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Notizie

Riforme: e Grasso pensa ai celerini in aula in caso di tumulti

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - Anche l'intervento delle forze di polizia in caso di tumulti. Fra le ipotesi sul tavolo, durante la conferenza dei capigruppo che si e' tenuta in Senato, e' stata messa anche questa eventualita'. Secondo quanto apprende l'Agi lo scenario sarebbe stato ventilato dallo stesso presidente del Senato, Pietro Grasso, a quanto riferiscono fonti parlamentari. Lo scenario avrebbe suscitato immediatamente la replica delle opposizioni, ma anche del senatore di Gal Giovanni Ferrara che avrebbe replicato a stretto giro di posta respingendo, alterato, anche la sola eventualita' di una simile possibilita' all'interno della Camera alta del Parlamento. .
Pensioni

Decreto Pa, la Camera approva la Riforma delle Pensioni

Nicola Colapinto Giovedì, 31 Luglio 2014

Con 286 voti favorevoli, 132 contrari e 2 astenuti, la Camera ha approvato il decreto legge di riforma della Pubblica amministrazione, che passa ora all'esame del Senato. Kamsin Il provvedimento, che contiene numerose modifiche in materia previdenziale, deve essere convertito entro il 23 agosto.

In breve queste le misure che passano ora al Senato:

Pensionamento d'ufficio a 62 anni - Via libera alla possibilità per le Pa di collocare d'ufficio in pensione i dipendenti che hanno raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (42 anni e sei mesi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne) purchè abbiano compiuto 62 anni (68 per i professori e i primari di ospedali);

Lavoratori Precoci: stop alle penalizzazioni - Si prevede lo stop alle penalizzazioni sulla pensione anticipata sino al 2017 (vedi i dettagli della misura);

Quota 96 - Disco verde anche alla nuova deroga in materia pensionistica in favore dei quota 96 della scuola, quattromila docenti che hanno raggiunto un diritto a pensione secondo la vecchia disciplina entro il 31.8.2012;

Abolizione trattenimenti in servizio - Si dispone lo stop ai trattenimenti in servizio dal 31 Ottobre 2014 (31 Dicembre 2015 per i magistrati);

Prepensionamento Giornalisti imprese in crisi - Si introducono nuovi vincoli alle aziende editoriali in crisi per il prepensionamento dei giornalisti professionisti iscritti all'Inpgi;

Stop incarichi nelle Pa ai pensionati - Si irrigidisce il divieto di incarichi nelle Pa (anche a titolo gratuito) nelle Pubbliche amministrazioni (anche con riferimento agli organi costituzionali).

Zedde

Governo battuto col voto segreto Renzi, non e' il remake di Prodi

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014

- Roma, 31 lug. - Matteo Renzi alla direzione del Pd parla della battuta d'arresto di questa mattina al Senato sulle riforme. "Non e' il remake dei 101", dice. Pero' - sottolinea il premier - questo incidente "lascia l'amaro in bocca, di chi non ha il coraggio di dirlo di non essere d'accordo con noi". Ed ancora: "E' stata scritta una pagina non positiva, ma scommetto che sono stati piu' altri che i nostri" quelli che hanno avuto in modo diverso sul voto segreto. "Ragioneremo alla Camera se quell'articolo ha un senso nella fisionomia della riforma. Io personalmente penso di no. C'e' chi guarda il dito e chi guarda la luna", spiega Renzi, secondo il quale "sta andando avanti tutto in modo deciso"

Il premier apre a mofiche Italicum e preferenze (LEGGI)

La riforma del Senato, ha spiegato Renzi, e' "straordinariamente importante e storica". Il 'canguro' cos'e'? "Che se fai 10 emendamenti finalizzati a perdere tempo, approvandone uno si saltano gli altri. Non mi sembra una cosa cosi' devastante", sottolinea il presidente del Consiglio. "Mi stupisco quando si vogliono fare gli incontri in streaming e poi le riforme si vogliono votare con voto segreto e da incappucciati".

