Pensioni, oltre 5mila lavoratori in mobilità restano fuori dalla settima salvaguardia

redazione Venerdì, 29 Aprile 2016
Il Ministero del Lavoro e l'Inps hanno indicato il numero di lavoratori che maturano il requisito pensionistico ante Fornero entro 36 mesi dalla scadenza dell'indennità di mobilità. 
Sono circa 5.200 i lavoratori collocati in mobilità a seguito di accordi stipulati in sede governativa e non governativa, entro il 31 dicembre 2011, che matureranno i requisiti pensionistici previgenti il cosiddetto decreto «Salva Italia» entro due o tre anni dalla fine della mobilità. Lo ha precisato il Ministero del Lavoro ieri in risposta ad una interrogazione parlamentare del Partito Democratico. A tale proposito, l'INPS ha reso noto che sono circa 5200 – di cui 1.525 donne e 3.675 uomini – i lavoratori che matureranno i requisiti pensionistici entro due anni dalla fine della mobilità; mentre sono circa 5.400 – di cui 1.630 donne e 3.770 uomini – quelli che matureranno i requisiti pensionistici entro tre anni dalla fine della mobilità.

Tale stima è stata ottenuta sottraendo, dal numero complessivo dei lavoratori collocati in mobilità dal 1° gennaio 2008 al 30 settembre 2012, i lavoratori deceduti, quelli che nel frattempo hanno avuto accesso alla pensione e quelli salvaguardati dalle precedenti operazioni di salvaguardia ha indicato il Dicastero di Via Veneto. Va tuttavia precisato che potrebbero esserci dei lavoratori collocati in mobilità anche successivamente al 30 settembre 2012 sulla base di accordi sottoscritti prima del 31 dicembre 2011. Nell'ambito della platea così ottenuta sono stati individuati i lavoratori che entro due o tre anni dalla fine della mobilità matureranno i requisiti pensionistici previgenti al cosiddetto decreto «Salva Italia», ipotizzando per essi la continuità di versamenti fino alla data di raggiungimento dei predetti requisiti pensionistici.

I numeri forniti dal Ministero consentiranno al Parlamento di fissare i paletti per una eventuale ottava salvaguardia nei prossimi tempi. La Commissione Lavoro della Camera ha, infatti, ribadito la propria disponibilità ad un nuovo e conclusivo disegno di legge a breve sulla questione esodati non appena saranno chiuse le rendicontazioni dell'ultima salvaguardia le cui operazioni di certificazione sono ancora in corso. Sempre che la misura non venga assorbita in un più ampio provvedimento di flessibilità in uscita. 

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