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PensioniOggi.it

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Notizie

Lavoro

Assegni familiari 2014, l'inps aggiorna i redditi dal 1° luglio

Sergey Venerdì, 13 Giugno 2014

Per la corresponsione degli assegni familiari, l’ INPS ha aggiornato i limiti dei redditi sulla base della rivalutazione del prezzi al consumo dell’ 1,1% rilevati dall’ Istat.

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Le nuove tabelle sono state diffuse dall’ INPS con la circolare n. 76/2014 ed andranno in vigore dal 1 Luglio 2014 fino al 30 Giugno 2015.

La prestazione è prevista per lavoratori e dipendenti con fasce prestabilite di reddito ed è posta in relazione al numero ed alla composizione del nucleo familiare. La relativa domanda va presentata al proprio datore di lavoro utilizzando l’ apposito modello Anf/Dip al quale vanno anche presentate, entro 30 giorni dall’ evento, le eventuali variazioni. In caso di lavoratore addetto a servizi domestici,operaio agricolo a tempo determinato,lavoratore iscritto alla gestione separata la domanda va presentata all’ Inps.

Dal 1° Luglio pertanto fino al limite minimo di reddito annuo di Euro 14.354,66 per un nucleo familiare standard  composto da 3 persone (Marito,Moglie,Figlio) l’importo dell’ assegno Familiare è di Euro 137,5 al mese. Le variazioni incrementative del reddito   fanno diminuire  l’importo dell’ assegno: con un reddito di 20.096 euro l’importo, sempre per una famiglia composta da 3 persone è di 97,98 euro.

Rivolta nel Pd: Mineo replica a Renzi, non ho mai posto veti

Redazione Venerdì, 13 Giugno 2014
- Roma, 13 giu. - "Vorrei chiarire che in nessun momento, in commissione Affari costituzionali, ho paralizzato la riforma del Senato, non ho neanche mai votato in modo tale da fermare questa riforma del Senato, e nessuno dei senatori Tocci, Casson o Chiti hanno fatto qualcosa del genere: nostri veti non ce ne sono stati". Lo ha detto il senatore Corradino Mineo del ad Agora', su Rai3, parlando della sua sostituzione in commissione. "Se il partito si rende conto dell`errore commesso e vuole ricucire, io ne saro' ben lieto. Ricucire significa accettare che i parlamentari possano sostenere la loro posizione, anche perche' in aula parla il capogruppo e tutti gli altri sono destinati a interventi di fine seduta: c'e' una presa partitocratica sul Parlamento che e' una vergogna", ha spiegato Mineo. .
Lavoro

Aumenta a maggio la cassa integrazione straordinaria

Sergey Venerdì, 13 Giugno 2014

Il mercato del lavoro italiano presenta ancora molte difficoltà. Lo dimostrano i dati diffusi ieri dall'Inps che certificano l’ aumento delle ore della cassa integrazione straordinaria:+31,4% rispetto a Maggio 2013. Meglio la cigo che cala nell'industra del 38% sull'anno precedente e quella in deroga (-10,6%).

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Si ricorda che la Cassa integrazione Guadagni Straordinaria (GIGS) è uno strumento finalizzato a fronteggiare gravi crisi delle aziende mediante supporti salariali; la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria (GICO) prevede delle integrazioni salariali per riduzioni delle attività lavorative classificate temporanee; la Cassa Integrazione Guadagni in deroga (GIGD) estende le prestazioni a tutti i lavoratori subordinati, compresi apprendisti, lavoratori a domicilio e lavoratori con contratti di somministrazione.

Complessivamente a maggio sono state richieste 96,4 milioni di ore da parte delle imprese che fanno registrare una diminuzione del 3,9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Da gennaio a maggio sono state richieste circa 488 milioni di ore di cassa integrazione e la cifra complessiva ricalca i dati del 2013, anche se con una lieve contrazione che interessa maggiormente il settore dell’ Industria rispetto a Commercio ed Edilizia che incrementano le loro richieste.

