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Renzi sprona Europa: Crescita o non c'e' futuro

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Strasburgo, 2 lug. - Sara' il semestre del coraggio, dell'orgoglio e della semplicita', intesa come semplificazione dei processi normativi comunitari. Soprattutto, sara' il semestre della crescita, perche' senza di essa non c'e' Europa. "Dobbiamo lanciare una sfida per la semplicita', perche' sia un'Europa piu' smart". Matteo Renzi arriva a Strasburgo per tagliare il nastro del semestre europeo di presidenza italiana e prova a dare subito un segno tangibile della rivoluzione che sara' mettendo da parte i discorso scritto, parlando a braccio e rinunciando alla consueta conferenza stampa finale. Una scelta, quest'ultima che sembra mandare in tilt la comlessa organizzazione del Parlamento europeo. La conferenza stampa appare, prima, nel programma fatto girare in sala stampa. Poi, in una seconda versione, scompare. Il presidente Martin Schulz si affretta a parlare di "impegni improrogabili" di Renzi e di "una misura eccezionale" non destinata a ripetersi in futuro. Ma non basta: poco dopo sugli schermi che proiettano i lavori dell'aula scorre l'avviso che alle 17 la conferenza stampa congiunta si terra'. Gli interventi, intanto, proseguono e della conferenza non c'e' traccia. A mettere fine al mistero ci pensa un avviso diramato dagli altoparlanti: la conferenza e' annullata. Nel frattempo, Renzi ha avuto modo di disegnare l'Europa che sogna e mostrarla agli europarlamentari italiani: "Coraggio e orgoglio devono essere le vostre parole chiave. Orgoglio e coraggio per "costruire un futuro all'altezza del grande passato" dal quale arriva l'Italia. In Aula i riferimenti si fanno colti: cita l'Eneide e l'Odissea, la Grecia - dunque - dalla quale l'Italia prende il testimone della presidenza. L'Europa come Anchise, l'anziano padre di Enea che l'eroe virgiliano caricava sulle proprie spalle per trarlo in salvo. Le giovani generazioni come Telemaco, il figlio di Ulisse, capace di crescere nel solco del padre per poi camminare sulle proprie gambe e farsi uomo. Questo tocca alle nuove generazioni di europei: farsi carico della Vecchia Europa per ripensarla perche' "se oggi si facesse un selfie, l'Europa si troverebbe stanca e annoiata", spiega Renzi. Ripensare l'Europa anche attraverso il volontariato, quel servizio civile europeo al quale Renzi punta molto. E attraverso l'Erasmus, che il presidente del consiglio vorrebbe rilanciare. Una Europa nuova, dunque, con meno burocrazia e che guardi ai cittadini, affronti finalmente il tema della disoccupazione non con il pallottoliere alla mano, ma guardando al futuro, alla crescita, agli investimenti. Un messaggio al premier olandese che ha bocciato ogni ipotesi di flessibilita'. Un messaggio anche al Ppe che, poco dopo, gelera' il premier con il deputato Weber a dire che indebitandosi non si costruisce il futuro, lo si distrugge. "Rappresento un paese fondatore - dice ancora il premier - che non cerca scorciatoie: noi italiani siamo tra quelli che danno di piu' di cio' che prendono. L'Italia viene qui a dire che per prima ha voglia di cambiare e lo dice con il coraggio e l'orgoglio di rappresentare l'Europa. Noi vogliamo rispettare le regole, c'e' la stabilita' ma c'e' anche la crescita. Senza crescita non c'e' futuro". .

