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Notizie - Results from #8060

 

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Notizie

Fisco

Acconto tasi 2014, tre scadenze: a giugno, ottobre e dicembre

Bernardo Diaz Martedì, 27 Maggio 2014
Sarà questione di giorni la definizione della questione sulla Tasi. Ormai è chiaro che l'acconto sarà rinviato a ottobre nei Comuni che non hanno adottato entro il 23 Maggio la delibera che fissa aliquote e detrazioni.

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I ritardatari dovrebbero essere poco meno di 6 mila, su oltre 8 mila in quanto negli ultimi due giorni prima della scadenza molti comuni si sono messi in regola comunicando al Ministero dell'Economia le loro scelte.

La data precisa per la nuova scadenza dovrebbe essere fissata al 16 ottobre, l'appuntamento sarà messo nero su bianco probabilmente giovedì nel Cdm con un decreto legge.  Assodato ciò le scadenze della Tasi diventeranno quindi tre: entro il 16 giugno si dovrà pagare la prima rata, sia per la prima casa sia per tutti gli altri immobili, nei soli 2 mila Comuni che hanno approvato la delibera (i cd. comuni puntuali). Entro ottobre, probabilmente il 16, si pagherà la prima rata per le abitazioni diverse da quelle principali nei 6 mila Comuni ritardatari, che avranno tempo fino al 31 luglio per definire aliquote e detrazioni.

Terza scadenza il 16 dicembre quando saranno chiamati alla cassa i proprietari delle abitazioni principali nei comuni ritardatari (che pagheranno l'importo in un'unica soluzione). Nella stessa data gli altri contribuenti dovranno pagare il saldo degli acconti versati a Giugno o ad Ottobre.

II decreto definirà anche la questione delle anticipazioni di cassa, i soldi che lo Stato girerà ai Comuni «ritardatari» per garantire la liquidità necessaria per tirare avanti fino ad Ottobre. I denari arriveranno dal fondo di solidarieta per gli enti locali mentre non è ancora chiaro chi dovra pagarne gli interessi passivi.

Renzi a Bruxelles, si cambia Oggi parte il risiko delle nomine

Redazione Martedì, 27 Maggio 2014
- Roma, 27 mag. - L'Italia ora e' piu' forte in Europa e da domani potra' chiedere un cambio di passo nelle politiche comunitarie, a maggior ragione dopo la batosta dei partiti di governo nella stragrande maggioranza dei paesi Ue. Ma anche nel grande risiko che si apre nelle nomine tra Bruxelles e Strasburgo da oggi il Belpaese chiede maggiore rispetto. Con questa impostazione Matteo Renzi partecipera' oggi pomeriggio prima al vertice del Pse e poi al consiglio informale Ue. "Si apre un percorso complicato - ha spiegato lo stesso Renzi a 'Porta a porta' -, c'e' da scegliere il presidente del Parlamento, il presidente del Consiglio europeo, il presidente della commissione Ue e il rappresentante della politica estera". Ed e' "ragionevole" pensare che una di queste caselle venga impersonata da un italiano. Renzi mette le mani avanti e spiega che "il punto e' che l'Italia non deve preoccuparsi di portare un italiano, deve preoccuparsi delle politiche che si fanno". Ma e' indubbio che il peso del Pd nel Pse e il fatto che quello di Renzi sia l'unico governo ad essere stato premiato dalle urne avranno il loro peso. Fino a ieri il Pd pensava solo a un commissario di peso. Da ieri spera in qualcosa di piu'. Innanzitutto il Pd potra' rivendicare di avere il capogruppo del Pse, e di certo la capolista del Centro, Simona Bonafe' ha delle chances, essendo stata la piu' votata in Italia. A meno che questo non confligga con la carica di presidente del Parlamento Ue, ruolo per cui da tempo si pensa a Gianni Pittella, gia' vicepresidente. Ma se la casella italiana non sara' quella del Pe, il capogruppo Pse sara' certamente del Pd. E l'obiettivo del premier, in effetti, e' quello di 'portare a casa' un incarico italiano di peso, un ruolo capace di imprimere una svolta nella politica europea. Dunque il vero target di Renzi e' uno dei tre incarichi di peso: presidente della Commissione, del Consiglio e per Mister Pesc. Per la Commissione sta gia' scaldando i motori Jean Claude Junker, su cui domani si aprira' il dibattito. Per gli altri due l'Italia puo' avanzare delle pretese senza timori. Certo c'e' la guida italiana della Bce, ma Mario Draghi ha una credibilita', si considera in ambienti dem, talmente consolidata ormai che potrebbe non essere portato a detrimento delle richieste italiane. I nomi che circolano sono sempre gli stessi, in passato si e' parlato di Massimo D'Alema e di Mario Monti, ma anche di Enrico Letta. Renzi ha abituato alle sorprese e al rinnovamento e un volto 'nuovo' potrebbe essere apprezzato. Ma tutto comincera' oggi e molto dipendera' dalle trattative che sconteranno il fatto che il Ppe e' arrivato primo e che Angela Merkel non e' stata penalizzata dal voto. .