Pensioni

Pensione anticipata, dall'inps via libera al ricalcolo delle penalizzazioni

Nicola Colapinto Venerdì, 13 Giugno 2014

L'istituto di previdenza ha precisato, con il messaggio inps 5280/2014, le modalità per l'istanza di ricalcolo del trattamento pensionistico da parte dei titolari di pensione anticipata che hanno visto il proprio trattamento decurtato per effetto della penalizzazione di cui all'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011.

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La legge Fornero ha infatti previsto che, qualora l'accesso al pensionamento anticipato avvenga a un'età inferiore a 62 anni, si applica un taglio dell'1% per ogni anno d'anticipo rispetto ai 62, elevato al 2% per ogni ulteriore anno di anticipo rispetto ai 60 anni. Ai sensi dell'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 convertito con legge 14/2012, in via temporanea, sino al 31 dicembre 2017 le penalità non troveranno applicazione qualora la contribuzione derivi da: prestazione effettiva di lavoro, astensione obbligatoria per maternità, assolvimento degli obblighi di leva, infortunio, malattia, Cig ordinaria.

I periodi utili ad escludere le penalizzazioni sono stati però successivamente estesi, nel corso del 2013, fino a ricomprendere i periodi di assenza per la donazione di sangue e di emocomponenti, quelli derivanti da congedi parentali di maternità e paternità, i congedi e permessi mensili concessi ai genitori di portatori d'handicap e i periodi di prolungamento del congedo parentale fruiti entro l'ottavo anno di vita del bambino. Ciò può determinare la necessità di un ricalcolo delle prestazioni anticipate "decurtate" già poste in pagamento prima delle intervenute novità legislative.

L'Inps precisa quindi che i titolari di pensione anticipata nel regime misto, liquidata con la riduzione dell’importo del trattamento pensionistico, possono presentare istanza per la rideterminazione dello stesso e la corresponsione dei relativi arretrati. In favore di tali soggetti deve essere riconosciuto il ricalcolo della pensione con effetto dal 1° novembre 2013 per le donazioni di sangue e i congedi maternità e paternità e dal 1° febbraio 2014 per i permessi relativi a portatori di handicap e prolungamento di congedo parentale nel caso di pensioni anticipate con decorrenza dal 1° giorno del mese successivo a quello della maturazione dei contributi.

Infine, con riferimento alle pensioni ai superstiti liquidate con penalizzazione, l'istituto indica che anche i titolari di pensione ai superstiti possono presentare domanda di riesame e si potrà operare la depenalizazione della pensione stessa qualora il decesso del titolare della pensione anticipata si sia verificato in vigenza delle disposizioni in esame.

Fisco

Tasi 2014, le regole per il pagamento dell'acconto sulle prime case

Bernardo Diaz Venerdì, 13 Giugno 2014

Con l'avvicinarsi della scadenza del 16 giugno, nei comuni cd. puntuali, i contribuenti sono chiamati a prestare attenzione alle delibere approvate dai municipi al fine di evitare errori nel pagamento dell'acconto.

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Nella Tasi la definizione di abitazione principale è, per espressa previsione di legge, quella valevole ai fini Imu. Deve pertanto trattarsi dell'abitazione posseduta dal contribuente nella quale egli risieda anagraficamente e dimori abitualmente, insieme ai suoi familiari; in presenza poi di due abitazioni in possesso ciascuna di uno dei due coniugi, con residenze separate, ubicate nello stesso comune, solo una delle due può essere considerata abitazione principale. L'altra sarà assimilata come altro immobile e dunque, in via generale, sarà soggetta sia a Imu che a Tasi, seppure con il vincolo dell'aliquota massima non superiore al 10,6 per mille (11,4 per mille in caso di Super Tasi).

L'aliquota base della Tasi per le abitazioni principali è per tutti gli immobili pari all'1 per mille e, nel 2014, non può superare il 2,5 per mille. Per quest'anno tuttavia i comuni possono elevare l'aliquota massima sino al 3,3 per mille a condizione che vengano finanziate misure di favore per i contribuenti, tali da rendere il carico della Tasi sull'abitazione principale non superiore all'Imu pagata nel 2012. In questa ipotesi, quindi, nei comuni che si sono avvalsi della facoltà di superare il tetto massimo di legge dell'aliquota devono essere state adottate apposite detrazioni sostanzialmente equivalenti a quelle vigenti ai fini Imu nel 2012.

