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Yara: M5s, mozione di sfiducia per Alfano: e' un incapace

Giovedì, 26 Giugno 2014
- Roma, 26 giu. - "Con il suo comportamento ha messo a rischio il lavoro di magistrati e forze dell'ordine". E' sostenendo questa accusa che il Movimento 5 Stelle ha depositato una mozione di sfiducia contro il Ministro dell'Interno Angelino Alfano sul caso Yara. La mozione, che vede come primo firmatario il portavoce al Senato Lello Ciampolillo ha come oggetto la clamorosa "svista" istituzionale del responsabile del Viminale. "Alfano, pur di millantare meriti - afferma una nota pentastellata - non ha esitato a rivelare notizie riservate in merito alla svolta investigativa nel drammatico omicidio della povera ragazza. Come denunciato dallo stesso Procuratore della Repubblica di Bergamo, con il suo comportamento il Ministro dell'Interno ha messo a rischio tutto l'importante lavoro svolto dai magistrati e dalle forze dell'ordine in anni e anni di pazienti riscontri e indagini". "La scorsa estate - ricodano i grillini - il Movimento 5 Stelle aveva gia' richiesto le dimissioni di Alfano in occasione della vergognosa gestione del caso Shalabayeva. I fatti denunciati, confermano la fondatezza dell' iniziativa politica del Movimento 5 Stelle e l'assoluta incapacita' di Alfano e di questa maggioranza nel rappresentare una risposta seria ed efficace alle aspettative dei cittadini". .
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Esodati, Poletti: pronti alla sesta salvaguardia
Pensioni

Esodati, Poletti: pronti alla sesta salvaguardia

Giovedì, 26 Giugno 2014

La proposta del governo prevede di "prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine della cerimonia all'Accademia del Lincei. Kamsin

Il ministro ha quindi confermato le indiscrezioni già emerse, con l'arrivo della sesta salvaguardia, che estenderebbe le tutele di dodici mesi, spostando il limite temporale dal gennaio del 2015 al gennaio del 2016. "Oggi andremo in Commissione", Lavoro alla Camera "e discuteremo di questa ipotesi, valuteremo se ci sono le condizioni per produrla, io credo di sì". Comunque, ha aggiunto Poletti, "compete alla Commissione, al Parlamento, decidere". Infatti il ministro ha ribadito: "Ci sarà una proposta del governo e a quel punto la Commissione, il Parlamento, farà le sue valutazioni".

Damiano: Bene Governo sulla sesta salvaguardia ma si trovi una soluzione strutturale - La proposta del Governo “va nella direzione giusta, e’ un altro passo avanti. Nella legge di stabilita’ bisognera’ trovare la soluzione strutturale”. Cosi’ il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, arrivando in commissione dove e’ atteso a breve il ministro Giuliano Poletti

Zedde

 

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Il Pd incontra i grillini e Renzi tratta sulle preferenze

Giovedì, 26 Giugno 2014

- Roma, 26 giu. - Un match sulla legge elettorale, letto da molti come una reciproca apertura. Matteo Renzi arriva a sorpresa all'incontro tra Pd e M5s, incassa e sottolinea il si' al dialogo dei grillini, non deflette dai principi guida dell'Italicum, critica il Democratellum ma si mostra morbido sulle preferenze. Soddisfatto Beppe Grillo, riferiscono i suoi, mentre Luigi Di Maio spiega che la proposta non e' 'a scatola chiusa' ma da quella si deve partire. Ma da Forza Italia arriva subito il richiamo al patto del Nazareno. Un patto che dal Pd assicurano non sia stato surclassato dallo streaming di oggi.

Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle

Il premier e segretario del Pd usa bastone e carota. Prima attacca il Democratellum (che chiama scherzosamente Complicatellum e poi Grandefratellum) perche' "non garantisce governabilita'", rischia di creare problemi di "voto di scambio" e non mette al riparo da "inciuci e larghe intese".
  Poi si mostra dialogante sul tema delle preferenze "non ne abbiamo paura, siamo bravi a prendere voti".

