Notizie
Incontro Renzi-Errani questa mattina a Palazzo Chigi
Camera: si' all'indennita' ai parlamentari arrestati
Esodati, un anno in piu' per i lavoratori in mobilità
I lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionano, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità, ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine della mobilità, i requisiti di pensionamento previgenti Dl 201/2011 potranno mantenere le vecchie regole pensionistiche nel limite di 5.500 unità. Kamsin E' quanto prevede l'articolo 2, comma 1, lettera a) del nuovo disegno di legge in materia di esodati (qui il testo del provvedimento) che darà il via libera ad ulteriori 32mila salvaguardie.
Per il profilo di tutela riguardante i lavoratori in mobilità pertanto la misura consentirà anche a chi non è riuscito a perfezionare entro la fine dell'indennità di mobilità un diritto a pensione con le vecchie regole la possibilità di accedere al regime derogatorio a condizione che il diritto a pensione sia raggiunto entro i successivi 12 mesi dalla fine dell'ammortizzatore sociale attraverso il versamento dei volontari. In passato infatti molti lavoratori hanno visto sfumare la tutela proprio per non essere riusciti a rispettare questo particolare parametro.
Pertanto qualora fosse il requisito contributivo a non essere perfezionato entro la mobilità i lavoratori in questione potranno procedere al versamento dei volontari in modo da perfezionarlo comunque entro i successivi 12 mesi dal termine della mobilità. In tal caso il versamento potrà riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Il versamento potrà comunque essere effettuato solo con riferimento ai dodici mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di mobilità. Pertanto un lavoratore che abbia raggiunto, ad esempio, 39 anni e 3 mesi di contributi al termine della mobilità potrà farsi autorizzare ai volontari per versare i rimanenti 9 mesi al fine di raggiungere 40 anni di contributi ed accedere alla salvaguardia.
L'intervento pare invece non tutelare (a seguito di una precisazione dell'Onorevole Damiano e a differenza di quanto lo scrivente aveva riportato nell'articolo) chi avrà raggiunto il requisito anagrafico utile per la pensione di anzianità (61 anni e 3 mesi) entro i 12 mesi dalla fine dell'indennità di mobilità.
Zedde
Riforme: posticipato esame Senato. Finocchiaro, definire passaggi importanti
- Roma, 9 lug. - Slitta a domani l'avvio dell'esame, da parte dell'Aula del Senato, del pacchetto delle riforme costituzionali che prevedono la revisione del Titolo V e la trasformazione del Senato. A chiedere la proroga Anna Finocchiaro, la presidente della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. L'esame avrebbe dovuto iniziare oggi alle 9, iniziera' invece domani alle 16,30. "Dobbiamo definire alcuni passaggi importanti", ha spiegato Finocchiaro. Ragion per cui il Presidente Pietro Grasso ha indetto la capigruppo e di comune accordo si e' deciso di soprassedere per 36 ore sull'orario previsto. Intanto Grillo, dal suo blog, motteggia: "Il Patto del Nazareno e' un salvancondotto per il culo di Berlusconi, che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano". I passaggi importanti citati oggi da Finocchiaro sono molti, e discretamente complessi. Intanto nessuna Regione potra' avere meno di due senatori e i seggi sono attribuiti con sistema proporzionale (in altre parole: addio Senato eletto direttamente dai cittadini, in compenso ci sara' una divisione dei seggi in base al criterio proporzionale). I senatori, poi, saranno 100: 95 rappresentano le istituzioni territoriali e cinque sono nominati dal Capo dello Stato. La durata del mandato dei senatori coincidera' con quella degli organi delle istituzioni territoriali nelle quali sono stati eletti. Arrivano quindi le liste bloccate, in ossequio ad un principio che si sta inserendo anche nell'Italicum. Per eleggere il nuovo Senato, ogni consigliere regionale puo' votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri regionali e da un sindaco, collegati ad altrettanti candidati supplenti. Per la lista che ha ottenuto piu' voti, puo' essere esercitata l'opzione di eleggere il sindaco o, in alternativa, un consigliere regionale, prevede il testo che modifica l'articolo 57 della Costituzione. Questo, per l'appunto, lo schema. Domani alle 16,30 inizia la partita principale, quella dell'arena dell'Aula. .
