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Notizie

Renzi: tocca a noi cambiare Ue. Lavoro prima di tutto

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - La battaglia per conquistare una delle istituzioni europee che vanno a rinnovarsi puo' aspettare. Il Partito Democratico deve pensare, per il momento ai contenuti e a strutturarsi in modo tale da risultare determinante nel Parlamento Europeo. L'intervento di Matteo Renzi alla direzione, convocata per fare il punto sulle elezioni e sulla nuova stagione europea che sta per aprirsi, va in questa direzione: i numeri ci sono, dice il premier in una riunione riservata ai neo eletti, la delegazione democratica puo' essere determinante. A patto che ci si parli, si lavori insieme in maniera coordinata. Non e' un caso che per 'prendere per mano' i neoeletti il segretario abbia chiamato il professore Roberto Gualtieri, gia' presidente dell'Istituto Gramsci, e deputato europeo fresco di rielezione. Nella legislatura che si e' appena chiusa in Europa, Gualtieri si e' guadagnato la stima dei colleghi del Pse e degli altri gruppi. Una scelta coerente con i criteri meritocratici a cui il premier dice di ispirarsi. I contenuti, dunque: "Abbiamo ricevuto un consenso che ci impone di cambiare il nostro Paese e l'Europa in maniera decisa". Un'Europa che per Renzi deve avere "un respiro piu' ampio" di quello mostrato negli ultimi anni. Un invito rivolto anche e soprattutto al Pse al quale il presidente del consiglio chiede se le idee espresse in campagna elettorale siano "ancora valide oppure no. Questo e' il punto di partenza: c'e' o non c'e' la consapevolezza che di fronte ai populismo c'e' da investire sui valori di cittadinanza e sui valori sociali?". No, insomma, a "un'Europa che si occupa di tutto e lascia a noi i temi dell'immigrazione". Quello che e' stato uno slogan della campagna elettorale, "ma che ora deve diventare un impegno". Strettamente legato a quello per cambiare verso all'Europa, e' l'impegno di cambiare l'Italia attraverso le riforme: la road map di Renzi non accetta rinvii - "questo e' il tempo", detta il segretario - e spiega che, entro l'estate, dovra' essere approvata la riforma costituzionale al Senato e la riforma della legge elettorale, "ma non per andare al voto". parallelamente, il Pd dovra' combattere quella che il premier definisce "la madre di tutte le battaglia", ovvero la riforma del mercato e delle regole del lavoro assieme a un "ripensamento delle politiche industriali per diverse realta' del Paese: dal Sulcis a Termini Imerese fino al profondo Nord". Il premier sottolinea il "ruolo che alcuni rinnovi delle aziende partecipate dallo Stato produrranno nelle prossime settimane in termini di strategia sia in Italia che all'estero". E aggiunge: "Su tutto cio' si gioca una parte della scommessa in termini di politica industriale, di ripartenza di posti di lavoro e credibilita', forza e fiducia del Paese". Nei prossimi giorni, poi, si sbrogliera' il nodo riguardante Alitalia: "e' questione di ore", assicura Renzi che chiede un "cambio di passo" anche sulla vicenda Ilva perche', dice, "cosi' non si va avanti".

