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Pd al M5s, incontro il 17 o il 18 Renzi, tutte le riforme entro 2015

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014

- Roma, 14 lug. - "Siamo d'accordo nell'incontrarci di nuovo e vi diamo la disponibilita' per le giornate di giovedi' o venerdi'. Va bene presso la Camera dei Deputati, va bene in streaming, fateci sapere". La dirigenza del Pd risponde con una lettera al M5S e alla richiesta di Casaleggio ("Rebzi e' un bradipo, risponda entro 24 ore"). Secondo quanto si apprende, Beppe Grillo non andra' all'incontro con il Pd. Il leader M5S, arrivato oggi a Roma, dovrebbe partire prima di quella data e, secondo quanto sostengono fonti autorevoli del Movimento, all'incontro con Matteo Renzi per parlare di riforme e legge elettorale andra' sempre la delegazione 5 Stelle costituita dai due capigruppo, Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. "Non c'e' dubbio che la legge elettorale per noi vada approvata il prima possibile - si legge nella lettera sulle riforme che il Pd ha inviato al M5S -. Dunque, ragionevolmente, prima dell'entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Nel 2015 definitivamente la riforma costituzionale per poi procedere all'eventuale referendum".

Pd al M5S: chiudiamo tutto entro il 2015, disposti a discutere su premio di maggioranza

Il Pd si dice soddisaftto della risposta del M5s: "Scrivete che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell'Italicum il massimo e' al 55%", si legge nella missiva, "Nella legge elettorale dei sindaci e' il 60%. Come vedete si tratta di discutere delle soglie, ma se accettate il principio per cui un vincitore ci vuole sempre e' un grande passo in avanti. Potrebbe sorgere qui una curiosita' intellettuale: perche' il vostro premio di maggioranza al 52% e' democratico; il nostro dell'Italicum al 55% e' incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosita' che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". Il punto fondamentale, a detta del Pd, "e' il principio: accettate il fatto che ci sia un vincitore, accettate l'esistenza di un premio di maggioranza".

Quindi una considerazione importante: "Sul Senato siamo d'accordo e ci pare un fatto non scontato e positivo - scrive la dirigenza del Pd -. Ci pare che l'unico punto di discussione sul Senato verta sul fatto che da parte vostra emerga la richiesta di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l'elezione di primo livello anziche' con l'elezione di secondo livello", si legge ancora, "Come voi sapete l'elezione di secondo livello e' il sistema che funziona negli altri Paesi europei che non hanno un bicameralismo perfetto. Ci pare che su questo tema si registri l'unico punto di dissenso di una riforma costituzionale di oltre quaranta articoli. Che sara' anche un attentato alla democrazia e l'ennesima dimostrazione dell'autoritarismo del premier, ma rischia di vedervi d'accordo su quasi tutti i punti".

Quindi il nodo dell'immunita' parlamentare. "La vostra posizione sull'immunita' e' molto seria - scrive la dirigenza del Pd al M5S -. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti", aggiunge il Pd, "Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l'arresto anche di nostri colleghi. Voi ci assicurate che per qualsiasi procedimento gia' in corso contro parlamentari del Movimento Cinque Stelle rinuncerete all'immunita'? Per noi e' molto importante capire se su questo tema fate sul serio o no". .