In Ue scontro Renzi-Ppe su flessibilita'. Juncker ora rischia

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Strasburgo, 2 lug. - Nel giorno in cui prende il via il semestre di presidenza italiana in Europa, il fronte rigorista, con il Ppe in testa, sferra un attacco frontale al presidente del consiglio, con il premier olandese Mark Rutte in prima linea: la stabilita' non si tocca, e' il ragionamento di Rutte a un quotidiano. Anzi, l'Olanda assieme a Berlino e' riuscita a sventare il piano di Parigi e Roma per tornare alle politiche di indebitamento. Parole che rimettono in discussione l'accordo politico sull'elezione di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione. La reazione di Renzi tarda ad arrivare. Appena giunto a Strasburgo, il presidente del consiglio punta tutto sulle parole chiave del futuro, del coraggio, dell'orgoglio e della semplicita', intesa come semplificazione dei processi decisionali europei. Ci pensa allora l'Europarlamentare tedesco del Ppe, Manfred Weber, a spiegare: "I debiti non creano il futuro, lo distruggono. e di tempo per le riforme ne abbiamo gia' dato troppo". Parole che sortiscono l'effetto di un pugno nello stomaco al presidente Renzi che, nella replica, scandisce: "Non prendiamo lezioni da chi, proprio in questa aula, ha ottenuto non la flessibilita', ma lo sforamento del tetto" fissato nel patto di stabilita'. "L'Italia non teme i giudizi", ha avvertito Renzi, "ma i pregiudizi". Stando cosi' le cose, ritorna in forse l'accordo su Juncker al Consiglio Europeo. Accordo raggiunto nell'ultima assise dei capi di stato e di governo, meno di una settimana fa. In quell'occasione, Renzi era stato chiaro: non avrebbe sostenuto Juncker se nell'accordo non fosse stato inserita la formula sulla flessibilita' nell'applicazione dei parametri del patto per i paesi impegnati nelle riforme. E non appare nemmeno casuale che, durante il suo discorso (a braccio) Renzi si sia preso alcuni minuti degli scarsi 20 per elogiare la Gran Bretagna senza la quale "non ci sarebbe Europa". Riferimento alle minacce reiterate di Cameron su un'uscita del Regno Unito dall'Ue proprio legata all'elezione di Juncker. .

Renzi, l'Ue non e' una maestrina Non vado col cappello in mano

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Roma, 2 lug. - L'Unione europea non e' una maestrina che prende a bacchettate gli alunni troppo discoli, ne' l'Italia ha intenzione di andare a Bruxelles a prendere lezioni o di presentarsi con il cappello in mano. Non usa mezzi toni Matteo Renzi illustrando le sue intenzioni nel secondo giorno si semestre italiano e da Porta a Porta avverte: ""Il tempo in cui andavamo" in Europa "a farci fare le lezioncine e' finito", "Penso che sia possibile fare gioco di squadra" in Ue. "Ho trovato - osserva - un clima di collaborazione da parte di tutti, anche dei neoeletti dei Cinque stelle. Noi finora abbiamo pensato che Bruxelles fosse il buon retiro di chi ha finito la carriera. Non e' cosi', ma dobbiamo farci sentire", sottolinea Renzi ripetendo che l'Italia "deve imparare a fare quello che fanno tutti" e cioe' a difendere l'interesse nazionale. Il premier spiega che "c'e' una grande volonta' che l'Italia faccia bella figura". "Mentre io parlavo il Senato votava le riforme. Noi le riforme le stiamo facendo e allora l'idea che ci sia una maestrina con la matita rossa e blu e che da' le bacchettate sulle mani, questo no". L'Italia viva il semestre con coraggio e orgoglio "E' fondamentale che l'Italia viva questo semestre di presidenza con coraggio e orgoglio" ha detto Renzi che ha poi assicurato che il Paese rispettera' le regole, ma ha pure ricordato che "l'ultima volta che l'Italia aveva presieduto il semestre europeo, la Germania sforo' le regole. Noi - ha ribadito - non foriamo niente ma non siamo nemmeno ad andare in Europa con il cappello in mano". .

