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Notizie

Lavoro

Disabili, piu' facile la fruizione del congedo per i parenti

Nicola Colapinto Giovedì, 14 Agosto 2014

Per fruire dei tre giorni di congedo per l'assistenza è sufficiente che a ciò non possa provvedere o il coniuge o nessuno dei genitori del disabile. Non è necessario, invece, che «tutti» (coniuge e genitori) non possano provvedervi. Kamsin In questi casi, il diritto ai tre giorni di permesso mensili viene concesso a favore di un parente o di un affine entro il terzo grado del soggetto disabile, senza nessun ordine di priorità. In pratica chiunque può fruirne. E' quanto ha indicato il ministero del lavoro nell'interpello n. 19/2014.

I chiarimenti sono stati chiesti dall'Associazione nazionale quadri amministrazioni pubbliche (Anquad) e dal Cida (manager e altre professionalità Italia). Le associazioni hanno chiesto di conoscere il parere del ministero del lavoro in ordine alla corretta interpretazione dell'art. 33, comma 3, della legge n. 104/1992, come modificato dall'art. 24, della legge n. 183/2010, che disciplina il diritto del lavoratore dipendente di fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito per l'assistenza al familiare con handicap in situazione di gravità. Le associazioni hanno chiesto di precisare se l'estensione del diritto a tre giorni di permesso al parente o affine entro il terzo grado possa prescindere dall'eventuale presenza nella famiglia dell'assistito di parenti o affini di primo e secondo grado che siano nelle condizioni di assisterlo. In caso di risposta negativa, pertanto, per il diritto ai permessi basterebbe comprovare esclusivamente una delle particolari condizioni del coniuge eio dei genitori della persona in situazione di gravità.

Secondo il ministero, tuttavia, la fruizione dei permessi da parte di parenti o di affini entro il terzo grado è subordinata esclusivamente alla circostanza che il coniuge e/o i genitori della persona con handicap grave si trovino in una delle specifiche condizioni stabilite dalla norma (vale a dire aver compiuto i 65 anni di età oppure essere anche loro affetti da patologie invalidanti o essere deceduti o mancanti). In altre parole, non deve anch'essere riscontrata la impossibilità a prestare l'assistenza da parte di parenti oppure affini di primo e di secondo grado, eventualmente presenti nell'ambito familiare. Peraltro, evidenzia infine il ministero del lavoro, è sufficiente che le predette condizioni (65 anni di età oppure lo stato invalidante o la morte o la mancanza) si riferiscano a uno solo dei soggetti menzionati dalla norma, ossia o al coniuge oppure ai genitori. Una diversa interpretazione, quella cioè di consentire l'estensione al terzo grado solo quando tutti i soggetti prioritariamente interessati (coniuge, parente o affine entro il secondo grado) si trovino nell'impossibilità di assistere il disabile, finirebbe per restringere fortemente la platea dei soggetti interessati.

Zedde

Renzi riceve complimenti da Bono Vox, orgogliosi leader nostro Paese preferito

Redazione Giovedì, 14 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - Matteo Renzi riceve i complimenti di Bono Vox, in un biglietto scritto a penna e indirizzato al "prime minister Renzi Mateo". "Solo poche righe per congratularmi con te per aver rinsaldato la grande creativita' degli italiani e una visione del futuro che include tutti. Siamo orgogliosi di vedere che il nostro Paese preferito ha la leadership che merita". .

Napolitano-Renzi, avanti, sprint su economia con occhio a Ue

Redazione Giovedì, 14 Agosto 2014

- Roma, 13 ago. - Il caldo estivo durante la settimana di ferragosto non ha fermato il premier Matteo Renzi, che ha trascorso una giornata ricca di impegni e conclusasi con l'incontro con il capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Il Presidente della Repubblica ha ricevuto questa sera a Castelporziano il presidente del Consiglio dei Ministri con il quale ha avuto un ampio scambio di vedute sul programma di attivita' di governo e sulla situazione internazionale.

Un colloquio lungo, all'ombra dei pini secolari e delle palme (una volta il Padrone di casa si lascio' sfuggire di avere un vero e proprio debole, per quelle palme) di Castelporziano. Il clima e' estivo, ma si respira un'aria che sa gia' di settembre. Il mese in cui riprende l'attivita' politica, in cui spesso ci si deve concentrare sulle ristrettezze del presente rispetto alle fughe mentali di mezza estate.