Trionfo-bis alle amministrativePiemonte, Abruzzo, Firenze a Pd

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - Il Pd stravince anche alle amministrative: se il voto locale poteva essere considerato l'esame di riparazione dei Cinque Stelle, dati in pole anche in Abruzzo, il Movimento e' stato respinto dalle vittorie sorprendenti per numero di voti di Sergio Chiamparino in Piemonte e Dario Nardella a Firenze. Dopo i guai giudiziari che hanno decretato anzitempo la fine della giunta guiidata da Roberto Cota, l'ex sindaco di Torino prende il 48 per cento dei voti, distanziando di 28 punti percentuali il grillino Davide Bono. Distacco a doppia cifra anche in Abruzzo dove l'ex sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso, ottiene il 40 per cento dei voti contro i 24 del governatore di FI uscente Gianni Chiodi. Per quanto riguarda i Comuni, e' una marcia trionfale quella di Dario Nardella che sfiora il 60 per cento dei consensi contro lo sfidante del centro destra Marco Stella fermo all'11,97 per cento. E' un testa a testa a Bergamo tra il sindaco uscente Franco Tentorio (centrodestra) e il candidato del centrosinistra, Giorgio Gori. A scrutinio quasi concluso il primo ha ottenuto oltre il 42% mentre Gori piu' del 45%. Dunque, con ogni probabilita', sara' ballottaggio. Distaccato il grillino Marcello Zenoni, che si e' fermato a 4.700 voti, circa l'8%. Probabile balottaggio anche a Padova, dove e' in testa l'attuale sindaco reggente Ivo Rossi, candidato del Pd, con il 32,76%, nei confronti di Massimo Bitonci (Lega e Forza Italia) con il 31,85%. Seguono Francesco Fiore (Lista ambientalista Padova 2020) con il 10,30%, Maurizio Saia (centrodestra) con il 10,14% e Giuliano Altavilla (M5s) con il 9,26%. I primi dati sulle comunali in corso a Bari confermano ampiamente la partita a due limitata al candidato del centrosinistra Antonio Decaro, in testa col 51%, seguito da Mimmo Di Paola che guida la coalizione di centrodestra con il 32% dei voti, ma le sezioni scrutinate sono solo 14 su 345. Troppo lontani gli altri 8 candidati, a partire da Sabino Mangano del movimento di Grillo che finora ha messo insieme poco piu' del 7% dei suffragi scrutinati sinora. Centrodestra avanti solo a Pavia, dove Alessandro Cattaneo appoggiato da Forza Italia, Ncd - Udc, Fratelli d'Italia e Lega Nord ha conquistato il 46,16% dei voti. Fermo al 37% il candidato del centro sinistra Massimo Depaoli. .

Renzi: non mi aspettavo voto cosi', ora non devo sbagliare

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - "Se devo essere sincero no, con proporzioni cosi' grandi per alcuni aspetti e' quasi commovente perche' hai una forte responsabilita', non devi sbagliare un colpo". Cosi' il premier Matteo Renzi risponde quando, a Porta a porta, gli viene chiesto se si aspettava questo risultato elettorale. Per Renzi, "e' anche un risultato che rafforza quella parte d'Italia che ci crede e tra gli urli e le proposte ha scelto di stare con le proposte. E' come se con questo risultato dicessimo l'Italia c'e' e ha voglia di contare in Europa". .

