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ESODATI E CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO

25/03/2014 11:11#413 da riva
Sono una esodata, non salvaguardata, come altri 170.000 in Italia.
Come penso tutti voi, prima di firmare davanti ai sindacati ed ad un rappresentante del Ministero del Lavoro, le mie dimissioni a seguito di un accordo individuale di incentivo all’esodo, sono andata a chiedere all’Inps informazioni sulla data di mio futuro pensionamento. Mi è stato risposto 1.11.2013. Ho anche chiesto se eventuali leggi avrebbero potuto procrastinare tale data. Il funzionario mi ha detto che la richiesta di autorizzazione alla contribuzione volontaria, pur non essendoci alcuna legge in merito, aveva sempre garantito, a coloro i quali l’avevano presentata, le condizioni di pensionamento vigenti al momento del la presentazione . Questo in quanto si dava comunicazione all’Inps di aver concluso la propria attività lavorativa ed, avendo maturato i requisiti contributivi richiesti o intenzionati a maturarli con contribuzione volontaria, si restava in attesa di maturare i requisiti anagrafici per la decorrenza del trattamento pensionistico.
In assenza del convincimento in una simile tutela (l’”opinio Juris” di cui sotto) nessun cessato dal servizio, sia per accordi di incentivazione all’esodo individuali o collettivi avrebbe mai accettato un accordo del genere.
Quindi era vigente una consuetudine maturata nel tempo e mai disattesa ed una “Opionio Juris” di aspettativa di tutela.
Nell'ordinamento italiano, l'art. 1 delle Disposizioni sulla legge in generale (approvate preliminarmente al Codice Civile con r.d. 16-03-1942, n. 262) cita espressamente gli usi e consuetudini quali fonti del diritto. L'art. 8 sancisce che Nelle materie regolate dalle leggi e dai regolamenti gli usi hanno efficacia solo in quanto sono da essi richiamati. L'art. 9 inoltre così recita: Gli usi pubblicati nelle raccolte ufficiali degli enti e degli organi a ciò autorizzati si presumono esistenti fino a prova contraria. Perché si possa parlare di usi e consuetudini debbono concorrere due elementi concomitanti: l'elemento materiale, cioè il comportamento osservato reiteratamente, in concreto, da una generalità di soggetti; l’elemento psicologico, cioè la convinzione, la opinio juris, che tale comportamento sia obbligatorio.
Nel nostro caso concorrono entrambe gli elementi.
Dalla data della mia cessazione dal servizio ad ora si sono abbattute su di noi esodati una serie di leggi, a partire dalle finestre mobili, l’aspettativa di vita, la legge Fornero, che non hanno più tenuto conto degli usi e consuetudini operanti fino a quel momento, avendo efficacia retroattiva sugli accordi stipulati antecedentemente ed in contrasto con la diffusa “opinio Juris” di cui sopra .
Il risultato è stato il dramma sociale che è sotto gli occhi di tutti con conseguenze devastanti su 170.000 cittadini e loro familiari.
Io mi chiedo: può essere moralmente ( e legalmente) accettabile??
Qui in Italia un parlamento composto per la maggior parte di persone indagate per appropriazione indebita, corruzione, reati contro la pubblica finanza ha approvato una legge così iniqua e noi dobbiamo sottostare, ma è giusta, etica e morale??
A me pare di no.
Questo blog è un muro del pianto e stiamo tutti qui cercando di difenderci singolarmente informandoci sui vari paletti pregiudizievolmente posti dalle diverse salvaguardie (alcuni persino in contrasto l’uno con l’altro vedi i contributori volontari che in una salvaguardia devono avere un contributo volontario versato prima del 6.12.2011 e non avere più lavorato successivamente, in un’altra salvaguardia devono avere almeno un contributo da lavoro dipendente a tempo determinato successivo a tale data) e che ci hanno rinchiuso in una gabbia di incertezza e disperazione.
Agiamo insieme.
Esiste la “Corte Europea dei diritto dell’uomo”.
Non potremmo presentare il nostro dramma in tale sede?
So che sono stati ad esempio presentati ricorsi da carcerati detenuti in spazi troppo ristretti.
Noi non abbiamo commesso alcun reato, siamo 170.000 e non abbiamo più di che vivere!
Dobbiamo morire??
Almeno non facciamolo in silenzio! Nessuno si cura di noi, dobbiamo organizzarci da soli.
Cosa ne pensate di una specie di “Class action” che promuova le nostre ragioni presso la Corte Europea dei diritti dell’uomo?
Fatemi conoscere le vostre opinioni.

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