Secondo l'ordine dei Commercialisti di Milano per comprendere se gli immobili assimilati all'abitazione principale ai fini Imu rientrino nella medesima nozione dettata nella Tasi è necessario vagliare attentamente la delibera comunale. In assenza di specificazioni nella delibera, si ritiene che le assimilazioni ope legis previste in materia di Imu possano essere estese anche nella Tasi. Pertanto sarebbe possibile equiparare all'abitazione principale: 1) gli immobili delle cooperative a proprietà indivisa; 2) gli alloggi sociali; 3) l'ex casa coniugale assegnata in sede di separazione o divorzio; 4) l'immobile non locato dei soggetti appartenenti alle forze armate e degli altri soggetti indicati nella norma.

Complesse poi le regole in caso di divorzio o separazione legale dei coniugi. Infatti se la casa assegnata al coniuge a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento o divorzio, è assimilata all'abitazione principale ai fini del pagamento della Tasi le regole si complicano non di poco.

Infatti dato che i soggetti passivi della Tasi sono i possessori e i detentori, che se non coincidono nella stessa persona sono tenuti singolarmente al pagamento del nuovo tributo nelle misure fissate dal Comune si dovrebbe arrivare alla conclusione che anche nel caso di specie trovi applicazione la regola generale di ripartizione del tributo tra possessore e detentore, cioè tra coniuge assegnatario e non assegnatario. Quindi in caso di comproprietà l'imposta, calcolata con l'aliquota prevista per l'abitazione principale, dovrà essere pagata da entrambi i coniugi in base alle rispettive quote di possesso (a cui computare  anche l'eventuale detrazione riconosciuta dal Comune in caso di Super Tasi). Il Ministero delle Finanze invece, in risposta ad uno specifico quesito ha affermato che «il coniuge è titolare del diritto di abitazione e, indipendentemente dalla quota di possesso dell'immobile, è il solo che paga la Tasi con l'aliquota e la detrazione, eventualmente prevista, per l'abitazione principale". Dubbi questi che, secondo l'ordine dei Commercialisti di Milano, potrebbero trovare una soluzione solo nel regolamento comunale.

Altro...

Riforma Pa: oggi la decisione del Cdm. In arrivo mobilita' ma niente esuberi

Redazione Venerdì, 13 Giugno 2014

E' una riforma dell'amministrazione pubbica basata sviluppata su 44 punti, che si concretizzera' in un decreto legge e in un disegno di legge delega. Kamsin Oggi è il giorno chiave, con il consiglio dei ministri e la conferenza stampa a Palazzo Chigi.

I contenuti della riforma sono stati sottoposti ad una consultazione pubblica lo scorso 30 aprile e il governo ha ricevuto 39.343 e-mail, sufficienti per ritenere di avere un mandato a procedere, nonostante la contrarieta' dei sindacati. Nella riunione tenuta oggi a Palazzo Vidoni il ministro Marianna Madia ha assicurato che nei provvedimenti normativi non si parlera' ne' di esuberi ne' di prepensionamenti; e' prevista la mobilita' obbligatoria ma non nel raggio dei 100 km come era stato ipotizzato in un primo momento.

Al contrario di quanto chiedono i lavoratori della P.a., nessun riferimento al rinnovo del contratto, il 45esimo punto aggiunto dai sindacati. E' prevista una riduzione delle spese ma non tagli lineari. Della cosiddetta "staffetta generazionale" nell'incontro di oggi non si e' parlato, ma l'inserimento dei giovani e' il primo dei 44 punti del governo che recita "abrogazione dell'istituto del trattenimento in servizio", che produrrebbe oltre 10mila posti in piu' per i giovani, a costo zero. La mobilita' volontaria e obbligatoria e' il secondo punto, ma domani si vedra' come sara' normata: il ministro Madia ha dichiarato di non aver mai immaginato di stravolgere la vita delle famiglie dei dipendenti pubblici. Il terzo punto del documento prevede l'introduzione dell'esonero dal servizio, il quarto l'agevolazione del part time, il quinto limiti ai compensi cumulabili, il sesto la possibilita' di affidare mansioni assimilabili quale alternativa per il lavoratore in esubero, il settimo maggiore flessibilita' delle regole sul turnover. Tutti argomenti su cui i sindacati aspettano di saperne di piu'.