Riforme: Boschi, su immunita' possibili modifiche in Aula

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Roma, 2 lug. - "Tutto e' sempre possibile in Aula". E' la risposta ai giornalisti del ministro Maria Elena Boschi, di fronte all'ipotesi di modifiche all'articolo sulle immunita' dei nuovi senatori approvato in Commissione affari costituzionali in modo da lasciare intatto l'attuale art.68 della Costituzione. "Con i relatori ragioniamo sempre di tutto", ha aggiunto Boschi. Il Senato esercita con la Camera la funzione legislativa per le leggi di revisione costituzionale e per le altre leggi costituzionali, per le altre leggi costituzionali, prevede l'emendamento dei relatori approvato dalla commissione. Ma anche per le leggi di attuazione delle disposizioni della Costituzione in materia di referendum popolare, per le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati che riguardano l'appartenenza dell'Italia all'Ue, per le leggi che attuano l'art.117, secondo comma lettera P (legge elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di comuni, province e citta' metropolitane), per la legge di cui all'art.122 della nostra Carta che riguarda il sistema di elezione, il numero e i casi di ineleggibilita' e incompatibilita' del presidente e degli altri componenti della giunta elettorale, nonche' dei consiglieri regionali. Solo la Camera vota le altre leggi ordinarie che il senato puo' proporre di modificare, ma sulle quali la parola definitiva resta alla camera politica. Per i disegni di legge che riguardano le materie previste nel Titolo V della Costituzione, ora regolate da una legislazione concorrente fra Stato e Regioni, il nuovo senato che rappresenta le istituzioni territoriali,'ha piu' voce in capitolo': la Camera dei deputati puo' non conformarsi alle modifiche proposte dal senato solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti. I disegni di legge che riguardano il bilancio sono approvate dalla Camera dei deputati. Il senato li esamina e puo' deliberare proposte di modifica entro 15 giorni dalla data di trasmissione, deliberando a maggioranza assoluta dei suoi componenti. Il senato puo' svolgere attivita' conoscitive e formulare osservazioni su atti o documenti all'esame della Camera dei deputati. .
Pubblico Impiego

Riforma Pa, si allenta il blocco del turn over nelle amministrazioni pubbliche

Bernardo Diaz Mercoledì, 02 Luglio 2014

La riforma della pubblica amministrazione (all'articolo 3 del Dl 90/2014) rivede le norme che disciplinano il turnover confermando il progressivo allentamento del blocco che era stato imposto in questi ultimi anni per far fronte ad esigenze di cassa. Kamsin Le amministrazioni statali nel 2014 potranno sostituire il personale cessato l'anno precedente nel limite del 20%, tetto che passa al 40% nel 2015, poi al 60% nel 2016, all'80% nel 2017, per arrivare al turnover completo nel 2018.

La vera novità è però l'eliminazione a decorrere dal 2014, per le amministrazioni centrali, del vincolo relativo alla percentuale delle unità cessate nell’anno precedente (c.d. limite capitario), mantenendo solo quello  legato alla percentuale di risparmi da cessazione. In altri termini cambiano le modalità di calcolo del limite, che dall'entrata in vigore del decreto legge fa riferimento solo alla spesa e non più alle teste.

Per gli enti di ricerca il decreto legge elimina la previsione che impedisce di calcolare, ai fini della determinazione delle risorse finanziarie da destinare a nuove assunzioni, il maturato economico delle retribuzioni del personale cessato. Anche in questo settore percentuali di copertura del turnover immutate (50% nel 2014-2015, 60% nel 2016, 80% nel 2017 e 100% dal 2018), ed una nuova condizione: potranno assumere solo gli enti la cui spesa per il personale di ruolo non supera l'80% delle entrate correnti secondo il bilancio consuntivo dell'anno precedente. Altrimenti scatta il divieto di nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Modifiche significative riguardano invece, come ambito soggettivo, le regioni e gli enti locali sottoposti al patto di stabilità interno. La previsione è di semplificazione dell’attuale regime e di graduale aumento delle percentuali di turn-over e quindi di assunzioni a tempo indeterminato.  In loro favore è, infatti, previsto un significativo innalzamento della percentuale di copertura del turnover, che passa dal 40% al 60% già nel 2014 (articolo 3, comma 5 del Dl 90/2014). L'incremento è confermato nel 2015, arriva all'80% nel biennio 2016-2017 e arriva al 100% nel 2018. Inoltre, viene abrogato il discusso articolo 76, comma 7, del Dl 112/2008, che vietava le assunzioni agli enti con incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente superiore al 50%, consolidando anche le aziende speciali, le istituzioni e le partecipate.

