Opzione Donna, Boeri pronto a dire sì alla proroga

Davide Grasso Martedì, 04 Agosto 2015
Restano però gli ostacoli da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze e della Ragioneria Generale dello stato. Ma la soluzione potrebbe arrivare venerdì prossimo. 
 Braccio di ferro tra Mef e membri della Commissione Lavoro della Camera sull'opzione donna, il meccanismo introdotto dalla riforma Maroni che permetterebbe alle lavoratrici di richiedere il pensionamento anticipato avendo almeno 35 anni di contributi e 57 o 58 anni di eta’ a seconda che si tratti di lavoratrici dipendenti o autonome.

Nell'incontro di oltre tre ore che si è tenuto oggi in Commissione Lavoro tra il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, i rappresentanti del Mef e del Dicastero di via Veneto le posizioni sono rimaste distanti ed un nuovo incontro è stato pertanto calendarizzato per venerdì 7 agosto. Secondo quanto riferito da diversi parlamentari della Commissione e confermato dallo stesso presidente, Cesare Damiano, da una parte il ministero dell’Economia e la Ragioneria generale danno una interpretazione restrittiva della norma, sostenendo che la fine del 2015 sia il termine per la decorrenza della pensione e non per la maturazione del diritto.

La posizione di Mef e Ragioneria poggia in particolare su una circolare dell’Inps interpretativa della norma, che aveva fissato per la fine del 2014, anziche’ del 2015, il termine ultimo per poter usufruire della possibilita’ di accedere alla pensione anticipata per le lavoratrici. Dall’altra parte le forze politiche, il ministero del Lavoro e lo stesso Inps sostengono invece che la norma sia da interpretarsi in senso più ampio e che il meccanismo debba essere esteso al 31 dicembre del 2015.  

Secondo Boeri una interpretazione in senso piu’ ampio della circolare e’ possibile e l’Inps stesso sarebbe disponibile a rivedere la circolare. Ai cronisti che chiedevano se un’intesa fosse possibile, Boeri, lasciando la commissione ha risposto: “Ne discuteremo ancora venerdi’, se se ne discute vuol dire di si’”. Per il presidente della Commissione, Cesare Damiano, venerdi’ prossimo si dovra’ dare “una valutazione politica oltre che tecnica sul tema dell’opzione donna. C’e una divergenza di vedute tra ministero del Lavoro e Inps da una parte, oltre che i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, e Tesoro e Ragioneria dall’altra”, ha aggiunto. Gamsin“Andremo avanti per sostenere la nostra battaglia – ha continuato Damiano - e sostenere il tema dell’opzione donna”. Quanto ai fondi a disposizione per finanziare la misura, Damiano ha sottolineato che la commissione ha chiesto un consuntivo sulla spesa al 31 dicembre 2014.

“Ci risulta che a fronte del miliardo e 684 milioni in dotazione al meccanismo dell’opzione donna’ – ha detto – siano stati spesi solo 707 milioni”. Damiano infine ha riferito che durante la seduta della Commissione con i rappresentanti di Mef e Ragioneria e’ stato dato un consuntivo sulle sei salvaguardie legate alla legge Fornero che riguardano gli esodati: “sono emersi dei risparmi che noi chiediamo di utilizzare per procedere alla settima salvaguardia”, ha concluso.

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