Opzione Donna, la Camera alza i toni per una soluzione

redazione Martedì, 14 Luglio 2015
Presa di posizione unitaria da parte dell'intera commissione lavoro della Camera dei Deputati per rimuovere le Circolari Inps che impediscono alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti nel 2015 di andare in pensione con il calcolo contributivo.
A partire da oggi, alla fine di ciascuna seduta dell’Aula della Camera dei Deputati, i parlamentari della Commissione Lavoro, di tutti i partiti, interverranno per sollecitare il Governo ad affrontare e risolvere il problema della cosiddetta "Opzione donna". Lo comunicano in una nota i deputati Dem Gnecchi e Damiano. “Con questa norma – spiegano il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano e la capogruppo PD Maria Luisa Gnecchi -  e’ possibile, per le lavoratrici, andare in pensione a 57 anni con 35 di contributi, (58 anni per le lavoratrici autonome) purche’ optino per il calcolo contributivo dell’assegno pensionistico”.

Purtroppo – spiegano i deputati -  nel 2012, l’INPS ha diffuso due circolari attuative che restringono il periodo di sperimentazione sostituendo la maturazione del requisito con la decorrenza del trattamento pensionistico gia’ al 31 dicembre 2015, escludendo quindi le lavoratrici che  alla stessa data abbiano maturato i requisiti per il pensionamento e che avrebbero percepito la pensione 15 o 21 mesi dopo”. ”Noi chiediamo che l’INPS corregga queste circolari. Gamsin Facciamo presente che le risorse stanziate nel 2004 – proseguono – ammontano complessivamente a 1 miliardo e 684 milioni di euro, dei quali soltanto 708 milioni sono stati spesi fino a tutto il 2014. Avanzano 976 milioni – spiegano Damiano e Gnecchi – vale a dire il 58% dello stanziamento totale: ci stupirebbe che qualcuno dovesse chiedere una copertura finanziaria per questa correzione. Ma, se questo avvenisse,  avremmo risorse largamente sufficienti a disposizione”. ” La nostra sollecitazione e’ finalizzata a risolvere un problema molto sentito dalle lavoratrici: a questo punto non ci sono alibi, ne’ politici ne’ contabili, per dire no a questa richiesta di giustizia sociale. Il governo si pronunci.”concludono gli esponenti del PD.

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