Zedde

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Ue: Renzi a capogruppo Ppe, non prendiamo lezioni

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Strasburgo, 2 lug. - "Questo e' un grande Paese che ha dalla sua parte non solo la storia ma il futuro e se qualcuno pensa di venire qui a dare lezioni, ha sbagliato posto". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi rivolgendosi a Manfred Weber, capogruppo Ppe a Strasburgo. .

Ue: Renzi lancia 'generazione Telemaco' meritiamoci eredita'

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014
- Strasburgo, 2 lug. - Per parlare di Europa, di quella che e' e soprattutto di quella che sara', Matteo Renzi attinge a piene mani all'Odissea e, agli euro parlamentari riuniti per la sessione plenaria, spiega che, se il Vecchio Continente e' rappresentabile come uno stanco Anchise (il padre che Enea trasse in salvo portandolo sulle proprie spalle) che grava sugli Stati membri, "c'e' anche una generazione nuova che ha il dovere di riscoprirsi Telemaco, di meritare l'eredita'" dei padri dell'Europa. "Io non ero nemmeno maggiorenne quando c'e' stata Maastricht", ha aggiunto il premier: "Noi non vediamo il frutto dei nostri padri come un dono dato per sempre, ma una conquista da rinnovare ogni giorno". .

Renzi apre il semestre europeo Senza crescita non c'e' futuro

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014

- Strasburgo, 2 lug. - "Senza crescita l'Europa non ha futuro". E' uno dei passaggi piu' importanti del discorso di Matteo Renzi a Strasburgo, dove il premier italiano ha aperto il semestre di presidenza europea.

"Le parole chiave devono essere coraggio e orgoglio perche' questo e' il tempo in cui questi valori sono richiesti all'Europa ma anche all'Italia", ha detto il presidente del Consiglio. Un'uscita del Regno Unito dall'Unione europea non e' pensabile, per che l'Europa "sarebbe meno se stessa", ha detto, riferendosi al recente voto contrario inglese alla decisione su Jean Claude Juncker alla guida della Commissione, il presidente del Consiglio.

"In bocca al lupo a ciascuno di voi membri del parlamento europeo avete responsabilita' di riportare speranza e fiducia nelle istituzioni europee. E' molto forte nel nostro corpo - ha sottolineato il premier - la ferita che ha lasciato la recente congiuntura economica. "Esiste un grande tema economico e finanziario ma l'Italia sostiene che la sfida non sia solo quella di elencare, ma la vera sfida che ha di fronte a se' il nostro continente e' ritrovare l'anima dell'Europa". "Abbiamno parlato un linguaggio di verita', dicendo che noi dobbiamo fare le riforme e il Senato sta votando la riforma che cambia le regole del gioco nel nostro Paese. L'Italia non viene qui per chiedere all'Europa i cambiamenti che lei non e' in grado di fare, ma a dire che lei per prima crede nelle istituzioni europee. Viene come un grande Paese per dare e non per chiedere", ha detto Renzi al Parlamento Europeo.

"Non ci sara' una Europa degna di questo nome finche' non ci sara' il servizio civile europeo", ha poi sottolineato. "Dobbiamo lanciare una sfida per la semplicita'" nel funzionamento della Unione Europea, "perche' l'Europa sia un'Europa piu' smart. Sulle questioni economiche, ve lo garantisco, ci faremo sentire con forza, con la forza di un Paese che ha dato piu' di quanto ha preso". In Palestina "ci sono bambini che hanno il diritto di crescere, lo Stato Palestinese ha il diritto ad esistere. Israele ha il diritto e anche il dovere ad esistere", ha ammunito il premier affermando che "su questo l'Europa non puo' essere cieca= e deve fare di piu'".

Renzi ha poi spiegato che "l'Africa deve avere un protagonismo maggiore in Europa, non solo nella dimensione economica e energetica, ma anche nella dimensione umana. Voi rappresentate la civilizzazione della globalizzazione. Se al fianco di Asia Bibi, in carcere perche' cristiana non c'e' un'Europa che si indigna, se non c'e' la nostra reazione non possiamo definirci degni della responsabilita' che abbiamo", ha aggiunto.

