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Riforme: Grasso, non possiamo permetterci ritardi

Redazione Sabato, 06 Settembre 2014
- Cernobbio, 6 set. - Il presidente del Senato, Pietro Grasso, invita ad accelerare sul percorso delle riforme avviate dall'esecutivo Renzi. "Nelle prossime settimane - ha detto Grasso aprendo la seconda giornata del forum Ambrosetti - il Senato dovra' occuparsi di due riforme strutturali di grande importanza per consentire al Paese di tornare a crescere: la riforma del mercato del lavoro e quella della pubblica amministrazione. Su questi temi, che incideranno direttamente sulle prospettive economiche dell'Italia, non possiamo permetterci ulteriori ritardi". Per Grasso "parallelamente dovra' proseguire il cammino della legge elettorale gia' approvata alla Camera ma sulla quale si prospettano interventi migliorativi". "Posso dire che sono convinto che nel nostro Paese occorra una trasformazione profonda, direi genetica e culturale nella gestione della cosa pubblica", ha affermato Grasso, premettendo che "naturalmente non posso fornire opinioni su diversi provvedimenti che il governo sta programmando per la riforma del mercato del lavoro, della giustizia civile, della spesa e del patrimonio pubblici". Per Grasso "dobbiamo sapere ascoltare con piu' attenzione la voce dell'economia reale, dell'associazionismo imprenditoriale e dei sindacati, di coloro che producono ricchezza per il futuro del Paese. Dobbiamo imparare ad adottare i modelli di efficienza e professionalita' che produce il settore privato piu' competitivo". "Un politica di austerita' ad ogni costo non e' piu' sostenibile", ha detto ancora il presidente del Senato. Per Grasso, infatti, "la caduta del Pil e della domanda interna impone come indifferibile una svolta drastica in direzione della crescita". In Europa "serve un salto di qualita': procedere sulla via dell'integrazione per acquisire una maggiore autorevolezza politica ma anche maggiore capacita' di attrarre capitali, risorse tecnologiche e umane, capaci di stimolare e sostenere la ripresa, l'occupazione e l'innovazione", ha concluso il presidente del Senato. .
Pensioni, così la distinzione tra comparto pubblico e settore privato
Pensioni

Pensioni, così la distinzione tra comparto pubblico e settore privato

Sergey Sabato, 06 Settembre 2014
Una Circolare dell'Inps del 2004 chiarisce i confini tra comparto pubblico e settore privato. A quest'ultimo appartengono i dipendenti delle aziende di stato ormai privatizzate come Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. 

Kamsin Bisogna risalire alla Circolare Inps 149/2004 per trovare alcuni punti fermi per distinguere i lavoratori del comparto pubblico da quello privato. Una distinzione molto importante (ma complessa da sbrogliare) in passato, soprattutto per le lavoratrici, perchè garantiva al settore privato l'ingresso alla pensione di vecchiaia con diversi anni di anticipo rispetto al comparto pubblico.

La tematica è ancora oggi attuale dato che le lavoratrici del settore privato accedono alla pensione di vecchiaia con 63 anni e 9 mesi mentre le colleghe del comparto pubblico vanno in pensione non prima dei 66 anni e 3 mesi. Una differenza però che nei prossimi anni è destinata a scomparire. Con la Riforma Fornero dal 2018, infatti, i requisiti anagrafici di accesso alla pensione di vecchiaia saranno pienamente armonizzati. Come dire che la distinzione tra settore privato e pubblico sarà ormai un vecchio ricordo, almeno sotto il profilo della maturazione del diritto previdenziale: per tutte saranno necessari 66 anni e 7 mesi di età. 

La distinzione tra comparto privato e pubblico rileva anche per l'applicazione del beneficio della pensione anticipata in deroga a 64 anni (articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011) dato che questo è attivabile solo dai lavoratori del settore privato.

La Circolare citata ha dovuto precisare i contorni dell'erogazione dell’incentivo al posticipo del pensionamento di cui all’articolo 1, comma 12, legge 23 agosto 2004, n. 243, bonus erogabile solo ai lavoratori del settore privato. Per distinguere i lavoratori del settore privato da quelli del pubblico impiego il provvedimento ha rimandato all'articolo 1, comma 2 del Dlgs 165/2001 secondo il quale, com'è noto, sono classificabili come amministrazioni pubbliche: le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli Istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative; le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo; istituzioni universitarie; le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità Montane e loro consorzi e associazioni; gli IACP; le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni; tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali;  le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale;  l’ARAN;  le Agenzie di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300.