GOVERNO BATTUTO COL VOTO SEGRETO (LEGGI)

"Vogliamo evitare la lumaca", ovvero le lungaggini che fanno perdere tempo, aggiunge Renzi che ribadisce come il Pd "ha uno stile" che deve essere mantenuto. "Si ragiona, si riflette, si decide e poi si va dai cittadini", dice il premier, "siamo quelli che faranno il referendum anche se ci saranno, come credo, i due terzi dei voti favorevoli: faremo mancare i voti necessari per dare l'ultima parola ai cittadini". Poi un ringraziamento ai senatori che "sono doppiamente meritevoli di un abbraccio. Stiamo mettendo fine ad anni di bicameralismo perfetto". renzi ha annunciato che chiedera' "un mandato alla direzione, la possibilita' di apportare all'accordo sulla legge elettorale alcune modifiche". Il premier si e' poi congratulato con Sergio Chiamparino eletto presidente della Conferenza delle Regioni: "Dopo Vasco Errani, abbiamo eletto un altro fuoriclasse alla Conferenza delle regioni: Sergio Chiamparino". Il segretario del Pd ha affrontato anche la vicenda della crisi editoriale del quotidiano L'Unita': "Anziche' stare a discutere sulle responsabilita' del passato, dobbiamo fare una grande scommessa sul brand. La priorita' e' partire dai lavoratori e dalle lavoratrici del giornale. Faccio mie le parole del presidente Orfini, sia sull'abbraccio ai senatori sia sull'Unita'. Piu' che discutere sulle responsabilita' del passato dobbiamo fare un discorso sul brand, sulle feste, cosi' da avere una community dell'Unita'".

POLITICA ESTERA

La carta per la risoluzione del conflitto in Medio Oriente "e' la proposta egiziana, su cui dobbiamo insistere", "dobbiamo trovare soluzioni di dialogo", ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd dopo aver ribadito che sabato sara' in Egitto.

Quanto all'"accusa di accondiscendenza nei confronti della Russia che ci e' stata mossa da qualche giornale internazionale e' da rispedire al mittente", ha detto Renzi.

"L'Unione Europea e' in una fase di sanzioni con il suo principale vicino di casa. Mentre qualche giornale ha scritto che il problema era la fornitura di gas e di energia, noi stiamo cercando di dire che non dobbiamo tornare al passato", ha aggiunto Renzi. "Il nostro ragionamento sulla Russia non e' finalizzato a un fatto economico, ma politico e culturale, non e' tornando ai toni della guerra fredda che si esce dalla crisi, ma riaffermando la centralita' dell'Europa", ha spiegato Matteo Renzi.

Il premier ribadisce il suo "no all'Europa dei vincoli. Non vogliamo cambiare le regole per l'Italia", sottolinea il presidente del Consiglio. "L'Europa deve ragionare di crescita economica perche' l'Europa e' l'unica area del mondo che continua ad avere risultati incredibilmente negativi. Non e' il problema dello 0,1 in piu' o in meno in cui cresce l'Italia o un altro Paese", ma la necessita' e' "affermare un modello nuovo di politica economica, questo serve all'Europa non all'Italia", spiega il presidente del Consiglio.

"Non e' l'Europa che ci costringe a fare le riforme", dice il premier. "La flessibilita' utilizzabile si utilizza per quei Paesi che fanno le riforme strutturali", conclude Renzi.

Quanto all'Africa "c'e' un grande progetto che riguarda tanti aspetti diversi, anche quello energetico". .

Renzi: Cottarelli? La spending review si fa anche senza di lui

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - "Non so cosa fara' Cottarelli. Lo rispetto, lo stimo e fara' quello che crede. Non e' che se c'e' Cottarelli facciamo la revisione della spesa e se non c'e' non la facciamo". Lo ha detto Matteo Renzi alla direzione del Pd in merito a indiscrezioni secondo cui il commissario alla spending review starebbe per dimettersi dal suo incarico. Con i 16 miliardi di risparmi che arriveranno dalla spending review il rapporto deficit/Pil arriverebbe "al 2,3%", ha detto il presidente del Consiglio sostenendo come "i numeri non siano un problema". "Si puo' discutere se sia giusto scendere fino a quella cifra e lo vedremo ma i numeri in questo momento non sono un problema", ha spiegato il Capo dell'esecutivo. Stamane era intervenuto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: "Continuera' come prima, non c'e' alcun caso Cottarelli", ha detto Delrio. Lo stesso Cottarelli, rispondendo ai giornalisti, ha spiegato che sull'argomento "non ho niente da dire". Fonti del Tesoro fanno sapere che il commissario comunque non intende fare alcun attacco al Governo. Sulla vicenda e' intervenuto anche il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: "Non c'entro niente con quest'argomento". .
Pensioni

Riforma Pensioni, stop alle penalizzazioni sino al 2017

Sergey Giovedì, 31 Luglio 2014

La Camera si accinge a confermare in prima lettura lo stop definitivo alle decurtazioni per i lavoratori che accedono alla pensione anticipata prima del compimento dei 62 anni di età. Almeno sino al 2017. Kamsin La misura, anticipata in esclusiva da Pensioni Oggi la scorsa settimana, non è stata infatti modificata nel corso dell'esame in Aula. Pertanto i lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata entro il 31.12.2017 potranno andare in pensione senza penalizzazione anche se hanno un periodo di contribuzione figurativa, volontaria o da riscatto sul proprio conto assicurativo.