Grillo, 'svela' Patto Nazareno, salva c... a Berlusconi
- Roma, 9 lug. - Quel che pensa del Patto al Nazareno Beppe Grillo lo esplicita senza mezzi termini sul suo blog, "il Patto e' un salvancondotto per il culo di Berlusconi che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano". Ne ha per il Pd, che subordina ogni trattativa al "perimetro" del patto del Nazareno, del quale tuttavia "non si sa una fava". E ne ha per FI, invitando gli eletti 'azzurri' a mangiare la foglia e a vendersi da soli "invece che farvi vendere dal notopregiudicato. Ci guadagnerete e non farete la figura dei coglioni".
Di quel patto Beppe Grillo fornisce allora la sua lettura, perche' se "a pensar male si fa peccato, allora si pecchi senza freni": "Il Patto garantisce che il notopregiudicato non finisca in galera e che possa sperare nella grazia. Garantisce inoltre che le aziende del notopregiudicato siano tutelate dallo Stato. Garantisce che il partito del notopregiudicato rimanga sotto il suo assoluto controllo con l'eliminazione delle preferenze". "Il patto del Nazareno si chiama cosi' perche' fatto in via del Nazareno a Roma, dove sopravvive grazie ai soldi pubblici la sede del Pd", e' la stoccata di Grillo ai democratici. "Pur non avendo nulla di sacro imputabile a Nostro Signore, il Patto ha comunque - ironizza - delle proprieta' ultraterrene. Nessuno lo ha mai letto, pero' tutti sanno che esiste, anche se non si sa cosa contiene. E' un patto segreto tra due gentiluomini, uno dei quali pregiudicato, che per motivi di riservatezza e forse di sicurezza nazionale, non vogliono rendere noto. Il posto piu' adeguato, per via del nome sarebbbe stata la vecchia sede del PCI in via delle Botteghe Oscure. Pero', anche se del Patto non si sa una fava, ogni negoziazione elettorale ricade o deve ricadere nel perimetro del Patto del Nazareno". "Il problema - annota ancora Grillo - e' che nessuno conosce questo perimetro e neppure un singolo articolo del suddetto Patto che sta sempre piu' prendendo un alone leggendario, come certi testi antichi. E' un testo segreto che riguarda tutti, ma inconoscibile. Chissa' cosa contiene? In mancanza di un accesso diretto al nuovo testo della democrazia pregiudicata, non si possono che avanzare congetture". .
Altro...
Pensioni, Udc: dal governo ci aspettiamo una revisione della Riforma Fornero
'Sulle pensioni chiediamo al governo di aprire un tavolo comune con le parti sociali. E' urgente affrontare alcune questioni come quella degli esodati e cancellare, una volta per tutte, gli errori della legge Fornero''. Kamsin E' quanto ha indicato il vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli che, commentando la relazione annuale dell'Inps diffusa ieri. ''Oltre due milioni di italiani - aggiunge - sono con una pensione sotto i 500 euro, mentre altri 6,8 milioni stanno sotto i 1000 euro: sono cifre che impongono una riflessione. La riforma Fornero ha tagliato la progressivita' creando problemi come gli esodati, creando delle nicchie di poverta'''.
La legge Fornero? ha detto De Poli: ''E' stata come un bancomat, usata 'per fare cassa' o, utilizzando un linguaggio piu' diplomatico, per intervenire a garanzia di un sistema che rischiava di andare in default, come sottolinea il dato del deficit emerso dalla relazione annuale dell'Inps'', continua De Poli secondo cui ''e' necessario che la questione delle pensioni torni al centro dell'Agenda politica nazionale per trovare una soluzione che sia sostenibile da un punto di vista finanziario ma che garantisca, allo stesso tempo, la dignita' di chi ha lavorato e ha fatto sacrifici per arrivare alla pensione''.