Renzi, Italia piu' forte delle paure, ora le riforme

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014

- Roma, 26 mag. - L'Italia "e' piu' forte delle paure che l'attraversano" e chiede riforme. Matteo Renzi interpreta cosi' il plebiscito che esce dalle urne alle elezioni europee e che si consolida alle amministrative. Uno sprone a spingere il pedale dell'acceleratore, a bruciare i tempi per cambiare il Paese, non a portarlo al voto, che pure resta una minaccia sempre pronta per chi cercasse di ostacolare il percorso del governo, ma a riformarlo finalmente. "La rottamazione puo' iniziare" ha annunciato il premier in conferenza stampa. E dunque il presidente del Consiglio ripete piu' volte che, messe da parte le paure e puntando sulla speranza, ora "e' il momento di rimettersi immediatamente al lavoro". Un primo esempio e' la decisione di mandare un aereo di Stato per riportare a Roma i bimbi adottati da coppie italiane ma da mesi bloccati in Congo. Adesso le riforme sono "un dovere non un optional". "Sappiamo che questo voto e' per l'Italia che vuole cambiare, non possiamo permettere a nessuno di cancellare dal vocabolario della politica la parola speranza". Leggendo i dati che continuano ad arrivare e che consegnano un "risultato storico" per il Pd al governo, per il premier non ci sono dubbi: "L'Italia c'e', e' determinata e decisa. Questo risultato spinge tutti noi ad avere consapevolezza del nostro compito. Avvertiamo lo straordinario compito cui i cittadini ci hanno chiamato: togliere gli alibi, non c'e' piu' spazio per rinviare le riforme". Il Paese deve "alzare le ambizioni ma per farlo deve cambiare. Il messaggio di stanotte, che per l'ampiezza del risultato in molti ricorderemo a lungo, ci dice che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora piu' veloci di quelli che abbiamo immaginato". All'indomani del voto per Renzi e' chiaro che "Ci sono tutte le condizioni perche' il Parlamento faccia le riforme", senza perdere ulteriormente tempo, quindi gia' entro l'estate. E gli alleati confermano questa impostazione. Magari qualche leggera modifica all'Italicum ci sara', ma la regola del ballottaggio, con Grillo in calo, mantiene la sua utilita'. E il premier ribadisce anche il suo "appello" al dialogo al Movimento cinque stelle: "Se uomini e donne dei Cinque stelle volessero portare" al tavolo delle riforme "in cui noi siamo convintamente insieme a Forza Italia" delle riflessioni "sarebbero ascoltati", assicura. Un ponte anche a quei grillini che da tempo si trovano in sofferenza nelle griglie del Movimento e che in molti vedono pronti a sostenere il governo con un nuovo gruppo parlamentare. Un allargamento della maggioranza che potrebbe non limitarsi ai dissidenti del M5s ma tentare anche aree della sinistra e del centro. E un'immediata ricaduta ci sara' anche nella vita interna del Pd. Gia' giovedi' si riunira' la direzione del partito per sancire l'allargamento della maggioranza e una nuova alleanza con la minoranza che da settimane e' in posizione dialogante. Ma il presidente del Consiglio, unico leader di governo di un grande paese a guadagnare punti in Europa, non dimentica il risvolto comunitario: "Questo e' il momento dell'Italia, e' il momento dell'Italia che deve guidare il semestre europeo, spendere meglio i fondi europei e che deve cambiare le istituzioni europee partendo dall'assunto che dobbiamo prima cambiare noi stessi". Gia' domani Renzi sara' a Bruxelles per il vertice informale Ue e potra' far pesare il suo ruolo nel puzzle di nomine e di politiche della legislatura europea che comincia ora. .

Altro...

Renzi: Federico Motka e' libero, domani torna in Italia

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - "Ho appena comunicato a Giovanna Motka che suo figlio Federico, sequestrato da oltre un anno, sta rientrando e sara' in Italia domani #acasa". Cosi' Matteo Renzi, su Twitter. Federico Mokta era stato rapito il 13 marzo scorso ad Atmeh, in Siria. Motka, riferisce la Farnesina, e' libero "grazie a un complesso e delicato lavoro dei nostri servizi di informazione e dell'Unita' di crisi del ministero degli Esteri". .

Europee: La Russa non supera quorum e si taglia barba in diretta

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - Ignazio La Russa onora la scommessa fatta settimane fa e si lascia tagliare la barba in diretta a 'Porta a porta'. "Ci presentiamo e superiamo la soglia del 4%. Mi taglio la barba, che non taglio da quarant'anni, se non superiamo il 4%" aveva detto l'esponente di Fratelli d'Italia. Detto fatto, una volta giunti tutti i risultati, La Russa si e' seduto su una sedia da barbiere in studio e si e' lasciato rasare, con tanto di schiuma e rasoio. .

