Pensioni, Gli assegni riprendono a salire nel 2018. Ecco cosa Cambia

Emanuele Orlandi Venerdì, 01 Dicembre 2017
Il prossimo anno i pensionati dovranno però restituire con un prelievo una tantum la maggiore rivalutazione dello 0,1% concessa nel 2015. 
Le pensioni nel 2018 torneranno a crescere. Dopo due anni di blocco del meccanismo di rivalutazione automatica il Ministero del dell'Economia ha pubblicato ieri il decreto ministeriale 20 novembre 2017 che fissa il tasso di rivalutazione delle pensioni a partire dal 1° gennaio 2018 in misura pari all'1,1%. Il decreto recepisce il dato relativo al tasso di inflazione comunicato dall'Istat nei primi nove mesi del 2017. Ciò significa che dal prossimo anno tutti gli assegni pensionistici cresceranno per recuperare la perdita del potere d'acquisto registrata nel 2017. 

Il dato ha riflessi anche sull'importo del trattamento minimo che passerà dagli attuali 501,89 a 507,41 euro al mese, l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, introdotta dalla riforma Dini (legge n. 335/1995) in sostituzione della «vecchia» pensione sociale che sale da 448,07 a 453 euro al mese. Mentre la pensione sociale, ancora prevista per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, raggiunge 373 euro al mese. 

Le fasce di rivalutazione premiano gli assegni sino a 3 volte il minimo

Anche nel 2018 resta comunque in vigore il meccanismo di rivalutazione introdotto dalla legge 147/2013 dal 1° gennaio 2014 e prorogato dalla legge 208/2015 sino al 31 dicembre 2018 che ha ridotto rispetto al passato l'indicizzazione al costo della vita per le pensioni di importo medio-alto. Pertanto nel 2018 solo le pensioni di importo fino a tre volte il trattamento minimo otterranno l'incremento pieno dell'1,1%. Per le pensioni di importo superiore e sino a quattro volte il trattamento minimo sarà riconosciuto il 95% del predetto adeguamento (cioè la rivalutazione effettiva sarà dell'1,045%); per quelle di importo superiore e sino a cinque volte il minimo l'adeguamento sarà pari al 75% del predetto adeguamento (quindi la rivalutazione effettiva sarà dello 0,825% rispetto al valore del 2017); adeguamento che scende al 50% (+0,55% effettivo rispetto al 2017) per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il minimo e al 45% per i trattamenti superiori a 6 volte il trattamento minimo inps (l'incremento effettivo in questo ultimo caso sarà così dello 0,495% rispetto al 2017). Complessivamente una pensione di mille euro al mese godrà di un incremento lordo di 143 euro il prossimo anno, circa 11 euro al mese in più.   

L'adeguamento, inoltre, continuerà ad essere applicato per fasce complessive di importo e non per scaglioni, un ulteriore danno per i pensionati. Solo dal 2019 si tornerà a quest'ultimo meccanismo meno penalizzante per gli assegni medio alti previsto dalla legge 388/2000 (si veda la tavola sottostante). 

Il recupero della maggiorazione indicizzazione

In realtà con le operazioni di conguaglio del prossimo anno si dovranno recuperare gli effetti della maggiore rivalutazione concessa tre anni fa. Nel 2014 è stato adottato, infatti, un indice di rivalutazione provvisorio dello 0,3%, mentre quello definitivo è risultato dello 0,2%. Gli assegni nel 2015 hanno goduto, dunque, di una rivalutazione superiore dello 0,1% rispetto al dato effettivo certificato solo nel novembre del 2015. Già nel 2016 gli assegni furono riallineati al valore effettivo ma in tale occasione sarebbe dovuto anche scattare il recupero della maggiore rivalutazione concessa l'anno precedente per 13 mensilità con un prelievo una tantum a gennaio 2016. Dato che nel 2016 il tasso di rivalutazione è risultato pari a zero, per evitare il prelievo, l'esecutivo ha deciso di rinviare l'operazione prima al 2017 e poi, stante la mancata rivalutazione dei trattamenti anche quest'anno, al 2018.

Ecco dunque che il prossimo anno i pensionati saranno chiamati a restituire una cifra media tra i 15 ed i 20 euro trattenuta dall'Inps direttamente sulla pensione. Le modalità di restituzione saranno rese note nei prossimi mesi dall'Istituto di previdenza (l'ipotesi è un micro prelievo in quattro rate nel corso del 2018).

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Documenti: Il decreto del Ministero dell'Economia 20 Novembre 2017

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