La modifica infatti interviene sull'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 convertito con legge 14/2012 e sana un conto aperto da due anni e mezzo nei confronti dei "lavoratori precoci" cioè coloro che hanno raggiunto la massima anzianità contributiva prima di aver perfezionato i 62 anni. Il predetto articolo, peraltro oggetto di due interventi estensivi già nel corso del 2013, costringe oggi gli interessati ad una approfondita ed assurda indagine sulla propria carriera contributiva posto che solo i contributi derivanti da prestazione effettiva di lavoro e da alcuni limitati periodi di contribuzione figurativa (ad esempio malattia, cigo, servizio militare) sono utili a sterilizzare la penalizzazione.

Con la modifica si precisa invece che tutti coloro che hanno raggiunto un diritto a pensione con l'anticipata entro il 31.12.2017 - cioè 42 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi dal 2016) per gli uomini e 41 anni e 6 mesi (41 anni e 10 mesi dal 2016) per le donne -  potranno accedere alla pensione senza penalità indipendentemente dalla tipologia di contributi che sono stati accreditati sul proprio conto assicurativo. Dunque via libera anche a chi ha - ad esempio - le maggiorazioni figurative da amianto, contributi derivanti da disoccupazione, mobilità, cassa integrazione straordinaria, ma anche contribuzione da riscatto e periodi di integrazione contributiva coperti con i volontari.

Resta tuttavia il vincolo temporale: cioè i requisiti contributivi devono essere perfezionati entro il 2017 per salvarsi dalla penalizzazione. Mentre se sono perfezionati successivamente a tale data la penalizzazione (cioè un taglio dell'1-2% sulla quota retributiva dell'assegno per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni) trova il suo regime ordinario: ossia scatterà qualora il lavoratore non abbia compiuto i 62 anni, per l'appunto. 

Interessati dalla novità anche i lavoratori che sono usciti in questi anni con l'assegno decurtato. Infatti l'Inps sarà probabilmente chiamata a ricalcolare gli assegni colpiti dalla decurtazione a far data dal periodo successivo alla conversione in legge dell'attuale misura.

Zedde

Altro...

Eni: Guidi, risultato molto importante; sono soddisfatta

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - "Sono molto soddisfatta dell'importante risultato raggiunto": lo ha dichiarato il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi a proposito dell'accordo raggiunto oggi sul petrolchimico di Gela. Guidi ha spiegato che "grazie all'intesa siglata oggi e' possibile riavviare un confronto tra le parti necessario per il funzionamento di siti significativi per il territorio, con la salvaguardia dei livelli occupazionali". Nella nota, il Mise riferisce dell'accordo raggiunto e che "al termine del tavolo odierno e' stato firmato un verbale in cui le parti hanno ribadito la validita' e l'importanza degli accordi sottoscritti nel 2013 e 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera. L'Eni ha illustrato uno scenario della raffinazione in Italia e in Europa in ulteriore peggioramento e in tale contesto ha predisposto un nuovo piano industriale per il rilancio e la riorganizzazione del sito di Gela. Ha inoltre confermato la realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della Green refinery di Porto Marghera nei tempi previsti dall'accordo e ha anche ribadito la strategicita' del petrolchimico Versalis di Porto Marghera". Nel dettaglio, le parti avvieranno un confronto sulle prospettive strategiche del sito Eni di Gela che si sviluppera' in incontri che coinvolgeranno tutte le strutture sindacali territoriali. Il confronto terminera' entro la prima settimana di settembre. Il tavolo di confronto nazionale presso il Ministero dello Sviluppo Economico verra' nuovamente convocato entro il 15 settembre. Eni si e' impegnata a riprendere immediatamente il processo manutentivo che garantira' la conversazione degli impianti e il ripristino dell'efficienza operativa della linea 1 anche attraverso il coinvolgimento dell'indotto, nelle more che venga definito un progetto in grado di dare stabilita' di lungo periodo al sito di Gela. Sul fronte Versalis, "il gruppo petrolifero e le organizzazioni sindacali territoriali si attiveranno per valutare le problematiche legate all'AIA della CTE di Porto Marghera che oggi impediscono il riavvio previsto del cracking, per individuare le soluzioni, tecnicamente e economicamente compatibili, che consentono di superare tale criticita'". A fronte dell'auspicata condivisione del quadro industriale, il gruppo petrolifero e le organizzazioni sindacali avvieranno, a partire da settembre, il confronto per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali per la competitivita' e lo sviluppo delle attivita'. .

