Più che una decisione definitiva si attende di conoscere se questi temi saranno affrontati subito, cioè in modo separato dalla flessibilità in uscita, oppure se saranno di fatto assorbiti in questo secondo provvedimento. Che potrebbe risolverli in via strutturale. Ad esempio se il Governo volesse estendere l'opzione donna così com'è oltre il 2015 verrebbero meno anche le pretese delle lavoratrici che maturano i requisiti anagrafici e contributivi nel 2015 che, cosa risaputa, sono rimaste bloccate per le due Circolari del 2012 dell'Inps.
Quindi il capitolo sulla flessibilità in uscita. Tema centrale per le aspettative di molti. Poletti e Padoan hanno indicato di voler ritoccare, e questo verbo non è usato a caso, la legge Fornero per concedere un anticipo dell'età pensionabile. La modifica dovrebbe prendere le mosse dalla Proposta Boeri formulata dal presidente dell'Inps agli inizi di Luglio a Palazzo Chigi. Ovviamente l'anticipo avrebbe un prezzo, in termini di una riduzione dell'assegno pensionistico. Di quanto? non è lecito ancora saperlo. Non si comprende, in particolare, se si vuole legare l'anticipo ad un ricalcolo totalmente contributivo, ipotesi per ora meno probabile, oppure ad una qualche forma piu' soft, tutta da decifrare. Si vedrà.
Quanto prima si potrà lasciare? Se di anticipo si deve trattare è lecito immaginare un'uscita intorno ai 62-63 anni con un minimo di contributi (dovrebbero essere 35), cioè circa 3 o 4 anni prima rispetto alla prestazione di vecchiaia. Si tratterà di un canale comunque facoltativo (ancora non è chiaro se sarà limitato solo alle donne o esteso a tutti i lavoratori, anche gli uomini). E' bene ribadirlo. Dunque chi non vorrà farvi ricorso potrà continuare ad uscire con la pensione anticipata o con la pensione di vecchiaia con le regole ed i requisiti fissati dalla Legge Fornero. Senza penalizzazioni aggiuntive.
Possibili anche altri ritocchi alla Legge Fornero per aiutare la maturazione dei requisiti contributivi sempre con l'invarianza dei costi per lo Stato. Come una maggiore flessibilità nel versamento dei contributi volontari, nei riscatti e nella valorizzazione della contribuzione mista. Misure che potrebbero essere accompagnate da uno strumento assistenziale per i disoccupati con oltre 55 anni che non riescono ad agguantare i requisiti per la pensione. Insomma di carne sul fuoco c'è nè parecchia ma è bene sapere che non ci sarà alcuno stravolgimento delle regole attuali come accaduto nel 2011 con la legge Fornero.