Quel che e' certo, invece - hanno riferito Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb - e' la riduzione dl 50% del monte ore dei permessi sindacali. Confermata anche le modifiche per i dirigenti pubblici: Madia ha parlato di un "mercato con meccanismi di competizione" ed i punti 9 e 10 prevedono l'introduzione del ruolo unico della dirigenza e l'abolizione delle fasce, mentre il 12esimo la valutaizone dei risultati e la retribuzione di risultato erogata anche in funzione dell'andamento dell'economia. Ipotizzata anche la revoca dei dirigenti se i risultati non sono raggiunti.

Il documento del ministero prevede poi una riorganizzazione "strategica" che consenta riduzione degli sprechi: il ministro ha assicurato che non ci saranno tagli lineari ma una riorganizzaizne che portera' risparmi. Tra le proposte, la gestione associata dei servizi di supporto all'abolizione del concerto tra ministeri, passando per la riorganizzazione del sistema delle autorita' indipendenti, la soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la centrale unica per gli acquisti per tutte le forze di polizia, le leggi auto-applicative, il controllo della ragioneria generale solo sui profili di spesa. Ed ancora il censimento degli enti pubblici, la creazione di una sola scuola nazionale dell'amministrazione, l'accorpamento delle sovrintendenza.

Piu' critiche ha sollevato l'idea di accorpare Aci, Pra e Motorizzazione civile, la riduzione delle prefetture e delle aziende municipalizzate, la razionalizzaizone delle autorita' portuali. Maggiori pareri positivi ha raccolto la proposta di eliminare l'obbligo di iscrizione alle camere di commercio.