M5S: dossier segreto sul voto L'ira di Grillo e  Casaleggio

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Infuriati. Cosi' sarebbero, secondo quanto si apprende, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio con lo staff della comunicazione della Camera che ha fatto un'analisi del voto, messa nero su bianco e illustrata ieri sera ai deputati riuniti in assemblea. A far "trasalire" il leader M5S e il cofondatore, e' stata - secondo quanto viene riferito - un'analisi che fa fare "una figuraccia al Movimento" parlando di parlamentari che sembrano "saccenti, non umili e poco affidabili" e "non adatti al governo". Oltre a tirare in ballo l'"uomo forte" che gli italiani cercherebbero ancora oggi in Renzi cosi' come, in passato, in Berlusconi. E Mussolini. Ma l'irritazione di Casaleggio nascerebbe anche dal fatto che il documento chiede di puntare di piu' sulla televisione per poter arrivare all'agognato 51%. Un'indicazione che va in netto contrasto con quanto suggerito invece, all'indomani dell'esito elettorale, proprio da Casaleggio che aveva sollecitato ad essere meno presenti in tv. Tra l'altro, sempre secondo quanto si apprende, sempre Casaleggio non avrebbe voluto un 'quartier generale' a Roma, in un albergo dell'Eur, dove, con tanto di sala stampa, i 5 stelle avrebbero aspettato i risultati. Che pero' sono stati al di sotto delle aspettative. "Troppa attenzione mediatica" era stato sottolineato. Ad alimentare il caos in casa 5 stelle, c'e' anche il fatto che l'analisi del voto sia stata elaborata solo dallo staff comunicazione della Camera. Documento, tra l'altro pubblicato, su qualche quotidiano e oggi a disposizione delle agenzie di stampa, ma che ai deputati non e' stato consegnato. Questa analisi, quindi, e' stata elaborata soltanto dall'ufficio comunicazione M5S dei gruppi di Montecitorio e del Senato - dove i senatori 5 stelle hanno iniziato la loro riunione per un'analisi del voto - ed anche in questo comparto si registra una certa "irritazione". Rocco Casalino, che e' il coordinatore della comunicazione sia di Camera sia del Senato, di fatto sembra sia stato 'bypassato' e in queste ore, secondo quanto si apprende, starebbe cercando un chiarimento con i colleghi della Camera. A complicare il quadro, c'e' anche un'altra analisi, fatta dalla 'tv coach' Silvia Virgulti che ieri sera, in assemblea dei deputati, ha puntato il dito contro quella che ha definito "comunicazione negativa di Grillo" e sul fatto che "Casaleggio, vestito di scuro e con quel cappellino, ha mandato un "messaggio inquietante e non rassicurante". Mentre, cosi' racconta oggi qualche deputato 5 stelle, i parlamentari sarebbero stati "promossi" perche', avrebbe detto la Virgulti, "se non fossero andati in giro per le piazze, il Movimento 5 stelle avrebbe preso un risultato ancora peggiore". Un deputato critico ammonisce: "Basta con 'sta presunzione dei superpoteri, che noi siamo i rappresentanti dei cittadini e loro no.. Non e' cosi' di fatto. Bisogna rispettare il voto dell'elettorato". Ai deputati e' stato spiegato che la comunicazione puo' avvenire "per giudizi o per contenuti" e che M5S finora ha comunicato per giudizi: l'obiettivo, viene spiegato, e' di comunicare da ora in poi per contenuti per convincere gli elettori a votare M5S. Un pomeriggio 'caldo', quindi con deputati e senatori alle prese con le rispettive assemblee di gruppo, in vista di quella assemblea congiunta della prossima settimana. Il clima e' abbastanza avvelenato, anche se oggi molti dicono che non dovrebbero esserci strappi, non foss'altro perche' non sono previste votazioni ma solo l'avvio del dibattito. Al Senato, Paola Taverna fa la sua analisi: "Mi pare evidente - spiega - l'informazione e' stata tutta pro-Renzi. E gli italiani non sono pronti... perche' noi siamo oltre". Ma che cosa ha sbagliato il Movimento 5 stelle in campagna elettorale? "Forse abbiamo avuto toni eccessivi", ammette la stessa 'pasionaria' Taverna.

Renzi, il lavoro prima di tutto Tocca a noi cambiare l'Europa

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014

- Roma, 29 mag. - "Il tempo delle riforme e' questo. Non ci sara' alcun rinvio". Ha esordito cosi' Matteo Renzi oggi pomeriggio parlando alla direzione del Pd. Bisogna partire dal lavoro, "la madre di tutte le battaglie, e poi entro l'estate la riforma della Carta e subito dopo il varo della nuova legge elettorale. Renzi non ha rinunciato ad una stoccata a Grillo. "In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i populisti inglesi ci si va di nascosto". "Mi ha colpito - ha aggiunto - perche' c'e' una filosofia dietro che avevo sottovalutato. In campagna elettorale ci chiedevamo 'chissa' con chi staranno?', loro lo sapevano gia'".