Il sarcasmo del premier, "5 sindaci su 8.000? Niente male"

Addirittura chiede al M5s una "disponibilita' a discutere anche di riforme costituzionali", di tutto il pacchetto all'esame del Senato che si comincera' a votare non prima di lunedi'. Sui tempi pero' non cede di un millimetro: entro venerdi' le proposte e le critiche al Democratellum saranno on-line e dopo il voto del Senato sulla riforma del bicameralismo si comincia, "la prossima volta servono idee chiare". Il faccia a faccia tra Pd e M5s agita pero' Forza Italia. "L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti" afferma a tamburo battente Paolo Romani. Una base di partenza che anche al Pd danno come certa. Nessuno, spiegano, vuole mettere in discussione il patto del Nazareno, anche se sulle preferenze si puo' discutere. Ma e' proprio sulle preferenze che Forza Italia vede rosso. Mentre a Ncd il gioco di sponda con i grillini potrebbe dare la possibilita' di riaprire il discorso su un tradizionale cavallo di battaglia. Alla fine da Pd e M5s giungono commenti soddisfatti. Bene la disponibilita' al dialogo mostrata dai Cinquestelle, incassano i Dem. Bene la nuova immagine di forza responsabile, incassano dal Movimento.
  Nel merito pero' le posizioni sono distanti. Difficilmente si giungera' a uno stravolgimento del testo base che dovrebbe essere votato dal Senato entro l'estate. Qualche aggiustamento e' stato messo in conto da tutti. Soprattutto da Matteo Renzi, che punta a mettere in 'competizione' le diverse forze politiche con le quali sta dialogando, ma sempre da mazziere.

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Riforme, Renzi apre ai 5 Stelle Trattiamo sulle preferenze

Mercoledì, 25 Giugno 2014

- Roma, 25 giu. - Un match sulla legge elettorale, letto da molti come una reciproca apertura. Matteo Renzi arriva a sorpresa all'incontro tra Pd e M5s, incassa e sottolinea il si' al dialogo dei grillini, non deflette dai principi guida dell'Italicum, critica il Democratellum ma si mostra morbido sulle preferenze. Soddisfatto Beppe Grillo, riferiscono i suoi, mentre Luigi Di Maio spiega che la proposta non e' 'a scatola chiusa' ma da quella si deve partire. Ma da Forza Italia arriva subito il richiamo al patto del Nazareno. Un patto che dal Pd assicurano non sia stato surclassato dallo streaming di oggi.

Video integrale dell'incontro da Renzi e i 5 Stelle

Il premier e segretario del Pd usa bastone e carota. Prima attacca il Democratellum (che chiama scherzosamente Complicatellum e poi Grandefratellum) perche' "non garantisce governabilita'", rischia di creare problemi di "voto di scambio" e non mette al riparo da "inciuci e larghe intese". Poi si mostra dialogante sul tema delle preferenze "non ne abbiamo paura, siamo bravi a prendere voti".

Il sarcasmo del premier, "5 sindaci su 8.000? Niente male"

Addirittura chiede al M5s una "disponibilita' a discutere anche di riforme costituzionali", di tutto il pacchetto all'esame del Senato che si comincera' a votare non prima di lunedi'. Sui tempi pero' non cede di un millimetro: entro venerdi' le proposte e le critiche al Democratellum saranno on-line e dopo il voto del Senato sulla riforma del bicameralismo si comincia, "la prossima volta servono idee chiare". Il faccia a faccia tra Pd e M5s agita pero' Forza Italia. "L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti" afferma a tamburo battente Paolo Romani. Una base di partenza che anche al Pd danno come certa. Nessuno, spiegano, vuole mettere in discussione il patto del Nazareno, anche se sulle preferenze si puo' discutere. Ma e' proprio sulle preferenze che Forza Italia vede rosso. Mentre a Ncd il gioco di sponda con i grillini potrebbe dare la possibilita' di riaprire il discorso su un tradizionale cavallo di battaglia. Alla fine da Pd e M5s giungono commenti soddisfatti. Bene la disponibilita' al dialogo mostrata dai Cinquestelle, incassano i Dem. Bene la nuova immagine di forza responsabile, incassano dal Movimento. Nel merito pero' le posizioni sono distanti. Difficilmente si giungera' a uno stravolgimento del testo base che dovrebbe essere votato dal Senato entro l'estate. Qualche aggiustamento e' stato messo in conto da tutti. Soprattutto da Matteo Renzi, che punta a mettere in 'competizione' le diverse forze politiche con le quali sta dialogando, ma sempre da mazziere. .