Zedde

Pd diviso sulle riforme, autosospesi 14 senatori. L'ira di Renzi

Redazione Giovedì, 12 Giugno 2014
- Roma, 12 giu. - Il caso Mineo rompe la pax renziana iniziata nella notte delle Europee e rischia di avere ripercussioni anche all'assemblea di sabato all'Ergife, quando si trattera' di eleggere il nuovo presidente. La sostituzione del senatore in Commissione Affari Costituzionali era nell'aria da ieri mattina, quando il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi si era appellata al capogruppo al Senato Luigi Zanda perche' riportasse "compattezza" all'interno del gruppo dem. Puntuale, in serata, e' arrivata l'avvicendamento tra Mineo e lo stesso Zanda che ha portato all'auto sospensione di 14 senatori contrari all'impostazione data dal governo alla riforma della Camera alta del Parlamento. Si tratta di Felice Casson, Vannino Chiti e dei colleghi Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Giacobbe, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti, Tocci, Turano. "Il processo delle riforme va avanti, non si puo' fermare per dieci senatori",ha commentato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Ma a tuonare contro i "veti" posti da Mineo e dagli altri senatori 'dissidenti' e' stato il presidente del consiglio che, da Astana, ha puntualizzato: "Il Pd non e' un taxi, non lascio il Paese a Mineo. Contano piu' i voti degli italiani che il diritto di veto di un singolo politico" e "sulle riforme non molliamo di mezzo centimetro, siamo convinti di cambiare il Paese". Parole che hanno innescato un lungo botta e risposta tra i 14 e la maggioranza del partito sull'articolo 67 della Costituzione, quello secondo cui un parlamentare non ha vincolo di mandato nell'esercizio delle sue funzioni. "Mai posto veti", e' stata la risposta di Corradino Mineo che derubrica a una battuta, seppur "sublime", quella di Renzi sul Paese che rischia di essere lasciato nelle mani dell'ex direttore di Rainews. "Chiediamo un chiarimento: una discussione franca e senza tabu' per ricostruire il rapporto di fiducia tra noi e la presidenza del gruppo. Chiediamo che si argini questo fiume di avvertimenti e minacce a mezzo stampa", ha poi aggiunto, "e vogliamo sapere se l'articolo 67 della Costituzione sia da considerare carta straccia e se i partiti (gli stessi che hanno messo in ginocchio questo paese) abbiano il diritto di prevaricare e far tacere ogni parlamentare. Siamo in attesa. Fino a martedi'", quando e' in programma una assemblea dei senatori dem. Uno scontro che si e' poi spostato al Nazareno, dove in serata si e' tenuta una direzione per l'approvazione del bilancio. "Se c'era la disciplina di partito, la costituzione non c'era". Ranieri ha poi paventato che le tensioni sulle riforme possano avere ricadute anche sull'elezione del presidente dell'assemblea: "Sabato c'e' l'assemblea: secondo me si puo' trovare il modo di correggere quello che considero un errore", ha sottolineato il civatiano Andrea Ranieri. "Sbaglia Ranieri", ha ribattuto Andrea Mirabelli: "non c'e' nessuna penalizzazione del dissenso. In commissione si sta a rappresentare il gruppo. Perche' siamo un gruppo di maggioranza impegnato a realizzare una delle cose prioritarie su cui gli elettori ci hanno dato credito. Per questo la maggioranza deve avere i numeri nelle commissioni. Se ci sono dissensi ognuno li puo' manifestare in aula". Piu' dura Rosa Maria Di Giorgi, senatrice renziana, che invita i 14 a fare un corso accelerato di democrazia: "In Commissione rappresenti la linea del partito e, in Senato, non puoi pensare di fare passare la tua posizione rispetto a quella della maggioranza. Questo non puo' essere consentito. In un paio di direzioni e un'assemblea e' stato deciso un percorso e penso che una ripassatina del concetto di democrazia qualcuno lo dovrebbe fare". .

M5S: ok all'alleanza con Farage, sul blog oltre 23mila si'

