Lavoro

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La Camera approva in prima lettura il decreto lavoro con 283 sì e 161 no. Il testo ora passa al Senato dove la maggioranza però si presenta divisa.

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L'aula della Camera Venerdì ha confermato la fiducia al governo dando il semaforo verde al dl 34/2014. I sì sono stati 283, compresi quelli di Ncd e Scelta civica (oltre ai deputati Pd), 161 i no, un astenuto.  Il dl 34 inizierà quindi il prossimo martedì 29 aprile il suo percorso in Senato, in commissione Lavoro, con un iter piuttosto veloce dato che il provvedimento scade il 19 maggio.

A Palazzo Madama la maggioranza si presenta però divisa, visto che il testo uscito dalla Camera, è molto diverso rispetto al dl originario approvato dal governo a metà marzo, che cercava di correggere in modo piu' incisivo le rigidità introdotte dalla legge Fornero.

In attesa di conoscere cosa deciderà il Senato le modifiche approvate da Montecitorio prevedono che l'acausalità dei contratti a termine sale da 12 a 36 mesi, comprensivi di un massimo di cinque proroghe (contro le 8 previste dal decreto originario). Viene quindi introdotto un tetto del 20% di utilizzo del lavoro a termine calcolato sui dipendenti a tempo indeterminato (e non più sull'organico complessivo come previsto nel testo originario). Si precisa che la formazione pubblica per gli apprendisti torna obbligatoria anche se la disposizione viene temperata dal possibilità di esonero dell'impresa qualora la Regione non si attivi entro 45 giorni. Viene ripristinato il piano formativo individuale, ma con modalità semplificate di redazione. Viene reintrodotta una quota legale di stabilizzazione di apprendisti (pari al 20% per le aziende con almeno 30 dipendenti) necessaria per consentire al datore di lavoro di poter sottoscrivere nuovi contratti di apprendistato.

Viene ampliato e rafforzato anche il diritto di precedenza delle donne in congedo maternità per le assunzioni da parte del datore di lavoro, nei 12 mesi successivi e in riferimento alle stesse mansioni oggetto del contratto a termine. Al fine di integrare il limite minimo di 6 mesi di durata del contratto a termine (che la normativa in vigore richiede per il riconoscimento del diritto di precedenza) devono calcolarsi anche i periodi di astensione obbligatoria per le lavoratrici in congedo di maternità.

Alfano (Nuovo Centro Destra): «il decreto è un grande passo avanti rispetto a riforma Fornero». Ma si allarga il fronte di coloro che chiedono modifiche al Senato.

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La Camera, senza riservare sorprese, ha votato la fiducia al governo sul decreto lavoro con 344 sì, 184 no. La fiducia era stata posta sul testo uscito in commissione. Nonostante il testo, così come modificato in Commissione, non piaccia al Nuovo centrodestra, Alfano ha detto che «il decreto è un grande passo avanti rispetto a riforma Fornero». Perciò Ncd ha votato la «fiducia al decreto e al governo». Oggi ci saranno le dichiarazioni sul voto finale sul provvedimento che deve passare all'esame di palazzo Madama per la seconda lettura. Il ministro Angelino Alfano, leader Ncd, ha assicurato che il Governo «non corre rischi» dal passaggio in Senato del decreto lavoro.

Il disegno di legge di conversione al Dl 34/2014 estende da 1 a 3 anni la durata del rapporto di lavoro a tempo determinato senza causale, ovvero senza ragione dell’assunzione. Il testo approvato dal governo prevedeva un massimo di otto proroghe contrattuali in 36 mesi, la commissione ha abbassato il tetto a cinque proroghe. I lavoratori `a termine´ non possono però essere in ciascuna azienda più del 20% degli assunti a tempo indeterminato (1 per le imprese fino a 5 dipendenti). La commissione ha previsto che se si supera il limite, i contratti in eccesso si considerano a tempo indeterminato. Le norme si applicano alla somministrazione di lavoro a tempo determinato.  La Commissione ha ripristinato l'obbligo di un piano formativo individuale in forma scritta, inizialmente cancellato dal governo, ma prevede modalità semplificate di redazione.

Decreto Irpef - Confermata anche l'altra misura annunciata dal Governo Renzi: il Bonus Irpef per i redditi inferiori ai 26mila Euro annui ammonterà a 640 Euro da maggio alla fine del 2014. Dal 2015, il taglio - di 80 Euro al mese - diverrà strutturale e sarà assicurato per tutto l'anno. Il decreto legge Irpef, approvato lo scorso venerdì dal Cdm, sta infatti per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Nel testo, si prevede di incrementare l'anno prossimo di 2 miliardi di Euro rispetto al 2013, le somme sottratte all'evasione fiscale. Cura dimagrante per i ministeri che da qui a dicembre dovranno tagliare le proprie spese di complessivi 240 milioni di Euro. Le voci di spesa da ridurre saranno indicate in un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri da emanare entro 15 giorni dalla pubblicazione in gazzetta del decreto.