Giorgio Napolitano e Matteo Renzi parlano fitto fitto, andando ben oltre il tempo che si erano dati all'inizio. "Un ampio scambio di vedute sul programma di attivita' di governo e sulla situazione internazionale" recita la nota del Quirinale al termine dell'incontro. L'intesa tra i due viene rinsaldata. Il Capo dello Stato ribadisce il suo sostegno alle iniziative del governo. Come, del resto, potrebbe essere altrimenti? Il premier ha portato a casa il risultato della prima lettura, in Senato, della revisione costituzionale. Innegabilmente, un passo nella direzione indicata dal Presidente della Repubblica fin dal giorno successivo alla sua rielezione. Si trattera', adesso, di tenere la barra dritta in occasione dei restanti passaggi parlamentari: almeno tre, sempre che la Camera - cosa possibile - non decida di ritoccare il testo licenziato da Palazzo Madama.

Ma ora si tratta di mettere mano all'altro grande dossier affidato a Renzi il giorno del giuramento: l'economia. E presidente e premier concordano sul fatto che si debba procedere con uno sprint autunnale, per bloccare i timori di quanti guardano con occhio preoccupato i conti italiani. E' chiaro, anche qui, che i campanelli d'allarme sono suonati in piu' di un'occasione, durante questo mese d'agosto: i dati Istat, gli avvertimenti di Moody's. Il premier ha portato al Capo dello Stato il resoconto del lavoro di questi giorni. Innanzitutto il colloquio avuto con il presidente della Bce Mario Draghi. "L'Italia non e' osservato speciale, non e' cosi'" assicura all'indomani del faccia a faccia. Sia a Draghi che a Napolitano il premier ha ribadito il suo impegno per le riforme attese da osservatori e mercati: giustizia civile e lavoro in primis, poi fisco e infrastrutture. Per questo prima di incontrare il presidente della Bce e il Capo dello Stato Renzi ha fatto un giro di consultazioni con i ministri che stanno lavorando a questi dossier.

E oggi, proprio prima di Ferragosto, ha ricevuto il Guardasigilli Andrea Orlando per un confronto sui temi della riforma della giustizia che approdera' in consiglio dei ministri il 29 agosto, insieme allo SbloccaItalia. Renzi ha anche anticipato che la delega sul lavoro comprendera' anche la riforma dello statuto dei lavoratori e in cantiere ci sono anche interventi infrastrutturali. Il Quirinale, a riguardo, intende rispettare fino in fondo le differenti prerogative assegnate dalla Costituzione. Pero' e' difficile immaginare che non possa esistere una forma di bon ton istituzionale che preveda un minimo di informazione che da Palazzo Chigi parta alla volta del Colle. Anche perche', se Renzi ha tutto il diritto e tutta l'intenzione di gestire in prima persona i rapporti con l'Europa (a partire anche dal vertice sulle nomine previsto per il 30 di questo mese), e' altrettanto vero che il premier potra' trovare in Napolitano un grande esperto di faccende comunitarie pronto, all'occorrenza, a metterlo in condizione di far valere al meglio le sue istanze.

Napolitano sa bene come muoversi nei meandri dei palazzi di Bruxelles, e sa anche che in Europa val piu' un cucchiaino di miele che una libbra di fiele. Non e' un caso che Renzi, prima di varcare il cancello della residenza estiva del Presidente della Repubblica, si sia recato a consulto appunto con Draghi. L'Ue non attende al varco nessuno, ma ha le sue esigenze ed i suoi principi. L'Italia e' sovrana, ma al tempo stesso e' parte integrante di una Unione, con i vantaggi e le responsabilita' che ne derivano. Dovra' dar prova di esserne cosciente fin dai prossimi appuntamenti, che non sono solo le riforme annunciate ed impostate, magari per decreto. Sono i passi, cadenzati e pesanti, della politica come la si fa da decenni, per non dire da secoli: la legge di bilancio, la previsione dei conti dello Stato.Ora si chiamano Def e Legge di stabilita', ma la sostanza e' sempre quella.