Alfano: delegazione Ncd al governo non cambia

Per quanto riguarda il lavoro "Faremo - ha spiegato Renzi - un passo avanti sul ddl delega. Su questo tema saremo giudicati piu' che dai mercati internazionali, da potenziali investitori. Mai come ora c'e' uno sguardo di attenzione verso l'Italia". Il tempo a disposizione per le riforme non e' molto. Renzi ha fatto capire che il passo dev'essere veloce e che "non dobbiamo mettere la residenza in questo 40% o limitarci a vivere la soddisfazione dell'istante". "Abbiamo detto in campagna elettorale che non sarebbe stato un referendum sul governo. Adesso che abbiamo vinto possiamo dire che non si e' trattato di un referendum sul governo: abbiamo il dovere di presentarci a quella storica battaglia europea togliendo ogni alibi a chi dice che il problema dell'Europa e' l'Italia e il problema dell'Italia sono le istituzioni europee" ha sottolineato Matteo Renzi. "Per questo auspico che entro l'estate si chiuda il capitolo legge elettorale, subito dopo la riforma della Costituzione ma non per andare al voto".

Altro tema di rilievo nell'agenda renziana e' la scuola. "E' mancata, e me ne assumo la responsabilita', la campagna di ascolto che avevamo annunciato sulla scuola. Sono pronti a partire, chiavi in mano, 10mila cantieri ma, per come la vedo io, se vogliamo avere una ambizione ampia, c'e' bisogno di avere una sfida educativa, ascoltando gli insegnanti per l'Italia". Infine un nuovo affondo sull'Europa. 'Europa deve guardare anche in casa propria ed aprirsi ad un percorso di riforma, perche' "L'Europa cambia perche' l'alternativa e' l'Europa che non si salva".

Riforme: Calderoli, o c'e' accordo o da Lega 3550 emendamenti

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Sono 3550 gli emendamenti messi a punto dalla Lega sul ddl di riforma Costituzionale all'esame del Senato. In assenza di un accordo, verranno presentati non dal relatore, Roberto Calderoli, esponente di spicco del Carroccio, ma dal gruppo. Ma "siamo pronti - spiega all'Agi lo stesso Calderoli - a non depositare alcun emendamento, tranne quelli sottoscritti dai due relatori, se si portera' avanti una buona riforma e il governo sara' disposto ad ascoltare il Parlamento".

