Pensioni, niente rimborsi oltre i 3mila euro. Domani il Cdm

redazione Domenica, 17 Maggio 2015
Il premier ha annunciato che i pensionati con prestazioni superiori a 3mila euro lordi al mese non vedranno alcun rimborso. Domani i dettagli con il decreto in Cdm.

Kamsin Restituzioni e rivalutazioni degli assegni sino a 3mila euro lordi al mese a partire dal 1° Agosto. E' questa la sintesi della risposta alla sentenza della Corte Costituzionale che il Governo presenterà domani in un Cdm convocato appositamente per discutere delle misure. Lo ha affermato oggi il Premier nel corso della trasmissione a L'Arena su Rai1.

"Noi scriveremo una nuova norma rispetto al blocco dell'indicizzazione che restituirà in tasca a 4mln di italiani il 1 agosto 500 euro a testa" ha detto Matteo Renzi. "Ovviamente - ha spiegato - non sarà un rimborso totale. Ma ci sono 2 miliardi che mi ero tenuto per le misure contro la povertà". "Hanno detto - ha sottolineato ancora - che non intervenivo sulle pensioni per paura delle regionali. Ma uno che guida un Paese non può avere paura delle elezioni".

Non ci saranno invece rimborsi, a detta del Premier, per chi aveva un assegno lordo superiore a 3mila euro prima dell'entrata in vigore del blocco degli assegni nel biennio 2012-2013. Resta però da vedere il testo del provvedimento che domani sarà presentato il Cdm. Bisogna infatti comprendere se gli assegni interessati dai rimborsi, cioè sino a 3mila euro, vedranno la restituzione integrale di quanto sottratto dalla legge Fornero in questi anni oppure se il rimborso per questi assegni sarà solo parziale. Da capire anche se la restituzione sarà una tantum o avverrà in piu' rate.

Il decreto pensioni non dovrebbe quindi muovere più di due miliardi nell'immediato (non tre come si ipotizzava), più altri 600 milioni a regime, una maggiore spesa una tantum che, appunto, impatterà sul deficit nominale. Sulle coperture resta il margine del “tesoretto” da 1,6 miliardi (differenziale tra deficit tendenziale e programmatico) con una dote aggiuntiva garantita da una ulteriore stretta sul bilancio a cui aggiungere, eventualmente, una clausola di salvaguardia. Vittime della misura saranno soprattutto quelle misure di contrasto alla povertà tanto attese, in primis il reddito minimo e/o il rinnovo della sperimentazione della social card. Su tutti i dettagli, dopo il Cdm, sarà lo stesso Padoan a riferire in parlamento martedì sera.

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