Riforma Pensioni, Baretta favorevole ad uscite flessibili. "Studiamo soluzione nel 2016"

redazione Giovedì, 07 Aprile 2016
Così il sottosegretario al Ministero dell'Economia nel corso dell'audizione sull'impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne.
"Il Governo sta lavorando per una modifica dei punti più critici della Legge Fornero. Ma nel suo complesso l'impianto della Riforma deve essere difesa". Lo ha detto ieri il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta  in audizione presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne.

 "La Legge Fornero nel suo impianto va difesa perché ha assicurato la stabilità dei conti e ci ha messi in una posizione di vantaggio verso la Ue", sottolinea Baretta. "Quello che va affrontato - osserva il sottosegretario - non è un cambiamento della Legge ma alcuni punti critici come le rigidità nel passaggio all'eta pensionistica che in alcuni casi prevede un aumento anche di 6/7 anni" per l'uscita dal mercato del lavoro. "Personalmente penso che la soluzione migliore per difendere la Legge Fornero, allo stesso tempo dando risposte a una sensibilità che si sta diffondendo - ribadisce Baretta - sia agire sulla flessibilità in uscita. Il governo ci sta lavorando e i tempi sono quelli della Legge di Stabilità".

Baretta ha quindi evidenziato come le più penalizzate siano proprio le lavoratrici: "La Riforma del 2011 ha prodotto un innalzamento di 7 anni in pochi mesi: le lavoratrici nate alla fine del 1952 andranno in pensione di vecchiaia a 67 anni, nel 2019, con una differenza di 7 anni rispetto alle nate un anno prima. Uno scalone "eccessivamente" rigido.  Altra preoccupazione, ricorda Baretta, riguarda l'importo degli assegni. Le donne hanno tradizionalmente retribuzioni più basse rispetto agli uomini e quindi godranno di un importo pensionistico minore ulteriormente eroso, spesso, da notevoli discontinuità lavorative per la cura dei figli e di familiari in condizione di disabilità. E per chi è nel sistema totalmente contributivo, ha ricordato il sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli anch'essa intervenuta ieri alla Camera, un importo dell'assegno inferiore a 1,5 volte il valore dell'assegno sociale determinerà un allungamento dell'età pensionabile di altri 4 anni, da 67 a 71 anni. Un vincolo che nei prossimi tempi si farà sentire e che "sarebbe opportuno correggere".

Tra le ipotesi per superare le rigidità Baretta boccia con nettezza quella del ricalcolo con il sistema contributivo di tutta la vita lavorativa. "E' impraticabile, rischia di essere penalizzante", sottolinea il sottosegretario, aggiungendo che "una soluzione sarebbe la riduzione dell'assegno previdenziale per chi vuole uscire prima: le modalità e l'entità sono allo studio" e la questione "ragionevolmente verrà affrontata con la legge di Stabilità". Baretta ha avvisato, inoltre, che nel Def atteso entro il 10 aprile non ci sarà alcun riferimento ad uno schema di uscita flessibile. "Prima di dare un orientamento sui conti è meglio fare i calcoli in termini attuariali. Per ora quel che conta è che il governo sta lavorando", spiega Baretta. 

Tra le strade giudicate percorribili Baretta ricorda c'è anche del prestito previdenziale con la variante di un coinvolgimento dell'impresa. "Il vantaggio di questa soluzione - conclude - è che il lavoratore con un lavoro faticoso se vuole può andare in pensione prima, ma anche l'azienda avrebbe il vantaggio di favorire il ricambio generazionale. Questa è una delle strade da studiare".

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Vediamo di buon grado un intervento che supporti l’uscita anticipata dal lavoro per chi è vicino al pensionamento ma non abbastanza», dichiara Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager, alla vigilia dell’incontro “Pensioni: cantiere aperto per recuperare equità”  in svolgimento domani a Bologna.

 

«Pertanto ci diciamo favorevoli alla proposta Damiano – Baretta, che a regime è sostenibile e risolve una serie di problematiche, a partire da quella degli esodati, ma aggiungiamo anche – ha spiegato il Presidente Cuzzilla – che le somme che servono a sostenerla nel breve periodo devono essere prese da una parte di quel significativo risparmio che l’Inps ha accumulato grazie alle forzature della legge Fornero e agli altri interventi previdenziali che abbiamo patito negli anni».

 

In riferimento alla recente proposta del ministro Poletti di introdurre il prestito pensionistico per i disoccupati, il presidente Federmanager ha chiarito: «Diciamo sì ad aggiustamenti che nel segno della flessibilità offrano una risposta concreta a esigenze reali. Per questo ci convince poco la proposta sul prestito pensionistico: è una soluzione al ribasso che riguarderebbe esclusivamente la parte di disoccupati non più assistita da ammortizzatori sociali sui quali, cosa non da poco, graverebbe il costo dell’intera operazione. È una condanna a vivere a debito che, se risolve un problema oggi, apre a un domani di pensionati a rischio povertà».

 

«Già in passato abbiamo suggerito al governo che un apporto significativo potrebbe venire dal “secondo pilastro” della previdenza», ricorda Cuzzilla. «L’accesso anticipato alle prestazioni della previdenza complementare consentirebbe di portare nelle tasche degli “esodati di fatto” una fonte di reddito adeguata nel momento della difficoltà, a patto ovviamente che questa anticipazione sia favorita a condizioni defiscalizzate».

 

«Il punto è che in questi ultimi trent’anni è sostanzialmente mancato un monitoraggio adeguato della spesa previdenziale e, quindi, non sono state prese per tempo le necessarie misure, a partire dalla separazione tra previdenza e assistenza. Previdenza e assistenza devono essere scisse – conclude Cuzzilla - non solo perché ciò fa chiarezza in termini contabili, ma perché è un esercizio di equità verso chi ha contribuito davvero».

 

Parteciperanno al convegno “Pensioni: cantiere aperto per recuperare equità” (11 marzo, ore 14:30 - Bologna, Hotel NH Bologna - De La Gare Piazza XX Settembre, 2): On. Pier Paolo Baretta, Sottosegretario al Mef, On. Giampaolo Galli, Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, Antonietta Mundo, Attuario ed editorialista Corriere della Sera, Furio Pasqualucci, Procuratore Generale Emerito della Corte dei Conti, Gianfranco Polillo, Economista, Giorgio Ambrogioni, presidente Cida, Mario Cardoni, direttore generale Federmanager. I lavori, aperti dal Presidente Federmanager, Stefano Cuzzilla, saranno moderati dal giornalista Luca Telese.

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