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L'accertamento fiscale sui contributi di artigiani e commercianti ritarda il loro utilizzo e l'accesso alla pensione ?

29/06/2020 09:08#69368 da Domino
Vi ringrazio per le vostre risposte e, a conferma di quanto avete scritto, riassumo di seguito quanto mi è stato riferito nel corso di una telefonata che sono riuscito ad avere nel frattempo con lo sportello di sede INPS.

Le tempistiche per l’accertamento fiscale sui contributi di artigiani & commercianti non ritardano l’accesso alla pensione (come invece io temevo interpretando in modo “vessatorio” quando riportato nelle note dell’estratto conto e dell’ECOCERT).

Se si versano regolarmente le quattro rate trimestrali associate al minimale di reddito (15.953€ nel 2020) verranno accreditati 12 mesi di contributi, che saranno quindi validi per il raggiungimento dei 38 anni richiesti per Quota 100 e per l’erogazione della relativa pensione.
Successivamente all’accertamento fiscale dei redditi 2020 (e confermo che i tempi potrebbero essere lunghi), in via ipotetica, qualora dovesse eventualmente emergere che è stato superato il minimale di reddito nel 2020 ma non sono stati versati in modo completo i contributi previdenziali sulla quota eccedente ne seguirà che il totale di contributi accreditati nel 2020 verrebbe ridotto ad un numero inferiore a 12 mesi e verrebbe pertanto richiesto di pagare quanto era dovuto sulla quota accedente (attraverso un versamento a saldo o tramite trattenuta sulla pensione).
Ma quello che mi interessava sapere è che il “pieno utilizzo” dei contributi versati nell’ultimo anno riguarda solo il valore definitivo della pensione mentre l’accertamento fiscale non impedisce di “usare” i 12 mesi di contributi se sono state versate tutte le rate sul minimale di reddito.
Ringraziano per il messaggio: Over, Cometa

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28/06/2020 19:30#69363 da Nicola54
La domanda:
"Se i contributi da artigiano di quest’anno mi permettessero di totalizzarne in totale 38 e se, compiendo 62 anni nel 2021, io volessi accedere a Quota 100 il prossimo anno (ipotizzando che venga confermata la sua scadenza naturale) le tempistiche per il suddetto accertamento fiscale rischiano di farmi arrivare al 2022 o, peggio, non essendo “pienamente utilizzabili” nel 2021 si arriva alla conclusione che io non potrò dire di aver maturato nel 2021 i 38 anni totali ".
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Per accedere a trattamento pensionistico con "quota 100" deve necessariamente maturare 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021,pena reiezione della domanda salvo proroghe.
L'importo dei contributi si versa in proporzione al reddito dell'impresa,così come ai sensi dei commi 3 e 4 dell'art. 1 della legge 2 agosto 1990, n. 233 nel rispetto dei minimali e massimali stabiliti dai commi indicati.
Se lei versa la percentuale dei contributi su un reddito dichiarato di almeno 15.953 euro per il 2020 si ritroverà la contribuzione massima che le permetterà di maturare i 38 anni di contributi.Ovviamente può utilizzare, ai fini del perfezionamento anche tutto l'anno 2021.

Collaboro con patronato INCA CGIL a Roma
Ringraziano per il messaggio: Domino

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28/06/2020 11:59#69357 da gianni 50
Nel caso di contribuzione autonoma per artigiani e commercianti , collegata a redditi verificabili solo l'anno successivo ed il versamento dell' eventuale conguaglio , la pensione viene liquidata " provvisoria " utilizzando il minimale contributivo . La trasformazione da provvisoria a definitiva avviene , a seconda del carico di lavoro di ogni sede , dopo l'aggiornamento del periodo di contribuzione interessato ma normalmente dopo qualche anno . Tuttavia di solito la differenza di importo mensile tra pensione provvisoria e definitiva è piccola .
Ringraziano per il messaggio: Domino

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05/06/2020 09:57#68996 da Domino
Provo a riproporre la domanda fatta con il mio post precedente nel caso ci sia qualcuno in grado di darmi una risposta.

Grazie

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21/05/2020 10:05 - 21/05/2020 10:07#68790 da Domino
Salve a tutti,
sono un “artigiano novizio” e a chi ha più esperienza di me chiedo se può rispondere alla domanda in oggetto, con riferimento alla situazione che descrivo di seguito.

A inizio anno ho aperto una ditta individuale artigiana e di conseguenza mi è stata associata una posizione nella gestione artigiani & commercianti (nella mia storia contributiva ho più di 30 anni come lavoratore dipendente).
Ho versato la prima rata di contributi da artigiano, calcolata sul minimale di reddito (pari a 15.953€ per il 2020) e l’ho trovata accreditata nell’estratto conto previdenziale con la seguente annotazione:

“contributi accreditati in base ai versamenti effettuati: sono pienamente utilizzabili se il reddito corrisponde a quello fiscalmente accertato”.

Anche nell’ECOCERT, per il lavoro autonomo di artigiani e esercenti di attività commerciale, è indicato:

“il numero dei contributi è soggetto a riduzione qualora il reddito stesso sia accertato in misura superiore a quello indicato”.

In generale, mi è noto che i contributi per artigiani & commercianti si pagano con:

- 4 rate trimestrali, calcolate sul minimale di reddito (con le scadenze di maggio, agosto, novembre e febbraio dell’anno successivo)

- 2 eventuali acconti + saldo sulla quota eccedente il minimale (con le scadenze fiscali di giugno, novembre e giugno dell’anno successivo)

La dichiarazione per i redditi percepiti quest’anno dovrà essere trasmessa entro il 30 novembre 2021.
In tale dichiarazione risulterà se ho avuto nel 2020 una quota eccedente il minimale e quindi l’INPS verificherà se ho versato in modo corretto i relativi contributi.
Ma suppongo che questa verifica potrà essere fatta solo a inizio 2022, considerati i tempi necessari all’Agenzia delle Entrate per elaborare la dichiarazione dei redditi, trasmetterla all’INPS, ecc.

Ne segue che devo aspettare l’inizio del 2022 affinché i miei contributi da artigiano per il 2020 siano “pienamente utilizzabili” perché solo allora sarà completato l’accertamento fiscale ?

Se i contributi da artigiano di quest’anno mi permettessero di totalizzarne in totale 38 e se, compiendo 62 anni nel 2021, io volessi accedere a Quota 100 il prossimo anno (ipotizzando che venga confermata la sua scadenza naturale) le tempistiche per il suddetto accertamento fiscale rischiano di farmi arrivare al 2022 o, peggio, non essendo “pienamente utilizzabili” nel 2021 si arriva alla conclusione che io non potrò dire di aver maturato nel 2021 i 38 anni totali ?
E tutto ciò anche nel caso in cui io non superassi il minimale di reddito perché resta comunque l’annotazione “reddito da verificare” ?

Non so se anticipando la trasmissione della dichiarazione dei redditi da novembre a maggio l’accertamento fiscale inizia prima o se l’Agenzia delle Entrate trasmette comunque all’INPS i dati dopo la scadenza di novembre e quindi si arriva sempre al 2022.

Se fosse davvero così vuol dire che viene generato un ritardo che penalizza artigiani e commercianti nell’accesso alla pensione.

Ogni chiarimento in merito è ovviamente gradito.

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