Zedde
Pensioni, Poletti: dal prossimo anno via libera alla busta arancione
Dopo il fisco arriverà anche la previdenza "amica". Secondo il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è infatti ormai tutto pronto per la cosiddetta "busta arancione", quella comunicazione che i pensionati riceveranno a casa e che gli rappresenterà per ognuno la futura pensione. Kamsin Poletti ha indicato che si partirà con una fase di «sperimentazione», da avviare «entro la fine di quest'anno» per portare il lavoro «a compimento» nel 2015. La busta arancione rientra in un'ottica di trasparenza e semplificazione, a cui ha aperto la strada la dichiarazione dei redditi precompilata che dovrebbe vedere la luce sempre dal prossimo anno.
Ieri del resto c'è stata la disponibilità del Commissario Straordinario dell'Inps Vittorio Conti all'avvio delle procedure per dare maggiore consapevolezza ai lavoratori delle prestazioni che potranno ricevere al termine della carriera. L'idea per il Commissario è quella di spingere chi è oggi è ancora attivo a prendere le possibili contromisure, ad esempio investendo nella previdenza complementare. Già dai prossimi mesi quindi c'è da aspettarsi dunque la novità nella cassetta postale. Conti tuttavia non minimizza le difficoltà, soprattutto politiche. L'iniziativa della busta arancione, che si era fatta strada già sotto il governo Letta, annovera oltre a «una componente tecnica» anche «una politica, esponendo il governo a una responsabilità, perché significa tenere fissa l'architettura previdenziale».
Zedde
Terremerse: Renzi, su Errani da Pd solo garantismo
Riforma Pensioni, i prossimi passi dell'esecutivo
Il governo ha indicato che troverà la soluzione al problema dei quota 96 della scuola in un emendamento al decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione. Kamsin E' questa la rassicurazione che è arrivata la scorsa settimana dall'esecutivo in occasione della prima lettura alla Camera della sesta salvaguardia. L'obiettivo è quello di risolvere la questione per quei 4 mila professori in procinto di andare in pensione ma rimasti intrappolati nelle maglie restrittive del decreto legge 201/2011. Ora, grazie ad un emendamento ad hoc, l'esecutivo dovrebbe stanziare i 416 milioni necessari a mandare finalmente in pensione dal 1° settembre i 4 mila docenti.
L'apertura giunge in realtà inaspettata dopo mesi e mesi di stallo parlamentare e pare confermare l'intenzione di Renzi di mettere mano al capitolo pensioni con un intervento di piu' ampio respiro. Una riforma delle pensioni che parta dai fronti piu' caldi, quelli che stanno a cuore a centinaia di migliaia di lavoratori. Non a caso la settimana scorsa è stata approvata alla Camera la sesta salvaguardia, il nuovo capitolo sugli esodati che consentirà la tutela di ulteriori 32 mila posizioni. E nel ddl delega sulla Pa, che l'esecutivo sta ultimando prima della sua presentazione alle Camere, ci sarà l'estensione del pensionamento anticipato a 64 anni anche nei confronti del pubblico impiego nonchè la possibilità dell'impiego part-time, sempre per i dipendenti pubblici, a cinque anni dal compimento dell'età pensionabile. Altri nodi che non erano stati sciolti sotto il precedente esecutivo. Nello stesso disegno di legge delega il governo aveva anche pensato di permettere l'anticipo estendendo l'opzione donna a tutti i lavoratori fino al 2018 al prezzo di avere l'assegno calcolato totalmente con il sistema contributivo. La misura tuttavia potrebbe slittare per problemi di copertura alla prossima legge di stabilità.
