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RISCATTO DEL PERIODO DI LAUREA
- Handy
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01/05/2016 14:49#27403
da Handy
Risposta da Handy al topic RISCATTO DEL PERIODO DI LAUREA
Caro amico Sandro60
Da me purtroppo non puoi avere altro che grande solidarietà' per ciò' che ti sta accadendo, ed il consiglio di non demordere e di affidarti ad un bravo avvocato, oltre che all'ALDAI di Milano.
Tecnicamente il problema non sembra di facile soluzione, e non so se qualche sindacalista del forum ti può' aiutare. Il fatto è' che io mi sono rivisto precisamente nelle tue parole, e nella tua esperienza.
Avevo fatto giovanissimo , subito dopo laureato e forse uno o due anni di lavoro a Napoli , la domanda di riscatto di 5 anni di corso di laurea.
Parlo degli anni 60. Poi non ci ho più' pensato, anche se mi meravigliava il silenzio assordante dell'Inps. Poi alla fine degli anni 90 ,quando anche io ero passato ad INPDAI, cominciai ad interessarmi della cosa.
Mi fu sempre detto di non preoccuparmi : si sarebbe vista la cosa nel momento di andare in pensione.
INPS non mi aveva ancora risposto ufficialmente, e non mi sollecitava affatto a pagare bollettini entro termini perentori, come fa con te.
(Anche io come te avevo cambiato un sacco di residenze e posti di lavoro).
Quindi il punto su cui dovresti indagare è' proprio quello dei termini perentori. Ricordo che mi dissero, all'Inps di Milano, che valeva sempre la data di presentazione della domanda, e che i contributi si pagavano calcolandoli appunto con i dati di ALLORA, non con quelli di trenta anni dopo !
Ti auguro di trovare la strada per venire a capo di questa storia.
Da me purtroppo non puoi avere altro che grande solidarietà' per ciò' che ti sta accadendo, ed il consiglio di non demordere e di affidarti ad un bravo avvocato, oltre che all'ALDAI di Milano.
Tecnicamente il problema non sembra di facile soluzione, e non so se qualche sindacalista del forum ti può' aiutare. Il fatto è' che io mi sono rivisto precisamente nelle tue parole, e nella tua esperienza.
Avevo fatto giovanissimo , subito dopo laureato e forse uno o due anni di lavoro a Napoli , la domanda di riscatto di 5 anni di corso di laurea.
Parlo degli anni 60. Poi non ci ho più' pensato, anche se mi meravigliava il silenzio assordante dell'Inps. Poi alla fine degli anni 90 ,quando anche io ero passato ad INPDAI, cominciai ad interessarmi della cosa.
Mi fu sempre detto di non preoccuparmi : si sarebbe vista la cosa nel momento di andare in pensione.
INPS non mi aveva ancora risposto ufficialmente, e non mi sollecitava affatto a pagare bollettini entro termini perentori, come fa con te.
(Anche io come te avevo cambiato un sacco di residenze e posti di lavoro).
Quindi il punto su cui dovresti indagare è' proprio quello dei termini perentori. Ricordo che mi dissero, all'Inps di Milano, che valeva sempre la data di presentazione della domanda, e che i contributi si pagavano calcolandoli appunto con i dati di ALLORA, non con quelli di trenta anni dopo !
Ti auguro di trovare la strada per venire a capo di questa storia.
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- sandro60
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Riduci
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30/04/2016 15:51#27394
da sandro60
RISCATTO DEL PERIODO DI LAUREA è stato creato da sandro60
Buongiorno,
sono un 56 enne con circa 33 anni di contributi ed occupazioni saltuarie, quindi come potete immaginare seguo con molto interesse ad apprensione le auspicabili evoluzioni delle proposte sulla flessibilità pensionistica. Credo che sarebbe molto importante dedicare la giusta attenzione all'argomento del riscatto della laurea ed alle altre possibilità di riscatto e ricongiunzione che oggi le varie norme e circolari Inps RESTRITTIVE ED ONEROSISSIME in pratica non consentono di poter sfruttare, con grave danno per tutti noi ed anche per i nostri figli.