Disgelo FI-Lega ma niente fretta

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Forza Italia e Lega tornano ad 'annusarsi' e compiono un primo passo per un eventuale riavvicinamento nel solco di una nuova alleanza di centrodestra. Lo spunto lo danno i sei referendum del Carroccio, su due dei quali compariranno anche le firme degli azzurri. Ma il cammino, per stessa ammissione dei protagonisti, e' ancora lungo e non privo di ostacoli. Tanto che sia il segretario della Lega, Matteo Salvini, che i tre forzisti presenti oggi in conferenza stampa in rappresentanza di Berlusconi (e' di questa mattina l'annuncio del forfait dell'ex Cavaliere) tengono a precisare: "Non c'e' fretta". E, soprattutto - e anche su questo gli ex alleati sono concordi - "non si puo' ripresentare la riedizione di un vecchio progetto". Cosi' come, l'eventuale nuova alleanza "non puo' essere una semplice sommatoria di sigle e nomi". Oggi, comunque vada, Forza Italia e Carroccio compiono un "primo passo", tanto che il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta, scandisce che l'appoggio di Forza Italia ai due referendum (sul ripristino del reato di immigrazione clandestina e sull'abolizione della riforma Fornero) "e' un segnale politico molto forte". Per il collega del Senato, Paolo Romani, proprio la presenza di Salvini e Giovanni Toti, consigliere politico azzurro e neo eletto europarlamentare, e' la dimostrazione "che il rinnovamento della classe politica passa attraverso il consenso popolare". Toti non ha dubbi: "deve riaprirsi il dialogo con tutte le forze alternative al centrosinistra". Per di piu', osserva, "con la Lega c'e' gia' un'alleanza sul territorio, dove governiamo insieme". Detto questo, "non c'e' nessuna fretta, oggi riallacciamo un dialogo che si basa su cose concrete. Salvini e Berlusconi si sono sentiti e questo e' un inizio". E' per fare le cose con calma anche il segretario del Carroccio: "Nessuno di noi faccia passi affrettati, no a forzature, poi chi vivra' vedra'". Il terzo incomodo, Alfano, e' il benvenuto, garantisce Romani, ma sia chiaro che la nuova coalizione non deve essere "una semplice addizione di nomi". Anche su questo concorda Salvini: "Diciamo no a una sommatoria di sigle a a una alleanza 'contro' qualcuno, perche' non funziona chiedere il voto contro qualcuno, lo abbiamo visto ora con Grillo". "Oggi iniziamo - ha quindi spiegato Romani - un percorso di quel rassemblamant del centrodestra che ha un appuntamento con le prossime elezioni politiche, senza riproporre vecchi schemi e progetti". Certo, ammette il forzista, "con la Lega ci sono alcune distanze, ad esempio sull'euro". Cosa che non preoccupa Salvini: "Il centrodestra vince quando fa il centrodestra, nessuno deve snaturare il suo essere, poi ci si puo' sedere con il Ppe e fare accordi con Le Pen". Insomma, "comincia un percorso? Speriamo, non do' consigli a Forza Italia a cui faccio gli auguri perche' noi di riunioni tempestose - dice Salvini riferendosi al comitato di presidenza di ieri - ne abbiamo fatte molte, ma dopo la tempesta viene il sole". L'importante per il segretario del Carroccio "e' arrivare tra un anno alle elezioni regionali con i referendum e un centrodestra che se la gioca per vincere, chi se ne frega delle primarie di coalizione, facciamo un progetto vero senza forzature". Salvini, del resto, garantisce che la Lega non detta nessuna "conditio sine qua non a Forza Italia". La quale, assicura dal suo canto Toti, non ha nessun imbarazzo a dialogare con la Lega che stringe accordi con Le Pen, "pienamente legittimata dal voto. Cio' che ci unisce alla Lega e' la comune criticita' verso questa Europa che, cosi' come e', e' destinata al fallimento". Fatto sta che Berlusconi - un po' per alcuni mugugni nel partito, un po' per evitare di 'mettere la faccia' sulle firme ai referendum che lui stesso non puo' firmare, non godendo piu' del diritto di elettorato passivo e attivo a seguito della condanna definitiva nel processo Mediaset, si defila e manda avanti i 'colonnelli'. Del resto, viene spiegato, l'ex premier per primo sa che i malumori interni a Forza Italia sono destinati a crescere, e a poco e' servito l'altola' lanciato ieri sulla sua leadership. La partita sulla successione alla guida del partito e sulla linea politica futura e' solo iniziata e si consumera' sul terreno dello scontro tra chi vuole le primarie a tutti i livelli e chi i congressi. Passando anche per le alleanze, e quella con la Lega vicina a Le Pen imbarazza piu' di un forzista (basta ad esempio leggere le dichiarazioni di Sisto, che poi ha corretto il tiro, e di Galati). .

Altro...

Alfano, Delegazione Ncd al governo non cambia

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Non cambia la pattuglia del Nuovo centrodestra nel governo guidato da Matteo Renzi e il partito continuera' ad avere un presidente in Angelino Alfano e un coordinatore nell'ex ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello. Lo dice al termine dell'assemblea dei gruppi lo stesso ministro dell'Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: "La nostra composizione nell'esecutivo resta quella che e'. Non credo che Lupi abbia intenzione di lasciare il governo delle Infrastrutture" aggiunge Alfano che cosi' mette fine alla ridda di voci che si erano inseguite nei giorni scorsi. "Noi abbiamo celebrato 45 giorni fa un congresso - osserva ancora Alfano, rispetto alla struttura del partito - che mi ha eletto presidente e che mi ha dato il potere di indicare un coordinatore che e' Gaetano Quagliariello". .