Renzi, parlando agli eurodeputati, ha poi voluto poi fare i suoi complimenti "a chi ha ottenuto un risultato importante, a chi e' entrato nelle istituzioni europee e a chi, sulla base di accordi politici tra i gruppi, avra' la responsabilita' di guidare le commissioni. Faccio i complimenti anche a Gianni Pittella che guidera' il gruppo". Parole che hanno provocato il mugugno di quanti non sono stati citati direttamente da Renzi: "Ma se mi metto a citare tutti non si finisce piu', anche Lara Comi, sono d'accordo, e' assolutamente importante...". Una battuta che ha suscitato la risata di Alessandra Mussolini seduta proprio accanto a Comi nel palazzo che ospita la riunione. "Il semestre comincia nell'aula del Parlamento", ha poi ripreso, serio, Renzi: "Non prima. E' stata una competizione molto dura e a chi e' stato eletto con tante preferenze va un doppio in bocca al lupo". .

Renzi apre il semestre europeo Serve coraggio e orgoglio

Redazione Mercoledì, 02 Luglio 2014

- Strasburgo, 2 lug. - All'Europarlamento e' il giorno di Matteo Renzi. Alle 15 il discorso in Aula per l'avvio del semestre italiano. Previsti anche gli interventi di Barroso e Van Rompuy. "Le parole chiave devono essere coraggio e orgoglio perche' questo e' il tempo in cui questi valori sono richiesti all'Europa ma anche all'Italia", ha detto il presidente del Consiglio incontrando gli europarlamentari italiani a Strasburgo.

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"Il governo e' convinto che c'e' bisogno di un'Italia che non viene in Europa a chiedere, a rivendicare, ma a far pesare una storia straordinaria per un futuro che sia all'altezza del suo passato", ha spiegato il premier, sottolineando che "siamo disponibilissimi a organizzare un momento di incontro, con Graziano Delrio e Federica Mogherini, con le forme che riterrete opportune come parlamentari italiani in Europa". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aggiungendo. "Sarebbe una cosa preziosa, su di voi pesa una responsabilita' doppia, quella di rappresentare una storia straordinaria e quella di preparare un futuro all'altezza". Infine, il premier ha riferito di aver incontrato un editore italiano che sottolineava come i libri che recano nel titolo la parola 'Europa' non vendono piu' e ha ribadito la necessita' di fare in modo che anche questo possa cambiare. Il Presidente del Consiglio e' poi atteso in serata a Roma per la partecipazione a 'Porta a porta', una occasione per Palazzo Chigi per illustrare agli italiani il programma del nostro semestre alla guida della Ue. Il presidente della Commissione Ue, Jose' Manuel Barroso, apprezza "il chiaro impegno del presidente del Consiglio di portare avanti ulteriori riforme in Italia cosi' come nell'Unione europea". E' uno dei concetti che l'ex premier portoghese esporra' nel pomeriggio a Strasburgo, quando interverra' all'Europarlamento per accogliere il debutto di Matteo Renzi alla guida del semestre italiano. Nel suo discorso, informa Bruxelles, Barroso sottolineera' "il ruolo fondamentale dell'Italia nel dare forma all'Unione fin dall'inizio" e anche "l'esigenza di lavorare insieme, Commissione, Consiglio, Parlamento e Stati, per assicurare che l'Unione dia ai nostri cittadini quello che chiedono: lavoro e crescita". .

Pensioni, l'appello di Damiano ad una soluzione strutturale a breve

Eleonora Accorsi Mercoledì, 02 Luglio 2014

Dalle pagine del Quotidiano "Europa" il presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, da sempre in prima linea sulla questione esodati, ha rilanciato la necessità di andare oltre il provvedimento sulla sesta salvaguardia predisposto dal governo in questi ultimi giorni. Kamsin "Ieri la commissione lavoro della camera ha approvato l’emendamento del governo al disegno di legge sugli “esodati”. Si tratta della sesta salvaguardia che allarga la platea ad altri 32.100 lavoratori. Il provvedimento andrà in aula oggi per la discussione generale. Una settimana fa il ministro Giuliano Poletti era personalmente intervenuto davanti alla stessa commissione per spiegare ai deputati il senso dell’emendamento.  L’esito di questo incontro ha consentito, secondo il Partito democratico, di fare un passo avanti e il totale delle persone che verranno tutelate sale a 170.230 unità, con un impiego di risorse superiore agli 11 miliardi di euro" ha detto Damiano.

