Pensioni, In 6mila hanno fruito dell'uscita in deroga a 64 anni

redazione Venerdì, 23 Settembre 2016
Secondo i dati diffusi dal Ministero del Lavoro dal primo gennaio del 2012 a ottobre 2016 il numero di persone che hanno usufruito della pensione anticipata a 64 anni è stato di 5.694, per un importo di 229 milioni di euro.
Sono 5.694 le pensioni liquidate al 31 agosto 2016 in base alle disposizioni di cui all'articolo 24, comma 15-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011. Lo ha precisato ieri in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati il sottosegretario al welfare Luigi Bobba in risposta ad una interrogazione parlamentare sollevata dall'Onorevole MariaLuisa Gnecchi (Pd). Il documento chiedeva conto della disposizione eccezionale prevista dalla Legge Fornero che consente ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti del settore privato di accedere alla pensione anticipata all'età di 64 anni a condizione di possedere, alla data del 31 dicembre 2012, la cd. quota 96 (cioè un minimo di 60 anni e 36 di contributi o 61 anni di età e 35 di contributi) oppure, per le sole lavoratrici, 60 anni di età unitamente a 20 anni di contribuzione accreditata. Come noto, l'Inps ed il Ministero del Lavoro hanno apposto un paletto occulto alla disposizione indicando che possono accedere solo coloro che alla data del 28 dicembre 2011 svolgevano attività di lavoro dipendente (con esclusione, pertanto, dei disoccupati, dei lavoratori autonomi e del pubblico impiego).

Il sottosegretario al welfare ha precisato che attualmente, le pensioni liquidate ai lavoratori dipendenti nel settore privato, ai sensi dell'articolo 24, comma 5-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, per il periodo dal 2012 al 2016, sono 5.694 di queste 2.074 si riferiscono ai lavoratori che erano stati in precedenza (anteriormente al 28 dicembre 2011) iscritti nelle gestioni autonome; 291 riguardano lavoratori di sesso femminile; 5403 sono pensioni anticipate e 291 pensioni di vecchiaia. Per quanto concerne la ripartizione, per anno di decorrenza, dei trattamenti liquidati per il periodo dal 2012 al 2016, l'istituto ha precisato che: nel 2012 sono stati liquidati 220 trattamenti; nel 2013 sono stati liquidati 577 trattamenti; nel 2014 sono stati liquidati 771 trattamenti; nel 2015 sono stati liquidati 1.982 trattamenti; nel 2016 sono stati liquidati 2.144 trattamenti. Ad ogni modo, per una distinzione più dettagliata relativa a ciascun singolo mese il Sottosegretario ha prodotto la tabella sotto allegata. Da ultimo, l'INPS ha reso noto che gli oneri sostenuti per le pensioni liquidate per il periodo dal 2012 al 2016 (compreso il rateo di ottobre) sono complessivamente a 229 milioni di euro. Si tratta di numeri non definitivi, naturalmente, posto che la maggior parte degli aventi diritto maturerà il requisito anagrafico dei 64 anni e 7 mesi il prossimo anno (bisogna considerare, infatti, che il requisito deve essere incrementato per effetto della speranza di vita).

Il sottosegretario ha precisato, inoltre,  che sono in corso di svolgimento, presso la competente Direzione generale del Ministero, approfondimenti istruttori sulla possibilità di accesso al pensionamento, ai sensi dell'articolo 24, comma 15-bis, del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, anche nei confronti di quei soggetti che alla data di entrata in vigore della predetta disposizione normativa (28 dicembre 2011) non svolgevano alcuna attività di lavoro dipendente.

Damiano: Possibile includere anche i disoccupati nella disposizione di favore. “La risposta all’interrogazione data dal sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, a proposito dell’accesso anticipato alla pensione per le nate nel ‘52 e per i lavoratori che hanno perfezionato Quota ‘96 entro il 2012, ci conferma che la nostra richiesta di correggere la circolare dell’Inps, che vincola tale diritto all’essere occupati ‘il 28 dicembre del 2011’, è quanto mai giustificata. Si tratta, dunque, di rimuovere una interpretazione dell’Inps arbitraria e limitativa dei contenuti della norma legislativa approvata e finanziata al tempo del Governo Monti”. Lo dichiarano Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, Presidente e capogruppo Pd della Commissione Pd alla Camera.

“I numeri forniti dal governo – spiegano – parlano chiaro: la norma prevedeva l’andata in pensione di 55.000 lavoratrici e lavoratori, con un impegno di spesa di circa 940 milioni di euro. Ad oggi, i dati del Ministero del Lavoro ci dicono che dal primo gennaio del 2012 a ottobre 2016 il numero di persone che hanno usufruito di questo vantaggio è stato di 5.694, per un importo di 229 milioni di euro”. “La nostra richiesta, di fronte a questa situazione, è più ferma che mai: va abolito il vincolo assurdo della presenza al lavoro il 28 dicembre del 2011 e vanno inclusi tutti coloro che abbiano semplicemente maturato il diritto avendo i requisiti anagrafici e contributivi: per questi ultimi dev’essere sufficiente che la loro prevalenza sia di versamenti fatti in quanto lavoratori dipendenti dei settori privati”, concludono.

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