Sullo sfondo resta però la possibilità di un intervento piu' ampio sull'età pensionabile. Una riforma in grado di temperare, non di stravolgere, le regole introdotte nel 2011 per consentire l'uscita in via anticipata di quei lavoratori che sono rimasti senza lavoro al prezzo di una decurtazione sull'assegno. Anche perchè la Lega Nord ha raccolto le 500 mila firme per il referendum sull'abolizione della legge Fornero e cio' sta creando una certa pressione sulle forze politche.
Il veicolo legislativo per approntare le modifiche strutturali alla Riforma Fornero potrebbe essere, come già annunciato, la prossima legge di stabilità. L'idea è quella di utilizzare il prestito pensionistico ideato dall'ex ministro del lavoro Enrico Giovannini e ora ripreso dal suo successore Giuliano Poletti, oppure di riproporre la proposta firmata dal presidente della commissione lavoro Cesare Damiano di creare uscite flessibili a partire da 62 anni con penalizzazioni fino all'8% sulla pensione. Progetto che, come il prestito pensionistico, si è arenato sotto il governo Letta. Qualunque sia la soluzione è tempo che si acceleri per iniziare ad affrontare realmente, dopo anni di rinvii, le problematiche che interessano milioni di lavoratori.
Zedde
Renzi spinge su riforme e vede nuovo inizio per Ue
- Roma, 8 lug. - Giornata positiva, sia sul fronte delle riforme che su quello della Ue. Matteo Renzi a sera tira le somme dei due dossier che gli stanno a cuore in queste ultime settimane e se dal fronte delle riforme si comincia a intravvedere qualche segnale di pace, da quello europeo si puo' incassare come un via libera di fatto all'impostazione italiana di maggiore crescita e meno rigore il si' di Junker a un commissario socialista all'economia.
Renzi determinato su riforme, ok commissione dul Titolo V
L'apertura di Juncker sul commissario socialista all'economia e le conclusioni dell'Ecofin sulle riforme, ragionano a Palazzo Chigi, suonano come una piena conferma dell'impianto europeo di Renzi. Il premier, che nel pomeriggio ha sentito Guy Verhofstadt, ha cominciato a dettagliare la sua idea di flessibilita': "Non chiederemo una mancia per l'Italia, ma una strategia di crescita e responsabilita' per l'Europa".
Sulla linea di quanto detto fin dal primo momento della sua presidenza europea e come ventilato questa mattina a Venezia, parlando di investimenti nelle infrastrutture digitali 'out of the box'. Certo, il premier non ha gradito, in una giornata tutta col segno positivo in campo europeo, il segnale di chiusura arrivato dal commissario Sim Kallas, per il quale ogni investimento va conteggiato nel debito perche' "non ci sono spese buone e spese cattive". "E' un atteggiamento che rischia di non fare i conti con una realta' che sta cambiando in Europa" spiegano a palazzo Chigi. "In questo momento le idee salveranno l'Europa - ha ribadito Renzi a Venezia - e non le limitazioni.
Il ruolo dell'Ue non e' quello di associazione di limitazioni ma quello di essere uno spazio di liberta'". Il premier illustrera' le proprie posizioni sulla crescita e sull'agenda europea nella discussione del prossimo consiglio europeo di ottobre, in veste di presidente. Per quel giorno sara' gia' decisa la squadra che guidera' l'Unione e di certo un socialista agli affari economici segna la fine dellera Rehn, un'era di rigore assoluto. Tra i candidati cresce il nome di Pierre Moscovici, mentre tramonta definitivamente lo spagnolo, ma popolare, Luis De Guindos. Non e' del tutto remota l'idea che anche Pier Carlo Padoan possa essere tra i candidati, anche se pesa, ovviamente, la guida dell'italiano Mario Draghi alla Bce. Al di la' dei nomi, comunque, quel che interessa a Renzi e' che si cambi verso, anche in Europa, rispetto al recente passato.
Un motivo in piu' per cui l'Italia non puo' restare a guardare, deve "smettere di piangersi addosso e provare nei prossimi mille giorni a cambiare". Riforme ed Europa, insomma, un doppio impegno che in realta' e' un fronte unico per il premier. .