Si tratta di una classificazione valida che tuttavia non tiene conto degli enti pubblici ormai privatizzati e trasformati in società di capitali (ancorchè controllati dallo Stato) nel corso degli anni '90. I dipendenti di tali enti infatti sono ormai annoverabili tra i lavoratori del settore privato e non piu' del comparto pubblico. Così ad esempio sono del settore privato i lavoratori di Cassa depositi e prestiti, dell’ANAS, dell’Ente nazionale di assistenza al volo (ENAV), delle Ferrovie dello Stato, delle Poste Italiane.

Le istituzioni scolastiche ed universitarie restano ad appannaggio esclusivo del comparto pubblico con l'eccezione delle università private (come ad esempio la LUISS, Università Cattolica del Sacro Cuore, Bocconi di Milano,) che rientrano nell’ambito del settore privato. Nel settore pubblico invece vanno ricomprese i dipendenti della Banca d’Italia, l’Ufficio Italiano Cambi e le Autorità Indipendenti, gli Istituti autonomi case popolari (con l'eccezione però delle IACP trasformate, in base alle diverse leggi regionali, in enti pubblici economici es. ATER, ATEF). 

I dipendenti delle amministrazioni, aziende ed enti del servizio sanitario nazionale sono nel comparto pubblico così come i dipendenti dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), quelli delle varie agenzie governative e fiscali (tra cui ad esempio le agenzie del demanio, delle dogane, delle entrate e del territorio), i lavoratori delle Camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni, nonchè quelli delle Autorità indipendenti (es. CONSOB, ISVAP, Autorità del garante della concorrenza e del mercato).

L'altra distinzione fondamentale è tra dipendenti di enti pubblici non economici e economici. Se i primi,  come ad esempio Inps, Inpdap, e gli ordini e collegi professionali, sono da ricomprendere senza dubbio nel comparto del pubblico impiego rientrano, invece, nel settore privato tutti gli altri, come ad esempio le aziende speciali, le municipalizzate, i consorzi di bonifica, e tutti gli enti che, per effetto della definizione della privatizzazione, sono stati successivamente trasformati in società di capitali (si pensi ad Eur Spa, la Rai, Fiera di Roma ecc...).

