Renzi in Iraq: non voltiamo le spalle ai massacri

Mercoledì, 20 Agosto 2014
- Roma, 20 ago. - L'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non e' Europa, perche' chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre. Matteo Renzi giunge a Baghdad per una visita lampo nella doppia veste di premier italiano e presidente di turno della Ue, proprio mentre a Roma le Camere decidono il sostegno del nostro paese alla resistenza curda. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha spiegato che l'invio di armi ai curdi e' necessario perche' "il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che riguarda l'Europa e anche l'Italia". E anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha ricordato che in Iraq "e' in corso una gravissima crisi umanitaria e una compromissione della sicurezza regionale" e l'Italia "non e' sola nella difesa di popolazione inermi perche' gia' altri paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Germania si sono attivati". Mentre sui giornali di tutto il mondo sono ancora presenti le raccapriccianti immagini dello sgozzamento del giornalista americano James Foley per mano dell'Isis, Renzi vola a Baghdad ed Erbil e al presidente curdo Barzani assicura: "Questa battaglia contro il terrorismo noi la vinceremo, voi la vincerete". Nella capitale il premier incontra il premier uscente al Maliki ed esprime amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. C'e' uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, oggi e' arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari, ha ricordato Renzi. Che poi nel pomeriggio ha visitato un campo profughi a Erbil. Da presidente della Ue Renzi ha ammonito: "se qualcuno pensasse che davanti ai massacri l'Europa volta le spalle e pensa solo allo spread, beh, quel qualcuno ha sbagliato previsione. Oppure ha sbagliato semestre". "L'Europa - ha detto ancora - deve essere nei posti come in Iraq dove la democrazia e' messa in pericolo". "E' una battaglia, quella contro il terrorismo - ha detto il premier - che sta nel cuore stesso dell'Europa, non ai suoi confini. L'Europa sa bene da che parte stare". "L'Europa non e' solo spread e vincoli - ha twittato poi il premier dal volo di stato - e' nata per difendere una certa idea di mondo e di dignita' dell'uomo". Quanto alla situazione sul campo, il premier ha anche sottolineato come l'integrita' della regione e dell'Iraq e' fondamentale per la stabilita' di tutta l'area. Ma ora serve individuare una strategia chiara per uscire dalla situazione di violenza. Al-Maliki si e' rivolto a Renzi come premier italiano, ma anche come presidente di turno dell'Unione. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - e' una democrazia giovane, ma noi ci teniamo. Per Renzi "e' importante l'individuazione di una strategia chiara per far uscire l'Iraq da una situazione di violenza". Il premier ha sottolineato l'importanza della opportunita' costituita dal nuovo governo guidato da al-Abadi, i due hanno affrontato i temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all'assassinio del giornalista americano Foley. Dalle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato e' arrivato senza grandi tensioni il via libera all'invio delle armi ai curdi anche se con il No di Sel e M5S. Proprio dal M5s sono giunte le bordate piu' accese alla linea del governo, tanto che il leader 5 stelle Beppe Grillo ha attaccato dai social: "#Iraqstaisereno. Cosa ci fa Renzi in Iraq?". E ha postato alcuni fotomontaggi in cui il premier si fa un 'selfie' con una esplosione nel deserto sullo sfondo. .

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