Pensioni, ok dell'Inpgi alla Riforma. Giornalisti in pensione a 66 anni

Nicola Colapinto Martedì, 28 Luglio 2015
Adottata anche la delibera di recepimento della legge di stabilità che prevede la concessione di sgravi contributivi per l’assunzione di giornalisti a tempo indeterminato.
Incremento dello 0,50% dell'aliquota contributiva a cari­co del giornalista, dal primo gennaio 2016, innalzamento dell'età pensionabile per il trat­tamento di vecchiaia per gli uomini a 66 anni già dal prossimo anno, mentre per le donne saranno richiesti 63 anni con un aumento di un anno ogni 18 mesi sino ad arriverà ai 66 anni entro il 2020. Revisione anche della pensione di anzianita' per la quale ci vorranno almeno 62 anni e 36 anni di contributi con un innalzamento contributivo di un anno ogni 18 mesi sino a raggiungere i 40 anni di contributi dal 1° gennaio 2022. Ma nel periodo transitorio, sino al 31 dicembre 2021 sarà possibile accedervi «con almeno 40 anni di anzianità contributiva a pre­scindere dall'età anagrafica».

È quanto prevede la manovra approvata ieri dall'Inpgi per arginare la grave sofferenza che interessa la gestione previdenziale dei giornalisti. Una difficoltà accentuata dall'aggravarsi dello stato di crisi del settore dell’editoria con la conseguente perdita dei rapporti di lavoro e il sempre più massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali. 

Tale crisi ha comportato da un lato, una rilevante perdita dei rapporti di lavoro pari a circa il 16% negli ultimi cinque anni - con un tasso di contrazione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico maggiore di 6,4 volte a quello della generalità del sistema Paese - e dall’altro, un sempre più intenso ricorso agli ammortizzatori sociali (nel 2014 il numero dei giornalisti che hanno beneficiato del trattamento di disoccupazione sono stati 2.013, della  CIGS  772 e dei contratti di solidarietà 2.858). 

La manovra, che prevede l'in­nalzamento dello 0,53% del contributo a carico dell'azienda dal primo gennaio 2016, è stata va­rata dall'Inpgi, Istituto naziona­le di previdenza dei giornalisti e dovrà essere approvata dai Mi­nisteri vigilanti per entrare in vigore; la Cassa presieduta da Andrea Camporese ha poi vara­to la delibera di recepimento della Legge di stabilità, che sta­bilisce la concessione di sgravi contributivi per l'assunzione di giornalisti a tempo indetermi­nato. Fra gli altri capitoli, l'in­troduzione di un contributo di solidarieta', «per 5 anni, dall'approvazione della delibera, alle pensioni che rientrano nelle fa­sce fino a 30.000 euro (0,5%), da 30.000 a 60.000 euro (1%) e da 60.000 a 91.251,15 (1,5%), garan­tendo, in ogni caso, sottolinea l'Ente, «l'erogazione del tratta­mento minimo Inps», oggi pari a circa 6.000 euro lordi annui. GamsinNella Riforma c'è anche la pensione flessibile: dal 1° luglio 2017 i giornalisti potranno accedere alla pensione anticipata con almeno 62 anni d’età e 36 anni di contribuzione con l’applicazione della percentuale d’abbattimento del 5 per cento per ogni anno mancante al raggiungimento dei requisiti contributivi necessari per la pensioni d’anzianita' ovvero, se più favorevoli, rispetto ai requisiti di età per il trattamento di vecchiaia. Per quanto riguarda il sistema di calcolo viene mantenuto il sistema retributivo con l’applicazione agli attuali scaglioni reddituali, per la quota di pensione maturata successivamente alla data di approvazione della riforma, di aliquote decrescenti a partire dal 2,30%.

Nella delibera si prevedono anche specifiche clausole di salvaguardia volte a garantire l'ultrattività delle attuali norme nei confronti dei giornalisti che hanno perso il posto di lavoro alla data di entrata in vigore della Riforma.  

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