Zedde

Blocco salari PA: Renzi a sindacati polizia, toni inaccettabili

Redazione Venerdì, 05 Settembre 2014
- Roma, 5 set. - "Se il tono e' quello del confronto, porte aperte", se invece "si pensa di poter mettere in atto qualcosa che abbia il vago sapore del ricatto, prego accomodatevi". Matteo Renzi, a margine del summit Nato a Newport, risponde cosi' al "cartello" di sindacati di polizia e Cocer interforze che ieri ha annunciato uno sciopero generale contro il blocco delle retribuzioni. "Trovo che certi toni siano del tutto inaccettabili - ha ribadito il premier - e credo facciano del male a chi, per 1.200 euro al mese e' sulle strade a pattugliare. Trovo che sia tutto legittimo, che sia naturale discutere, che ciascuno abbia le sue ragioni. Ma lo sforzo deve andare nella direzione di chi il lavoro non ce l'ha e non di chi e' garantito nel proprio lavoro". "Spazi per una soluzione" della vertenza, ha ammesso, ce ne sono, "la discussione era aperta, non so se lo sia ancora". In mattinata, intervenendo alla presentazione del bilancio dell'esodo estivo, anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aveva parlato di "richieste legittime", espresse pero' "in toni e modi francamente eccessivi". "La sicurezza - ha spiegato il ministro - e' una priorita' assoluta di questo governo e di questo ministero. Agli operatori di polizia e' riconosciuta una specificita' e noi lavoreremo perche' sia assicurata: abbiamo lavorato e stiamo lavorando non per il rinnovo del contratto, che non era richiesto, ma per l'eliminazione dei tetti salariali. E' un obiettivo che spero non venga complicato dai toni eccessivi usati nel comunicato di ieri". "Incontreremo i rappresentanti sindacali dei lavoratori di polizia - ha promesso Alfano - sono convinto che ci siano tutte le condizioni per risolvere con serenita' la questione, se la serenita' ci sara' da parte di tutti". E l'impegno del governo "alla ricerca di una soluzione che riconosca la specificita' e il valore di chi quotidianamente assicura la difesa e la sicurezza degli italiani" e' stato garantito anche dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, pur non accettando "i toni e le parole fuori luogo usati in questi giorni dagli organi di rappresentanza militare e di polizia". Puntuale, nel pomeriggio, e' arrivata la replica dei promotori dell'agitazione. "In attesa di segnali concreti - e' la premessa - rimaniamo fermi sulle posizioni espresse ieri". E comunque, "le giuste rivendicazioni non sono ricatti. Prendiamo atto con favore della disponibilita' del premier a un incontro, forti della sensatezza delle nostre rivendicazioni siamo fiduciosi che l'intelligenza e il buon senso porteranno a soluzioni adeguate". "Non chiediamo aumenti - ripetono per l'ennesima volta - ma solo il giusto": in ballo non c'e' un rinnovo contrattuale, ma "la rimozione del tetto salariale, quell'infernale meccanismo per cui ciascuno non puo' guadagnare piu' di quanto guadagnava nel 2010". Lo sciopero e' inevitabilmente anche occasione di scontro politico. "Invito Alfano a fare il ministro dell'Interno e a tutelare, come avevo fatto io, le forze dell'ordine la cui specificita' va salvaguardata", ha detto il governatore della Lombardia ed ex titolare del Viminale, Roberto Maroni, mentre Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha sollecitato Renzi ad "ascoltare il comparto sicurezza per trovare una soluzione positiva rispetto alle risorse necessarie per un segmento cosi' delicato nella vita del Paese". Per Nichi Vendola, leader di Sel, lo sciopero "e' il segnale di un disagio che coinvolge tanta parte delle classi medie e medio basse" mentre per Matteo Salvini, segretario della Lega nord, la priorita' del governo e' si' la sicurezza, ma "quella dei delinquenti". E se Stefano Fassina si conferma 'voce contro' nel Pd ("le richieste degli statali e degli operatori del comparto sicurezza non sono ricatti: non e' stato utile fare promesse e poi brutali marce indietro"), il leader della Fiom, Maurizio Landini, profetizza: "I poliziotti hanno tutte le ragioni per fare questa protesta. Ma se si andra' avanti cosi' non saranno gli unici, sciopereranno anche i metalmeccanici". .
Fisco

Sblocca Italia, meno adempimenti per le ristrutturazioni edilizie

Bernardo Diaz Venerdì, 05 Settembre 2014
Per i lavori con variazione del carico urbanistico non ci vorrà alcun permesso a costruire e non si pagheranno oneri di urbanizzazione. Il mutamento di destinazione d'uso all'interno della stessa categoria funzionale sarà sempre consentito.

Kamsin Anche i lavori che comportano la variazione del carico urbanistico di un immobile potranno essere considerati normali opere di manutenzione straordinaria, purché l'originaria destinazione d'uso venga mantenuta. E dunque non servirà piu' alcun permesso a costruire da parte dell'ufficio tecnico del comune o dello sportello unico dell'edilizia. Sono queste alcune delle principali novità contenute nel decreto Sblocca Italia di cui si attende la conferma con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Si tratta di una novità significativa che riguarda gli interventi con cui una singola unità immobiliare viene frazionata, o al contrario quelli finalizzati all’accorpamento di due o più abitazioni in uno, operazioni spesso legate alla mutazione delle esigenze delle famiglie. Quando il decreto legge sarà entrato in vigore questi lavori saranno considerati in tutta Italia come manutenzione straordinaria e quindi dovrebbero essere soggetti solo alla comunicazione di inizio lavori. Attualmente invece, anche se le norme e le prassi variano a seconda della Regione, sono richieste procedure più complesse (Scia o Dia). Questo perché formalmente - anche se magari gli interventi di modifica sono limitati - si tratta di ristrutturazioni, che comportano generalmente il pagamento di oneri perché aumenta il cosiddetto carico urbanistico.

La nuova norma inserita nel decreto prevede invece che si tratti sempre di manutenzione straordinaria anche se c’è variazione del carico urbanistico, purché si mantenga l’originaria destinazione d’uso.  Infatti oltre ai lavori oggi previsti dal Testo unico dell'edilizia (art. 3, comma 1 lettera b, del dpr 380/2001), che non danno alcuna possibilità di alterare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari, saranno considerati attività di manutenzione straordinaria anche "gli interventi consistenti in frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari, con esecuzione delle opere anche se comportano la variazione del carico urbanistico". E, in seconda battuta, non si pagherà il contributo di costruzione, né alcun altro relativo onere di urbanizzazione salvo che la regione non preveda specifica norma in proposito.