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Ue: Renzi incassa il sostegno della Merkel, dal vertice identikit squadra

Mercoledì, 25 Giugno 2014
- Bruxelles, 25 giu. - Quasi una eco tra palazzo Chigi e il Bundestag: crescita, flessibilita', lavoro. Per una volta da Berlino sono giunte infatti stamane sui conti europei parole che sono apparse miele a Roma: "la sua enfasi sulla crescita e' la nostra" ha sottolineato Matteo Renzi con i suoi collaboratori commentando le parole di stamane di Angela Merkel, parole con le quali la cancelliera ha di fatto "sconfessato" i falchi, da Schauble a Weidmann, che ieri avevano nuovamente evidenziato in rosso la sola parola stabilita'. Il premier, dunque, si prepara a partire per Bruxelles con un endorsement che sa di vittoria nel carniere e con un 'metodo', su cui ha apposto per primo la firma, che sembra poter dare i suoi frutti. Matteo Renzi, dice chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, appare ottimista sul risultato del vertice europeo, soprattutto dopo che la cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha, di fatto, citato sottolineando che il patto di stabilita' va interpretato con flessibilita' e che oggi le priorita' sono il lavoro, con quello giovanile in testa, e la crescita economica in tutta l'Eurozona. Parole che la dicono lunga sulla sintonia che si e' instaurata tra i due capi di governo all'indomani del Consiglio del 4 e 5 giugno, quando lo stesso Renzi propose di elaborare un documento con i principi ispiratori e gli obiettivi che 'l'Europa che verra'' dovra' darsi. Una sorta di 'manifesto' per il futuro che si e' concretizzato con il documento di Herman Van Rompuy. Documento che sembra prevedere, per il momento, anche un sistema premiale per gli stati membri impegnati seriamente nelle riforme. E' qui che la cavalcata del governo italiano sulla riorganizzazione delle istituzioni, del fisco, della pubblica amministrazione e della giustizia si incrocia con lo sforzo di Renzi in Europa. Una apertura che Renzi vuole incassare in solido e al piu' presto possibile, per questo andra' al prevertice dei socialisti a Ypres e poi alla cena dei leader determinatissimo ad ottenere che il documento Van Rompuy, a cui gli sherpa stanno ancora lavorando, contenga una traccia evidente del cambiamento di verso che e' necessario in Europa per rilanciare il suo protagonismo nello scacchiere internazionale e per combattere l'euroscetticismo che ha fatto ben piu' che capolino dalle urne il 25 maggio. Anche la partita delle nomine va letta in questo senso. "Non andiamo a chiedere poltroncine" ha assicurato ieri Renzi, ma l'unico modo, a suo avviso, per avere da subito una linea compatta del fronte europeista per affrontare le sfide dei prossimi mesi e' avere da venerdi' l'identikit della squadra gia' delineato. Il rischio, altrimenti, e' di avere un presidente della commissione indicato gia' da ora, magari a maggioranza, e i 'ministri' decisi tra quattro mesi. Un tempo che per le emergenze e i dossier sul tavolo di Bruxelles Renzi considera infinito. Per il premier dunque l'Europa darebbe un segnale importante se gia' nelle prossime ore si decidesse, se non formalmente almeno politicamente, l'identikit della squadra che la guidera' per i prossimi quattro anni. Di certo c'e' che Angela Merkel e' pronta a dare scacco a David Cameron: "Non sarebbe infatti un dramma se Juncker non fosse scelto come Presidente della Commissione all'unanimita' ma a maggioranza". D'altra parte il Trattato di Lisbona, lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante l'incontro con i capigruppo europei, parla chiaro: "Non e' male ricordare che nella lettera dell'articolo 17 del Trattato si dice qualcosa di molto importante per cio' che concerne la proposta che il Consiglio europeo deve sottoporre al Parlamento per la nomina del Presidente della Commissione, 'tenendo conto delle elezioni'". Per quel che riguarda la candidatura italiana, il nome in pole position resta quello di Federica Mogherini come Mister Pesc, una candidatura a cui, peraltro, dalle cancellerie europee e' giunta una accoglienza positiva. .
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