Pensioni, Da Inarcassa più tutele per i giovani architetti e ingegneri

Bernardo Diaz Sabato, 04 Febbraio 2017
Il presidente di Inarcassa ricorda l'importanza di unire il passaggio al sistema contributivo con maggiore solidarietà ed equità nei confronti dei giovani e di coloro che percepiscono redditi bassi.
Gli architetti e gli ingegneri iscritti a Inarcassa potranno godere dell’indennità di paternità se la madre non lavora o non esercita la  libera professione. Questo il provvedimento che estende le  tutele   rispetto alle norme vigenti, approvato in questi giorni dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il  Ministero dell’Economia e delle Finanze, deliberato dal Comitato Nazionale di Inarcassa lo scorso aprile.

Fino ad oggi l’indennità di paternità prevista dal D.Lgs. n. 151/2001 veniva riconosciuta per la nascita del figlio o per l’ingresso in famiglia di un minore adottato o affidato, nei casi di abbandono,  morte o grave infermità della madre, purché fosse anch’essa libera professionista. Ora la tutela concepita da Inarcassa è certamente più ampia, in quanto riconosce all’iscritto un’indennità anche quando la madre non sia una libera professionista o una lavoratrice, per il periodo in cui essa non ne abbia diritto, per i tre mesi successivi all’ingresso del bambino in famiglia.

“Sono molti anni che lavoriamo per un welfare integrato - dichiara il  presidente Giuseppe Santoro -  e per una Cassa sempre più a fianco degli iscritti. Il nostro è un percorso che mette in campo le migliori energie coniugate con le best practice più avanzate, per divenire un soggetto in grado di accompagnare gli iscritti durante tutto  l’arco della vita. Un welfare di ultima generazione, pensato non  solo per   una popolazione che invecchia, ma rivolto ai tutti i nostri  associati”.

Le novità per i giovani assicurati
La novità della Cassa fa seguito anche ad alcune ulteriori innovazioni approvate dal Regolamento 2012 nei confronti dei giovani architetti ed ingegneri. Come si ricorderà dal 2013 e per i primi 5 anni di iscrizione, il regolamento della Cassa ha previsto la riduzione di un terzo dei contributi minimi di versamento per i giovani associati sino al compimento del 35° anno di età che dichiarano un reddito professionale Irpef inferiore o uguale ad un importo pari a 45.700 euro annui. Dal 2014, inoltre, gli architetti e gli ingegneri possono, in alternativa alla predetta riduzione, ottenere una deroga dall'obbligo della contribuzione minima soggettiva per un massimo di 5 anni - anche non continuativi - nell'arco della vita lavorativa, a condizione di produrre un reddito professionale inferiore a 15.724 euro annuo. In tal caso gli assicurati possono versare il contributo solo sul 14,5% del solo reddito effettivamente prodotto. 

Nel corso dell’anno di deroga restano garantiti i servizi di assistenza (maternità, sussidi, indennità temporanea inabilità, mutui, finanziamenti) così come la possibilità di presentare domanda di riscatto (laurea, servizio militare, periodi di lavoro all’estero) o di ricongiunzione dei periodi assicurativi maturati presso altre gestioni previdenziali. Si tratta di una apertura sicuramente importante che viene in aiuto soprattutto dei giovani professionisti nell'avvio della carriera lavorativa.

Da utilizzare comunque con attenzione perchè in tal caso il versamento di una contribuzione inferiore al minimale comporta la contrazione del periodo riconoscibile ai fini pensionistici, esattamente come avviene nella gestione separata dell'Inps.  Ad esempio a fronte di un reddito di 5.000 euro dichiarato per il 2017, il contributo soggettivo dovuto sarà 5.000 * 14,50% = 725 euro, per cui l'anzianità sarà pari a 116 giorni anziché 365. [(725/2.280) * 365 gg.]. L'assicurato, tuttavia, può integrare gli importi non versati richiedendo il riscatto entro i cinque anni successivi e assicurarsi così l’anzianità previdenziale intera (integrazione volontaria) per l'anno o per gli anni di versamenti inferiore al minimale.  

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