Salve a tutti,
sono un “artigiano novizio” e a chi ha più esperienza di me chiedo se può rispondere alla domanda in oggetto, con riferimento alla situazione che descrivo di seguito.
A inizio anno ho aperto una ditta individuale artigiana e di conseguenza mi è stata associata una posizione nella gestione artigiani & commercianti (nella mia storia contributiva ho più di 30 anni come lavoratore dipendente).
Ho versato la prima rata di contributi da artigiano, calcolata sul minimale di reddito (pari a 15.953€ per il 2020) e l’ho trovata accreditata nell’estratto conto previdenziale con la seguente annotazione:
“contributi accreditati in base ai versamenti effettuati: sono pienamente utilizzabili se il reddito corrisponde a quello fiscalmente accertato”.
Anche nell’ECOCERT, per il lavoro autonomo di artigiani e esercenti di attività commerciale, è indicato:
“il numero dei contributi è soggetto a riduzione qualora il reddito stesso sia accertato in misura superiore a quello indicato”.
In generale, mi è noto che i contributi per artigiani & commercianti si pagano con:
- 4 rate trimestrali, calcolate sul minimale di reddito (con le scadenze di maggio, agosto, novembre e febbraio dell’anno successivo)
- 2 eventuali acconti + saldo sulla quota eccedente il minimale (con le scadenze fiscali di giugno, novembre e giugno dell’anno successivo)
La dichiarazione per i redditi percepiti quest’anno dovrà essere trasmessa entro il 30 novembre 2021.
In tale dichiarazione risulterà se ho avuto nel 2020 una quota eccedente il minimale e quindi l’INPS verificherà se ho versato in modo corretto i relativi contributi.
Ma suppongo che questa verifica potrà essere fatta solo a inizio 2022, considerati i tempi necessari all’Agenzia delle Entrate per elaborare la dichiarazione dei redditi, trasmetterla all’INPS, ecc.
Ne segue che devo aspettare l’inizio del 2022 affinché i miei contributi da artigiano per il 2020 siano “pienamente utilizzabili” perché solo allora sarà completato l’accertamento fiscale ?
Se i contributi da artigiano di quest’anno mi permettessero di totalizzarne in totale 38 e se, compiendo 62 anni nel 2021, io volessi accedere a
Quota 100 il prossimo anno (ipotizzando che venga confermata la sua scadenza naturale) le tempistiche per il suddetto accertamento fiscale rischiano di farmi arrivare al 2022 o, peggio, non essendo “pienamente utilizzabili” nel 2021 si arriva alla conclusione che io non potrò dire di aver maturato nel 2021 i 38 anni totali ?
E tutto ciò anche nel caso in cui io non superassi il minimale di reddito perché resta comunque l’annotazione “reddito da verificare” ?
Non so se anticipando la trasmissione della dichiarazione dei redditi da novembre a maggio l’accertamento fiscale inizia prima o se l’Agenzia delle Entrate trasmette comunque all’INPS i dati dopo la scadenza di novembre e quindi si arriva sempre al 2022.
Se fosse davvero così vuol dire che viene generato un ritardo che penalizza artigiani e commercianti nell’accesso alla pensione.
Ogni chiarimento in merito è ovviamente gradito.