Calcolo contributivo, ecco le regole per il 2014

Venerdì, 28 Febbraio 2014

Per i lavoratori che non possono far valere 18 anni di contribuzione al 31/12/95, che ricadono nel sistema misto, o per coloro che sono iscritti dal 1° gennaio 1996 (data di entrata in vigore del sistema contributivo), l'importo annuo della pensione (o di una quota di pensione) viene calcolata col sistema contributivo.

Vediamo dunque come si calcola la pensione attraverso il sistema contributivo. A differenza di quanto si possa immaginare il sistema di calcolo contributivo è piuttosto semplice. Bisogna infatti considerare quattro parametri: la retribuzione, l'aliquota di computo, il coefficiente di trasformazione del montante contributivo e il tasso di capitalizzazione annua.

Il montante contributivo - Per prima cosa bisogna calcolare il montante contributivo, costituito dalla somma dei contributi versati dal lavoratore. Ogni anno viene accantonato un ammontare di contributi pari al 33% della retribuzione imponibile per i dipendenti, tra il 20% e il 28% della retribuzione per i lavoratori iscritti alla gestione separata o autonomi. Ciò avviene mese per mese, anno per anno, andando a costituire in questo modo il montante contributivo totale.  In pratica il montante contributivo si ricava applicando alla base imponibile, l'aliquota di computo del 33% (per i lavoratori dipendenti) o del 22% per gli autonomi (che salirà al 24% nel 2018) e del 28% per i co.co.pro iscritti alla gestione separata Inps.

Il tasso di capitalizzazione - La somma così ottenuta viene rivalutata su base composta al 31 dicembre di ogni anno, con esclusione della contribuzione dello stesso anno, al tasso di capitalizzazione che è un indice pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo. L'Inps comunica tale valore annualmente: per l'anno 2014 è pari allo 0,1643%. Il tasso di capitalizzazione rivaluta il montante maturato alla data del 31 dicembre 2012 per chi va in pensione quest'anno.

Il Coefficiente di trasformazione - Al momento del pensionamento il montante accumulato e rivalutato in base al Pil, si deve moltiplicare per un altro valore, il cd. coefficiente di trasformazione, che consente di convertire i contributi in pensione. Il coefficiente in questione è variabile perchè legato all'età del pensionando e viene aggiornato periodicamente per legge. Piu' è elevata l'età del pensionando piu' è alto il coefficiente e pertanto piu' elevato sarà l'importo pensionistico.

Ad esempio chi lascia a 60 anni godrà di coefficiente di trasformazione piu' basso, pari al 4,661%, che sale però a 4,94 % a 62 anni e raggiunge il 5,826% qualora si vada in pensione a 67 anni. Il tasso piu' elevato è in corrispondenza dei 70 anni ed è pari a 6,541%.

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