Un altro cambiamento significativo riguarda le varianti in caso di lavori che richiedono il permesso di costruire. Non sarà più necessario acquisire il permesso per gli interventi di ristrutturazione edilizia che comportino aumento di unità immobiliari. Se queste non configurano una variazione essenziale sarà sufficiente una denuncia di inizio attività con attestazione del professionista. A condizione che vengano rispettate le prescrizioni urbanistico-edilizie e ci siano le autorizzazioni previste dalle norme paesaggistiche, ambientali ed archeologiche.

Da segnalare anche la rivisitazione del concetto di mutamento d’uso urbanisticamente rilevante. In particolare, sarà considerata «urbanisticamente rilevante» in termini di destinazione d'uso ogni forma di utilizzo dell'immobile o di un'unità immobiliare, anche se non accompagnata dall’esecuzione di opere edilizie, che comporti un cambio di categoria funzionale tra le quattro elencate: residenziale e turistico-ricettiva; produttiva e direzionale; commerciale; rurale. In merito infatti il Dl prevede che, salvo diverse disposizioni regionali, «il mutamento di destinazione d'uso all'interno della stessa categoria funzionale è sempre consentito». E avverte che, per destinazione d'uso, bisogna considerare, quella prevalente in termini di superficie utile».

Sblocca Italia, arriva il bonus fiscale per chi compra ed affitta un immobile

Sblocca Italia, ecco l'ABC dei nuovi bonus fiscali sulla casaZedde

Grillo: Renzi presto sara' solo ricordo. L'hanno licenziato

Redazione Venerdì, 05 Settembre 2014
- Roma, 5 set. - "Renzie e' stato licenziato, il suo compito in funzione anti M5S si e' esaurito una volta finite le elezioni europee". Parola di Beppe Grillo che, dal suo blog, prevede "presto l'ebetino sara' solo un ricordo". "Lui lo sa e si dimena, annuncia, si smentisce, twitta, retwitta, mangia gelati, ma per gli italiani solo tagli, blocchi salariali e aumenti di tasse e accise", prosegue la disamina grillina dello stato di salute del governo. "Nel frattempo - e' l'incipit che accompagna una dichiarazione di Fico sul dossier RaiWay - gli impegni presi nel segreto del Nazareno vanno rispettati. Quali sono non si sa, ma domandare e' lecito: la svendita del bene pubblico RaiWay a Mediaset fa parte degli accordi? Gli italiani attendono risposta". .

Altro...

Blocco salari forze dell'ordine Alfano, i toni sono eccessivi

Redazione Venerdì, 05 Settembre 2014

- Roma, 5 set. - "Le richieste sono legittime ma espresse in toni e modi francamente eccessivi". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano in riferimento allo sciopero generale annunciato dai sindacati delle forze di polizia e dei Cocer interforze. "Agli uomini e alle donne in divisa - ha sottolineato Alfano intervenendo alla presentazione del bilancio dell'esodo 2014 - ribadisco che la sicurezza e' una priorita' assoluta di questo governo e di questo ministero in un momento delicatissimo sia sul versante interno che su quello internazionale. Agli operatori di polizia e' riconosciuta una specificita' e noi lavoreremo perche' sia assicurata anche nei mesi che aspettano.

Esprimiamo ogni giorno la nostra vicinanza agli operatori delle forze dell'ordine, abbiamo lavorato e stiamo lavorando non per il rinnovo del contratto che non era richiesto ma per l'eliminazione dei tetti salariali: e' un obiettivo che spero non venga complicato dai toni eccessivi usati nel comunicato di ieri". "Incontreremo i rappresentanti sindacali dei lavoratori di polizia - ha concluso Alfano - sono convinto che ci siano tutte le condizioni per risolvere con serenita' la questione, se la serenita' ci sara' da parte di tutti.

Gia' oggi pomeriggio al Viminale incontrero' i vertici delle forze dell'ordine: indossiamo tutti la stessa divisa della squadra chiamata Stato". .

Passera, ha fatto male Renzi a non venire a Cernobbio

Redazione Venerdì, 05 Settembre 2014
- Cernobbio, 5 set. - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi "ha fatto male" a decidere di non venire a Cernobbio dove si sono aperti oggi i lavori del Workshop Ambrosetti. E' di questo parere Corrado Passera secondo cui "la politica deve ascoltare. L'idea di saltare i corpi intermedi, di non ascoltare imprenditori e sindacati, e' un errore". .