Riforme: Pd a M5S, chiudiamo tutto entro il 2015

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014
- Roma, 14 lug. - "Non c'e' dubbio che la legge elettorale per noi vada approvata il prima possibile. Dunque, ragionevolmente, prima dell'entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. Nel 2015 definitivamente la riforma costituzionale per poi procedere all'eventuale referendum". Lo si legge nella lettera sulle riforme che il Pd ha inviato al M5S. "Scrivete che siete disponibili a un ballottaggio e ci pare che questo argomento sia molto importante. Voi volete assicurare un premio che arrivi al massimo al 52%. Nell'Italicum il massimo e' al 55%", si legge nella missiva, "Nella legge elettorale dei sindaci e' il 60%. Come vedete si tratta di discutere delle soglie, ma se accettate il principio per cui un vincitore ci vuole sempre e' un grande passo in avanti. Potrebbe sorgere qui una curiosita' intellettuale: perche' il vostro premio di maggioranza al 52% e' democratico; il nostro dell'Italicum al 55% e' incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosita' che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". Il punto fondamentale, a detta del Pd, "e' il principio: accettate il fatto che ci sia un vincitore, accettate l'esistenza di un premio di maggioranza. Non sottovalutiamo un passaggio delicato della vostra lettera: noi abbiamo proposto il premio di maggioranza alla coalizione, voi volete lasciarlo solo alla lista vincente. La vostra e' una posizione legittima, che rafforza il bipartitismo a scapito del bipolarismo. Anche tra di noi ci sono molti che vorrebbero dare il premio di maggioranza solo a chi arriva primo, senza obbligo di coalizione. Porremo la vostra legittima considerazione all'attenzione anche degli altri partiti". Del resto "la presenza di soglie per le formazioni minori e' invece presente in tutti i sistemi sia attraverso previsioni esplicite (in Europa di solito e' il 5%, l'Italicum prevede il 4,5%, la legge sulle Europee il 4%) sia attraverso meccanismi impliciti (come per esempio nel sistema inglese o spagnolo)", prosegue il Pd. Comunque "il premio di maggioranza e' condizione di governabilita'. Se ci sono solo cinque parlamentari di differenza tra maggioranza e opposizione, la tenuta quotidiana della maggioranza parlamentare dipendera' dal raffreddore degli eletti: non possiamo accettare una maggioranza che sia in balia dell'aspirina (o, se la citazione vi ricorda qualcuno, dal Maalox). Se accadra' che qualcuno cambia schieramento - argomento che notoriamente vi sta molto a cuore visto il dibattito che ha suscitato nella rete tra di voi il tema delle espulsioni - la maggioranza dovra' andare a casa e la volonta' degli elettori sara' frustrata. Ecco perche' vogliamo un premio di maggioranza piu' consistente di un misero 2%. Ma il fatto che abbiate accolto il principio e' una novita' importante. Discuteremo insieme del quantum". Infine "sui collegi prendiamo atto della vostra disponibilita'. La vostra proposta di legge rischiava di trasformare la scheda elettorale in un lenzuolo. Molto bene cosi'". .

Ciampi: appendicite con iniziale peritonite prognosi riservata

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014
- Roma, 14 lug. - Carlo Azeglio Ciampi e' stato colpito da appendicite acuta con iniziale peritonite, e per questo motivo ieri si e' deciso di operarlo d'urgenza, malgrado l'eta' avanzata. Lo riferiscono i medici dell'ospedale di Bolzano, dove il presidente emerito della Repubblica e' ricoverato. Rimane riservata la prognosi per Ciampi. Le condizioni del presidente emerito della Repubblica sono "serie", riferiscono i medici in conferenza stampa. "Siamo in una fase molto seria, e potenzialmente critica - spiegano - e non e' possibile fare previsioni a medio termine". .