Governo battuto col voto segreto Il Pd: tornano i 101 di Prodi

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - Dopo quattro giorni di discussione il Governo e' stato battuto al Senato durante l'esame degli emendamenti al ddl Riforme. L'Aula ha approvato a voto segreto la proposta di modifica presentata dal senatore della Lega Stefano Candiani con 154 voti favorevoli, 147 contrari e 2 astenuti. Il Governo aveva espresso parere negativo mentre i relatori avevano presentato pareri contrastanti: favorevole quello di Roberto Calderoli (Ln), contrario quello di Anna Finocchiaro (Pd). L'emendamento interviene sulla competenza del Senato sui temi della famiglia e del matrimonio, su quelli della salute e su quelli etici previsti dagli articoli 29 e 32 della Costituzione. Se le opposizioni (Lega in testa) esultano per il risultato, il Partito democratico ostenta sicurezza. Per l'estensore della proposta di modifica, oggi e' stata "vinta una piccola ma fondamentale battaglia" per far capire a Renzi "che la Costituzione non e' un decreto legge, e che su temi come l'etica, la famiglia e i diritti fondamentali dei cittadini non ci puo' essere compressione della volonta'". Critico con chi ha votato si', ma comunque ottimista, il Partito democratico. Il responsabile comunicazione, Francesco Nicodemo, su Twitter rievoca i 101 franchi tiratori che impedirono la nomina al Colle di Romano Prodi, mentre il senatore Andrea Marcucci nega problemi per il futuro. "Avevamo messo in conto di poter andare in minoranza su singole questioni. La riforma prevede 4 letture, e quindi sono naturali modifiche e cambiamenti. L'emendamento approvato dall'Aula non e' un caposaldo del disegno di legge costituzionale", spiega. Sulla stessa linea il Governo: "Il voto che ha 'mandato sotto' il Governo non intacca la riforma, ma e' la perfetta carta di identita' della Santa Alleanza controriformista", dichiara il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto. Durante la seduta di questa mattina, l'Aula ha poi approvato l'articolo 1 del ddl e repinto (con voto palese) un secondo emendamento del leghista Candiani che prevedeva il taglio dei deputati. Sul tema delle riforme e' oggi infine intervenuta la presidente della Camera, Laura Boldrini: "Il bicameralismo perfetto non funziona piu' e bisogna ridurre il numero dei parlamentari. Io sono tra chi ritiene che questi due punti sono essenziali per riuscire a rispondere al bisogno di cambiamento dell'opinione pubblica". .

Decreto Pa, Rughetti (Pd): stiamo rafforzando la staffetta generazionale

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014

L`obiettivo della "staffetta generazionale" è uscito «rafforzato» dalla Camera visto che «abbiamo esteso il pensionamento d`ufficio ai dirigenti, in particolare medici e professori universitari, prima esclusi». Kamsin E' quanto ha indicato il sottosegretario Angelo Rughetti, in una intervista rilasciata al Sole24ore.  Il sottosegretario ricorda come il Dl sulla Pa  sia "solo il primo tempo» di una riforma più strutturale dell`amministrazione pubblica. A partire dai dirigenti, «per i quali cambierà la retribuzione. Ci sarà più mobilità e a ogni cambio di mansione scatterà una nuova retribuzione, legata alla maggiore o minore difficoltà dell`incarico». 

Le tante modifiche apportate al testo non lo hanno quindi un po` ammorbidito? 
Direi di no. La staffetta generazionale è confermata, anzi ampliata visto che abbiamo esteso il pensionamento d`ufficio ai dirigenti, soprattutto medici e professori universitari. Assieme ai deputati abbiamo anche introdotto norme più eque, come per esempio, il tetto dei 240 mila euro ai compensi degli avvocati dello Stato.

 
Però sui militari avete lasciato in vigore il regime speciale dell`ausiliaria per chi è in pensione e viene richiamato in servizio... 
 Sì, però abolendo solo il trattenimento in servizio rischiavamo di complicare la normativa, esponendoci al rischio di contenziosi. A mio avviso il testo del Dl non è affatto peggiorato. E non si può rimproverare al Governo di non aver avuto coraggio. Il messaggio che abbiamo dato è che non ci sono più interessi particolari che vengono prima di quelli generali, dell`intera collettività. Anche sulle Camere di commercio, per esempio, abbiamo sì diluito il taglio ai diritti dovuti dalle imprese su tre anni, ma poi scatterà il processo di riorganizzazione dell`intero sistema camerale che dovrà coniugare efficienza e utilità delle camere a un alleggerimento dei costi per le aziende.  