La riforma del contratto a termine cambierà in maniera sostanziale, se saranno approvati gli emendamenti della Commissione Lavoro della Camera. Tra le principali novità, il regime delle proroghe che scendono da otto a cinque proroghe totali, nell'arco dei 36 mesi. 

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Scende da 8 a 5 il numero massimo di proroghe utilizzabili per il contratto a tempo determinato senza causale di durata di 36 mesi, sempre che ci si riferisca alla stessa attività lavorativa. Il numero dei contratti a tempo determinato non può eccedere il 20% specificando che il limite si riferisce ai lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell'anno di assunzione. E ancora, sempre in tema di organico, si prevede che che i rapporti stipulati in violazione del limite quantitativo si trasformino a tempo indeterminato. Sono queste le modifiche al testo finale del decreto legge 34/2014 su cui il Parlamento è chiamato a pronunciarsi entro il 19 Maggio, data di scadenza del Dl Poletti. 

Modifiche in arrivo anche per quanto riguarda l'apprendistato con il testo finale che ha ripristinato l'obbligo di stabilizzare una quota di apprendisti - almeno il 20% per le imprese con almeno 30 dipendenti - come condizione per poter assumere nuovi apprendisti. Diventa obbligatoria (e non più discrezionale) l'offerta formativa pubblica per l'azienda. Il vincolo viene meno se la Regione entro 45 giorni non comunica le modalità per poterne usufruire.

Novità anche sul diritto di precedenza. Per le lavoratrici madri il periodo congedo di maternità potrà concorrere a determinare il periodo di attività lavorativa utile a conseguire il diritto di precedenza. Inoltre, si stabilisce a carico del datore di lavoro l'obbligo di informare il lavoratore del diritto di precedenza, mediante comunicazione scritta da consegnare al momento dell'assunzione.

Intanto il Ministro dell'economia Pier Carlo Padoan si dice ottimista sugli effetti del decreto Poletti: "porterà a creare maggiore occupazione". Per Padoan il provvedimento "accelera il beneficio in termini di occupazione della ripresa". Una ripresa che, secondo il ministro, "si sta consolidando". Rispondendo a una domanda sulle coperture per gli ammortizzatori sociali, il ministro assicura che "si trovano". Secondo l'inquilino di via XX settembre la riforma del mercato del lavoro permetterà di cambiare il meccanismo di allocazione delle risorse anche per gli ammortizzatori. "Si tratta", ha aggiunto, "di cambiare il meccanismo attraverso cui si offre sostegno ai lavoratori". Quanto alla riforma Fornero - dice - "non è che non vada più bene, il fatto è che nel frattempo le condizioni recessive da allora sono peggiorate, la ripresa è fragile e stenta a tradursi in più occupazione".

L'INPS, con il messaggio n. 4152 del 17 aprile 2014, fornisce alcuni chiarimenti in merito alle disposizioni, di natura contributiva, previsti dal decreto legge n. 34/2014.

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L'istituto di previdenza pubblica ha precisato, alcune disposizioni in materia contributiva prevista dal decreto legge n. 34/2014.

Contratto a tempo determinato -  Con riferimento agli aspetti di carattere contributivo, va considerata la portata della norma riguardo al contributo addizionale, a carico del datore di lavoro, pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali (articolo 2, c. 28, della legge n. 92/2012), nonché al regime agevolato per le aziende con meno di 20 dipendenti, che assumono personale con contratto a tempo determinato in sostituzione di lavoratrici e lavoratori in congedo di maternità, che hanno uno sgravio contributivo del 50% sui contributi a carico del datore di lavoro (articolo 4 del D.L.vo n. 151/2001).

Nel primo caso, il datore di lavoro dovrà continuare a dare notizia della particolare tipologia assuntiva. Ne consegue che, per quanto sia venuta meno la causale ai fini della legittimità del contratto a tempo determinato, ove quest’ultimo venga stipulato in relazione a una sostituzione, i datori di lavoro dovranno continuare a compilare il flusso UniEmens secondo le indicazioni contenute nell'allegato tecnico, valorizzando l’elemento <Qualifica3> con il previsto codice A.

Nel secondo caso, ai fini dell’accesso e della fruizione dell’agevolazione spettante, i datori di lavoro interessati dovranno continuare ad utilizzare la prassi in uso.

In merito alla Restituzione del contributo addizionale ASpI nel caso di trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato o di successiva riassunzione a tempo indeterminato di un lavoratore a termine nell'arco di 6 mesi dalla cessazione, l'Istituto ha dichiarato l'ammissibilità della restituzione del contributo anche qualora la trasformazione o la successiva assunzione a tempo indeterminato sia effettuata con un rapporto di apprendistato.

 Apprendistato -  L’Istituto chiarisce che l'abrogazione dell'istituto della stabilizzazione riguarda sia quella legale che quella contrattuale prevista dalla contrattazione collettiva.

