L’emendamento governativo dispone l'esplicita soppressione del riferimento alla razionalizzazione «di altre prestazioni anche di natura previdenziale, sottoposte alla prova dei mezzi" contenuto all'articolo 1 del disegno di legge. "In questo modo si esclude, in maniera assoluta, qualsiasi tipo di intervento su prestazioni quali le pensioni di reversibilità e le integrazioni al minimo» ha indicato l'esecutivo. Sia le vedove che prendono pensioni integrate al minimo possono dunque dormire sogni relativamente tranquilli in quanto non ci sarà alcuna restrizione futura.
Nel perimetro del riordino restano invece le prestazioni a carattere assistenziale. Vale a dire, principalmente, l'assegno sociale e le maggiorazioni sociali dei trattamenti minimi che, come noto, sono erogate in presenza di un determinato reddito del beneficiario. Si pensi, tra le più succulente, all'incremento al milione che porta in dote dei pensionati ultra70enni sprovvisti di reddito un'integrazione dell'assegno sino a 638 euro al mese. Queste prestazioni, spesso frammentate, potrebbero essere razionalizzate, vale a dire assorbite in un unico trattamento, e ancorate al reddito Isee del nucleo familiare del beneficiario. Resteranno fuori invece le prestazioni assistenziali erogate nei confronti dei disabili come la pensione di invalidità civile e l'assegno mensile di invalidità.
Dalla prossima settimana il ddl Delega sulla Povertà riprende quindi il suo iter. La Commissione inizierà l'esame delle proposte emendative depositate con l'obiettivo di consegnare un testo all'esame dell'Aula della Camera già per la fine del mese di Giugno. Tra le altre modifiche sulle quali si potrebbe trovare un accordo politico c'è la volontà, emerse nell'esame preliminare del documento, di assicurare una puntuale elencazione delle prestazioni che potranno essere oggetto del riordino. Ma non è detto che non spuntino altre modifiche.
Damiano: bene le indicazioni da parte del Governo. “L’annuncio che attendevamo dal ministro Poletti è arrivato: il Governo ha depositato un emendamento alla Delega sulla povertà, in discussione alle commissioni Lavoro ed Affari sociali della Camera, per cancellare ogni riferimento ad interventi sulla previdenza”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera. “Era ormai chiaro da settimane – prosegue – che se non ci avesse pensato il Governo, l’emendamento soppressivo sarebbe stato presentato da noi in commissione. Abbiamo chiuso positivamente un capitolo, quello dell’ipotetico intervento sulle pensioni di reversibilità, che aveva sollevato molte preoccupazioni e proteste”. “Il Governo, a partire dal premier Renzi, aveva escluso fin dall’inizio una tale ipotesi, anche se il testo della Delega citava espressamente il tema della previdenza”, conclude.