Intanto in un'intervista al Financial Times, Matteo Renzi sottolinea l'intenzione del governo di "spalancare le porte" dell'Italia agli investitori stranieri. "L'Italia e' strana, perche' c'e' una parte della classe politica che dice 'non abbiamo alcun investimento straniero' e poi quando gli investitori stranieri vengono dicono 'stai vendendo tutto', cio' e' pazzesco", ha sottolineato il premier, "e' un atteggiamento che mi sembra assurdo". "Io sono piu' felice di veder arrivare un grande investitore straniero, piuttosto che il solito investitore italiano, non perche' non sia patriottico, ma perche' per me conta il progetto industriale, non il passaporto".

Matteo Renzi in mattinata era a Milano dove ha  risposto a margine della visita ai cantieri Expo alle domande sull'incontro avuto ieri con Mario Draghi. "Si', ho visto Draghi, lo vedo spesso". Cosi' il premier ha risposto alle domande dei giornalisti. "Tutto bene con Draghi ci vediamo periodicamente, era tutto gia'a posto da prima. La stampa italiana ha letto le parole di Draghi in una chiave negativa per l'Italia e quindi il mio 'non ci facciamo commissariare' come una replica al presidente della Bce. Ma non e' cosi'". Ma la lettura e' frutto della sensazione che l'Italia sia un osservato speciale, fanno notare i giornalisti. "Non e' cosi', vi assicuro che non e' cosi'" replica Renzi. Forse per il ricordo della lettera del 2011... "Voi eravate qui, io ero sindaco di Firenze" sorride il premier.

"Spendere meglio i fondi europei e' un obiettivo di questo governo". Lo ha assicurato Matteo Renzi ai giornalisti dopo la visita al cantiere di Expo. "I fondi europei negli ultimi anni e decenni l'Italia li ha spesi peggio di come avrebbe dovuto", ha riconosciuto il presidente del Consiglio, il quale ha garantito che il governo sta affrontando questo problema.

Giornata importante anche per la partenza di Papa Francesco verso la Corea del Sud, all'aeroporto a porgere i saluti non e' mancato il presidente del Consiglio. Renzi e' arrivato a Fiumicino direttamente da Milano, si e' intrattenuto per alcuni minuti con il Pontefice.

Il presidente del Consiglio domani sara' a Napoli, Reggio Calabria, Gela e Termini Imerese.

Lavoro

Inps, scende la cassa integrazione: - 25%, la straordinaria sale al 18%

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014

Nel mese di luglio 2014 il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate e' stato pari a 79,5 milioni, in diminuzione del -25,0% rispetto allo stesso mese del 2013 (106,1 milioni). Kamsin Lo comunica l'Inps precisando che i dati destagionalizzati evidenziano nel mese di luglio rispetto al mese precedente una variazione congiunturale pari al -8,6% per il totale degli interventi di cassa integrazione.

Dall'analisi delle singole tipologie di intervento si rileva che le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a luglio 2014 sono state 20,2 milioni, mentre un anno prima, nel mese di luglio 2013, erano state 32,8 milioni: di conseguenza, la diminuzione tendenziale e' pari a -38,3%. In particolare, la variazione tendenziale e' stata pari a -42,8% nel settore Industria e a -24,0% nel settore Edilizia. Le variazioni congiunturali calcolate sui dati destagionalizzati registrano per il mese di luglio 2014 un decremento pari al -16,1% rispetto al mese precedente.

Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate a luglio 2014 e' stato pari a 50,4 milioni, con un incremento del +18,0% rispetto al luglio 2013, nel corso del quale sono state autorizzate 42,7 milioni di ore. Rispetto a giugno 2014, invece, si registra una variazione congiunturale, calcolata sui dati destagionalizzati, pari a +9,6%. Passando infine agli interventi in deroga, che risentono dei fermi amministrativi per carenza di finanziamenti, sono state 8,9 milioni le ore autorizzate a luglio 2014, con un decremento del -70,8% se raffrontati con luglio 2013, mese nel quale erano state autorizzate 30,6 milioni di ore. In questo caso, la destagionalizzazione dei dati mostra una variazione congiunturale pari al -55,9% rispetto al precedente mese di giugno.

Zedde

Ue: Mogherini bene vertice, ora azione comune su Iraq-Gaza-Libia

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, apprezza la decisione dell'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton, di convocare dopodomani il Consiglio affari esteri sulle crisi in Iraq, a Gaza e in Libia. "E' bene che l'Ue, come avevano chiesto prima l'Italia e poi la Francia, abbia deciso di affrontare le crisi drammatiche in Iraq, a Gaza e in Libia con un lavoro comune dei 28", ha affermato la titolare della farnesina. "Dal vertice deve uscire non solo una dichiarazione di principio condivisa su tutti e tre gli scenari di crisi, ma una decisione su un'azione comune forte e coordinata. E' questo l'obiettivo per cui abbiamo insistito sulla necessita' di convocare subito un Consiglio affari esteri", ha aggiunto Mogherini. .