"Questa soluzione è il frutto della pressione esercitata unitariamente dalla commissione lavoro della camera attraverso la presentazione di una proposta di legge. È stato però decisivo il fatto che il ministro del lavoro abbia accettato di misurarsi con questo disegno di legge dei partiti di maggioranza e di opposizione con l’apertura di un tavolo di confronto.

Poletti ha promesso una soluzione strutturale al problema pensionistico nella prossima legge di stabilità, utilizzando un insieme di proposte che vanno dalla flessibilità a partire dai 62 anni di età e con le penalizzazioni, alla “Quota 100”, dall’adozione del ricalcolo contributivo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente, al prestito pensionistico.

Aggiungiamo che sarebbe opportuno, nella ricerca di una maggiore gradualità nell’innalzamento dell’età pensionistica, che si tenesse in considerazione la particolare condizione delle donne.

L’emendamento del governo avanza una soluzione, più contenuta nei numeri rispetto alla proposta della commissione lavoro, che permette di spostare avanti di un anno, cioè al 6 gennaio 2016, la maturazione della decorrenza del trattamento pensionistico al fine di accedere alle regole ante-Fornero.

A questa nuova platea di lavoratori si aggiunge anche quella dei “cessati”, ovvero dei licenziati da un lavoro a tempo determinato. Per fare questa operazione è stata utilizzata una parte dei risparmi della seconda e della quarta salvaguardia, alla quale vengono aggiunte altre risorse che verranno coperte utilizzando il Fondo per l’occupazione, fermo restando che si tratta di importi che saranno restituiti dal ministero dell’economia per non mettere in discussione gli interventi di tutela sociale.

È fuori discussione che l’esecutivo abbia assunto un impegno per la soluzione definitiva del problema e che questo sia stato possibile grazie al cammino compiuto in commissione lavoro: è il frutto, in primo luogo, dell’impegno unitario, costante e caparbio di tutti i partiti che hanno fatto delle correzioni alla “riforma” Fornero un punto centrale della loro iniziativa.

In questo ultimo caso abbiamo messo in pratica l’obiettivo di utilizzare tutte le risorse accantonate e di reimpiegare gli eventuali risparmi. Abbiamo chiesto un monitoraggio all’Inps che ha consentito di chiarire che, mentre la prima salvaguardia ha previsto 65.000 lavoratori tutti certificati, la seconda, a fronte di 55.000 pensionandi previsti, ne ha registrati meno di 20.000.

Lo stesso scarto lo abbiamo registrato nella quarta salvaguardia, ma siamo convinti che in futuro si presenterà la stessa situazione che potremo utilizzare positivamente per salvare altri lavoratori.

Non a caso abbiamo chiesto ed ottenuto di avere un tavolo di confronto annuo con un “contatore” delle certificazioni e delle risorse impiegate. Quello che è sicuro è che tutti gli 11 miliardi stanziati dovranno essere utilizzati per i lavoratori rimasti senza reddito a seguito di una “riforma” sbagliata e che non potranno essere stornati per impieghi diversi.

Tra i numerosi problemi non ancora risolti vogliamo segnalare alcuni errori veri e propri: le ricongiunzioni per coloro che hanno versato i contributi all’Inpdap e all’Inps e che, per avere un’unica pensione, debbono versare due volte i contributi (una “svista” del governo Berlusconi); i macchinisti delle ferrovie che non sono stati inseriti nelle armonizzazioni pensionistiche (immaginiamoci un conduttore di Frecciarossa con 67 anni di età); gli insegnanti di “Quota 96” che non vanno in pensione perché il governo Monti non si è accorto che il calendario scolastico non inizia dal primo gennaio. A questi errori bisogna porre rimedio, accanto al fatto che nella legge di stabilità andrà individuata una soluzione strutturale per correggere l’attuale situazione" ha concluso Damiano.

Zedde

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