggioranza - prosegue - di fornire nomi presentabili e vedra' che il M5S li votera' ma Violante se lo vota lei, lo votassero i berlusconiani doc o quei piddini 'diversamente berlusconiani'". "Non soltanto avete celebrato ormai l'inciucio come esempio di buona politica, non soltanto avete innalzato un pregiudicato a padre costituente, non soltanto state provando a mettere le mani su CSM e Corte Costituzionale, roba che se ci avesse provato Berlusconi, Scalfari, Ezio Mauro e compagnia bella avrebbero messo le tende davanti a Montecitorio", sono ancora le parole di Di Battista. "Non vi basta tutto questo, volete che il M5S vi aiuti nei vostri squallidi piani, ci volete come voi, volete che impariamo a intrallazzare, volete che iniziamo a comprometterci con compromessi indegni, volete magari che ci intaschiamo la prima mazzetta per sentirci a tutti gli effetti 'ONOREVOLI' ed essere ricattati, quindi controllabili, in eterno", aggiunge. "Fate giochetti stomachevoli sulla pelle dei cittadini e pretendete anche, forse per giustificarvi, che il M5S vi faccia da stampella. L'Italia sta fallendo ma sembra - dice ancora Di Battista - che il suo unico interesse sia far piazzare uomini suoi o di Berlusconi, che poi sembra la stessa cosa, negli organi di garanzia, il tutto in un momento in cui il Parlamento e' delegittimato dalla sentenza sul premio di maggioranza del porcellum incostituzionale". .

Crisi: Boccia, asta Tltro deludente serve politica espansiva

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014
- Roma, 18 set. - "L'ammontare di 82,6 miliardi della prima nuova asta Tltro, su una previsione fra 100 e 150 miliardi e quindi largamente al di sotto delle attese, indica con chiarezza che, come si usa dire in gergo finanziario, il cavallo non beve. Le banche non hanno pienamente sfruttato infatti l'offerta della Bce". Lo dichiara il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. "Il dato - prosegue - deve far riflettere sulla condizione del reale rapporto tra finanza ed economia reale in Europa. Certo, e' la prima asta da qui al 2016, ma il dato non conforta. Se anche questi Tltro non dovessero centrare gli obiettivi dichiarati dalla Bce di 1000 miliardi in piu', all'istituto centrale europeo non resterebbe che il lancio di un vasto programma di acquisto di titoli, il quantitative easing. Ma e' evidente che per far tornare 'a bere il cavallo' la strada maestra resta quella di una vera e propria politica espansiva a tutti i livelli. Non capire neanche questo segnale sarebbe per la politica molto grave". .

Consulta-Csm: altra fumata nera Renzi, serve soluzione alto profilo

Redazione Giovedì, 18 Settembre 2014

- Roma, 18 set. - Ennesima fumata nera, la tredicesima per quanto riguarda la Consulta, e la Camera archivia anche questa settimana di votazioni per l'elezione di due giudici costituzionali ed altrettanti consiglieri 'laici' del Csm. E' ancora in corso lo scrutinio ufficiale quando fonti parlamentari 'quotano' a 542 i voti per Luciano Violante e 527 per Donato Bruno. Mentre e' la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio a fissare per martedi' il prossimo appuntamento del Parlamento in seduta comune. "Ha assolutamente ragione il Capo dello Stato. Spero in una soluzione di alto profilo nelle prossime ore", e' l'auspicio di Matteo Renzi. Intanto, pero', lo stallo non si sblocca, e le parole di Giorgio Napolitano restano, almeno per ora, lettera morta. Anzi, dal Movimento 5 Stelle fioccano le accuse.

"Noi in questa combine non c'entriamo". 'Combine', all'inglese. 'Biscotto', se preferite l'italiano. Insomma, una partita truccata. Beppe Grillo liquida cosi' la questione Consulta-Csm e dal suo blog lancia due messaggi: una critica, l'ennesima, a Giorgio Napolitano, e la conferma che di fronte al ticket Violante-Bruno "M5S questi non li vota". "O ci sono candidati all'altezza delle istituzioni, o il M5S non si sporchera' le mani", e' il segnale che arriva da Grillo." Ci va giu' piu' pesante il deputato 5 Stelle Alessandro Di Battista: "Presidente Napolitano, con il massimo rispetto, ma come si permette di interferire in questo modo sulle scelte del Parlamento? Non si vergogna nemmeno un istante?". Su Facebook l'esponente M5S rinfaccia all'inquilino del Colle che "osa accusare il M5S, come sempre, di questa impasse quando l'impasse l'avete causata soltanto voi con i vostri soliti tentativi di preservare la casta".

Grillo attacca: noi in questo 'biscotto' non c'entriamo

"Non ci sono specchi al Quirinale per guardarsi in faccia e vergognarsi - ribadisce - per continuare a spingere nomi impresentabili come l'amico di Previti Donato Bruno o l'amico di Berlusconi Luciano Violante? Non ha un briciolo di desiderio di lasciare la Repubblica un minimo piu' pulita e presentabile?". "Alla tredicesima fumata nera diciamo al Pd una cosa chiara: siamo pronti a mettere i nostri voti a disposizione della maggioranza, purche' il Partito Democratico proponga persone libere intellettualmente e non legate a logiche partitiche", e' invece il messaggio affidato alla deputata M5S Fabiana Dadone. Intanto, un incontro tra i capigruppo di Camera e Senato Pd e Sel porta alla "piena condivisione delle parole del Capo dello Stato" e alla condivisa "disponibilita' al reciproco ascolto sia nel metodo sia nel merito per una vicenda che deve trovare una rapida conclusione". Mentre Silvio Berlusconi incontra una delegazione leghista per tentare un recupero del pacchetto di voti del Carroccio in vista di martedi'.

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