Pensioni, Poletti conferma: Pronti all'Ottava Salvaguardia

Eleonora Accorsi Domenica, 09 Ottobre 2016
E l'Ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ricorda: "l’ottava salvaguardia farà parte del pacchetto sulle pensioni, definito con i sindacati, come chiesto nella piattaforma e ribadito da Cgil, Cisl e Uil”.
Nel pacchetto pensioni all'interno della legge di stabilita' ci sarà spazio anche per un'ottava salvaguardia. Lo ricorda oggi il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. La novità era nell'aria dopo la conferma dei giorni scorsi del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini che il Governo avrebbe accolto, almeno parzialmente, le richieste provenienti dai Comitati che rappresentano le istanze dei lavoratori esodati.

Le risorse per il provvedimento, come in passato, saranno recuperate dal fondo destinato alla tutela di questi lavoratori creato dalla legge 228/2012 una volta che la conferenza dei servizi interministeriale avrà accertato i risparmi residui. "Le leggi sulle salvaguardie le ha fatte il Parlamento e van­no puntualmente applicate. Con questa salvaguardia si punta ad allungare i termini di maturazione dei requisiti già fissati dalle precedenti salva­guardie per i lavoratori esclusi dai precedenti provvedimenti e concludere così la vicenda" ha detto Poletti. 

Per i lavoratori che entro il 2011 erano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria dell'assicurazione, o che avevano cessato il servizio a seguito di accordo, anche individuale o collettivo con incentivo all'esodo, o per via unilaterale, che avevano siglato accordi per il collocamento in mobilità o, ancora, avevano fruito del congedo straordinario biennale per assistere disabili (per una puntuale indicazione delle platee si rimanda alla tavola sottostante) si riaccende, quindi, la speranza di rimettere in pista le vecchie regole di pensionamento. Il Ministro non ha indicato se il provvedimento ricalcherà il disegno di legge elaborato dal PD (ddl 3893) ed attualmente bloccato in Commissione Lavoro alla Camera oppure se avrà una portata inferiore. Ma comunque ci sarà anche se nel verbale dello scorso 28 Settembre siglato con le parti sindacali il punto non è stato affrontato.

In attesa di conoscere il testo del provvedimento sembra per ora assodato che per i lavoratori in mobilità si punterà ad estendere il termine limite per maturare il diritto a pensione dagli attuali 12 a 36 mesi dal termine dell'indennità di mobilità. Ciò anche per compensare la riduzione della durata dell'ammortizzatore sociale previsto dalla legge 92/2012 di Riforma del mercato del Lavoro. Mentre per gli altri profili di tutela ci sarà una ulteriore estensione dei termini temporali anche se probabilmente, come si diceva, inferiore al disegno di legge Damiano che punta a ricomprendere tutti i lavoratori che avrebbero maturato il diritto alla pensione, con le vecchie regole, entro il 2019 ancorchè la decorrenza della prestazione risulti successiva alla predetta data. 

Damiano: Salvaguardia tema centrale dell'accordo sulle pensioni
Alla possibilità di approvare rapidamente il disegno di legge ci crede l'ex Ministro del Lavoro: "l’ottava salvaguardia deve far parte del pacchetto sulle pensioni, definito con i sindacati, come chiesto nella piattaforma e ribadito da Cgil, Cisl e Uil”. “Una valutazione complessiva di apprezzamento non può prescindere dalla soluzione definitiva che si darà al problema degli esodati”, spiega. “Il fondo ha stanziato complessivamente 11 miliardi e 600 milioni per salvaguardare 172mila lavoratori, ai quali si applicano le regole ante-Fornero.

Al momento – ricorda – circa 100mila lavoratori hanno già intascato la pensione, 30mila sono stati certificati e la intascheranno”. Ora, sottolinea, “per chiudere definitivamente il cerchio noi pensiamo che si tratti di includere almeno altri 25mila lavoratori”. Ciò, precisa Damiano, “significa non chiedere né un numero né un euro in più di quanto è già stato stanziato, al contrario. In questo modo si arriverebbe ai 155mila salvaguardati, con un avanzo, rispetto ai 172mila previsti, di 17mila posizioni. Quindi non ci sono più alibi, per quanto riguarda la capienza di questa ultima salvaguardia".

Se la misura fosse approvata si arricchirà dunque il pacchetto di opzioni per guadagnare l'uscita dal prossimo anno. Parte degli esodati, infatti, non riuscirebbe a centrare i requisiti per accedere all'APE dai 63 anni o alla quota 41 per i precoci, misure concordate con i sindacati nell'accordo del 28 settembre. Pertanto per loro una nuova salvaguardia sarebbe l'unico strumento possibile per andare in pensione. 


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