Riforma Pensioni, lavoratori precoci delusi dalla legge di stabilità

Valerio Damiani Martedì, 27 Ottobre 2015
Nelle misure presentate dal Governo non compare la sterilizzazione della penalizzazione per gli assegni liquidati prima del 2015. 
La legge di stabilità si dimentica dei lavoratori precoci. Oltre a deludere per non aver introdotto una maggiore flessibilità in uscita, nel perimetro delle misure presentate domenica nel corposo disegno di legge di bilancio da Palazzo Chigi, non figurano quegli interventi che sarebbero necessari per risolvere il problema legato all'applicazione delle cd. penalizzazioni per chi ha conseguito la pensione prima del 62° anno di età.

Come è ben noto la legge di stabilità dello scorso anno (legge 190/2014) ha congelato, positivamente, l'applicazione della penalizzazione, cioè il taglio dell'1-2% per ogni anno di anticipo, per chi consegue la pensione anticipata prima del compimento del 62° anno di età sino al 31 dicembre 2017. La formulazione della norma, tuttavia, ha trovato applicazione solo nei confronti di quelle pensioni che hanno avuto decorrenza a partire dal 1° gennaio 2015, lasciando quindi decurtati gli assegni di circa 25mila lavoratori (soprattutto donne) che hanno ottenuto la liquidazione della prestazione pensionistica entro il 31 dicembre 2014. Si tratta in particolare di lavoratori che hanno perfezionato il requisito contributivo richiesto (41 anni e 6 mesi le donne e 42 anni e 6 mesi gli uomini) utilizzando periodi di contribuzione figurativa derivanti dalla disoccupazione indennizzata, mobilità, maggiorazioni derivanti da amianto o da invalidità o da riscatto che, nella formulazione previgente della norma, non erano considerati utili ad evitare l'applicazione della penalizzazione.

Nei confronti di questi lavoratori è rimasta pertanto una palese discriminazione, che se non sarà risolta si riverbererà per sempre sull'assegno, rispetto a coloro che ottengono la pensione dal 2015 in poi, dato che, da questa data i tagli sono stati eliminati tout court indipendentemente dalla composizione del maturato contributivo. Una situazione grave che la Commissione Lavoro della Camera ha proposto di risolvere nel disegno di legge sulla settima salvaguardia licenziato il 1° ottobre scorso con uno specifico articolo (il numero 3) ma che tuttavia il Governo non ha riproposto nella legge di stabilità. Forse solo una dimenticanza anche perchè il costo per eliminare la penalità nei confronti degli assegni liquidati ante 2015 è irrisoria come sottolineava la Gnecchi (Pd) nella relazione illustrativa al ddl sulla 7° salvaguardia.

Una questione però che già dalla prossima settimana si punterà a sanare in Senato: una pattuglia di deputati Pd ripresenterà un apposito emendamento alla legge di stabilità per chiudere la vicenda e consentire la depenalizzazione degli assegni a partire dal 1° gennaio 2015 o dal 1° gennaio 2016. Nella speranza che, almeno su questo punto, il Governo non si opponga.

Non sarà probabilmente affrontata in questa sessione di bilancio la questione relativa alla proroga del blocco della penalizzazione oltre il 2017, un altro punto caldo sul quale c'è da scommettere pioveranno altri emendamenti in Parlamento. Dunque, per ora, chi maturerà il requisito contributivo per la pensione anticipata dopo il 2017 resterà soggetto sempre al taglio dell'1-2% qualora non abbia compiuto il 62° anno di età.

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