Il ddl sulle riforme costituzionali approda nell'Aula del Senato

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014
- Roma, 14 lug. - Al via, nell'Aula del Senato, l'esame del ddl sulle riforme costituzionali. Restano le polemiche trasversali, ma il pacchetto di riforme si avvia al voto a palazzo Madama con l'inizio della discussione generale. Resta ancora un'incognita sui tempi, viste le circa trenta ore di discussione che si renderebbero necessarie con i 124 iscritti a parlare, considerato che il tempo massimo per un intervento e', da Regolamento, di 20 minuti. Vero e', pero', che non tutti avrebbero intenzione di usarlo. "Non sfugge a nessuno di noi il rilievo e la portata modificativa di questa riforma. Senza dubbio la piu' significativa dall'inizio della storia repubblicana per quello che riguarda il Parlamento". Cosi' Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, nella sua relazione nell'Aula di Palazzo Madama. "A nessuno di noi sfugge la responsabilita' che stiamo assumendo nel ridefinire, cosi' profondamente, l'assetto costituzionale. Molte volte mi sono interrogata su quale fosse lo spirito giusto per affrontare quest'opera e per compiere il dovere di collocare coerentemente e pienamente nella tradizione costituzionale repubblicana e, al contempo, introdurre innovazione positiva, utile a ridare slancio all'agire dell'istituzione parlamentare", ha sottolineato. Il testo della riforma all'esame dell'Aula e' completamente diverso da quello del governo che aveva "peccati originali", ha invece rivendicato l'atro relatore, Roberto Calderoli. L'esponente leghista non ha rinunciato a due battute autoironiche. L'una per osservare che il suo e' stato "un intervento 'a braccio', non nel senso di non avere un testo scritto, ma nel senso di poter utilizzare un solo braccio, avendo l'altro bloccato", un riferimento all'infortunio dei giorni scorsi, rafforzato dalla considerazione che "nessuno puo' dire che non abbia dato una mano alla riforma della Costituzione; solo che oltre la mano, ci ho messo anche due vertebre e questo mi e' spiaciuto di piu'". Padre di quel sistema elettorale da lui stesso disconosciuto come 'Porcellum', Calderoli ha ringraziato per avere avuto il ruolo di relatore scherzando sul "coraggio ce ne e' voluto veramente tanto a nominare me come relatore di minoranza. Era infatti come dare una pistola carica in mano a un serial killer, e sperare che non facesse una strage". Intanto, per domani sera e' prevista un'assemblea congiunta dei gruppi Pd di Senato e Camera, cui partecipera' anche il premier, e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. Dal fronte 5 Stelle si fa invece notare che se domani ci saranno manifestazioni di protesta davanti a palazzo Madama "qualunque iniziativa in questo senso non e' attribuibile al MoVimento 5 Stelle". Resta dissenso anche in FI sul pacchetto delle riforme, con Daniele Capezzone che osserva come "la lettera aperta di Raffaele Fitto a Silvio Berlusconi mi pare carica di affetto e di lealta', e soprattutto di ragionevolezza e di grande buon senso. Nessuno vuole 'sabotare' le riforme: semmai, le si vorrebbe migliorare, rendendole davvero adeguate alle attese degli italiani".

Riforme: 124 iscritti previste 30 ore discussione al Senato

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014
- Roma, 14 lug. - Circa trenta ore di discussione. E' questo, si apprende, il calcolo degli Uffici di palazzo Madama alla luce dei 124 senatori che hanno chiesto di parlare sulle Riforme. Il tempo massimo per un intervento e', da Regolamento, di 20 minuti. Vero e' anche che non tutti hanno intenzione di usarlo. .

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Esodati, al Senato l'ultima parola sulla sesta salvaguardia

Nicola Colapinto Lunedì, 14 Luglio 2014

Il disegno di legge in materia di sesta salvaguardia, approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati, approderà in Aula al Senato per il via libera definitivo non prima della fine del mese di Luglio. Kamsin E' quanto si apprende dal Calendario aggiornato dei lavori fissato da Palazzo Madama. L'Aula sarà impegnata nella discussione sino al 25 luglio sul ddl sulla Riforma Costituzionale e quindi sul decreto legge competitività (Dl 91/2014) e quello sulla cultura e turismo. Quindi è probabile che il provvedimento, incardinato attualmente in Commissione Lavoro e Previdenza Sociale di Palazzo Madama, abbia il disco verde definitivo verso i primi di agosto, prima della pausa estiva. 

Il testo, che non dovrebbe subire variazioni sostanziali rispetto alla versione licenziata da Montecitorio prevede la tutela di ulteriori 32.100 lavoratori appartenenti ai seguenti profili: a) lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); b) prosecutori volontari (12.000 soggetti); c) lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti);  d) lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti). Ed estende inoltre la platea dei beneficiari anche ad una nuova categoria: e) i cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti).

Intervento che viene attuato, come già detto, attraverso 8.100 nuove posizioni da finanziarie e 24mila già finanziate ma non utilizzate. Si tratta nello specifico di 20mila posizioni derivanti dalla seconda salvaguardia che viene pertanto ridotta da 55mila a 35mila posizioni (con un intervento chirurgico sull'articolo 22, comma 1, lettera a) del Dl 95/2012 che riduce la capienza del contingente da 40mila a 20mila posti) e da 4mila posizioni rese disponibili nella quarta salvaguardia che vede ridursi la capienza del contingente dei cessati unilaterali da 6.500 posizioni a 2.500 (l'intervento opera sull'articolo 11, comma 2 del Dl 102/2013).

Zedde

Al via al Senato l'esame del ddl su riforme costituzionali

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014
- Roma, 14 lug. - Al via, nell'Aula del Senato, l'esame del ddl sulle riforme costituzionali. La parola ai relatori, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, per l'illustrazione del testo messo a punto dalla Commissione. Il termine per la presentazione degli emendamenti scade domani alle 13. Da mercoledi' potrebbero iniziare le votazioni.

