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Riforme e flessibilita', botta e risposta Ue-governo
- Roma, 19 lug. - Botta e risposta Bruxelles-Roma su crescita, riforme e Patto di Stabilita'. La bordata arriva dal neo commissario agli Affari Economici e Monetari, Jyrki Katainen, che rilascia un'intervista all'edizione on line del quotidiano tedesco 'Die Welt' e attacca: "La cosa piu' importante per l'Italia, il Paese che da anni si avvicina sempre di piu' all'abisso, e' attuare le riforme promesse dagli ultimi governi".
Secondo il commissario, "il dibattito e' sbagliato" e bisogna "evitare qualsiasi ipotesi sulla possibilita' di trovare un modo di eludere" il Patto. I due precedenti governi italiani "hanno varato importanti riforme - aggiunge il commissario finlandese - e l'attuale esecutivo ha obiettivi ambiziosi, ma sarebbe di aiuto se realizzasse cio' su cui ha trovato un accordo.
La replica del governo italiano e' secca e arriva dal sottosegretario alla presidenza con delega alla Ue, Sandro Gozi: "Con tutto il rispetto per Katainen, cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato in Europa, non lo dice il commissario pro tempore finlandese, ma il consiglio dell'Unione", replica. "il Consiglio - aggiunge - ha parlato chiaro su crescita e flessibilita': di solo rigore l'Europa non campa".
La replica di Gozi alle parole del commissario si rafforza in serata. L'Italia ha il massimo rispetto della commissione, rispetta e rispettera' tutti gli accordi - fanno sapere fonti di palazzo Chigi - Ma la linea della sola austerita' non porta da nessuna parte. E non e' la linea del consiglio europeo che ha licenziato un documento programmatico che parla di rigore e crescita e flessibilita' insieme.
Portiamo in Europa milioni di voti e miliardi di euro. Insomma, tiene il punto l'esecutivo, non siamo scolaretti indisciplinati, cio' che fa l'Italia - le riforme su cui siamo impegnati dal primo giorno - lo decide il popolo italiano, non certo il temporaneo commissario finlandese.
Renzi: avanti con Forza Italia Insieme per realizzare le riforme
- Maputo, 19 lug. - "Abbiamo fatto con Forza Italia un accordo istituzionale perche' in un Paese civile e' meglio se si va avanti insieme", Cosi' Matteo Renzi all'indomani della sentenza di assoluzione di Berlusconi per il Caso Ruby, anche se il premier ha aggiunto che con Forza Italia, "saremmo andati avanti lo stesso anche se Berlusconi fosse state condannato". Sulla sentenza in se il premier ha ricordato: "Non ho mai commnetato una sentenza ne' iniziero' a farlo' oggi. Rispetto i lavoro dei magistrati".
Renzi in Mozambico: operazione dell'Eni e' straordinaria
Da Maputo, dove si trova in missione, il premier italiano ha affrontato anche il tema caldo dell'immigrazione. "Ancora oggi - ha detto - c'e' stato un dramma dell'immigrazione che ha prodotto 18 morti. Ma i problemi non si risolvono con gli spot dei politici in cerca di voti. se vogliamo davvero risolvere la questione dell'immigrazione, dobbiamo partire dalla radice, intervenire nei Paesi da cui l'immigrazione parte e dare occasioni di sviluppo, di benessere, di pace e di liberta'. Serve cio' che stiamo facendo in Mozambico, non slogan o spot di qualche ideologo con la camicia colorata. L'operazione Mare Nostrum - ha aggiunto - fa la sua parte per salvare quante piu' vite possibili". .
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Cisl: nell'industria e nelle costruzioni oltre 130mila posti a rischio nel 2014
Nel corso del 2014 i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro sono 136.616, in aumento di 13.486 unita' rispetto alle previsioni del 2013. E' quanto emerge dall'XI Rapporto della Cisl sull'industria, mercato del lavoro e contrattazione. Kamsin Tra il 2010 e il 2013 gli interventi di sostegno sono aumentati del 66,5% fino ad arrivare a 2.186.358. L'incremento maggiore riguarda i lavoratori in mobilita' (+81,8%), che ammontavano a 217.597 nel 2013.