Redazione Giovedì, 12 Giugno 2014
- Roma, 12 giu. - M5S certifica l'alleanza con l'Ukip di Farage in Europa. Il referendum sul blog di Grillo ha infatti decretato la vittoria di Farage. I votanti sono stati 29.584: per il gruppo EFD di Farage hanno votato 23.121, per l'Ecr 2.930, per i 'Non iscritti' 3.533. "Di quale gruppo politico europeo dovra' far parte il M5S? Sono aperte le votazioni" scriveva stamane Beppe Grillo su Facebook. Ma le opzioni di voto erano solo tre: EFD (Europa per la Liberta' e la Democrazia, gruppo a cui aderisce Farage), ECR (Conservatori e Riformisti Europei) e raggruppamento dei Non Iscritti. Mancano i Verdi nonostante l'apertura di ieri. Un post scriptum precisava che "nel caso la soluzione piu' votata non sia praticabile, sara' perseguita la successiva piu' votata". La decisione di non mettere l'opzione Verdi sul blog di Grillo aveva creato malumore e scompiglio nel Movimento 5 stelle. Soprattutto perche' nessuno dei parlamentari era informato, neanche i 17 che si trovano al Parlamento europeo e che fino a ieri confermavano che oggi gli iscritti 5 stelle avrebbero potuto votare anche per i Verdi, oltre a Farage e agli euroscettici mdorati dell'Ecr. E invece, la scelta - a sorpresa - e' tra questi ultimi due gruppi e poi, terza opzione, il 'raggruppamento dei non iscritti' che pero' nel Parlamento europeo significa essere di fatto irrilevanti. I 5 stelle reagiscono parlando con i cronisti o affidando ai social la loro delusione: molti annunciano che non voteranno. Tra questi la deputata dissidente Paola Pinna che su twitter dice che tra "destra populista, destra conservatrice e il nulla, anche l'astensione ha valore di voto". Secondo quanto si apprende anche i critici Aris Prodani e Tommaso Curro' non parteciperanno alla votazione, mentre altri dissidenti come Tancredi Turco e Walter Rizzetto ci stanno pensando su. Per tutti i cosiddetti dissidenti, in ogni caso, la modalita' del voto online con l'esclusione dei Verdi e' "una presa in giro". I fedelissimi, invece, difendono la scelta di escludere i Verdi e dicono senza esitazione che voteranno per Farage. La senatrice 5 stelle Paola Taverna non ha dubbi: "Votero' per Farage". Stessa scelta per i deputati Manlio Di Stefano e per il senatore Alberto Airola che assicura: "Farage non intacchera' la nostra identita' politica". E sull'esclusione dei Verdi, la spiegazione degli integralisti e' questa: "Era come voler fare un matrimonio con chi non sapeva se sposare te o qualcun altro.. I Verdi erano spaccati. E' stato giusto escluderli in questa fase finale" dice Airola, anche perche' "dai Verdi c'e' stato un balletto scandaloso". Piu' tranchant Di Stefano: "E' giusto perche' ci hanno schifato fino a ieri". Anche Angelo Tofalo, altro fedelissimo alla linea del Movimento, sostiene che "da parte dei Verdi non c'e' stata alcuna trattativa ufficiale, nessuna risposta ufficiale. Se poi era l'opzione piu' votata e loro ci rispondevamo picche, che facevamo? Restavamo noi con il cerino in mano...". La collega alla Camera Maria Edera Spadoni e' piu' prudente: "Non ho ancora votato, e' un dilemma... Non so ancora. Comunque, non avrei votato per i Verdi che hanno ancora un'idea di mantenimento di questa Europa". Ma a esprimere perplessita' sull'assenza dei Verdi tra i gruppi politici a cui M5S puo' aderire nel Parlamento europeo, sono anche a sorpresa deputati sempre allineati come Stefano Vignaroli, 'anima' ambientalista di M5S, che su Facebook ha detto di essere "indeciso" e che forse votera' "di non iscriversi perche' trovo le altre opzioni scarsamente pluralistiche". Oppure il collega siciliano Francesco D'Uva che, anche lui nero su bianco su Fb, lamenta: "E' vero che i Verdi non hanno tutta questa voglia di accoglierci, e' vero che stanno facendo lo stesso giochetto che fece Bersani piu' di un anno fa, ovvero fingere un'apertura e poi dare la colpa a noi, ma non prenderli nemmeno in considerazione nella votazione non ha alcun senso, soprattutto se, come indicato nel post scriptum, "nel caso la soluzione piu' votata non sia praticabile, sara' perseguita la successiva piu' votata". .

M5S: nuovo attacco di Grillo a Pizzarotti, risponda nel merito

Redazione Giovedì, 12 Giugno 2014
- Roma, 12 giu. - "Pizzarotti risponda nel merito. Perche' non ha indetto referendum per stabilire se Parma preferisce le penali o l'inceneritore come promesso?". Cosi' su twitter Beppe Grillo torna ad attaccare il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. .

