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Lavoro autonomo e contributi INPS.

09/04/2021 17:30#73355 da GiuliaC89
Risposta da GiuliaC89 al topic Lavoro autonomo e contributi INPS.
Se ti iscrivi alla Gestione Separata (quindi come libera professionista), il minimo è 3 anni.

Nella Gestione Artigiani e Commercianti, invece, non occorre un minimo (in compenso, però, hai l'obbligo di versare i contributi minimi, circa 3.850 € l'anno, a prescindere dal reddito).

Ti lascio, inoltre, questa guida per aiutarti a scegliere l'inquadramento e il regime fiscale:

www.fiscozen.it/blog/aprire-partita-iva/

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28/11/2020 21:57#71464 da [email protected]
Grazie mille Domino per le informazioni puntuali e chiare. Aspetto ora se qualcuno ha informazioni al riguardo della possibilità di "integrare" i contributi previdenziali durante la vita lavorativa. So che é possibile versare dei contributi volontari ma ad attività terminata.

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27/11/2020 10:14#71432 da Domino
Risposta da Domino al topic Lavoro autonomo e contributi INPS.
Ciao, ti fornisco alcune informazioni, sulla base della mia esperienza diretta, essendomi iscritto alla gestione artigiani a inizio 2020.

1) il cumulo dei contributi non richiede un periodo minimo

2) la risposta è sì alla domanda sulla copertura. I contributi versati da artigiano coprono i periodi a cui si riferiscono i versamenti, quindi se ti iscrivi a gennaio dovrai pagare le 4 rate trimestrali calcolate sul minimale di reddito (15.953). Se il tuo reddito è inferiore al minimale tanto basta per vedersi accreditati 12 mesi nell’estratto conto. Se ti iscrivi ad aprile pagherai 3 rate e avrai 9 mesi accreditati, ecc. Se invece superi il minimale devi versare anche i contributi sull’eccedenza. Si deve fare attenzione alla riduzione del 35% dei contributi di cui beneficiano i regimi forfettari: se hai un reddito inferiore al minimale puoi pagare nel 2020 2.493€ anziché 3.836€ ma poi ti trovi accreditati il 65% di 12 mesi, ovvero 7 mesi (io ho rinunciato a questo beneficio perché volevo una contribuzione completa).

3) il valore di 15.953€ è anche il reddito minimo da conseguire nel 2020 per far sì che i relativi contributi nella gestione separata vengano accreditati per 12 mesi. Con un reddito inferiore si ha un periodo inferiore. Riguardo ad eventuali integrazioni con contribuzioni volontarie durane la vita lavorativa lascio la risposta agli altri utenti

Come linea guida generale, se si vogliono ridurre gli oneri contributivi, soprattutto quando si è giovani, la gestione separata è più flessibile e meno onerosa. Se invece prevale l’esigenza di una copertura contributiva completa, soprattutto se si è meno giovani, è da preferire la gestione artigiani (come ho fatto io, anche per poter poi riscattare la laurea).
Ma in termini rigorosi la gestione di riferimento dovrebbe essere una conseguenza della scelta dell’attività lavorativa e anche se esistono aree di sovrapposizione per i codici Ateco, che potrebbero essere usati sia da artigiani che da liberi professionisti, quel che conta è la tipologia del lavoro: per semplificare, un artigiano produce e vende un bene, un professionista fornisce una consulenza o un servizio.

Un libero professionista apre una P.IVA e si iscrive alla gestione separata in modo molto semplice, un artigiano deve iscriversi al registro delle imprese, all’albo, chiedere la P.IVA, iscriversi all’INAIL e all’INPS: 5 operazioni che si fanno con una sola pratica (con la procedura Comunica Starweb) in modo autonomo (ma bisogna studiarla) o tramite un intermediario.
Ringraziano per il messaggio: Over, Cometa

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27/11/2020 00:50#71431 da [email protected]
Buongiorno a tutti,
spero di essere nella sezione giusta...
Ho 51 anni e con il prossimo anno a Marzo mi terminerà il contratto a tempo determinato. La mia volontà è quella poi di intraprendere una attività da lavoratore autonomo aprendo partita IVA come artigiano oppure come libero professionista in ambedue i casi comunque in regime forfettario. La scelta la andrò a fare anche in base alla diversa gestione dei contributi INPS. Avrei qualche domanda da fare a chi mi potrà dare una mano a chiarirmi le idee al riguardo:

1) Al momento attuale ho 32 anni di contributi versati da lavoratore dipendente.
Esiste un minimo di anni di contributi da versare da lavoratore autonomo per fare in modo che vengano "uniti" a quelli accumulati da lavoratore dipendente?
2) Nel caso in cui farò la scelta di aprire partita IVA in regime forfettario come artigiano so che esiste una quota minima di contributi annuali da versare di 3836 euro (fino ad un reddito di 15.953 euro anno). Questa quota copre un intero anno di contribuzione e quindi vale come 1 anno di contributi ai fini pensionistici?
3) Nel caso io invece faccia la scelta di aprire partita IVA come libero professionista (senza cassa) sempre in regime forfettario i contributi andranno calcolati sul reddito annuale. In caso di reddito basso vi è la possibilità che ovviamente anche i contributi da versare siano non sufficienti a coprire un anno di contribuzione valido ai fini pensionistici (come fare praticamente un part-time invece che un tempo pieno). Esiste quindi una quota minima che garantisca la copertura annuale di contribuzione? Se i contributi versati non dovessero essere sufficienti alla copertura annuale vi è la possibilità di integrarli con contribuzioni volontarie (durante la vita lavorativa)?
Grazie mille!!

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