Altro...

Renzi, con Draghi tutto bene, Italia non e' osservato speciale

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - "Tutto bene" con Mario Draghi. Matteo Renzi rientra a piedi a palazzo Chigi e ai giornalisti che gli chiedono se l'incontro con il presidente della Bce sia stato in un clima di serenita' o di scontro, il premier spiega: "con Draghi ci vediamo periodicamente, era tutto gia' posto da prima. La stampa italiana ha letto le parole di Draghi in una chiave negativa per l'Italia e quindi il mio 'non ci facciamo commissariare' come una replica al presidente della Bce. Ma non e' cosi'". Ma la lettura e' frutto della sensazione che l'Italia sia un osservato speciale, fanno notare i giornalisti. "Non e' cosi', vi assicuro che non e' cosi'" replica Renzi. Forse per il ricordo della lettera del 2011... "Voi eravate qui, io ero sindaco di Firenze" sorride il premier ai giornalisti.

Lega, Renzi dovra' recuperare un miliardo e mezzo

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - "Mentre Renzi raggiunge l'ennesimo record sul debito pubblico, ci stupiamo della polemica relativa al ricorso di Zaia circa i tagli lineari imposti agli enti locali a copertura degli 80 euro. Ricordiamo al riguardo che gia' la Regione Lombardia ha fatto un ricorso contro i tagli lineari, ricorso che la Consulta ha accolto e sulla base di questa sentenza, che ha fatto saltare i tagli lineari a partire dal 2015 gia' fatti con precedenti decreti, il governo Renzi dovra' recuperare almeno 1 miliardo e mezzo per mancate coperture. Come dire, 'piove sul bagnato'". Lo afferma Massimo Garavaglia, responsabile economico della Lega Nord e Assessore all'Economia e Bilancio della Regione Lombardia. Per il responsabile economico della Lega, "la Legge di Stabilita' che il governo si appresta a varare si presenta quindi molto complicata: da un lato andranno trovate le coperture mancanti comprese queste dei tagli lineari non piu' fattibili; dall'altro, la continua crescita del debito espone la finanza pubblica a rischi notevoli". Insomma, conclude Garavaglia, "non se ne esce senza una ripartenza del Pil che pero' puo' avvenire solo da un forte abbattimento delle imposte. Sarebbe il caso che Renzi prendesse in considerazione seriamente la proposta di Salvini sulla flat-tax". .

Expo: Renzi, c'e' da correre sono certo tempi saranno rispettati

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - "Expo. Cinque milioni di biglietti venduti, 147 Paesi coinvolti. Stamani ho visitato i cantieri, la cosa piu' bella e' stata vedere delle persone che non stanno semplicemente costruendo un'opera o tirando su padiglioni, ma stanno restituendo l'orgoglio a un Paese. C'e' da correre, io tornero' a Milano il 16 ottobre per fare il punto della situazione, ma sono sicuro che i tempi saranno rispettati e il primo maggio 2015, quando iniziera' l'Expo, saremo fieri di essere italiani". Lo scrive sulla sua pagina facebook il premier Matteo Renzi, postando alcune foto della visita svolta questa mattina ai cantieri dell'Expo. .

Riforma Pensioni, così le nuove regole dopo il Dl Madia

Nicola Colapinto Mercoledì, 13 Agosto 2014

Con l'approvazione definitiva del Dl 90/2014 l'impianto complessivo della Riforma Fornero non è stato cambiato. La pensione anticipata resta conseguibile al perfezionamento di 41 anni e 6 mesi di contributi (42 anni e 6 mesi per gli uomini). Kamsin La pensione di vecchiaia è ottenibile al perfezionamento di 66 anni e 3 mesi per gli uomini del settore privato e pubblico (e lavoratrici del settore pubblico); 63 anni e 9 mesi per le lavoratrici del settore privato; 64 e 9 mesi per le autonome.

