Tuttavia le nuove regole si applicheranno solo alle nuove erogazioni, mentre gli assegni già in essere non verranno modificati, assicura Sacchi. Il ddl precisa che verranno introdotti "principi di universalismo selettivo nell'accesso, secondo criteri unificati di valutazione della condizione economica in base all'Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE)".
Questo significa che, spiega Sacchi, se finora le pensioni di reversibilità (e quelle indirette, ndr) sono state erogate sulla base del numero dei superstiti. Per esempio se c'è solo il coniuge sopravvissuto viene erogato il 60% della pensione con una riduzione solo se i redditi sono superiori ad un determinato importo (si veda tavola), ma se ci sono almeno due figli si arriva al 100%, a prescindere dal reddito dei beneficiari, invece adesso si passerà sempre alla valuazione del reddito. Non si terrà conto invece della componente patrimoniale dell'Isee.
Il riordino coinvolgerà anche le altre prestazioni assistenziali e previdenziali come la pensione sociale e l'assegno sociale (trattamento che, com'è noto, ha sostituito dal 1996 la pensione sociale), le maggiorazioni sociali (un calderone di sostegni che spaziano dal cd. incremento al milione di cui alla legge 448/2001 alla quattordicesima del Governo Prodi che viene concessa a luglio ai pensionati con più di 64 anni di età) sino a ricomprendere, probabilmente, la stessa integrazione al trattamento minimo. I dettagli e le prestazioni interessate dal riordino tuttavia non sono ancora noti, verranno messi a punto dal governo con i decreti legislativi, dunque tra diversi mesi, dopo l'approvazione del ddl Delega da parte del Parlamento.
Dal riordino saranno escluse le prestazioni di natura assistenziale erogate nei confronti degli invalidi. Dunque nessun rischio, almeno per ora, per trattamenti come l'assegno mensile di invalidità civile o la pensione di inabilità civile. Il disegno di legge Delega prevede inoltre una regia unificata che sovraintenderà a tutte le prestazioni di natura assistenziale, che avrà sede presso il ministero del Lavoro e coinvolgerà i rappresentanti dell'Inps, delle Regioni e degli altri enti locali interessati alla riduzione.