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Riforma Pensioni, ecco l'ABC delle novità contenute nel decreto sulla Pa
Ieri è arrivato il primo via libera della Camera al decreto legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione. Kamsin Molte le novità che, come anticipato su Pensioni Oggi negli ultimi giorni, si accingono a fare ingresso nell'ordinamento temperando alcune criticità della Riforma Fornero del 2011. Vediamo dunque di riassumere le novità che ora saranno al vaglio del Senato prima del disco verde definitivo.
Quota 96 - Il decreto prevede, all’articolo 1-bis, che le disposizioni previgenti alla riforma pensionistica del 2011 (c.d. riforma Fornero) in materia di requisiti di accesso al sistema previdenziale continuino ad applicarsi anche al personale della scuola che abbia maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012 (c.d. quota 96 della scuola). Inoltre, è prevista la possibilità, per le lavoratrici della scuola che entro l'anno scolastico 2011/2012 abbiano maturato i requisiti per il pensionamento, ai sensi delle disposizioni vigenti prima della entrata in vigore della riforma, e che successivamente abbiano optato per la liquidazione del trattamento pensionistico secondo le regole di calcolo del sistema contributivo (cd. opzione donna), di chiedere il ricalcolo del trattamento (vedi i dettagli) a loro erogato sulla base del sistema di calcolo retributivo o misto per il periodo fino al 31 dicembre 2011, e con il sistema di calcolo contributivo a decorrere dal 1° gennaio 2012.
Lavoratori Precoci - Sono state introdotte disposizioni, che prevedono la non applicazione delle riduzioni percentuali (vedi i dettagli) ai fini dell'accesso al pensionamento anticipato, limitatamente ai soggetti che maturino il solo requisito di anzianità contributiva previsto (attualmente 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne) entro il 31 dicembre 2017 (quindi non dovendo rispettare il requisito anagrafico dei 62 anni).
Divieto incarichi di consulenza ai pensionati - Il provvedimento prevede che le p.a. non possono conferire incarichi di studio e di consulenza, né incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito (articolo 6). Il divieto trova applicazione anche per gli incarichi e le cariche presso gli organi costituzionali.
Divieto del trattenimento in servizio - Al fine di favorire il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, il decreto dispone l’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio e l’ampliamento dell’ambito applicativo dell’istituto della risoluzione unilaterale del contratto da parte della P.A. nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti pensionistici. Per quanto attiene al primo punto si prevede che la cessazione dei trattenimenti in servizio dal 31 Ottobre 2014 (31 Dicembre 2015 per i magistrati). Nel corso dell'esame parlamentare del provvedimento è stata invece confermata che per i militari resterà in vigore l'attuale disciplina dell'ausiliaria e del richiamo a lavoro di chi è in pensione in quanto è stato cancellato per i "trattenimenti" dei vertici delle forze armate richiamati in ufficio il limite temporale del 31 dicembre 2015.
Per quanto riguarda la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro il provvedimento dispone che, in via generale, l'istituto non può trovare comunque applicazione prima del raggiungimento di un'età anagrafica che possa dare luogo a una riduzione percentuale del trattamento pensionistico per effetto del pensionamento anticipato (62 anni).
Oltre a ciò, si prevede che l'istituto non si applichi al personale di magistratura e che per i dirigenti medici e del ruolo sanitario del SSN la risoluzione unilaterale non possa avvenire prima del compimento dei 65 anni di età (68 anni per i responsabili di struttura complessa, per i professori universitari e per i dipendenti pubblici sospesi per i quali sia attivo l'istituto del ripristino del rapporto di lavoro).
Zedde
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Al Senato scoppia la polemica, le opposizioni puntano il dito contro il presidente di palazzo Madama, Piero Grasso, Vito Petrocelli di M5s abbandona la conferenza dei capigruppo, la seconda carica dello Stato spiega che in caso di tumulti i commessi faranno rispettare l'ordine. Il Capo dell'esecutivo dal canto suo invita alla calma. E intanto apre sulle preferenze. "Non ho nessun problema a tenere aperta la discussione sui collegi uninominali", spiega poi alla direzione del Pd. E' di fronte al suo partito che Renzi ribadisce di rivendicare l'accordo con Forza Italia, "il patto del Nazareno - dice - e' un atto parlamentare, non c'e' nessun segreto" e qualsiasi modifica dell'Italicum andra' concordata con i contraenti dell'accordo.
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Con il partito azzurro la trattativa e' in corso, martedi' probabilmente ci sara' l'incontro tra il Capo dell'esecutivo e l'ex presidente del Consiglio. Ma l'intervento del premier e' rivolto soprattutto a Sel: "Se tra noi c'e' qualcuno che dice che dobbiamo andare al voto in un comune perche' siamo in maggioranza con Sel e' matto". Ed ancora: "Un accordo politico con chi mi accusa di avere stuprato la costituzione, di quello che mi accusa di volere un modello pre-fascista non lo faccio". La risposta del partito di Vendola non si fa attendere: "No alla propaganda", dice Fratoianni. Renzi alla direzione del Pd respinge anche le accuse che uil suo goverfno sia filo-russo, ribadisce che anche senza Cottarelli "la spending reviuw si fara'", bacchetta il candidato Figc Tavecchio, e non nasconde che "la ripresa economica tarda".
"Non siamo nelle condizioni di avere un percorso virtuoso come immaginavamo", sottolinea il presidente del Consiglio. Infine un messaggio alla Ue: "L'Europa deve ragionare di crescita economica perche' l'Europa e' l'unica area del mondo che continua ad avere risultati incredibilmente negativi".