Per i dipendenti pubblici viene introdotta tuttavia la facoltà alle Pa di risolvere il rapporto di lavoro al compimento del 62esimo di età (65 anni per i medici) qualora il lavoratore abbia raggiunto la massima anzianità contributiva. In altri termini l'amministrazione potrà unilateralmente mandare a casa, con una decisione motivata, chi ha raggiunto i 42 anni e 6 mesi di contributi (41 anni e 6 mesi per le donne), dirigenti compresi. L'altra innovazione del Dl Madia, sul comparto pubblico, è l'abolizione definitiva dei trattenimenti in servizio a partire dal 31 Ottobre 2014, una novità che nei fatti può comportare una breve anticipazione dell'età pensionabile.

Il decreto invece non tocca l'adeguamento periodico alla stima di vita. Pertanto resta confermato dal prossimo triennio 2016-2018 l'incremento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia e di quelli contributivi per la pensione anticipata. Adeguamento che, si stima, sarà pari a 4 mesi. Questo significa che, ad esempio, dal 1° gennaio 2016 per la pensione anticipata saranno richiesti 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Confermato anche il sistema di penalizzazioni che colpisce i lavoratori che accedono alla pensione anticipata prima del 62esimo anno di età. Qualora si chieda la pensione anticipata prima dei 62 anni di età, l'assegno viene corrisposto, per la quota retributiva, con una riduzione pari all'1% per ogni anno di anticipo, percentuale che sale al 2%, per ogni anno di anticipo che supera i 2. Ad esempio se si richiede la pensione anticipata dopo aver raggiunto i 42 anni a 60 anni, si riscuoterà, per la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo (riferito all'anzianità accumulata sino a tutto il 2011), un assegno decurtato del 2%. Se invece la si richiede a 59 anni di età la decurtazione sale al 4%.

Il Dl 216/2011, approvato subito dopo la riforma Fornero, esclude dall'applicazione delle riduzioni percentuali i trattamenti liquidati in favore di coloro che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017. Ciò a condizione che il possesso del requisito, derivi da: prestazione effettiva di lavoro; periodi di astensione obbligatoria per maternità, assolvimento degli obblighi di leva, infortunio o malattia; periodi di cassa integrazione ordinaria; astensione dal lavoro per la donazione di sangue; congedi parentali di maternità e paternità; congedi e permessi con riferimento a persone con handicap in situazione di gravità. Nel passaggio alla Camera della riforma Madia era stato approvato un emendamento che escludeva dalle penalizzazioni anche chi raggiungeva il requisito dei 42 anni con l'aiuto della contribuzione figurativa, da riscatto (laurea ad esempio) o da contribuzione volontaria. Dopo la bocciatura della Ragioneria generale, e l'approvazione definitiva del provvedimento, le penalizzazioni restano alle condizioni sopra descritte. Su questo fronte ci si aspettava un maggiore coraggio da parte del governo.

Nulla di nuovo anche per quanto riguarda l'opzione donna. Le donne che vogliono andare in pensione con le vecchie regole — ossia a 57 anni di età con 35 di contributi (58 anni se lavoratrici autonome) — possono continuare a farlo, in via eccezionale sino al 2015, scegliendo un trattamento calcolato interamente con il sistema contributivo a condizione che la finestra si apra entro e non oltre il 31.12.2015.

Riforma Pensioni, stop al trattenimento in servizio nella scuolaZedde

Ue: Delrio, su fondi vicino accordo, opportunita' non rischio

Redazione Mercoledì, 13 Agosto 2014
- Roma, 13 ago. - "I 40 miliardi di Fondi Ue dell'Accordo di partenariato ancora da stipulare rappresentano oggi semmai l'opportunita' di spenderli tutti fino all'ultimo centesimo e non il rischio di perderli". Cosi' il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio smentisce l'allarme lanciato rispetto alle osservazioni della Commissione europea del luglio scorso riguardo l'Accordo di partenariato 2014-2020 sui Fondi Ue: osservazioni commentate a suo tempo dallo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio in una nota del 10 luglio e oggetto dei successivi colloqui con il Commissario Johannes Hahn nella visita in Italia del 17 e 18 luglio con il sopralluogo a Pompei. "Le osservazioni non hanno messo in discussione l'impianto della proposta di Accordo italiana - aggiunge Delrio - che anzi la Commissione ci ha invitato a rispettare ma suggerendo, in un dialogo costante con il Governo italiano, affinamenti e precisazioni, molto spesso completamente condivisibili".
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