Renzi: mettere in difficolta' Eni per scoop non degno paese civile

Martedì, 16 Settembre 2014
- Roma, 16 set. - "Quando arriva un avviso di garanzia al capo di una azienda che e' a ventiduesima al mondo e la prima in Italia, che impiega migliaia di decine di persone, che fa decine di miliardi di fatturato, che e' presente in tutto il mondo, l'idea di dare il messaggio che uno scoop videocitofonato a qualche redazione di giornale comporti la fine di quell'azienda non e' degno di un Paese civile". Lo ha ribadito il premier Matteo Renzi, riferendosi all'ad di Eni Claudio Descalzi, nel suo intervento al Senato per il rilancio del programma dei Mille giorni. "Io questo lo rivendico come punto di forza - ha aggiunto Renzi - perche' ho preso insulti non solo in questa aula e nell'aula della Camera quando il governo ha detto che avrebbe difeso la posizione politica di una persona indagata. La Costituzione non e' un optional che ti porti dietro quando ti fa comodo. Essa recita che si e' innocenti fino a sentenza passata in giudicato. Su questo saremo inflessibili con noi stessi perche' noi rispettiamo le indagini, ma aspettiamo le sentenze mentre una certa cultura vorrebbe far venir meno tutto questo". .

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