#vinciamonoi fu un errore Grillo furioso per l'autocritica

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014

- Roma, 29 mag. - Passato lo choc, i Cinque Stelle fanno i conti con quella che forse non e' stata una Caporetto e nemmeno una Waterloo - come ha detto Grillo - ma di sicuro una sconfitta cocente. E in un documento illustrato dallo 'staff' fanno il punto sulle contromisure da adottare per uscire da una crisi che potrebbe portare il mpvimento all'estinzione. "Se si decide di voler raggiungere il 51% allora bisogna adeguare il messaggio. Se si decide di puntare ad alcune fasce di popolazione, bisogna far ricorso a strumenti appropriati (tv in prima istanza) e declinare il messaggio".

E' una delle 'possibili soluzioni', rubricata al titoletto 'Definire meglio il target da puntare', illustrate ieri sera. Inoltre, sempre secondo quanto si legge sul documento elaborato dall'ufficio comunicazione 5 stelle, bisogna 'Uscire fuori' e "organizzare stati generali tematici, entrare nelle universita', nei luoghi di lavoro e lasciar perdere le agora'. Anadare a presentare denunce e proposte - prosegue il documento - direttamente ai destinatari. Aprirsi, prendersi le piazze mediatiche degli altri". Tra le altre 'possibili soluzioni' indicate dallo staff M5S ci sono pure: 'Rafforzare paradigma denuncia-proposta': "per far percepire l'affidabilita' e il costruttivismo del gruppo - si legge nel documento - non si possono piu' fare solo denunce senza essere affiancate da proposte e soluzioni. Se non si ha una soluzione a un problema, non lo si puo' denunciare". E ancora, altri paragrafi con suggerimenti 'Creare un progetto' e 'Investire sul lavoro parlamentare': qui si consiglia di "assumere consulenti preparati, i migliori esperti, rafforzare il reparto", insomma "rafforzare quantitativamente e qualitativamente l'attivita' legislativa".

Grillo e Casaleggio furiosi per l'analisi dello staff

Torna poi la necessita' dello streaming ma solo per 'Assemblee tematiche': "I parlamentari devono tornare a confrontarsi su temi pratici e concreti. E farlo in streaming, in modo da interessare quelle fette di popolazione destinatarie del lavoro parlamentare o dell'attivita' di governo". E infine, ultima soluzione indicata, 'Selezionare input': "Abbiamo spesso dato un numero eccessivo di input - si legge nel documento M5S - soffrendo la mancanza di coordinamento tra i vari 'produttori di notizie' ovvero la comunicazione della Camera, la comunicazione del Senato, il blog e Beppe Grillo. Paghiamo il fatto che troppo spesso i compartimenti restano isolati l'uno dall'altro. Al netto dei temi di stretta attualita', abbiamo messo troppa carne al fuoco tutta insieme. Poteva essere utile mettere in calendario la potenza da fuoco tema su tema, unendo le forze".

Autocritica, ma con bacchettata incorporata: i "parlamentari hanno percepito" un "atteggiamento di sfiducia nei loro confronti". "Seppur elogiati per il loro impegno - viene sottolineato nel paragrafo 'Non siamo da governo' - i parlamentari del M5S non sono ancora percepiti come affidabili. Si ritengono poco concreti, la battaglia sul 138 l'hanno capita ben poche persone. Mancano di umilta' e a volte sono percepiti come saccenti". "Gli italiani in questa fase difficile hanno dimostrato di aver bisogno di affidarsi a un uomo forte, fattore che ciclicamente torna nella storia, da Mussolini a Berlusconi, e hanno bisogno di serenita'. Renzi ha saputo trasmettere serenita' costruttiva, mentre noi abbiamo trasmesso energia si', ma ansiosa e fatta percepire dai media e dagli altri competitor come distruttiva".