Sul ripristino di «quota96» per consentire a circa 4mila insegnanti di poter andare in pensione a settembre con i requisiti pre-Fomero c`è un braccio di ferro con la Ragioneria dello Stato... 
La questione è sulle coperture. Ma faccio presente che per il 2014 parliamo di 35 milioni di euro. Per ora si sta sulla relazione tecnica fatta dalla commissione Bilancio della Camera e stiamo verificando i numeri dei possibili beneficiari. 

Il processo di riordino della pubblica amministrazione è iniziato. E si completerà con il disegno di legge delega... 
Esatto. Partiremo da questo punto fermo che vede il dipendente pubblico prima di tutto come un dipendente della Repubblica, e poi dell`ente presso cui lavora. In quest`ottica va la proposta dell`albo unico della dirigenza. Non ci dovranno più essere steccati e paletti tra pubbliche amministrazioni. Un principio che è alla base anche dell`introduzione della mobilità obbligatoria entro i 5o km. Che è stata mantenuta. 

Ma torniamo ai dirigenti. Come pensate di intervenire? 
Toccheremo la parte retributiva. L`obiettivo è quello di pagare di più chi fa cose utili e più difficili. Ci sarà più mobilità e in caso di cambio di mansione non ci sarà più il galleggiamento della retribuzione, come avviene ora, ma gli stipendi cambieranno di volta in volta. In particolare si modificherà l`indennità di posizione, solo la parte variabile. Poi si darà più spazio a una reale valutazione. I principi fissati nella legge Brunetta sono condivisibili. Ma hanno dimostrato dei limiti, soprattutto se il giudizio è riferito solo alla performance del singolo dirigente e non della struttura. Oggi è un`eccezione trovare un dirigente che non raggiunge il 95% degli obiettivi assegnati. E quindi riceve soldi a pioggia"

Zedde

Riforme: Senato, no a emendamento Lega su taglio deputati

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - L'Aula del Senato ha respinto con voto palese l'emendamento 1.0.22 presentato dal leghista Stefano Candiani che proponeva di tagliare a 500 il numero dei deputati. Il Governo aveva espresso parere contrario, i relatori pareri diversi: Calderoli (Ln) favorevole, Finocchiaro (Pd) contrario. Dopo la votazione il presidente Grasso ha sospeso la seduta fino alle ore 16. .

Riforme: Il Pd, Sono tornati i 101 di Prodi...

Redazione Giovedì, 31 Luglio 2014
- Roma, 31 lug. - - "Un pessimo remake in Senato #laricaricadei101". Il responsabile comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo, commenta cosi' su Twitter l'ok del Senato a un emendamento della Lega contro il parere del Governo e della replatrice del partito. Il riferimento e' ai 101 franchi tiratori che affossarono l'elezione di Romano Prodi al Quirinale. "Andiamo avanti senza paura, perche' nonostante #laricaricadei101 cambieremo in meglio questo Paese", aggiunge prima di concludere con un sarcastico "#Crudeliastaiserena". "Gia' stanno dicendo che sono tornati i 101. Ma non e' che lo stanno dicendo i 101? I fautori delle larghe intese e dei patti segreti?". Lo scrive il deputato della minoranza dem, Pippo Civati, sul suo blog dopo che in Aula a Palazzo Madama e' passato, con il voto segreto, un emendamento della Lega che coneferisce al nuovo Senato competenze anche su diritti civili, famiglia e matrimonio. "Tornando alle cose serie e cercando di uscire da una polemica inverosimile, il dato e' che la riforma Renzi in molti suoi aspetti non convince ed e' un vero peccato che molti senatori non si siano manifestati apertamente, come hanno fatto alcuni, con argomenti precisi, ma solo attraverso il voto segreto. Su questa questione e su altre.", aggiunge Civati. "Capisco percio' che i rappresentanti del governo si arrabbino: sempre meglio manifestare il dissenso, non nascondersi con il voto segreto. Pero' c'e' un pero': faccio timidamente notare che sono mesi di bordate, di intimidazioni e di ricatti. Il governo", per Civati, "ha creato un clima assurdo, rilanciato nonostante il bel risultato elettorale, con offese ai senatori (attaccati alla poltrona, ancora ieri), con l'indisponibilita' ad accogliere le proposte delle opposizioni (quelle vere, non quelle nazareniche), con attacchi forsennati a tutti quanti, senza considerare i dubbi che crescevano in molti gruppi". .
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