Pensioni, Si lavora anche per lo stop alle ricongiunzioni onerose

Valerio Damiani Mercoledì, 29 Giugno 2016
Tra i punti in discussione c'è la questione dei lavoratori con carriere discontinue. Possibile un intervento per eliminare gli oneri della riunificazione delle contribuzioni sparse in più gestioni previdenziali obbligatorie.
Con la flessibilità in uscita potrebbe essere rivista anche la norma sulle ricongiunzioni onerose. I tavoli di confronto Governo e sindacati sulle pensioni avviati questo mese, hanno trattato, tra i tanti temi da affrontare in autunno, anche la questione dei lavoratori con carriere discontinue. Due le soluzioni possibili da combinare, eventualmente, assieme: abolire la ricongiunzione onerosa dei contributi ritornando, in sostanza, alla normativa vigente prima dell'intervento del decreto legge 78/2010 e ampliare il ricorso alla totalizzazione nazionale rendendo meno penalizzante il sistema di calcolo dell'assegno. Una proposta, quest'ultima, già contenuta nel Piano Boeri presentato dal Presidente dell'Inps lo scorso anno al Governo ma rimasto ancora del tutto inattuato. 

Il problema riguarda soprattutto quei lavoratori con 60/62 anni di età che hanno versato comunque 42/43 anni di contributi sparsi in diverse gestioni previdenziali (es. 25 anni di contributi nell'AGO ed altri 17 anni nella gestione separata). La disparità di trattamento appare evidente: se avesse versato sempre in una sola gestione il lavoratore potrebbe accedere subito alla pensione anticipata (peraltro senza alcuna penalizzazione) ma, dato che i contributi sono frutto di carriere discontinue, lo sfortunato è costretto ad attendere 67 anni oppure ad utilizzare la totalizzazione nazionale accettando, in questo caso, un calcolo penalizzante perchè determinato interamente con il sistema contributivo. Quand'anche potesse ricorrere alla ricongiunzione, esclusa comunque per utilizzare i contributi nella gestione separata, si dovrebbero sostenere ingenti costi per il trasferimento dei contributi da una gestione all'altra. Dal prossimo anno, se il Governo darà il via libera ad una modifica di queste regole, potrebbe essere previsto il mantenimento del sistema di calcolo misto o retributivo (ove previsto nella gestione) per chi esercita la totalizzazione e/o l'abolizione degli oneri di ricongiunzione dei contributi per chi deve trasferire i contributi da una gestione all'altra. 

Resta, infatti, ancora limitato l'utilizzo del cumulo gratuito dei periodi assicurativi introdotto dalla legge di stabilità 2013 (legge 228/2012), un istituto interessante dato che non incide sul sistema di calcolo della pensione (a differenza della totalizzazione che, di regola, calcola gli assegni con il sistema contributivo) ma che risulta scarsamente utilizzato. Questo strumento, infatti, consente dal 1° gennaio 2013 di cumulare gratuitamente la contribuzione presente in tutte le gestioni previdenziali dell'Inps, (Ago, Ex-Inpdap Ex-Enpals, compresa la gestione separata, con la sola esclusione delle casse professionali) al fine di perfezionare una pensione. Ma che ha tanti limiti: non può essere utilizzato per raggiungere i requisiti contributivi utili alla pensione anticipata (42 anni e 10 mesi) ma solo per il conseguimento della pensione di vecchiaia a condizione, però, che in nessuna delle gestioni coinvolte nel cumulo sia stato raggiunto il requisito di 20 anni di contributi. Vale a dire un diritto autonomo a pensione. Un vero slalom che restringe di molto la platea dei possibili interessati all'istituto. 

Anche il presidente dell'Inps, Tito Boeri, aveva indicato nel piano di Riforma presentato a Luglio scorso al Governo la volontà di rivedere gli istituti per riunire la contribuzione mista. Ma la contrarietà del Governo ad una revisione della Legge Fornero ha bloccato di fatto anche questo progetto. 

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