Riforma Pensioni, ecco le ipotesi allo studio del Governo

Bruno Franzoni Martedì, 22 Settembre 2015
Secondo il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, l'obiettivo resta quello di rivedere lo scalone Fornero che penalizza soprattutto le lavoratrici. La decisione sarà presa collegialmente nelle prossime settimane.   
Settimane cruciali per le pensioni. Vediamo dunque di fare un riepilogo dei fronti aperti per cercare di fare un pò di chiarezza sulle novità che potrebbero, usiamo ancora il condizionale perchè non c'è alcun testo ufficiale prodotto dal governo, arrivare nei prossimi tre mesi. Prima le questioni che erano in sospeso da diverso tempo: cioè settima salvaguardia, opzione donna e vasi comunicanti per chi aveva la 104 nel 2011 e non ha potuto accedere alla sesta salvaguardia per la fine dei posti disponibili. Su questi temi giovedì Poletti e Padoan saranno ascoltati dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati per dare una risposta dopo lo stop del Ministero dell'Economia della scorsa settimana.

Più che una decisione definitiva si attende di conoscere se questi temi saranno affrontati subito, cioè in modo separato dalla flessibilità in uscita, oppure se saranno di fatto assorbiti in questo secondo provvedimento. Che potrebbe risolverli in via strutturale. Ad esempio se il Governo volesse estendere l'opzione donna così com'è oltre il 2015 verrebbero meno anche le pretese delle lavoratrici che maturano i requisiti anagrafici e contributivi nel 2015 che, cosa risaputa, sono rimaste bloccate per le due Circolari del 2012 dell'Inps.

Quindi il capitolo sulla flessibilità in uscita. Tema centrale per le aspettative di molti. Poletti e Padoan hanno indicato di voler ritoccare, e questo verbo non è usato a caso, la legge Fornero per concedere un anticipo dell'età pensionabile. La modifica dovrebbe prendere le mosse dalla Proposta Boeri formulata dal presidente dell'Inps agli inizi di Luglio a Palazzo Chigi. Ovviamente l'anticipo avrebbe un prezzo, in termini di una riduzione dell'assegno pensionistico. Di quanto? non è lecito ancora saperlo. Non si comprende, in particolare, se si vuole legare l'anticipo ad un ricalcolo totalmente contributivo, ipotesi per ora meno probabile, oppure ad una qualche forma piu' soft, tutta da decifrare. Si vedrà.

Quanto prima si potrà lasciare? Se di anticipo si deve trattare è lecito immaginare un'uscita intorno ai 62-63 anni con un minimo di contributi (dovrebbero essere 35), cioè circa 3 o 4 anni prima rispetto alla prestazione di vecchiaia. Si tratterà di un canale comunque facoltativo (ancora non è chiaro se sarà limitato solo alle donne o esteso a tutti i lavoratori, anche gli uomini). E' bene ribadirlo. Dunque chi non vorrà farvi ricorso potrà continuare ad uscire con la pensione anticipata o con la pensione di vecchiaia con le regole ed i requisiti fissati dalla Legge Fornero. Senza penalizzazioni aggiuntive.

Possibili anche altri ritocchi alla Legge Fornero per aiutare la maturazione dei requisiti contributivi sempre con l'invarianza dei costi per lo Stato. Come una maggiore flessibilità nel versamento dei contributi volontari, nei riscatti e nella valorizzazione della contribuzione mista. Misure che potrebbero essere accompagnate da uno strumento assistenziale per i disoccupati con oltre 55 anni che non riescono ad agguantare i requisiti per la pensione. Insomma di carne sul fuoco c'è nè parecchia ma è bene sapere che non ci sarà alcuno stravolgimento delle regole attuali come accaduto nel 2011 con la legge Fornero.

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