Ue: Renzi a Bruxelles per 'Italia piu' forte', parte risiko

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - L'Italia ora e' piu' forte in Europa e da domani potra' chiedere un cambio di passo nelle politiche comunitarie, a maggior ragione dopo la batosta dei partiti di governo nella stragrande maggioranza dei paesi Ue. Ma anche nel grande risiko che si apre nelle nomine tra Bruxelles e Strasburgo da domani il Belpaese chiede maggiore rispetto. Con questa impostazione Matteo Renzi partecipera' domani pomeriggio prima al vertice del Pse e poi al consiglio informale Ue. "Si apre un percorso complicato - ha spiegato lo stesso Renzi a 'Porta a porta' -, c'e' da scegliere il presidente del Parlamento, il presidente del Consiglio europeo, il presidente della commissione Ue e il rappresentante della politica estera". Ed e' "ragionevole" pensare che una di queste caselle venga impersonata da un italiano. Renzi mette le mani avanti e spiega che "il punto e' che l'Italia non deve preoccuparsi di portare un italiano, deve preoccuparsi delle politiche che si fanno". Ma e' indubbio che il peso del Pd nel Pse e il fatto che quello di Renzi sia l'unico governo ad essere stato premiato dalle urne avranno il loro peso. Fino a ieri il Pd pensava solo a un commissario di peso. Da ieri spera in qualcosa di piu'. Innanzitutto il Pd potra' rivendicare di avere il capogruppo del Pse, e di certo la capolista del Centro, Simona Bonafe' ha delle chances, essendo stata la piu' votata in Italia. A meno che questo non confligga con la carica di presidente del Parlamento Ue, ruolo per cui da tempo si pensa a Gianni Pittella, gia' vicepresidente. Ma se la casella italiana non sara' quella del Pe, il capogruppo Pse sara' certamente del Pd. E l'obiettivo del premier, in effetti, e' quello di 'portare a casa' un incarico italiano di peso, un ruolo capace di imprimere una svolta nella politica europea. Dunque il vero target di Renzi e' uno dei tre incarichi di peso: presidente della Commissione, del Consiglio e per Mister Pesc. Per la Commissione sta gia' scaldando i motori Jean Claude Junker, su cui domani si aprira' il dibattito. Per gli altri due l'Italia puo' avanzare delle pretese senza timori. Certo c'e' la guida italiana della Bce, ma Mario Draghi ha una credibilita', si considera in ambienti dem, talmente consolidata ormai che potrebbe non essere portato a detrimento delle richieste italiane. I nomi che circolano sono sempre gli stessi, in passato si e' parlato di Massimo D'Alema e di Mario Monti, ma anche di Enrico Letta. Renzi ha abituato alle sorprese e al rinnovamento e un volto 'nuovo' potrebbe essere apprezzato. Ma tutto comincera' domani e molto dipendera' dalle trattative che sconteranno il fatto che il Ppe e' arrivato primo e che Angela Merkel non e' stata penalizzata dal voto. .

Ue: Renzi, possibile operazione keynesiana da 150mld di euro

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Roma, 26 mag. - "Abbiamo la possibilita' di fare una grande operazione keynesiana da piu' di 150 miliardi di euro. Il punto vero e' capire come spendi" i fondi europei: "si tratta di prendere delle scelte su quali infrastrutture pubbliche, quali investimenti in innovazione". Lo ha detto Matteo Renzi intervistato a Porta a Porta. .

Abruzzo: Chiodi, una sconfitta netta

Redazione Lunedì, 26 Maggio 2014
- Pescara, 26 mag. - "Una sconfitta netta". Il presidente uscente della Regione Gianni Chiodi e candidato alla presidenza per il centrodestra parla cosi' del risultato elettorale che si e' registrato in Abruzzo, dove si e' affermato nettamente il candidato alla presidenza del centrosinistra, Luciano D'Alfonso. Chiodi ha detto di aver chiamato D'Alfonso, di aver "scambiato dei messaggi" con lui e di avergli "fatto gli auguri". "Lo invitero' - ha detto ancora Chiodi parlando a Rete 8 - a gestire in modo sobrio e sano le risorse, senza favorire i potentati". Parlando dell'operato della sua giunta, il presidente uscente ha fatto notare che "ha dovuto somministrare una medicina amara" per quanto riguarda il riequilibrio dei conti, e i portatori di interesse non hanno avuto "gli stessi spazi di prima". Ora pero' "questa Regione ha i conti in equilibrio e liberera' risorse importanti". Agli abruzzesi Chiodi ha lanciato l'invito a "mantenere la speranza, perche' l'Italia puo' avere una speranza dall'Abruzzo". Chiodi si e' poi soffermato sul fatto che "i portatori di interesse ti combattono subito, si coalizzano per farti la guerra e i cittadini non apprezzano gli sforzi per tutelare interessi generali". Guardando poi alla situazione del centrodestra il presidente uscente ha detto che "si dovra' fare una riflessione molto attenta, dal livello nazionale perche' quello che c'e' stato e' stato un chiaro segnale. Il centrodestra ha bisogno di novita', di una politica che abbracci le istanze dei liberali. Ci sono situazioni e valori - ha concluso - che dobbiamo tradurre in azione". .
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