Sono 600 circa gli emendamenti sui quali si concentrerà la lente della Commissione Bilancio presieduta da Francesco Boccia, ai quali si aggiungeranno le proposte provenienti dall'esecutivo e dai relatori. Che potrebbero riguardare, secondo le ultime dichiarazioni, un taglio all'addizionale Irpef delle regioni, l'introduzione di sgravi per il sud sotto forma di un credito d’imposta alle imprese che investono nel Mezzogiorno ed in un rafforzamento del bonus sulle assunzioni. Il credito d'imposta sarebbe differenziato in relazione alla dimensione aziendale e pari al 15% per le piccole imprese, 10% per le medie e 5% per le grandi. A disposizione ci sarebbero 500 milioni complessivi ad esaurimento. Per le assunzioni si prevede di consentire alle imprese delle aree svantaggiate del Sud di beneficiare della detassazione anche per il 2017.
Possibili piccole correzioni anche sulle pensioni con i dem che puntano all'estensione dell'estensione dell'opzione donna, includendo nel regime sperimentale anche le nate nell'ultimo trimestre del 1958; la possibilità di cumulo del riscatto della laurea con il congedo facoltativo di maternità; la proroga della Dis-coll fino a tutto il 2016 e il computo dei periodi di maternità ai fini dei premi aziendali di produttività. Ma ad essere «migliorata» potrebbe essere anche la settima salvaguardia con l'estensione al lavoro domestico, agli stagionali e agli agricoli oltre che ad una maggiore tutela per chi ha fruito della mobilità, senza contare le modifiche in favore dei lavoratori precoci (qui gli emendamenti segnalati dalla Commissione Lavoro della Camera).
Sul pubblico impiego si attende di vedere nero su bianco la maxi dote per il comparto difesa e sicurezza, tra cui il bonus da 80 euro per le forze dell'ordine e la cultura a cui si aggiungerà lo stop alla chiusura di 23 prefetture che, come annunciato ieri dal Ministro Alfano, dovranno restare a presidio del territorio. Possibili ritocchi anche al turn-over.
A tutela ai piccoli risparmiatori colpiti dal decreto salva banche (Dl 183/2015) i tecnici lavorano per istituire presso il Mef di un Fondo di solidarietà che dovrebbe partire con una dote di 100 milioni rispetto ai 120 indicati nella proposta parlamentare. Di questi, una parte (almeno 40 milioni) dovrebbero arrivare dal Governo e il resto dal sistema bancario. L’operazione coprire il 30% dei 350 milioni di risparmio che erano in mano ai piccoli risparmiatori delle 4 banche entrate nel meccanismo di risoluzione.