La mia storia è questa : inizio il lavoro dipendente nel 06/1983 (dopo 4 anni di università con laurea conseguita nel 03/1983). Nell'85 faccio domanda all'Inps e, dopo aver presentato varie documentazioni, per circa 8 anni non ricevo riscontri definitivi, ma ottengo solo notizie frammentarie, anche a causa di vari cambi di residenza per cui la mia pratica gira per anni tra varie sedi inps. In quegli anni mi dicono agli sportelli di non preoccuparmi perchè e normale ed è meglio per me (dicono :piu' tardi ricevo comunicazione definitiva e piu' tardi inizio a pagare........). Nel frattempo nel 1999 divento dirigente d'azienda (contribuzione Inpdai) e quindi, nella prospettiva di dover trasferire i contributi inps all'inpdai agli sportelli mi suggeriscono di attendere ancora. Arrivo al 2006, chiedo nuove informazioni per lettera e mi viene comunicato dall'Inps che la mia domanda era decaduta da tempo in quanto risultava che avevo rinunciato al riscatto. IN PRATICA, SCOPRO CHE NEL 1996 L'INPS MI AVEVA INVIATO AL VECCHIO DOMICILIO DOVE NON ABITAVO PIU' I BOLLETTINI DI PAGAMENTO E LA RELATIVA RACCOMANDATA, NON RITIRATA DA ME MA DAL PORTIERE DELLO STABILE E MAI CONSEGNATAMI, PER CUI NON AVENDO PAGATO ENTRO IL TERMINE DI 5 ANNI RISULTAVA LA MIA TACITA RINUNCIA DAL 2001. Faccio ricorso al comitato Inps per far presente dei ritardi e del disguido postale e chiedere di poter comunque procedere sulla base della domanda presentata nell'85 e mi respingono il ricorso dicendo che potrei fare un'altra domanda. Peccato che emerge un piccolo particolare : con la mia domanda originaria erano sufficienti circa 8.000 euro, con una nuova domanda ne occorrerebbero circa 120.000 causa delle retribuzioni incrementate e dei vari coefficienti attuariali, modifciati da varie norme susseguitesi nel tempo.
Ora, mi sembra davvero assurdo tutto questo, so che posso fare causa e tentare di ottenere giustizia in tribunale, ma è possibile che l'Inps non possa trovare altre soluzioni ragionevoli? Ma quante persone rinunciano ad anni di contributi derivanti dagli studi universitari per l'eccessiva onerosità di quanto richiesto? Spero davvero che l'Onorevole Damiano (che si batte con grande competenza e sensibilità suiot emi pensionistici) ed altri Politici/Sindacalisti si prendano a cuore questo importante argomento perchè , al di là della auspicabile flessibilità pensionistica che molti di noi aspettano con ansia, facilitare i riscatti e le ricongiunzioni è l'unica strada perseguibile e ragionevole per cercare di andare in pensione un po' prima ed incrementare la misura della propria pensione. Del resto, mi pare sia ben noto che per decenni hanno consentito di riscattare le lauree (ed altri periodi di contributi) a costi veramente ridicoli..................ora da qualche anno chiedono cifre assurde ed insostenibili (la stessa cosa sta accadendo per i giovani.......che come sappiamo avranno anche problemi pensionsitici ancora piu' seri di noi.
Vi chiedo di farmi sapere se ritenete che ci siano altre soluzioni/possibilità sul mio caso specifico, nessuno, neanche al patronato, ha saputo mai darmi informazioni attendibili e precise sull'argomento.
Questo argomento è complesso e va poco di moda, ma è molto importante per tante persone.