Al via in Aula al Senato l'esame della riforma

Redazione Lunedì, 14 Luglio 2014

- Roma, 13 lug. - Il Governo Renzi oggi approda in Aula del Senato per iniziare l'esame della riforma."Non temo gli oppositori: sulle riforme avremo un'ampia maggioranza" in Aula al Senato. Alla vigilia di una settimana cruciale per i 'riformisti' di tutti gli schieramenti, il Presidente del consiglio scaccia le ombre che si addensano sul voto nell'Aula del Senato.

Forte del risultato "storico" ottenuto in commissione, si prepara ad affrontare quelli che chiama "i frenatori". L'unico suo "cruccio" e' quello di non riuscire a spiegare fino in fondo quanto sia importante fare le riforme in Italia per presentarsi in Europa piu' forti e mettere in campo quelle politiche che consentirebbero al Paese di Ripartire, come spiega anche in un'intervista al Corriere della Sera, in cui non mancano affondi ai 'frondisti' di Palazzo Madama e al solo Beppe Grillo. Non a tutto il MoVimento in cui, sottolinea Renzi, "ci sono parlamentari e amministratori molto bravi". Segno della volonta' di andare avanti nel dialogo sulle riforme anche con Di Maio e compagni.

"Se passassi il tempo a temere le insidie degli oppositori, farei un altro mestiere. Intanto, alla faccia di chi non voleva, il testo" delle riforme "e' passato in commissione, E' una rivoluzione del buonsenso". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi al Tg1 dicendosi sicuro di ottenere "una maggioranza molto ampia" in Aula perche' "i politici hanno capito che cosi' non si va avanti".

Sull'incontro con il M5s Renzi ribadisce: "L'incontro si fara'". Alla lettera che domani o, al piu' tardi martedi', sara' fatta recapitare ai cinque stelle seguira' l'ufficializzazione della data dell'incontro. Il vertice, riferiscono fonti del Nazareno, potrebbe tenersi gia' nel fine settimana e comunque dopo il Consiglio Europeo che terra' occupato il premier mercoledi' 16.

Grillo e Casaleggio, intanto, dal blog del leader del MoVimento lanciano strali contro quello che chiamano "il bradipo Renzie". Il leader e il 'guru', dopo aver ironizzato sulla velocita' del presidente del consiglio, lanciano il loro diktat: "Aspettiamo una risposta nelle prossime 24 ore". Altrimenti "la trattativa si dovra' sviluppare tra il notopregiudicato e il bradipo fiorentino". 

Luigi Di Maio, parlamentare Cinque Stelle e vice presidente della Camera, utilizza un registro meno caustico, ma la richiesta che invia al premier e' la stessa: "Non temporeggi per trattare solo con Berlusconi, altrimenti non c'e' dialogo". Se la 'grana' M5S potrebbe rientrare ad ore, quella 'interna' rischia di avere effetti ben piu' traumatici per la maggioranza e per il Pd in particolare.

I 'frondisti', molti dei quali appartenenti ai dem, sono accusati da Renzi di insistere sull'elezione diretta dei senatori solo per dare piu' forza a quello che diventera' la Camera Alta al termine delle riforme, blindando cosi' l'indennita' parlamentare.

Accusa rigettata da Vannino Chiti, punto di riferimento di chi si oppone al testo del governo: "Renzi dice il falso", attacca il senatore: "siamo noi per primi a proporre il dimezzamento delle indennita' per senatori e deputati".

Il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, intervistato dal Corriere della Sera afferma: "Su questo punto il presidente del Consiglio e' stato male informato. Devo dire, onestamente, di non aver mai sentito nessun senatore del Pd mostrare una qualche nostalgia per la perdita dell'indennita'. "Il dibattito sulla riforma del Senato - prosegue - ha avuto in molti momenti toni sbagliati. Io ho sentito parlare di regime, di svolta autoritaria e di altro ma queste parole a uno come me, che crede fermamente nei principi democratici e repubblicani, fanno male. Fanno piu' male di un inciso sull'indennita'". Sulla legge elettorale, Zanda dice: "Io credo che sia legittima l'aspettativa di chi vuole vedere aumentata la soglia del 37,5%, oltre la quale scatta il premio di maggioranza, oppure ridotta e unificata, al 4-5% la soglia bassa di sbarramento. E altresi' legittima l'aspirazione di chi vuole mantenere il ballottaggio, di chi chiede norme sulla protezione di genere e che consentano a un elettore di scegliere il parlamentare". Il capogruppo dem sostiene inoltre "di preferire i collegi alle preferenze" e che su questo bisognera' comunque "trovare il punto di mediazione".