Riforme, nel Pd e' scontro totale Renzi, non lascio Paese a Mineo

Redazione Giovedì, 12 Giugno 2014
- Roma, 12 giu. - Non si chiude senza strascichi la vicenda della sostituzione di Chiti e Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali. Tredici senatori si autosospendono dal gruppo Pd. Lo annuncia in Aula Paolo Corsini. "E' stupefacente che Corradino Mineo parli di epurazione - replica Matteo renzi - Il partito non e' un taxi che si prende per farsi eleggere", ha detto ai suoi di rientro in Italia dal Kazakistan, dove ha incontrato il presidente Nursultan Nazarbayev. Il Pd, ha aggiunto Renzi, "e' davanti a un bivio. Non ho preso il 41% per lasciare il futuro del Paese a Mineo". Fra i firmatari anche Felice Casson, con Vanino Chiti e lo stesso Mineo. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta "un'epurazione delle idee considerate non ortodosse" sulla legge piu' importante, quella costituzionale, ha detto Corsini leggendo un documento messo a punto. "Si tratta di una palese violazione dell'articolo 67 della Carta", ha aggiunto. "La rimozione dei senatori Chiti e Mineo dalla Comissione Affari Costituzionali decisa ieri dalla presidenza del gruppo rappresenta di fatto una epurazione delle idee considerate non ortodosse dal processo di formazione della piu' importante delle leggi, la riforma costituzionale", ha detto testualamnte il senatore Corsini. "Nella sostanza si tratta di una violazione dell' art.67 della Carta. Un parlamento meno libero non aumenta la liberta' dei cittadini. Chiediamo dunque alla presidenza del gruppo il necessario e urgente chiarimento prima dell'assemblea di martedi' 17 giugno. Nel frattempo i sottoscritti senatori si autosospendano dal gruppo parlamentare". I senatori in questione sono: Casson, Chieti, Corsini, D'Adda, Dirindin, Gatti, Lo Giudice, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Ricchiuti e Tocci. E' 'MARETTA' IN GRUPPO PD SENATO = E' 'maretta' nel gruppo Pd del Senato, dopo l'autosospensione di tredici senatori per la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. 'Renzi non e' mai venuto a parlare con i 20 che hanno firmato il ddl Chiti, in maniera approfondita', si osserva nella minoranza del Pd, e si sottolinea: 'tratta con Berlusconi e non si confronta con il suo partito'. E ancora: 'non si puo' dire o si fa come dico o tutti a casa'. 'Renzi e' arrivato addirittura a dire che lo facciamo per soldi, per tenere l'indennita' dei senatori - attacca un altro parlamentare - Ma posso rispondere come successe fra Cacciari e Craxi quando gli propose di prendere la tessera del Psi: grazie sono gia' benestante di mio'. 'Non stiamo parlando affatto di democrazia' e' l'affondo della maggioranza del partito, dove c'e' chi non nasconde 'l'incazzatura'. Mai parlato in maniera approfondita di riforme? 'Ma se abbiamo fatto 9 assemblee , in due e' venuto Matteo Renzi e in un'altra la Boschi', e' la replica. 'La commissione Affari costituzionali non e' una proprieta' In commissione si rappresenta la posizione del gruppo che ti ha designato, se non sei d'accordo con la maggioranza te ne vai', considera un altro parlamentare ancora. 'Certo che fare un gesto plateale come quello di oggi, con l'applauso dei grillini... Mi auguro ci si faccia un esame di coscienza', osserva un democratico e c'e' chi gli fa eco: 'ma che fanno? Vogliono dare maggior peso a Berlusconi sulle riforme?'. E c'e' chi aggiunge: 'non e' che se non si e' d'accordo su una cosa si fa saltare tutto'. E' come se 'Totti in disaccordo con l'allenatore, dicesse allora io faccio come mi pare, anzi gioco nel ruolo del portiere'. Ma tant'e' sabato ci sara' l'assemblea nazionale del partito, dove con ogni probabilita' Renzi trattera' il tema delle Riforme, che e' un cavallo di battaglia del segretario - premier, ma non sara' quella la sede per il confronto con la minoranza autosospesa. Bisognera' aspettare martedi' la riunione del gruppo di Palazzo Madama. BOSCHI, RIFORME NON SI FERMANO PER 10 SENATORI "Le riforme non si fermano se 10 senatori la pensano diversamente" cosi' il ministro Maria Elena Boschi. "Credo sia serio portare avanti questa riforma. Un processo che - ha sostenuto il ministro - ha forza in se. Una forza che deriva dal consenso dei cittadini che ha dato il 41% al Pd", sottolinea. E ancora: "si va avanti abbiamo avuto un ampio modo per confrontarci. C'e' stato un dibattito approfondito che nasce dalle primarie e che e' stato portato avanti nella direzione, nella segreteria e nei gruppi". I 13 senatori autosospesi avranno la mani libere di non votare la riforma? "Credo che lo possano fare da punto di vista 'legale'. Ma credo che eventualmente cio' non sarebbe particolarmente corretto verso i cittadini che li hanno eletti con il Pd". "Nessuno ha chiesto loro di autosospendersi. Ora sta a loro decidere se far parte del processo di riforme o fare una scelta diversa". .
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