Opzione Donna, Petizione per l'estensione sino al 2018

Eleonora Accorsi Lunedì, 12 Giugno 2017
Le risorse potrebbero arrivare dal sottoutilizzo dei fondi stanziati dalla Legge di Bilancio per il 2016 in esito alla procedura di monitoraggio attesa entro il 30 settembre.  
Puntano alla proroga della possibilità di accedere alla pensione con 57 anni e 35 anni di contributi con il ricalcolo contributivo dell'assegno sino al 31 dicembre 2018. Lo chiedono in una petizione online sulla piattaforma Change.Org le lavoratrici del Comitato ‘opzione donna proroga al 2018’ che in pochi giorni grazie al tam tam sul web hanno raggiunto oltre 2000 adesioni. Un risultato eccezionale sottolineano le coordinatrici del Gruppo a testimonianza di quanto sia sentita la questione tra le dirette interessate.

La speranza è che il Governo ed il Parlamento raccolgano l'invito ed estendano ulteriormente questo canale di uscita anche in favore delle lavoratrici nate dopo il 1958, su base volontaria. Il Comitato, ricorda, come lo strumento legislativo già sia disponibile e come possa avvenire senza l'utilizzo di ulteriori risorse dalle casse pubbliche: la legge di bilancio per il 2016 ha, infatti, istituito un contatore che monitori i risparmi derivanti dall'utilizzo delle risorse messe a disposizione per la sperimentazione, 2,5 miliardi di euro una cifra verosimilmente superiore al reale utilizzo. Entro il 30 settembre di ogni anno l'esecutivo deve, quindi, inviare i risultati del predetto monitoraggio al Parlamento il quale ha l'ultima parola circa la possibilità di stabilire una proroga della sperimentazione oltre il 31 dicembre 2015 o un intervento di natura simile.

Dunque se ci fosse la volontà politica la proroga potrebbe avvenire in tempi piuttosto brevi, entro la fine dell'anno. Cinque le ragioni che stanno alla base di un simile intervento, scrivono le promotrici del Comitato che comunque non è indolore in quanto comporta spesso una decurtazione piuttosto sensibile del reddito pensionistico: 

Sostegno ai nostri anziani, figli e nipoti: la legge Opzione Donna 243/2004 ha permesso a molte lavoratrici di poter conciliare famiglia e mondo del lavoro. Le donne in Italia, ancora oggi, rivestono un ruolo di caregiver come unico ammortizzatore sociale in un welfare praticamente inesistente. Potersi quindi dedicare ai nipoti, familiari disabili, genitori anziani, uscendo anticipatamente dal lavoro con la certezza di un reddito fisso, rimane tuttora un’esigenza. A 57/58 anni diventa difficile poter continuare a svolgere bene entrambe le mansioni dentro e fuori casa. Opzione Donna sarebbe dunque l'unica ancora di salvezza per le lavoratrici che sono in queste situazioni particolari o che hanno esse stesse problemi di salute. 

 Dignità alle disoccupate: l’estensione di Opzione Donna consentirebbe a chi non ha più un lavoro certo di preservare la propria dignità e non dover diventare un peso per la società, dal momento che, concedendo la pensione a 57 anni, si eviterebbero eventuali sussidi di disoccupazione o ammortizzatori sociali;

Risparmio per lo Stato: quest’ultimo andrebbe incontro a notevoli risparmi nel medio-lungo periodo poiché si tratta di una misura che non grava sul bilancio pubblico: essa, infatti, si basa su un calcolo che riguarda unicamente il sistema contributivo, rinunciando in modo permanente a circa il 30% dell’assegno pensionistico.

Lavoro ai nostri giovani: si darebbe il via a un ricambio generazionale, quel turnover tra anziani e giovani adesso più che mai indispensabile. Riteniamo che uno Stato lungimirante abbia il dovere di pensare anche e soprattutto alle nuove generazioni, che continuando a lavorare con contratti sempre più flessibili, non potranno mai crearsi un progetto di vita.

Libertà di scelta: si concederebbe la possibilità di avere libertà di scelta. Le donne della nostra generazione sono state sicuramente le più penalizzate dall’attuale Riforma Fornero, principalmente a causa dell’abolizione delle pensioni di anzianità e l’introduzione del pensionamento anticipato, per il quale la soglia del requisito contributivo parte da 41 anni e 10 mesi – soglia destinata ad aumentare nei prossimi anni per effetto dell’allungamento dell’aspettativa di vita. 

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