Intanto fibrilla l'alleato Forza Italia: in una lettera aperta a Silvio Berlusconi, Raffaele Fitto, leader dei falchi del partito, chiede al Cavaliere di farsi promotore di un confronto interno per non "consegnarci a Renzi". L'impressione che il partito da' di se', per Fitto, e' quello di "essere ipnotizzati" dal premier. Tanto da non reagire di fronte a uno stravolgimento del patto del nazareno, nato con in testa l'Italicum e che ora si ritrova la legge elettorale sotto la suola delle scarpe, a tutto vantaggio delle riforme istituzionali. Una presa di posizione che si scontra con i toni del capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani: "Questa riforma deve passare velocemente perche', immediatamente dopo, si deve passare alla discussione della legge elettorale".

Riforma Pensioni, il governo studia i correttivi con la legge di stabilità 2015

Eleonora Accorsi Lunedì, 14 Luglio 2014

Il governo punta a chiudere in anticipo, entro ferragosto, la legge di Stabilità del 2015 per poi presentarla alle Camere già dal mese di Settembre. E' quanto si apprende da fonti vicine all'esecutivo che confermano come il Presidente del Consiglio Matteo Renzi stia accelerando su questo fronte. Kamsin Punti chiave per Renzi sono il consolidamento del bonus di 80 euro in busta paga, con l'ampliamento della platea dei beneficiari anche ai pensionati, un progressivo allentamento del patto di Stabilità che consenta ai Comuni di sbloccare le risorse che hanno nel cassetto e una riduzione ulteriore dell'Irap dopo quella già realizzata, in minima parte, con il decreto irpef.

Alcune modifiche potrebbero interessare anche le pensioni sulle quali il governo punta ad introdurre un assegno anticipato per i lavoratori espulsi dal mercato e a pochi anni dalla maturazione dei requisiti di pensionamento e una nuova calibratura del contributo di solidarietà sugli assegni piu' elevati. Ruota attorno a queste due ipotesi principali il canovaccio delle correzioni in materia previdenziale cui sta lavorando il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, insieme con i suoi più stretti collaboratori. Sullo sfondo restano i problemi di copertura finanziaria. I tecnici stanno vagliando tutte le simulazioni di impatto su platee e flussi di cassa Inps, in attesa delle scelte politiche che si determineranno in vista della legge di stabilità.

La prima misura, che certamente non risponde alla richiesta di una maggiore flessibilità in uscita gradualizzata con penalizzazioni voluta dalla sinistra Pd e dai sindacati, ha il pregio di dare una via d’uscita a una situazione di necessità senza stravolgere gli equilibri attuariali del sistema. Le ipotesi sono ormai note e ruotano intorno alla possibilità di introdurre un pensionamento con un anticipo di circa 2-3 anni sull'età pensionabile fissata dalla Riforma Fornero del 2011 con la restituzione dell'importo attraverso micro-ritenute sull’assegno quando questo diventerà definitivo. Le ipotesi in campo sono il cd. prestito previdenziale studiato dal precedente Ministro del Lavoro Enrico Giovannini o la proposta Damiano che aveva indicato in 62 anni e 35 anni di contributi la data limite per accedere all'anticipo. Le modalità di definizione di questa specie di sussidio di ultima istanza prima della pensione vera e propria sono però tutt’altro che chiare.

Piu' probabile invece una proroga dell'estensione del regime sperimentale donna fino al 2018 dopo che il governo ha reintrodotto la norma nel disegno di legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione.

Zedde

Riforme: Boschi, non temo referendum e non lo escludo

Redazione Domenica, 13 Luglio 2014
- Marina di Pietrasanta (Lucca), 13 lug - "Non ho paura del referendum. Non e' escluso che si possa fare comunque un referendum. Vedremo se sara' il caso di percorrere questa strada. Ma non credo che ce ne sia bisogno, perche' i cittadini aspettano queste riforme da tanto tempo". Lo ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, parlando nel corso del Caffe' della Versiliana. .
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