Secondo lo studio, tra il 2008 e il 2013, l'industria manifatturiera e le costruzioni hanno subito complessivamente circa l'89% della diminuzione totale degli occupati, rispettivamente con 482mila e 396mila occupati in meno. In un'occupazione in riduzione da anni, è cresciuto solo il lavoro a tempo parziale (+10% nel 2012, +2,8% nel 2013), sia permanente sia a termine, fortemente utilizzato, fin dall?inizio della crisi, per evitare licenziamenti.
Come contraccolpo della riorganizzazione delle imprese - fa notare la Cisl - negli ultimi due anni il ricorso agli ammortizzatori sociali ha toccato livelli storici. La Cassa Integrazione anche nel 2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate, coinvolgendo almeno 300.000 persone in base al "tiraggio" effettivo. Lo strascico di situazioni critiche aziendali è evidente nel fatto che la cassa integrazione guadagni straordinaria e la cassa in deroga, indicative di crisi lunghe e ristrutturazioni nelle imprese, coprono ormai circa il 70% delle ore erogate. I dati sulle ore complessive autorizzate di Cassa integrazione nel primo quadrimestre 2014, distribuiti per regioni, mostrano una concentrazione netta in Lombardia (26,2%) e Piemonte (12,4%). Secondo il segretario confederale Cisl Luigi Sbarra, "l'Italia non puo' permettersi di perdere il proprio patrimonio di capacita' industriali, per l'oggi e per le nuove generazioni. Le sole azioni per l'ulteriore modifica del mercato del lavoro rischiano di essere inutili, se non dannose, creando una pericolosa altalena fra attese ed incertezze". Per questo, afferma Sbarra, "ci si dovrebbe concentrare solo su cio' che e' rimasto incompiuto, vale a dire il necessario allargamento delle tutele in caso di crisi aziendale e disoccupazione, il contrasto al falso lavoro autonomo e il decollo delle politiche attive del lavoro, per il contrasto alla disoccupazione e al crescente ricorso agli ammortizzatori sociali
Zedde
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Pensioni, il governo aumenta la stretta sugli statali
In commissione Affari costituzionali della Camera, dove il decreto Madia è in discussione, sono stati approvati quattro emendamenti all’articolo 6 con il quale il governo aveva deciso una prima stretta alle consulenze e agli incarichi affidati dalla pubblica amministrazione ai pensionati. Kamsin Con la modifica il divieto, innanzitutto, viene esteso anche agli enti e alle società controllate dallo Stato e dagli enti locali ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali (i sindaci e i presidenti delle Regioni potranno continuare a scegliere i loro assessori tra pensionati). La scure invece calerà pesantemente sulle partecipate dello Stato, da Eni a Enel, da Poste alla Cassa Depositi e Prestiti fino alle Ferrovie, dove non potranno più essere assegnate consulenze, ma anche incarichi dirigenziali o direttivi, a persone che percepiscono una pensione pubblica o privata che sia. Non solo. Con le modifiche approvate in commissione, anche quelli a titolo gratuito, che le norme iniziali del governo consentivano, non potranno avere una durata superiore ad un anno e non saranno rinnovabili. Inoltre il divieto di far lavorare i pensionati sarà esteso anche agli organi costituzionali, dalla Camera, al Senato, fino alla Presidenza della Repubblica passando per la Corte Costituzionale.
Il divieto di incarichi ai pensionati - L’articolo 6 del dl 90/2014, nella versione attualmente in vigore, prevede che le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi di studio e di consulenza, né incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito.
Il divieto trova applicazione agli incarichi conferiti a decorrere dalla data di entrata in vigore del dl 90/2014 e non riguarda, in ogni caso, incarichi o cariche presso organi costituzionali.
La disposizione modifica l’articolo 5, comma 9, del D.L. 95/2012, il quale ha vietato alle pubbliche amministrazioni di attribuire incarichi di studio e consulenza a soggetti in quiescenza già appartenenti ai ruoli, che abbiano svolto nell'ultimo anno di servizio funzioni e attività corrispondenti, ampliando in modo rilevante sia l’ambito soggettivo (tutti i soggetti in quiescenza), sia l’ambito oggettivo (divieto esteso al conferimento di incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni).
Zedde