"Renzi e' stato capace di lasciare il segno con un messaggio di novita', grazie al suo linguaggio e ai suoi toni - viene sottolineato nel dovumento - Renzi, volutamente, e' apparso diverso dal suo stesso partito, un partito che non trascina, che non ha mai toccato le emozioni del paese. E Renzi lo sapeva pure. Noi abbiamo cercato di sovrapporre l'immagine del premier a quella del suo partito, il messaggio del 'burocrate', lui ha sempre giocato a disallinearsi, a discostarsi dal suo partito". "Il voto del 25 maggio non e' stato tanto pro-Renzi o pro-Pd, nonostante le percentuali bulgare, quanto contro il Movimento 5 stelle e lo spettro della 'paura', costruito finemente ed efficacemente per portare quindi tutti gli elettori in un alveo di 'sicurezza' rappresentata da Renzi" e' l'analisi fatta dallo 'staff' M5S "La chiamata alle armi - prosegue il documento - contro la forza del male (riproduzione del modello anti berlusconiano) e' riuscita tanto e' vero che a sinistra, invece di esultare per un risultato mai ottenuto, hanno invece tirato un sospiro di sollievo (la Repubblica e' salva) o inveito contro il grillino sconfitto". "paradossale e' stata la scelta del #vinciamonoi. Ci si e' creduto tanto da aver spinto gli altri partiti a crederci e quindi a reagire con la chiamata alle armi".

M5S: Grillo e Casaleggio infuriati da analisi 'staff', e' caos

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - Infuriati. Cosi' sarebbero, secondo quanto si apprende, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio con lo staff della comunicazione della Camera che ha fatto un'analisi del voto, messa nero su bianco e illustrata ieri sera ai deputati riuniti in assemblea. A far "trasalire" il leader M5S e il cofondatore, e' stata - secondo quanto viene riferito - un'analisi che fa fare "una figuraccia al Movimento" parlando di parlamentari che sembrano "saccenti, non umili e poco affidabili" e "non adatti al governo". Oltre a tirare in ballo l'"uomo forte" che gli italiani cercherebbero ancora oggi in Renzi cosi' come, in passato, in Berlusconi. E Mussolini. Ma l'irritazione di Casaleggio nascerebbe anche dal fatto che il documento chiede di puntare di piu' sulla televisione per poter arrivare all'agognato 51%. Un'indicazione che va in netto contrasto con quanto suggerito invece, all'indomani dell'esito elettorale, proprio da Casaleggio che aveva sollecitato ad essere meno presenti in tv. Tra l'altro, sempre secondo quanto si apprende, sempre Casaleggio non avrebbe voluto un 'quartier generale' a Roma, in un albergo dell'Eur, dove, con tanto di sala stampa, i 5 stelle avrebbero aspettato i risultati. Che pero' sono stati al di sotto delle aspettative. "Troppa attenzione mediatica" era stato sottolineato. Ad alimentare il caos in casa 5 stelle, c'e' anche il fatto che l'analisi del voto sia stata elaborata solo dallo staff comunicazione della Camera. Documento, tra l'altro pubblicato, su qualche quotidiano e oggi a disposizione delle agenzie di stampa, ma che ai deputati non e' stato consegnato. Questa analisi, quindi, e' stata elaborata soltanto dall'ufficio comunicazione M5S dei gruppi di Montecitorio e del Senato - dove i senatori 5 stelle hanno iniziato la loro riunione per un'analisi del voto - ed anche in questo comparto si registra una certa "irritazione". Rocco Casalino, che e' il coordinatore della comunicazione sia di Camera sia del Senato, di fatto sembra sia stato 'bypassato' e in queste ore, secondo quanto si apprende, starebbe cercando un chiarimento con i colleghi della Camera. A complicare il quadro, c'e' anche un'altra analisi, fatta dalla 'tv coach' Silvia Virgulti che ieri sera, in assemblea dei deputati, ha puntato il dito contro quella che ha definito "comunicazione negativa di Grillo" e sul fatto che "Casaleggio, vestito di scuro e con quel cappellino, ha mandato un "messaggio inquietante e non rassicurante". Mentre, cosi' racconta oggi qualche deputato 5 stelle, i parlamentari sarebbero stati "promossi" perche', avrebbe detto la Virgulti, "se non fossero andati in giro per le piazze, il Movimento 5 stelle avrebbe preso un risultato ancora peggiore". Un deputato critico ammonisce: "Basta con 'sta presunzione dei superpoteri, che noi siamo i rappresentanti dei cittadini e loro no.. Non e' cosi' di fatto. Bisogna rispettare il voto dell'elettorato". Ai deputati e' stato spiegato che la comunicazione puo' avvenire "per giudizi o per contenuti" e che M5S finora ha comunicato per giudizi: l'obiettivo, viene spiegato, e' di comunicare da ora in poi per contenuti per convincere gli elettori a votare M5S. Un pomeriggio 'caldo', quindi con deputati e senatori alle prese con le rispettive assemblee di gruppo, in vista di quella assemblea congiunta della prossima settimana. Il clima e' abbastanza avvelenato, anche se oggi molti dicono che non dovrebbero esserci strappi, non foss'altro perche' non sono previste votazioni ma solo l'avvio del dibattito. Al Senato, Paola Taverna fa la sua analisi: "Mi pare evidente - spiega - l'informazione e' stata tutta pro-Renzi. E gli italiani non sono pronti... perche' noi siamo oltre". Ma che cosa ha sbagliato il Movimento 5 stelle in campagna elettorale? "Forse abbiamo avuto toni eccessivi", ammette la stessa 'pasionaria' Taverna.

