Riforma Pensioni, Per i lavoratori Precoci l'obiettivo è Quota 41

Eleonora Accorsi Mercoledì, 02 Marzo 2016
I lavoratori precoci avviano una serie di campagne volte a sensibilizzare la politica sulla necessità di rivedere il meccanismo di uscita previsto dalla Legge Fornero.
Lavoratori precoci in stato di agitazione. In migliaia si stanno organizzando tramite social network per avviare una massiccia campagna di protesta contro il ritorno della penalizzazione sulla pensione anticipata, il progressivo adeguamento della stima di vita e l'ennesimo rinvio del capitolo sulla flessibilità in uscita più volte promesso dal Premier, Matteo Renzi, a cui, però, non hanno fatto mai seguito decisioni concrete. 

"Chi ha iniziato a lavorare a 16 anni - ci scrive Mauro, lavoratore notturno con oltre 200 notti alle spalle ogni anno, e uno dei principali sostenitori della campagna di sensibilizzazione - oggi si trova tra l'incudine ed il martello. Spesso noi precoci svolgiamo lavori a carattere usurante in quanto non abbiamo proseguito gli studi, una scelta che ci ha penalizzato sia perchè avremo una aspettativa di vita più breve, che ne voglia dire la Legge Fornero, sia perchè non abbiamo alcuna possibilità di anticipare l'uscita sulla pensione nonostante, verso la fine della carriera lavorativa, non abbiamo più la capacità di reggere i ritmi di lavoro che, ripeto, diventano insostenibili".

L'obiettivo della protesta, che nel frattempo sta scendendo nelle Piazze, è la revisione, entro fine anno, delle soglie contributive che garantiscono la possibilità di accedere alla pensione indipendentemente dal requisito anagrafico e di abbassarle a 41 anni di contributi (dagli attuali 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Togliendo qualsiasi penalizzazione che dal 2018, in assenza di correttivi, tornerebbe in vigore. Una proposta contenuta nel progetto di legge Damiano (857) in discussione in questi giorni, insieme a diverse altre misure sulla flessibilità di accesso alla pensione, presso la Commissione Lavoro della Camera. Sulla quale, tuttavia, manca ancora il placet del Governo, dettaglio non indifferente dato che queste misure non passano senza l'avallo del Dicastero dell'Economia. 

"Sarebbe una misura particolarmente importante per i lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani e che la Riforma Fornero non ha tenuto in debita considerazione" ricorda Mauro. "Il trattamento che ci riserva la Legge Fornero è, infatti, assolutamente aberrante: ho 56 anni e 40 anni di contributi dovrò attendere almeno il 2019 per andare in pensione e, come se non bastasse, mi prenderò anche una penalizzazione del 5% sulla pensione. Per evitarla dovrei attardarmi sul lavoro sino a 62 anni. Impensabile. Insostenibile. E in futuro andrà ancora peggio dato che, con l'aggancio del requisito contributivo alla stima di vita, serviranno ben 45 anni di contributi per uscire con la pensione anticipata. Lo scandalo è che c'è una normativa sui lavori usuranti che dovrebbe agevolare il pensionamento della categoria ma nel mio caso questa è addirittura peggiore della Legge Fornero: mi servirebbero almeno 63 anni per uscire. Chi ha fatto queste leggi dovrebbe andare al manicomio".

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