Pensioni, ecco come saranno rivalutati gli assegni nel 2016

Emanuele Orlandi Venerdì, 04 Dicembre 2015
I pensionati lasceranno sul terreno circa 40 euro nel 2016 a causa del recupero dell'indicizzazione concessa nel 2015 e della mancata rivalutazione.
Assegni più magri dal prossimo anno. Il recupero dello 0,1% della maggiore indicizzazione della pensione concessa quest'anno, abbinata al sostanziale congelamento dell'inflazione del 2016 determinerà un impoverimento medio degli assegni intorno ai 40 euro nell'arco del 2016.

Il primo effetto negativo i pensionati lo vedranno subito con la liquidazione del rateo a gennaio, dato che l'assegno sarà in media più leggero di circa 20 euro, un prelievo una tantum effettuato per restituire all'Inps quanto indebitamente corrisposto nel 2015. Altri 20 euro saranno poi recuperati nell'arco del 2016 dato che il prossimo anno il tasso di inflazione è praticamente pari a zero e quindi l'effetto trascinamento si ripercuoterà negativamente su tutto il prossimo anno. In totale gli assegni lasceranno sul terreno circa 35-40 euro rispetto al 2015 a seconda delle classi di importo (si veda la tabella).

La brutta notizia, che questa volta non deriva dalla Legge Fornero ma dallo stallo economico dei consumi, si dovrà però bilanciare con la misura recata dal decreto legge 65/2015 che prevede, dal prossimo 1° gennaio 2016, l'introduzione di un meccanismo perequativo più favorevole con riguardo, ai soli assegni che, nel biennio 2012-2013, erano stati coinvolti nel blocco dell'indicizzazione della Legge Fornero dichiarato poi illegittimo dalla Sentenza della Corte Costituzionale 70/2015.

Si tratta degli assegni ricompresi tra le tre e le sei volte il trattamento minimo (ovvero quelli tra circa 1.450 e 2.800 euro lordi ai valori del 2011), gli stessi, per intenderci, che lo scorso Agosto hanno visto l'erogazione del "bonus Poletti" da circa 500 euro. E che dal prossimo anno vedranno un ulteriore recupero, sempre limitato, del potere d'acquisto perso negli anni passati. In sostanza chi era titolare di una pensione prima del 2013 di valore ricompreso tra le tre e le sei volte il trattamento minimo, vedrà invece un incremento dell'assegno oscillante tra i 40 e i 130 euro l'anno con assorbimento, pertanto, degli effetti negativi prima esposti. 

Da questo complesso procedimento sono esclusi gli assegni di importo superiore a sei volte il trattamento minimo (circa 3.011 euro lordi mensili valore definitivo 2015) poiché non toccati dal Dl 65/2015, ma, al pari di quelli sotto tre volte il minimo, dovranno fare i conti con il recupero della differenza tra perequazione provvisoria e definitiva del 2015. E di tutti gli assegni liquidati dopo il 2013 che, com'è noto, non stati interessati dal blocco Fornero dell'indicizzazione. In altre parole, per tutti questi pensionati l’anno prossimo l’assegno sarà più leggero di quello attuale e inoltre a gennaio ci sarà il recupero una tantum.

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