data decorrenza pensione

Ciao, grazie ancora per le precisazioni. Intendevo parlare del sistema di rivalutazione del montante contributivo a "quinti", che a differenza di quello delle pensioni, fa la media degli ultimi cinque anni di incremento nominale del Pil (quindi al lordo dell'inflazione). In caso di Pil stazionario, come di fatto è il nostro, l'indice viaggia sostanzialmente secondo l'inflazione media del quinquennio.
Per questo il montante contributivo l'anno scorso è stato rivalutato del solo 2,3%,  in quanto zavorrato dalla stabilità inflattiva dei quattro anni precedenti. In caso di inflazione decrescente invece, succede il contrario, in quanto nella rivalutazione del montante continua a pesare, per il suo quinto, l'incremento del Pil nominale del 2022. Per cui se ad esempio per il 2025 le pensioni venissero rivalutate circa di solo il 3%, visto che continuano a dire che l'inflazione ormai è ai minimi, il montante contributivo dovrebbe mantenere più o meno lo stesso livello di rivalutazione di quest'anno (salvo che cambino le regole del gioco in corsa, cosa possibilissima), per cui le due rivalutazioni dovrebbero essere quasi allo stesso livello.
In quel momento diventa decisivo il coefficiente di trasformazione. L'ultima variazione, quella in corso, per la prima volta ha evidenziato un miglioramento, per cui le pensioni sono aumentate del 2% a parità di condizioni.
Se succedesse ancora, sarebbe più conveniente prendere il 2% abbondante di rivalutazione del montante più il 2% di rivalutazione del coefficiente di trasformazione rispetto ad un probabile 3% di rivalutazione per l'inflazione.
Solo che, come dici giustamente, bisogna aspettare le cifre, che però arrivano a ridosso di fine anno e rischio di ... perdere il treno del 2024; personalmente dubito che per la seconda volta il nuovo coefficiente di trasformazione sia più vantaggioso del precedente, a meno che non risulti un ulteriore calo della vita media. Quindi meglio andare sul sicuro e seguire la strada che suggerisci, per cui passo all'incasso il primo novembre

sinceramente non capisco cosa sia il meccanismo dei quinti.
ribadisco il concetto:
La pensione liquidata entro dicembre soggetta a rivalutazione con riferimento all'inflazione. L'ultimo coefficiente provvisorio è stato del 5,4%, quindi non poca roba.
La pensione erogata a gennaio non sarà rivalutata (c se non l'anno successivo),quindi la quota retributiva, che oggi pesa mediamente il 30-:-35% dell'importo globale, sarà rivalutata perchè si utilizzeranno gli indici FOI aggiornati, ma la quota contributiva beneficerà solo della variazione pil ed eventuale aggiornamento tabelle che non potranno MAI eguagliare la perequazione annua.
E' evidente che quanto detto si riferisce a pensioni entro le 4/5 volte il minimo inps in quanto la rivalutazione sarà del 100/85%, mentre il discorso cambia con pensione maggiori di 5 volte il minimo inps in quanto la rivalutazione è cimata.
In ogni caso impossibile anche per uno Sciamano Apache prevedere il tutto se non far parlare i numeri una volta noti e definitivi gli elementi in gioco: perequazione prevista, aggiornamento tabella conversione e variazione indici pil.
Una volta noti gli elementi citati sarà possibile far parlare i numeri che hanno sempre ragione.

Grazie anzitutto per la risposta. Non sapevo della rivalutaizone anche per chi comincia a percepire verso fine anno,  però anche il montante contributivo si rivaluta a fine anno e in situazioni di inflazione calante (ufficialmente almeno, io quando vado al mercato a prendere frutta e verdura non me ne accorgo proprio…) si recupera quella passata per il meccanismo dei quinti.
Nel 2022 però purtroppo i coefficienti di trasformazione per il biennio 2023-2024 sono usciti in dicembre quindi credo che farò domanda per far partire la pensione a novembre, prendendola da subito.
Sempre che nei prossimi due mesi, prima del compimento dei 62 anni, non cambino di nuovo con la scusa di qualche emergenza finanziaria improvvisa e me la soffino, a questo punto non mi stupirei più di niente...
Ciao
Roberto

Roberto, io non perderei tempo con i coefficienti della tabella di conversione montante perchè, con l'inflazione attuale, è certamente conveniente avere decorrenza a fine anno in modo da utilizzare a pieno la perequazione automatica dell'anno successivo (2025) che coprirebbe sia la quota retributiva (garantita comunque anche in caso di decorrenza gennaio successivo, grazie alla variazione indici FOI) che quella contributiva.
In ogni caso se vuoi aspettare l'esito della rimodulazione della tabella di conversione, ti informo che la decorrenza pensione resta quella del mese successivo alla domanda, anche se sarà erogata successivamente con arretrati.

Salve a tutti,
nel 2024 potrei utilizzare quota 103, con il primo assegno erogato il 1° novembre 2024.
Dato che nel 2025 cambiano i coefficienti di trasformazione del montante contributivo, e questi vengono stabiliti (ho visto in passato) a volte già a novembre, pensavo di aspettare fin verso la fine di novembre, per vedere se - come accaduto per il 2023-2024 - migliorano ancora e quindi aspettare e far partire la pensione da gennaio.

Vorrei però conferma che - come per la pensione di vecchiaia - la pensione con quota 103 viene calcolata dal primo mese successivo alla data della domanda; quindi, per capirci,  se la presento al 25 novembre, la decorrenza parte da dicembre, anche se la domanda viene accolta in gennaio o febbraio 2025. Se invece valgono i coefficienti in vigore quando viene accolta In questo caso appunto gennaio o febbraio 2025), preferisco prudenzialmente presentare domanda un paio di mesi prima della scadenza della finestra e non magari scoprire a fine novembre che i coefficienti di conversione sono peggiorati e prendere così una suonata.

Grazie
Roberto