Lavoro: ok del governo a contratto a tutele crescenti

Mercoledì, 17 Settembre 2014
- Roma, 17 set. - La strada per il superamento dello Statuto dei lavoratori e' aperta, ma il nodo su cui da sempre e' catalizzato il dibattito politico, quello dell'articolo 18, non e' ancora sciolto. Il Governo ha depositato questa mattina in commissione al Senato un emendamento alla legge delega sul lavoro che prevede, "per le nuove assunzioni, il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianita' di servizio". Un punto a favore dei detrattori dell'articolo 18, poiche' in questo modo si elimina il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa per tutti i nuovi assunti, almeno all'inizio del rapporto di lavoro, e si sostituisce con un indennizzo crescente con il crescere dell'anzianita' aziendale. Non e' escluso pero' che il decreto attuativo del Governo, che dovra' arrivare entro 60 giorni dall'approvazione della delega, possa prevedere, tra le tutele, il ripristino del reintegro ex-articolo 18 per il lavoratore che abbia maturato un certo numero di anni di anzianita'. Un'ipotesi, forse solo teorica, che per il momento consente alla maggioranza di mantenere una posizione unitaria e scongiurare l'ipotesi decreto legge minacciata ieri da Renzi. Un'altra novita' introdotta dall'emendamento e' la possibilita' per l'azienda di demansionare un dipendente. Il testo, che modifica di fatto l'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori, delega il Governo ad adottare "una revisione della disciplina delle mansioni, contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto di lavoro, della porfessionalita' e delle condizioni di vita, prevedendo limiti alla modifica dell'inquadramento". Prevista anche una revisione dei controlli a distanza, al momento vietati dall'articolo 4 dello Statuto, che dovra' tener conto "dell'evoluzione tecnologica" e contemperare "le esigenze produttive ed organizzative dell'impresa con la tutela della dignita' e della riservatezza del lavoratore". Il testo depositato al Senato introduce poi, "eventualmente anche in via sperimentale", il compenso orario minimo anche per i co.co.co e per i lavoratori subordinati che appartengono a settori non regolati da contratti collettivi. La mediazione che governo e relatore hanno individuato riguarda l'applicazione del nuovo contratto a tempo indeterminato - nel quale le tutele diventano progressive in relazione all'anzianita' di servizio - alle nuove assunzioni. Soddisfatto il presidente della commissione Lavoro Maurizio Sacconi:"E' evidente che nel contratto tipico che ha oggi oltre l'80 per cento degli italiani la progressivita' della tutela non potra' che essere un indennizzo proporzionato, o piu' che proporzionato, al tempo trascorso nell'impresa". Plaude anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, esprimendo "grande soddisfazione per il nuovo testo del Job Act che riforma lo Statuto dei lavoratori nelle sue parti piu' rigide, incentivando la propensione ad assumere".

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