Grazie del riscontro.
sono un 56 enne con circa 33 anni di contributi ed occupazioni saltuarie, quindi come potete immaginare seguo con molto interesse ad apprensione le auspicabili evoluzioni delle proposte sulla flessibilità pensionistica. Credo che sarebbe molto importante dedicare la giusta attenzione all'argomento del riscatto della laurea ed alle altre possibilità di riscatto e ricongiunzione che oggi le varie norme e circolari Inps RESTRITTIVE ED ONEROSISSIME in pratica non consentono di poter sfruttare, con grave danno per tutti noi ed anche per i nostri figli.
La mia storia è questa : inizio il lavoro dipendente nel 06/1983 (dopo 4 anni di università con laurea conseguita nel 03/1983). Nell'85 faccio domanda all'Inps e, dopo aver presentato varie documentazioni, per circa 8 anni non ricevo riscontri definitivi, ma ottengo solo notizie frammentarie, anche a causa di vari cambi di residenza per cui la mia pratica gira per anni tra varie sedi inps. In quegli anni mi dicono agli sportelli di non preoccuparmi perchè e normale ed è meglio per me (dicono :piu' tardi ricevo comunicazione definitiva e piu' tardi inizio a pagare........). Nel frattempo nel 1999 divento dirigente d'azienda (contribuzione Inpdai) e quindi, nella prospettiva di dover trasferire i contributi inps all'inpdai agli sportelli mi suggeriscono di attendere ancora. Arrivo al 2006, chiedo nuove informazioni per lettera e mi viene comunicato dall'Inps che la mia domanda era decaduta da tempo in quanto risultava che avevo rinunciato al riscatto. IN PRATICA, SCOPRO CHE NEL 1996 L'INPS MI AVEVA INVIATO AL VECCHIO DOMICILIO DOVE NON ABITAVO PIU' I BOLLETTINI DI PAGAMENTO E LA RELATIVA RACCOMANDATA, NON RITIRATA DA ME MA DAL PORTIERE DELLO STABILE E MAI CONSEGNATAMI, PER CUI NON AVENDO PAGATO ENTRO IL TERMINE DI 5 ANNI RISULTAVA LA MIA TACITA RINUNCIA DAL 2001. Faccio ricorso al comitato Inps per far presente dei ritardi e del disguido postale e chiedere di poter comunque procedere sulla base della domanda presentata nell'85 e mi respingono il ricorso dicendo che potrei fare un'altra domanda. Peccato che emerge un piccolo particolare : con la mia domanda originaria erano sufficienti circa 8.000 euro, con una nuova domanda ne occorrerebbero circa 120.000 causa delle retribuzioni incrementate e dei vari coefficienti attuariali, modifciati da varie norme susseguitesi nel tempo.
Ora, mi sembra davvero assurdo tutto questo, so che posso fare causa e tentare di ottenere giustizia in tribunale, ma è possibile che l'Inps non possa trovare altre soluzioni ragionevoli? Ma quante persone rinunciano ad anni di contributi derivanti dagli studi universitari per l'eccessiva onerosità di quanto richiesto? Spero davvero che l'Onorevole Damiano (che si batte con grande competenza e sensibilità suiot emi pensionistici) ed altri Politici/Sindacalisti si prendano a cuore questo importante argomento perchè , al di là della auspicabile flessibilità pensionistica che molti di noi aspettano con ansia, facilitare i riscatti e le ricongiunzioni è l'unica strada perseguibile e ragionevole per cercare di andare in pensione un po' prima ed incrementare la misura della propria pensione. Del resto, mi pare sia ben noto che per decenni hanno consentito di riscattare le lauree (ed altri periodi di contributi) a costi veramente ridicoli..................ora da qualche anno chiedono cifre assurde ed insostenibili (la stessa cosa sta accadendo per i giovani.......che come sappiamo avranno anche problemi pensionsitici ancora piu' seri di noi.
Vi chiedo di farmi sapere se ritenete che ci siano altre soluzioni/possibilità sul mio caso specifico, nessuno, neanche al patronato, ha saputo mai darmi informazioni attendibili e precise sull'argomento.
Questo argomento è complesso e va poco di moda, ma è molto importante per tante persone.
Grazie del riscontro.
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