Dalla data di entrata in vigore delle nuove norme, inoltre: 

- il piano formativo individuale dell’apprendista non deve più necessariamente essere redatto per iscritto; 

- nell’apprendistato professionalizzante, diviene facoltativa la formazione di base e trasversale, ossia quella che avrebbe dovuto essere erogata dalle Regioni;    

- nell’apprendistato di primo livello, finalizzato all’acquisizione di una qualifica o di un diploma professionale, è consentito che il compenso per le ore di formazione venga corrisposto nella misura del 35% del monte ore complessivo.

La cassa integrazione ordinaria aumenta a marzo su febbraio del +16,32%, per un totale pari a 27.379.903 di ore. Da inizio anno la cig invece ha raggiunto quota 76.696.078 di ore per un -23,43% sul periodo gennaio-marzo del 2013. 

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Esplode la richiesta di ore di cassa integrazione: con oltre 100 milioni di ore registrate lo scorso mese, ben oltre le 80 milioni di ore mediamente conteggiate a partire da gennaio 2009 ad oggi, la cig aumenta in tutti i suoi segmenti (ordinaria, straordinaria e deroga). Dietro questa mole di ore sono coinvolti da inizio anno circa 520 mila lavoratori che hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1.900 euro netti in meno per ogni singolo lavoratore in busta paga.

Partendo dalle elaborazioni delle rilevazioni Inps effettuate dall'Osservatorio cig della Cgil Nazionale nel rapporto di marzo, il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, può commentare: "Lo stato in cui versa il nostro sistema produttivo, insieme alla condizione dei lavoratori, continuano ad essere una seria e drammatica emergenza da affrontare". 

Dall'analisi di Corso Italia si rileva come il totale a marzo sia stato pari a 100.136.978 di ore di cassa integrazione richieste e autorizzate. Un dato in aumento sul mese precedente del +20,28% mentre è in calo l'insieme del primo trimestre, pari a 264.755.636 di ore, del -1,16% sui primi tre mesi dello scorso anno. Nel dettaglio emerge che la cassa integrazione ordinaria (cigo) aumenta a marzo su febbraio del +16,32%, per un totale pari a 27.379.903 di ore.

Da inizio anno la cigo invece ha raggiunto quota 76.696.078 di ore per un -23,43% sul periodo gennaio-marzo del 2013. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda lo scorso mese, è stata di 45.491.245 per un +17,07% su febbraio mentre il primo trimestre dell'anno totalizza 128.212.748 ore autorizzate per un +10,21% sullo stesso periodo dello scorso anno.

Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) ha registrato a marzo un deciso aumento sul mese precedente pari a +30,71% per 27.265.830 ore richieste. Nei primi tre mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso, la crescita della cigd è stata del +14,56% per un totale di 61.846.810.

Verranno reintrodotte le quote di stabilizzazione degli apprendisti con il 20 per cento nelle aziende con oltre 30 dipendenti.

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La Commissione Lavoro della Camera ha concluso l'esame del decreto lavoro 34/2014 apportando diverse modifiche al testo originario del provvedimento. La prima novità riguarda la reintroduzione delle quote di stabilizzazione dei lavoratori apprendisti con un obbligo per le aziende di oltre 30 dipendenti di stabilizzarne almeno il 20 per cento come condizione per assumere di nuovi.Viene inoltre ripristinata la sostanziale obbligatorietà della formazione pubblica di apprendisti anche se l'impresa sarà esonerata qualora entro 45 giorni la Regione non si attiva per erogare i corsi.

È stato pure ripristinato l'obbligo della forma scritta per la formazione dell'apprendistato anche se si procederà con una forma semplificata.

Per quanto riguarda i contratti a termine si prevede che le proroghe scendono da 8 a 5 menrte rimane immutato l'arco di tempo pari a 36 mesi entro cui contratto a tempo determinato può essere stipulato.

Viene inoltre precisato che il tetto del 20 per cento di utilizzo dei rapporti a tempo determinato sarà calcolato non più sull' organico complessivo dell'azienda ma solo sui lavoratori a tempo indeterminato in forza al primo gennaio dell'anno di assunzione. Come sanzione in caso di mancato rispetto della soglia è prevista la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro.

Tra le novità che andranno in aula per la discussione generale la prossima settimana, viene anche specificato il regime transitorio applicabile. Le novità sui contratti a termine sull'apprendistato verranno per rapporti di lavoro instaurati successivamente all'entrata in vigore del decreto legge. Le aziende avranno tempo fino a fine anno per adeguarsi al tetto; in caso contrario dal 2015 le aziende non potranno procedere all'assunzione di nuovi lavoratori a tempo determinato finché non avranno regolarizzato la propria posizione.

Si specifica poi che il tetto del 20 per cento e la sanzione in caso di sforamento, che prevede la trasformazione del contratto in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, non saranno applicabili ai rapporti di lavoro costituiti prima dell'entrata in vigore del decreto legge 34/2014.

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