Pensioni, Stop al part-time agevolato per i lavoratori dipendenti

Davide Grasso Lunedì, 10 Dicembre 2018
La misura sperimentale introdotta nel 2016 che consente ai lavoratori dipendenti del settore privato la trasformazione del rapporto di lavoro in part-time in attesa di maturare la pensione di vecchiaia giunge a scadenza il 31 dicembre 2018
Il part-time agevolato giunge a conclusione. Scade il prossimo 31 dicembre la  sperimentazione introdotta dal legislatore con la legge di bilancio per il 2016 che, tuttavia, ha avuto uno scarso appeal come strumento per flessibilizzare l'uscita dal mercato del lavoro. Alla misura possono accedere i lavoratori dipendenti del settore privato a tempo indeterminato che maturano 66 anni e 7 mesi, cioè il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, entro il 31 dicembre 2018, a seguito di un accordo con il datore per la trasformazione del rapporto di lavoro in part-time con una riduzione dell'orario di lavoro tra il 40 ed il 60% dell'orario pieno.

Nato in forma sperimentale con la legge 208/2015 il part-time agevolato ha fatto fin da subito fatica a decollare per via della scarsa platea dei potenziali interessati. Attualmente, infatti, i lavoratori e i datori che hanno aderito alla trasformazione sono stati meno di un quarto rispetto al numero preventivato al momento del lancio nella primavera del 2016. A pesare è stata la resistenza delle imprese a consentire la trasformazione del rapporto di lavoro in part-time (preoccupate da una dinamica del rapporto costi/benefici non molto favorevole rispetto ad altre forme di incentivazione all'uscita), l'aver escluso dal perimetro la grande fetta dei lavoratori del pubblico impiego e coloro che maturano il requisito contributivo per la pensione anticipata prima della pensione di vecchiaia.

Lo strumento ha sofferto anche l'anno successivo dell'avvio dell'ape nelle sue varie forme, sociale e di mercato (al quale possono contribuire anche le aziende per sostenere ed incentivare l'esodo dei lavoratori prossimi alla pensione), che ha ulteriormente eroso la platea dei potenziali aventi diritto. In definitiva, dato lo scarso appeal registrato, l'attuale Governo non ha previsto il suo rinnovo tra i piani per flessibilizzare l'età di uscita anche nel 2019. 

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