Marittimi, siglato il contratto unico nazionale. Aumenti medi di 80 euro

redazione Mercoledì, 01 Luglio 2015
I sindacati di categoria hanno siglato questa mattina il contratto nazionale del trasporto marittimo con il quale si unificano i precedenti 13 accordi di settore.

E' stato siglato oggi il contratto nazionale del trasporto marittimo. L'intesa è stata raggiunta dai sindacati di categoria, Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti Uil, assieme alle controparti datoriali Confitarma (in rappresentanza degli armatori privati), Fedarlinea (riunisce le compagnie dei traghetti di linea), più le due federazioni dei rimorchiatori (Assorimorchiatori e Federimorchiatori).

Si tratta del primo contratto unico del settore, che raccoglie in una parte comune i tredici precedenti accordi, raggiungendo l’obiettivo di avere un unico ccnl per l’industria dell’armamento italiano, la seconda per fatturato in Europa, che comprende 64.000 addetti. La decorrenza contrattuale sarà dal 1° luglio 2015 fino al 31 dicembre 2017.

Nel nuovo testo - sottolineano inoltre Filt, Fit e Uilt - si mettono le basi per un’ulteriore garanzia di stabilità sulle varie forme di precarietà esistenti nel mondo marittimo, a partire dalla nuova disciplina relativa all’ingresso nelle imprese degli allievi ufficiali italiani”. Per le tre organizzazioni sindacali di categoria dal punto di vista economico “con la parte relativa al recupero salariale che supera i dati relativi all’IPCA, con un aumento in 2 anni e mezzo del 5,7% sulla paga base, pari a circa 80 euro sul tabellare ed un trascinamento in positivo anche sugli altri istituti economici della stessa busta paga, si proietta il settore marittimo verso una prospettiva di effettiva tutela del salario”.

“Questo rinnovo con una trattativa durata più di un anno - sostengono infine Filt, Fit e Uilt - dimostra che il rapporto unitario è indispensabile ed entro il prossimo 20 luglio si terrà la consultazione tra i lavoratori per la validazione del CCNL firmato oggi”.

"Rinnovare il contratto non è stato affatto facile – ricorda Maurizio Colombai, della Filt nazionale –, per il fermo e prolungato proposito, espresso dagli armatori, di non voler firmare alcun contratto a causa della crisi e della conseguente mancanza di disponibilità economiche. Inizialmente, di fronte a questo rifiuto, abbiamo fatto una valutazione congiunta sul mantenimento dei livelli occupazionali. La trattativa contrattuale è iniziata a luglio 2014, solo dopo la proclamazione da parte nostra di uno sciopero nazionale. A quel punto, le controparti, hanno deciso di aprire il tavolo e si è entrati nel vivo della discussione a partire dal settembre scorso. Essere arrivati ora alla conclusione del negoziato, dimostra che il rapporto unitario è stato indispensabile”.

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