Per gli operai dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici, i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione delle costruzioni (lettere A e B della tavola sottostante) l'ex ministro del Lavoro chiede, in sostanza, uno sconto di sei anni di contributi per accedere all'ape sociale che scenderebbe così da 36 a 30 anni. Un correttivo per venire incontro soprattutto agli edili spiega Damiano che rischiano altrimenti di rimanere fuori dal perimetro delle agevolazioni. Per le altre categorie (lettere da C ad M) il requisito contributivo resterebbe fermo a 36 anni, come prevede la norma attuale.
Disoccupati senza tutele e Agricoli
Un altro emendamento segnalato dalla Commissione Bilancio a prima firma della deputata del PD Cinzia Maria Fontana mira a recepire i rilievi del Consiglio di Stato dello scorso aprile fornendo copertura legislativa ai disoccupati senza tutele e agli agricoli. In particolare la modifica proposta consente l'accesso all'APe sociale e alla pensione anticipata con 41 anni di contributi ai soggetti in stato di disoccupazione a seguito di licenziamento che non abbiano diritto di conseguire alcuna prestazione di disoccupazione per mancanza dei necessari requisiti e agli operai agricoli, purché si trovino da almeno tre mesi in condizione di non occupazione. Tra gli emendamenti segnalati uno della Lega Nord propone la certificazione del diritto a pensione al momento della sottoscrizione del prestito pensionistico; un altro, a firma Damiano, chiede alcune modifiche sui lavori usuranti ma sui quali difficilmente si troverà un accordo in Commissione.
Sono stati invece bocciati gli ulteriori emendamenti che proponevano un'estensione da 12 a 24 mesi del lasso temporale entro il quale ricercare, nelle mansioni gravose, il requisito dei sei anni di attività continuativa (la cd. franchigia). Il Governo, come noto, all'interno della manovra bis ha introdotto una norma di interpretazione autentica per venire incontro alle richieste dei sindacati. Secondo tale modifica l'arco temporale entro il quale ricercare i sei anni di attività faticose o pesanti viene spalmato su un periodo di sette anni precedenti dal momento della richiesta del pensionamento anticipato con 41 anni di contributi (nel caso dei lavoratori precoci) o dell'APE sociale. Quindi, per esempio, se negli ultimi sei anni c'è stato un anno di disoccupazione indennizzata, di inattività o di integrazione salariale (si pensi ad una cigo o all'assegno ordinario erogato dai fondi settoriali) si potrà accedere, comunque, ai predetti strumenti. In Parlamento erano piovute proposte per raddoppiare ulteriormente questo lasso temporale spalmandolo su otto anni ma la Commissione Bilancio ha giudicato inammissibili gli emendamenti.