Esodati, l'esame della proposta di legge Damiano partirà il 23 Giugno

Sergey Giovedì, 29 Maggio 2014

La proposta di legge sugli esodati, a firma del presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano (Pd), inizierà l’esame in aula alla Camera da lunedì 23 giugno. E' quanto ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo della Camera.

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La proposta di legge unificata contiene la cd. sesta salvaguardia, un insieme di norme volte a tutelare quei lavoratori che attualmente non hanno potuto mantenere il beneficio delle vecchie regole pensionistiche, quelle vigenti sino al 31 dicembre 2011.

Si ricorda che la proposta tutela, in sostanza, i lavoratori che fruiscono della mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati entro il 2011 che maturino i requisiti per la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità; gli autorizzati ai volontari che abbiano presentato domanda entro il 31 gennaio 2012 che maturino la decorrenza del trattamento entro il 2018; i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro (unilateralmente o con accordi) che maturano il requisito per la pensione (non piu' la decorrenza) entro il 6 dicembre 2014.

Modifiche importanti interessano anche i lavoratori precoci in favore dei quali viene resa valida la contribuzione accreditata a qualsiasi titolo al fine di escludere le penalizzazioni sino al 31.12.2017 previste dall'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011. Altri benefici interessano gli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007 ed il personale ferroviario viaggiante, di macchina e di manovra.

Renzi parla alla direzione Pd Voto impone cambiare Ue e Italia

Redazione Giovedì, 29 Maggio 2014
- Roma, 29 mag. - "Abbiamo ricevuto un consenso che ci impone di cambiare il nostro Paese e l'Europa in maniera decisa". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi alla direzione del Pd. "L'Europa cambia perche' l'alternativa e' l'Europa che non si salva". - "Il Pd si e' posto come non il garante di conservazione ma come il testimone di speranza. La partita si e' giocata tra rabbia e speranza e ha vinto la speranza, per questo non possiamo indietreggiare su questa vocazione", ha aggiunto Renzi, secondo il quale "il Pd e' chiamato ad essere il partito della nazione e della speranza". "Prima delle dissertazioni sui nomi e' importante capire se le idee che il Pse ha espresso sono ancora valide oppure no. Questo e' il punto di partenza: c'e' o non c'e' la consapevolezza che di fronte ai populismo c'e' da investire sui valori di cittadinanza e sui valori sociali". "Abbiamo il dovere di dire - ha sottolineato il premier - che la risposta che l'Europa ha dato alla crisi non e' stata sufficiente alle attese dei cittadini europei". Poi una stoccata a Grillo: "In streaming si fanno i dibattiti, a trovare i populisti inglesi ci si va di nascosto", ha detto commentando l'atteggiamento del Movimento 5 stelle. "Mi ha colpito - ha aggiunto - perche' c'e' una filosofia dietro che avevo sottovalutato. In campagna elettorale ci chiedevamo 'chissa' con chi staranno?', loro lo sapevano gia'". "Il punto piu' basso della campagna elettorale e' stato toccato quando un cantante sul palco di San Giovanni ha detto di odiare Napolitano piu' come uomo che come politico". Quanto al Pd sono "allucinanti le polemiche sulla foto di gruppo, non c'e' stato alcun salto sul carro del vincitore". .
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