Statali, sindacati in rivolta contro il blocco degli stipendi

Redazione Venerdì, 05 Settembre 2014

 Il blocco dei salari dei dipendenti pubblici e' incomprensibile e il governo dovrebbe essere coerente con la scelta del bonus degli 80 euro, migliorando la condizione dei lavoratori. E' quanto sostiene il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Kamsin "Non comprendiamo la logica per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La sensazione e' che si seguiti a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece produrrebbero molte risorse".

Sindacati in rivolta dunque dopo l'annuncio del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che i salari dei diopendenti statali, fermi dal 2010, rimarranno bloccati anche nel 2015.

«Ci mobiliteremo in tutta Italia, spiegheremo a tutti» la situazione, visto che si usano i «guanti bianchi per le municipalizzate e la mannaia su dipendenti pubblici. È intollerabile». "Bisogna decidere che cosa si vuol fare. Il Presidente del consiglio e il governo hanno fatto la manovra sugli 80 euro che noi abbiamo giudicato positivamente, non solo perche' era un segno di riconoscimento al lavoro ma soprattutto perche' era il segnale che non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori - prosegue Camusso - Ecco perche' vorremmo coerenza con questa scelta, chiudendo una stagione lunga sei anni che ha portato all'impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni. Bisogna mettere al centro il tema della creazione di lavoro: se non si riparte da questo, dal fare investimenti, non possiamo uscire dalla recessione".

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, si è detto «molto preoccupato del comportamento del Governo. Siamo ormai alla farsa», ha sottolineato. Il numero uno della Cisl ha poi criticato il metodo con cui è stato comunicato il blocco della contrattazione per gli statali, «annunciato a mezzo stampa: usano un sistema che neanche a Cuba si usa, dove c'è un autocrate». Intanto, ha aggiunto, «le ruberie continuano e lasciano il presepe della spesa pubblica così come è. Anzi negli ultimi sei mesi la spesa è cresciuta, mentre prendono dai più poveri». Secondo Bonanni, infatti, «i dipendenti non prendono un soldo da 8 anni e le assunzioni non si fanno da 15 anni».

Madia: Surplus di attenzione per le forze di polizia - "Per il comparto delle forze di polizia ci sarà un surplus di attenzione, un'attenzione massima perchè è un comparto sensibile e ci metteremo una maggiore attenzione poichè riconosciamo una specificità a questo comparto".

Statali, Cgil: il blocco degli stipendi costerà 600 euro in busta pagaZedde

Sindacati polizia, bene Renzi su incontro ma poca chiarezza

Redazione Giovedì, 04 Settembre 2014
- Roma, 4 set. - "Bene la dichiarata disponibilita' del Presidente Renzi ad incontrare i rappresentanti delle donne e degli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico, meno bene la non chiarezza circa le rivendicazione dello stesso personale". Lo affermano in una nota i Segretari Generali di SIULP, SIAP-ANFP, SILP CGIL, UGL Polizia, COISP, CONSAP e UIL Polizia nel commentare a caldo le dichiarazione del premier Renzi dopo l'annuncio dello sciopero generale del comparto se nella legge di stabilita' sara' rinnovato il blocco del tetto salariale. "Le donne e gli uomini in uniforme - si legge in una nota - stanno rivendicando la restituzione di un maltolto da ben quattro anni in forza di una legge che per i magistrati e' stata gia' dichiara anticostituzionale. Il blocco del tetto salariale, concludono i leaders sindacali della Polizia di Stato e' una ingiustizia insopportabile poiche', a fronte di maggiori responsabilita' e di totale disponibilita' all'impiego per fronteggiare le continue emergenze legate alla sicurezza, alla difesa e alla tutela del territorio del nostro Paese e dei suoi cittadini, mortifica la professionalita', la dignita' e il sacrificio che quotidianamente svolgono i poliziotti, i vigili del fuoco e i militari per la tutela della liberta' e della democrazia. Siamo certi che dal confronto scaturira' la giusta ed efficace soluzione alle problematiche della categoria".

Napolitano riceve Boschi su calendario riforme

Redazione Giovedì, 04 Settembre 2014
- Roma, 4 set. - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale il Ministro per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, che gli ha prospettato il quadro della possibile programmazione dei lavori parlamentari all'indomani della ripresa dell'attivita' di Camera e Senato sulla riforma costituzionale, su quella elettorale e sulle altre riforme gia' all'ordine del giorno, in particolare sul lavoro e sulla pubblica amministrazione. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
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